Troppi casi di morbillo in Italia

Trasmesso per via aerea e caratterizzato da un periodo di incubazione che va dai 10 ai 12 giorni, il morbillo è una malattia infettiva estremamente facile alla diffusione. La facilità del contagio, le afflizioni generate alle vie respiratorie -suscettibili di complicazioni- e la violenta manifestazione esantematica, hanno reso necessaria una accurata politica di profilassi.
La più importante forma di prevenzione per il morbillo attualmente a disposizione è una apposita vaccinazione, che viene somministrata a partire dal compimento del primo anno, fino al quindicesimo mese d’età. A questa prima somministrazione del vaccino deve seguire un richiamo, da effettuarsi tra il quinto e il sesto anno di età del bambino. A fronte di queste vaccinazioni, l’immunità è definitiva.

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Nonostante le disposizioni attuate per la prevenzione del morbillo e le capillari vaccinazioni, i dati raccolti dall’Ecdc (European Center for Diseases Control) -in relazione al periodo che va dal novembre 2012 all’ottobre 2013- rivelano la presenza in Italia di un alto numero di casi di morbillo.
Sono ben 12.000, infatti, i casi censiti nel nostro paese: un record negativo che ci colloca in prima posizione tra le nazioni in cui l’incidenza di questa malattia è ancora notevole.
Seguono l’Italia nella classifica, secondo i dati raccolti dalla stessa Ecdc, Germania, Gran Bretagna e infine Olanda e Romania.
Il progetto di debellare morbillo e rosolia -altra malattia esantematica oggetto di vaccinazione congiunta a morbillo e parotite- entro il prossimo 2015 sembra, quindi, ancora lontano. L’obiettivo da raggiungere è segnato dai risultati raggiunti dal virtuoso Portogallo, che attualmente rappresenta il fanalino di coda nella classifica di incidenza di queste malattie.

La strada da seguire sembra essere quella della prevenzione, rendendo necessario un aumento capillare del numero di vaccinazioni. Sembra, infatti, che quasi il 90% dei casi rilevati coincida con soggetti non vaccinati, o non vaccinati completamente. Un dato, questo, che rivela la primaria importanza della profilassi nell’arginare il diffondersi del morbillo.
A fronte dei rari e poco importanti effetti collaterali del vaccino, che si manifestano come lievi e transitori episodi febbrili o rossori localizzati, la vaccinazione rappresenta infatti il mezzo più efficace per evitare il diffondersi del morbillo. Un passo importante, se si considera il pericolo di questa malattia e le sue possibili complicazioni, in alcuni casi anche gravissime. Tra queste, per esempio, si annoverano casi di polmonite e di encefalite morbillosa, capace di portare al decesso o di produrre danni permanenti in ben la metà dei pazienti colpiti.

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