Già stressati a 4 mesi: ecco come soffrono lo stress i neonati

Sembra davvero incredibile ma la scienza pare non avere dubbi in merito: i neonati di soli 4 mesi sono già sottoposti a uno stato di stress. Il male tipico della nostra società colpisce quindi fin dai primi momenti della vita e, certo, non si tratta di una buona notizia.

neonati

La ricerca in merito al fenomeno è stata condotta da un team di ricercatori italiani facenti parte dell’Ircss Medea di Bosisio Parini. I dati emersi dallo studio hanno scosso il mondo scientifico dopo la loro pubblicazione su una rivista medica. Di certo scoprire che a 4 mesi lo stress si fa già sentire non può lasciare indifferenti ma le modalità della ricerca parlano chiaro. Gli studiosi hanno indotto nel neonato un meccanismo di lieve stress raccomandando alla mamma del piccolo di evitare, per un ridotto periodo di tempo, ogni comunicazione con il bambino. Durante l’esperimento, quindi, la madre non deve toccarlo, né parlargli e il suo volto deve sforzarsi di mantenere un’espressione completamente neutra e priva di ogni emozione. Il neonato, posto di fronte a questa nuova condizione ha un’immediata reazione negativa, si agita, piange, reclama attenzione e manifesta desiderio di essere coccolato e preso in braccio. Atteggiamenti positivi come sorrisi o versetti rivolti alla madre vengono istantaneamente abbandonati per lasciar posto a proteste a a comportamenti di tipo compensatorio e sostitutivo dell’affetto materno come, per esempio, mettersi il dito in bocca. A questo punto il team ha voluto indagare anche i livelli di memoria dei neonati sottoposti all’esperimento. Un gruppo è stato sottoposto all’esperimento stressante 2 volte, a 4 mesi e dopo altri 15 giorni di distanza dal primo esperimento. Il secondo gruppo, al contrario, ha affrontato l’esperimento un’unica volta all’età di 4 mesi e 15 giorni. I risultati hanno mostrato come di fronte allo stress i bambini ripetevano il comportamento della prima volta senza sostanziali modifiche, ma i loro livelli ormonali subivano significativi cambiamenti con delle varianti individuali. In particolar modo risultava particolarmente fluttuante, specialmente in alcuni individui più sensibili, la concentrazione di cortisolo. Questo ormone, destinato a regolare il metabolismo di proteine, grassi e zuccheri, nei piccoli appartenenti al primo gruppo risultava dimezzato mentre, in quelli esposti per la seconda volta era raddoppiato, dimostrando come l’evento fosse stato più stressante. Il gruppo di neonati già sottoposti a stress era quindi in grado di ricordare, anche a distanza di due settimane, il lieto fine del primo esperimento e, di conseguenza, reagiva con maggiore tranquillità alla seconda esposizione. Montirosso, direttore del team di ricerca, ha quindi concluso che la memoria di un evento stressante si manifesta nei bambini di 4 mesi sotto forma fisiologica e non comportamentale.

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