Staminali del cordone ombelicale: perché è utile conservarle

Sempre più frequentemente, alla radio, in tv o sui giornali, si sente parlare di conservazione cellule staminali cordonali al momento del parto e dell’importanza che queste microscopiche unità rivestono in campo clinico. Quali sono, allora, le caratteristiche che le rendono così speciali e come vengono in aiuto alla moderna medicina?

cordone ombelicale

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Partiamo dalle origini. All’interno del sangue presente nella vena cordonale, si trova sospesa una popolazione eterogenea di cellule staminali, le staminali cordonali appunto, che gli esperti hanno classificato in quattro diversi gruppi. Abbiamo dunque le staminali cordonali simil-embrionali, in grado di originare le cellule dell’intestino, del derma e del midollo spinale, ma anche le cordonali mesenchimali, che possono generare le cellule del tessuto osseo, cartilagineo, adiposo e nervoso, infine quelle cordonali ematopoietiche, che – come si intuisce dal nome – differenziano in cellule del sangue e del midollo e le cordonali progenitrici endoteliali che originano le cellule costitutive dei vasi sanguigni1.

Proprio la loro grande capacità proliferativa e differenziativa le rende in grado di rigenerare e riparare gli organi e i tessuti danneggiati del nostro organismo che altrimenti andrebbero sostituiti. Da qui la rilevanza che rivestono in ambito medico, soprattutto nel campo della medica rigenerativa. A tal proposito va però specificato che, nell’ambito della rigenerazione, solo un trapianto con cellule provenienti dal paziente stesso (autologo) offre un’elevata probabilità di successo: un’operazione con cellule provenienti da un altro soggetto (trapianto allogenico) può dare luogo al cosiddetto fenomeno del rigetto.

Anche in questo ultimo caso, tuttavia, è comunque meglio utilizzare cellule staminali cordonali, invece di staminali presenti in altri organi dell’individuo adulto, perché grazie alla loro immaturità “immunologica”1,2 vengono rigettate meno facilmente.

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Note bibliografiche

1. Francese, R. and P. Fiorina, Immunological and regenerative properties of cord blood stem cells. Clin Immunol, 2010. 136(3): p. 309-22.

2. Harris, D.T., Non-haematological uses of cord blood stem cells. Br J Haematol, 2009. 147(2): p. 177-84

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Cellule staminali cordonali: un aiuto importante in campo terapeutico

La conservazione cordone ombelicale, o più precisamente delle cellule staminali contenute all’interno del sangue cordonale, è una questione all’ordine del giorno, non solo al centro del dibattito mediatico ma anche di grande importanza dal punto di vista medico.

Man embracing pregnant woman

Sono, infatti, tantissimi gli studiosi in tutto il mondo che indagano le potenzialità di tali cellule in campo terapeutico, compiendo, giorno dopo giorno, innumerevoli passi avanti. Facciamo dunque una panoramica dei più recenti avanzamenti realizzati in questo campo.

[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] In primo luogo, risultati positivi sono stati ottenuti nel trattamento di malattie onco-ematologiche, come la leucemia linfoblastica acuta e l’anemia aplastica severa. Il primo caso di trapianto autologo con staminali cordonali in questo campo è stato effettuato nel 2007 su una bimba di 3 anni affetta appunto da leucemia linfoblastica acuta. La terapia ha dato i suoi frutti: a un anno dal trapianto i valori ematici della piccola erano tornati normali e dopo 2 anni non vi era stato alcun segno di ricaduta1. Successivamente, nel 2011, sono stati pubblicati i risultati di un altro studio che mette ancora una volta in luce l’importanza delle staminali cordonali: tre pazienti affetti da anemia aplastica severa sono stati sottoposti, prima a una terapia immunosoppressiva, poi a trapianto autologo con le suddette cellule; rispettivamente per quasi 5 anni, per oltre 3 anni e per 17 mesi, i soggetti sotto analisi sono rimasti liberi dalla malattia.
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E l’efficacia delle staminali cordonali è stata anche testata sui disordini neurologici, come la paralisi cerebrale. È attualmente in corso un’analisi che valuta gli effetti terapeutici mediante trapianti autologhi su 184 bambini che presentano problematiche di questo tipo. Il trattamento finora non ha generato alcuna reazione avversa nei giovani pazienti, sottolineando la sicurezza della terapia2.

Infine, è stato studiato l’effetto di trapianti allogenici con staminali cordonali per trattare l’emorragia alveolare diffusa, una complicanza molto grave e rara del lupus sistemico eritematoso: i quattro soggetti colpiti da questa patologia, in seguito al trattamento, hanno visto il loro quadro clinico migliorare. A un mese dall’operazione i livelli di ossigeno nel sangue si erano normalizzati e dopo sei mesi anche quelli di emoglobina avevano raggiunto la normalità3.

Diversi esempi a testimonianza del grande valore delle staminali presenti nel cordone ombelicale del nascituro, una risorsa preziosa che può contribuire a migliorare le condizioni di salute di un numero sempre maggiore di pazienti.

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

Note:

1. Hayani A, Lampeter E, Viswanatha D, Morgan D, Salvi SN: First report of autologous cord blood transplantation in the treatment of a child with leukemia. Pediatrics 119:e296-300, 2007

2. Sun J, Allison J, McLaughlin C, Sledge L, Waters-Pick B, Wease S, Kurtzberg J: Differences in quality between privately and publicly banked umbilical cord blood units: a pilot study of autologous cord blood infusion in children with acquired neurologic disorders. Transfusion 50:1980-1987 3. Clinical Rheumathology

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