Protesi mammarie difettose: sostituzione rimborsata

Si prospettano importanti novità nell’ambito delle protesi mammarie difettose applicate a un gran numero di donne che hanno eseguito interventi di mastoplastica additiva negli agli Ottanta e Novanta: stando a quanto dichiarate di recente, infatti, il servizio sanitario nazionale italiano è pronto a rimborsare i costi delle operazioni di sostituzione delle protesi mammarie non conformi, quindi che nel corso del tempo si sono danneggiate, rotte o che per il materiale in cui sono fatte costituiscono un pericolo per la salute della donna.
pip protesi
[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Le protesi mammarie “incriminate”, le Pip, vanno dunque sostituite al più presto nelle cliniche specializzate, anche laddove non siano ancora insorti problemi. Secondo le statistiche, attualmente sono ben 400.000 le protesi Pip impiantate in tutto il mondo; parte di esse (circa 100.000) in Europa, soprattutto in Inghilterra, Francia, Spagna e Germania. Di recente il ministero della salute ha imposto un censimento per calcolare il numero esatto delle protesi impiantate in Italia, che secondo i dati raccolti sono 4500, ma che in realtà sarebbero molte di più. Renato Balduzzi, attuale ministero della salute fino all’insediamento del nuovo governo, ha confermato il rimborso economico per le donne che effettueranno operazioni di rimozioni delle protesi, pur ribadendo che i rischi cancerogeni ventilati negli ultimi tempi in realtà sarebbero ancora tutti da provare. Quando la notizie delle protesi cancerogene si era diffusa, qualche mese fa, tra le donne che avevano effettuato interventi di mastoplastica additiva era scoppiato il caos: del resto molte di loro avevano già avuto negli anni passati problemi con le protesi Pip, che spesso si spostavano, conferendo un aspetto innaturale al seno, oppure si rompevano con grande disagio e dolore della malcapitata, costretta a sottoporsi immediatamente a un nuovo intervento. Occorre ricordare che queste protesi – impiantate sia per scopi puramente estetici (aumento di una o più taglie del seno), sia per scopi medici, per donne affette da tumori al seno particolarmente invasivi – non vengono più impiantate ormai da diversi anni. Tuttavia, come sottolinea il Comitato Europeo per le emergenze e i rischi sanitari, la responsabilità di ritirare o meno dal mercato tutte le protesi incriminate, che potrebbero cioè rompersi e causare seri danni alla salute delle donne, spetta a tutti gli effetti allo Stato: finora i Paesi che hanno deciso di intraprendere questa strada sono Francia, Germania, Repubblica Ceca, Belgio e Olanda. In questi Stati, infatti, le autorità sanitarie locali hanno espressamente chiesto ai propri cittadini di rimuovere ed eliminare le protesi difettose. In Italia le Pip impiantate sarebbero comunque molte meno, e secondo le statistiche quasi metà di esse sarebbe stata impiantata nel Nord Italia. [sws_related_postright showpost=”3″] [/sws_related_postright]
Il problema, però, andrebbe affrontato alla radice, una volte per tutte: è questa l’opinione del Ministro Balduzzi, il quale ha ribadito più volte la necessità di controlli costanti sulla qualità delle operazioni effettuate e delle protesi utilizzati. Attualmente le misure attuate hanno carattere solo preventivo, poiché anche il Comitato Europeo ha ammesso che il rischio per chi ha impiantato una Pip non è certo. [author] [sws_related_post]