Avere un figlio nel ventunesimo secolo rappresenta sicuramente un rischio minore rispetto anche solo a vent’anni fa; grazie alle nuove tecnologie, infatti, le future mamme dispongono di molti mezzi per conoscere la salute del feto ed eventuali anomalie molto prima della nascita.
In particolare, gli esami riguardanti proprio le anomalie dei cromosomi danno esiti praticamente certi su eventuali patologie legate al parto. Questi esami sono quasi sempre consigliati a tutte le donne che decidono di avere un bambino superati i 35 anni, ma anche in tutti quei casi in cui in famiglia si sono già manifestate anomalie legate all’eredità genetica. Con un semplice esame del sangue si potranno verificare forma e numero dei cromosomi presenti all’interno delle cellule: di norma ogni cellula ha 46 cromosomi, a loro volta divisi in 23 coppie di cromosomi appartenenti al padre e 23 alla madre. L’anomalia che si verifica più frequentemente è la sindrome di Down che, grazie alla ricerca, si è scoperto essere legata all’anomalia della ventunesima coppia.
Altri esami destinati a scovare anomalie nel feto sono il DUOTEST e il TRITEST, entrambi effettuabili attraverso un’analisi del sangue della madre.
Il primo, il duotest, serve a rilevare la concentrazione nel sangue di due proteine prodotte dalla placenta. Questo test è effettuabile già allo scadere della decima settimana fino alla tredicesima circa.
Il secondo, il tritest, è un esame destinato all’esaminazione di tre ormoni prodotti sia dalla placenta che dal feto, ed è attuabile nell’intervallo tra la quattordicesima e la sedicesima settimana; se risulta positivo si prescrivono ulteriori test per verificarne l’esattezza.
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