Giulio Golia annuncia l’infusione alla piccola Sofia di cellule staminali

Importante è stato l’intervento de Le Iene sul caso della piccola Sofia, affetta da Leucodistrofia metacromatica, una malattia neuro degenerativa terminale.

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Alla bambina, dopo una prima iniezione di staminali, era stata bloccata la cura perché in Italia la terapia è attualmente vietata. Attraverso un appello disperato mandato in onda dal programma di Italia 1 con il servizio di Giulio Golia, i genitori sono riusciti a coinvolgere l’intero popolo del Web e molti personaggi dello spettacolo come Adriano Celentano che si sono schierati a favore di un secondo ciclo di trattamento.
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Solo questa forte mobilitazione mediatica ha fatto cambiare idea al Ministro della Salute Renato Balduzzi, che ha autorizzato una seconda iniezione di cellule staminali.Così il 14 marzo, Sofia ha ricevuto la seconda delle cinque infusioni previste,nella struttura degli Spedali Civili di Brescia, dove era già stata a dicembre 2012. A confermarlo è stato lo stesso Giulio Golia che subito dopo,sulla sua pagina Facebook, ha postato una foto dall’ospedale che lo ritrae insieme alla piccola ed ai suoi genitori. Una battaglia vinta però per metà,sì, perché l’ospedale ha annunciato di rifiutarsi di somministrare le restanti infusioni.

Tutto ciò perché, i laboratori di Brescia dove venivano trattate le cellule, dopo un’ispezione dei Nas di qualche mese fa, sono stati dichiarati inadatti e gli è stato proibito di continuare la loro attività. Così, queste cure compassionevoli sono state bloccate e dichiarate potenzialmente pericolose da parte del Pm di Torino Guaraniello.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] La cosa paradossale che lo stesso papà di Sofia, Guido De Barros, sottolinea, è che questi stessi laboratori sono però considerati idonei alle cure per la leucemia. Inoltre, nell’intervista rilasciata al Tgcom 24, De Barros, punta il dito contro la mancata presa di posizione da parte del ministro Balduzzi e dell’Aifa sul decidere se queste cure di Brescia si possano fare o meno.
La piccola Sofia, potrebbe, se non riceverà le prossime iniezione, rimanere in vita ancora per poco, anche per un peggioramento causato dal ritardo delle cure e dalla mancata infusione dello scorso febbraio. Doppia beffa per i genitori poiché, in occasione della terza iniezione avrebbero voluto che a donare le cellule a Sofia fosse proprio la mamma Caterina.

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