Depressione post parto: basta un esame del sangue

Uno dei periodi più felici per una donna, quale una gravidanza ed il conseguente parto, possono rivelarsi come uno dei motivi scatenanti della depressione post parto, mai sottovalutare le spie rivelatrici che potrebbero compromettere seriamente sia la salute della madre che quella del bimbo.
La gravidanza è il periodo in cui la donna è più vulnerabile e vive un vero e proprio disagio psicologico derivante da svariate ragioni.

La depressione post parto è un disturbo nervoso, si manifesta in tutte le società e culture studiate, in Italia circa il 10% ed il 15% delle neo-mamme, sono interessate, essa si manifesta dopo il 3° o 4° giorno dal parto e può durare dalle due settimane fino a sei mesi, in alcuni casi si tratta di una situazione patologica e si parla di depressione vera e propria, caratterizzata da seri episodi di psicosi.

Vi sono tre tipologie di sindrome, suddivise in base alla durata ed all’intensità: la baby blues, la depressione post parto vera e propria e la psicosi depressiva post parto.
Molto spesso la diagnosi non viene posta in quanto la neo-mamma tende a vergognarsi, sottovalutando i sintomi o ignorando i conseguenti rischi legati a tale sindrome che potrebbero intaccare l’equilibrio psicofisico sia della donna che della famiglia circostante.
La scienza medica non ha ancora fornito spiegazioni certe riguardanti le cause.
Rivestono un ruolo importante i fisiologici cali ormonali, come la repentina riduzione di estrogeni e progesterone, in gravidanza i livelli sono molto alti, inoltre si registra un aumento di prolattina.
A facilitare l’insorgenza di tale disturbo, potrebbe anche essere una forma d’infiammazione autoimmune della tiroide.

Secondo gli ultimi studi pubblicati sull’American Journal of Psychiatry, tale disturbo sarebbe causato da una variante di uno o più geni presenti nel Dna delle donne, in particolare il gene 5-HTT, che sarebbe in grado di modificare le attività celebrali, dando vita ai pensieri negativi.
Esistono fattori che possono agevolarne l’insorgenza, quali la familiarità alla depressione, ad attacchi d’ansia o ad eventi poco felici, come un lutto o una separazione, vissuti durante la gravidanza.
Se le cause non sono del tutto chiare, i sintomi sono più evidenti: sbalzi d’umore, agitazione ed irrequietezza, astenia, aumento o scomparsa del sonno o dell’appetito, ricorrenti pensieri di morte, senso di colpa o inadeguatezza alla nuova situazione.
Un aiuto viene dai ricercatori del Regno Unito, che hanno messo a punto un test economico, a sole dieci sterline, in grado di prevedere se dopo il parto la donna andrà incontro ad una depressione post parto.
Basta effettuare un semplice prelievo del sangue, nei primi mesi di gravidanza, allo scopo di identificare i due geni specifici: il Ttc9b e lo Hp1bp3, responsabili della regolazione dell’umore, sarà così possibile prevedere con un grado di certezza dell’85%, se la neo-mamma sarà a rischio depressione.
“Se si identificano le donne a rischio in tempo, si può prevenire o fermare lo sviluppo della malattia”, ha affermato Dimitris Grammatopoulos, capo ricerca della University Hospitals Coventry.

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