Dati mondiali sul fumo: ecco le novità!

Dalla collaborazione delle Università di Washington di Melbourne sorgono i nuovi dati mondiali riguardanti i consumi di tabacco nel panorama attuale: se da una parte risulta che il consumo pro capite stia notevolmente diminuendo, il numero dei fumatori è tuttavia paradossalmente in aumento. Vediamo perché…

fumo

Negli ultimi trent’anni il consumo giornaliero di tabacco è diminuito in percentuale variabile dal 25 al 42%, rispettivamente in individui di sesso maschile e femminile.
Tuttavia, l’esponenziale crescita demografica mondiale incrementa del 41% il numero dei fumatori uomini e del 7% la porzione mondiale femminile di fumatrici.

Dopo ben cinquant’anni si ottiene il secondo rapporto dell’Us Surgeon General sul fumo e sui rispettivi effetti riversati sulla popolazione.
A distanza di quasi mezzo secolo la sostanza rimane invariata: il tabacco e la sua diffusione continuano a influenzare negativamente la popolazione terrestre a ogni latitudine.
Si registrano nel solo anno 2012 circa 5.7 milioni di morti a causa del fumo, un 6,9% di anni di vita persi irrimediabilmente e un 5,5% di anni di vita trascorsi pienamente nella disabilità.

Le stime fornite dal Tobacco Atlas, riportanti dati relativi a fumo per età e sesso in quasi 190 paesi del mondo negli ultimi 32 anni, dal 1980 al 2012, sono molto utili. Tuttavia, come afferma una ricercatrice, vi è la necessità di chiarire delle strategie utili e attuabili di contenimento e di monitoraggio preciso di distribuzione e consumo nella popolazione generale.

Dalle stime risulterebbe un calo di consumo giornaliero pro capite modesto tra il 1980 e il 1996, il quale tuttavia sembra attenuarsi dal 2006 al 2012 dopo un intermedio decennio decisivo.

Le stime negative degli ultimi 6 anni si devono difatti all’aumento dei fumatori a partire dal 2006 in diversi stati molto densamente popolati tra cui Bangladesh, Cina, Indonesia e Russia.
Dunque, sebbene risulti una riduzione notevole del singolo consumo, l’aumento della popolazione sopra i 15 anni genera un consequenziale aumento del numero dei fumatori, raggiungendo una quota di 976 milioni del 2012, 250 milioni in più in soli 30 anni.

Buone nuove invece dal Bel Paese, dove,in conseguenza alla legge sul divieto di fumo, alle campagne di sensibilizzazione e ai vari progetti d’assistenza nazionali e regionali, la popolazione fumatrice è in costante diminuzione.
Questa discesa è lenta e non repentina, ma costituisce tuttavia un miglioramento.
Secondo i dati Istat, dal 2003 – anno durante il quale vennero attuate le restrizioni legislative antifumo – al 2009, la percentuale di fumatori Italiani è diminuita di circa 0,8 punti, passando da un 23,8% ad un 23% netto.

Oltre ad un costante monitoraggio serve dunque un’adeguata sensibilizzazione, specialmente nei paesi in via di sviluppo, particolarmente vessati dall’industria del tabacco.

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