Tutti i rimedi per il raffreddore forte nel neonato

Stiamo per entrare nel periodo invernale e, coi primi freddi, i neonati, per quanto li si possa proteggere, sono sempre a rischio raffreddore. Ecco come provare a combatterlo e cosa dovete sapere.

Sintomi

Il primissimo sintomo dell’arrivo del raffreddore è il naso chiuso, cui poi possono seguire il mal di gola, la febbre, la tosse e l’arrossamento degli occhi. Questo è dovuto principalmente al fatto che nei neonati il sistema immunitario non è ancora completamente formato, e quindi diventano più sensibili al virus del raffreddore, il quale si può trasmettere direttamente o indirettamente attraverso il contatto con saliva infetta. Se però, negli adulti, è qualcosa di solamente fastidioso e ampiamente sopportabile, nei neonati diventa un problema più importante.

Rimedi

Essendo un malanno che nel giro di qualche giorno se ne va di sua iniziativa, è bene che il piccolo non assuma alcun tipo di farmaco, a meno che non venga specificamente prescritto dal pediatra. Si possono, tuttavia, prendere degli accorgimenti per alleviare le sofferenze del bambino, ad esempio pulendo spesso il naso intasato, facendolo bere molto, sollevandogli la testa quando dorme o facendogli respirare aria carica di vapore.

Casi particolari

Nel momento in cui la febbre dovesse essere ancora alta dopo qualche giorno, oppure i sintomi quali tosse e mal di gola dovessero essere ancora visibili a distanza di una settimana, o ancora il bambino dovesse avere meno di tre mesi di vita, è altamente consigliabile portarlo dal pediatra il prima possibile, onde evitare disguidi e problemi di qualsivoglia natura. Tolti questi casi eccezionali, è assolutamente vietato proporre al bambino qualunque tipo di farmaco, dagli spray agli sciroppi, mentre è ben accetto il paracetamolo per una febbre superiore ai 38°, o l’uso di caramelle per lenire l’infiammazione alla gola.

Accorgimenti

Se per caso doveste invece accorgervi che il pargolo ha continui attacchi di starnuti, una lacrimazione continua agli occhi, niente febbre e un colore chiaro del muco, potrebbe trattarsi di allergia, e anche in questo caso è d’obbligo portarlo dal pediatra, che eventualmente vi prescriverà una visita da uno specialista del settore.

Conclusioni

Per quanto forte possa essere, il raffreddore non è assolutamente una malattia dalle conseguenze gravi. Sicuramente, se i sintomi sopra elencati dovessero persistere per più di qualche giorno, non dovete esitare a chiamare il/la pediatra, in quanto il rischio, seppur labile, di polmonite c’è, soprattutto finché i bambini sono ancora molto piccoli. Per il resto, diffidate dall’uso di medicinali se non strettamente necessario, e solo per le urgenze, ed evitate di preoccuparvi se vedete soffrire il vostro bambino: per quanto brutto, è solo una cosa passeggera, che lo aiuterà a rafforzarsi per quando diventerà più grande. Quello che potete fare, è cercare di alleviare un poco le sue sofferenze con alcuni, semplici rimedi casalinghi.

Irritazioni da pannolino: rimedi

Le irritazioni da pannolino rappresentano uno dei più frequenti problemi dei bambini in età infantile. Si tratta di una patologia (dermatite da pannolino) che con il trascorrere degli anni colpisce una sempre più larga parte di neonati. Come risolvere il problema? Ecco alcuni rimedi.

Olio di oliva

Forse il rimedio più efficace nel caso di dermatite da pannolino è l’olio di oliva. Si tratta di un rimedio naturale in grado di diminuire il bruciore ed eliminare quasi completamente il prurito. In questo modo l’olio di oliva contribuisce a guarire la cute dall’irritazione.

La crema alla calendula

Se non si dispone di olio di oliva in casa, ma si ha la crema alla calendula, conviene utilizzarla per eliminare il fastidio e favorire la cicatrizzazione della zona. Non ne serve molta: basta qualche goccia di crema.

E l’olio di mandorle?

In pochi sanno che anche l’olio di mandorla ha delle proprietà benefiche importanti per la cura della cute più sensibile. Si può utilizzarlo per dei massaggi sulla pelle del piccolo. Come prima ne basta una piccola quantità, da mettere delicatamente sulla cute irritata.

Lavare con acqua pura

Se il vostro piccolo soffre di dermatite da pannolino è importante lavarlo con la sola acqua, senza utilizzare saponi e detergenti. Questo perché i prodotti chimici potrebbero peggiorare la situazione, irritando ancora di più la cute del piccolo.

È utile l’amido di mais?

Se la pelle del piccolo è arrossata, brucia e il bambino tende a grattarla spesso, bisogna lavarla con l’acqua e dopo l’asciugatura applicarci l’amido di mais. Si tratta di un ottimo rimedio anche alternativamente al talco. Inoltre si può sempre utilizzata una pasta all’ossido dello zinco, trovabile in una qualsiasi farmacia. Quest’ultimo rappresenta un rimedio di natura farmacologica utile per trattare le dermatiti da pannolino. La pasta dev’essere utilizzata a ogni cambio del pannolino finché il problema non viene risolto completamente.

Cambio pannolino

Fintanto che l’arrossamento della cute è provocato dal contatto del pannolino vecchio con la pelle, cambiare spesso pannolino può essere un ottimo modo per evitare che il problema aumenti. Inoltre così si evita che l’urina contatti con la pelle. Un’altra idea utile è quella di utilizzare unicamente i pannolini ecologici, in quanto sono composti da materiali molto diversi rispetto ai pannolini classici. Questi, difatti, vengono realizzati con sostanze meno irritanti e più naturali.

Tenere senza il pannolino

Un’altra alternativa è quella di far stare il bambino senza pannolino, specialmente se le dermatiti sono frequenti e molto evidenti. Tenere il bambino senza il pannolino almeno per qualche ora al giorno può essere un ottimo modo per permettere alla cute di riposare. Senza dimenticarsi di far bere il bambino quanto possibile di più, in modo da rendere l’urina meno concentrata (un fattore che dal canto suo contribuisce a creare un ambiente meno basico e quindi irritare di meno la pelle).

Tenere sotto controllo l’alimentazione

Se vi è un fattore che può in gran misura favorire la comparsa dell’arrossamento quella è sicuramente l’alimentazione. Troppo zucchero rischia di alterare la composizione idrico-salina dell’organismo rendendo così la pelle più predisposta verso la comparsa degli eritemi di questo genere. Per questo si consiglia di assumere solo cibi neutrali oppure zuccherati poco, oltre a tenere la zona costantemente pulita. Rimuovere lo sporco dal sederino del piccolo e lavarla solo con l’acqua aiuta a tenerla più idratata. Questo, dal canto suo, contribuisce a fornire al piccolo un senso di benessere maggiore e rallentare i processi di formazione dell’eritema.

Denti storti da ciuccio

Il ciuccio, oggetto di comune utilizzo per placcare il malessere del neonato, potrebbe essere causa di alcuni difetti che col passare del tempo possono essere notati con maggior facilità e comportano delle conseguenze tutt’altro che piacevoli da vedere.

Il ciuccio e la dentatura del piccino

Il ciuccio, come facilmente notabile, è uno strumento che viene utilizzato dai genitori per diverse motivazioni tra cui spicca quella principale, ovvero quella che consiste nell’evitare che il piccino pianga senza alcuna interruzione.
Questa particolare situazione non fa altro che creare una potenziale situazione di pericolo per la dentatura del piccino: durante i primi mesi di vita il palato e gli stessi denti tendono a svilupparsi e l’introduzione del ciuccio, soprattutto per lunghi lassi temporali, altro non fa che comportare una situazione particolarmente dannosa per la bocca.
In primo luogo sarà possibile notare che i denti superiori risulti essere maggiormente sporgenti, visto che l’arcata superiore verrà leggermente allargata comportando proprio questo genere di aspetto estetico tutt’altro che piacevole da vedere.
In alcuni casi accade il fenomeno contrario: i denti superiori tendono ad essere maggiormente arretrati rispetto quelli inferiori, creando quindi una malformazione che comporta anche delle problematiche funzionali che non devono essere sottovalutate.
Inoltre il ciuccio comporta quel fenomeno che viene definito come morso aperto: i denti inferiori e quelli superiori, venendo modificati nella loro formazione, lasciano un piccolo spazio nel quale, generalmente, il piccino interpone la lingua.

Quando si manifestano questi difetti

I difetti prima citati non sono sinonimo di sicurezza, ovvero non è assicurato al cento per cento che questi colpiscano ogni piccino al quale viene dato il ciuccio.
Bisogna infatti sottolineare come sia il tempo d’utilizzo dello stesso strumento a fare in modo che le malformazioni della dentatura siano maggiormente visibili oppure no.
Occorre mettere in risalto il fatto che, se il ciuccio viene utilizzato per brevi lassi temporali, queste malformazioni non saranno visibili visto che la dentatura avrà tutto il tempo necessario per potersi sistemare senza alcuna complicazione o intervento.
In caso contrario si rischia invece una situazione opposta ovvero quella che consiste in una malformazione visibile a occhio nudo fin da subito.

Come combattere tale problematica

Se il ciuccio viene abbandonato entro l’anno e mezzo la composizione dei denti e della mascella tende a tornare alla normalità in maniera autonoma.
In caso contrario sarà necessario l’intervento del logopedista e del dentista in maniera tale che la dentatura del piccino possa essere sistemata ed eventuali problemi relativi alla deglutizione ed anche al parlare possano essere combattuti in maniera completa e senza alcuna complicazione.

Crisi di panico nei bambini

IL MONDO DELL’INFANZIA: PRO E CONTRO

Mettere al mondo un figlio è una gioia incontenibile, alla pari con poche altre esperienze esistenziali.
È inoltre straordinario notare passo dopo passo i progressi maturati dal neonato, indice della prodigiosa intelligenza umana. Nella maggiore delle ipotesi l’infanzia di un bambino é serena, sorvegliata costantemente da mamma e papà.
Ma nonostante costituiscano la minoranza dei casi, vi sono alcune patologie sviluppate soprattutto in età infantile, le quali creano numerosi problemi non solo al bambino, ma anche ai genitori.
Le patologie di cui parliamo riguardano soprattutto la sfera psicologica e si riscontrano nel 15% della popolazione italiana (soprattutto negli adulti).
A cosa ci riferiamo? Beh, richiamiamo casi che variano dal disturbo ossessivo compulsivo a dei veri e propri attacchi d’ansia (o di panico).

 

L’ATTACCO DI PANICO NEI BAMBINI: COME SI MANIFESTA?

Non è facile riconoscere a primo impatto i sintomi di un attacco di panico, che genera una momentanea confusione soprattutto nel genitore, il quale è non solo l’unico responsabile del piccolo, ma anche il solo che può dosare o attenuare l’improvvisa variazione comportamentale.
In genere le avvisaglie più frequenti per questo genere di disturbo sono:
-Tachicardia
-Fiato sospeso (il bambino tende a trattenere il respiro a causa dell’eccessiva tensione, manifestando un colorito decisamente acceso e rossastro)
-Tremolio e spasmi
-Vampate di calore e sudorazione
-Inappetenza
Tutti i sintomi riportati possono essere un segnale allarmate di attacco d’ansia, perciò il piccolo cercherà di emettere uno o più segnali per richiamare l’attenzione della madre o del padre.
Quando il bambino inizia a perlustrare l’ambiente che lo circonda potrebbe anche soffrire di Agorafobia (paura degli spazi affollati, nei quali non sono presenti vie di fuga), un’ulteriore causa scatenante di attacchi isterici.
Tutto ciò dipende anche da un’iniziale difficoltà dell’infante a separarsi dalla figura materna o paterna, insomma l’unico punto di riferimento al quale possa aggrapparsi.

RIMEDI PER SCONFIGGERE L’ANSIA

In realtà un figlio è ancora troppo piccolo per poter risolvere un problema di questo genere, è per questo che i genitori sono gli unici ad avere le chiavi in mano per la risoluzione del problema.
La risoluzione può essere immediata o a lungo termine.
Già, è fondamentale che un bambino cresca in un clima sereno, fiancheggiato da una figura di riferimento che lo sostenga e lo aiuti nello sviluppo delle sue capacità, nello sconfiggere le sue paure. In caso contrario il bambino crescerà solo e porterà avanti i complessi che lo hanno tormentato da piccolo, con la probabilità che questi divengano ancora più forti.
Per una risoluzione a breve termine non c’è niente di meglio che far sentire il piccolo al sicuro, prendersi subito cura di lui chiedendogli cosa sia successo o come si possa risolvere il problema.
Dunque, la vicinanza di un padre o di una madre sono i veri rimedi, non saranno necessari farmaci o diagnosi mediche, l’unica vera cura risiede nel cervello e va coltivata con la serenità e la premura di un bravo genitore.
Provare per credere.

Sesta malattia bambini, tutto quello che c’è da sapere

Sesta malattia nei bambini: di cosa si tratta

I bambini tra i 6 mesi e i 2 anni sono coloro maggiormente a rischio per la sesta malattia. Si tratta di una malattia esantematica, ovvero una di quelle che si manifesta una volta sola. Questa malattia si caratterizza per un prurito notevole che porta il bambino a grattarsi in continuazione. Spesso a questo tipo di prurito fastidioso va aggiunta anche la febbre che può essere anche molto alta. Due sono i ceppi virali che sono alla base della comparsa della sesta malattia nei bambini, ovvero l’herpes virus umano 6 e il 7. Si tratta comunque di una malattia esantematica che nella maggior parte dei casi si risolve in pochi giorni e senza creare grossi problemi.

 

Quali sono i sintomi della sesta malattia

Quando si parla della sesta malattia nei bambini è bene ricordare quali sono i principali sintomi. Si parte con prurito, febbre ed un malessere generale. Per cui il bambino apparirà poco vispo e attivo. Senza dimenticare che mal di gola, naso che cola, inappetenza e anche lieve diarrea sono altri sintomi che sempre più spesso si accompagnano a quelli principali. Va ricordato che c’è anche un gonfiore notevole dei linfonodi del collo legato ad una risposta immunitaria che l’organismo proverà a dare contro il virus. Il rash cutaneo, rispetto al morbillo, sparisce dopo qualche giorno assieme a tutti gli altri sintomi: non ci sono perciò pericoli di conservare tracce della malattia esantematica.

 

Ci sono pericoli con la sesta malattia?

La sesta malattia nei bambini non comporta quasi mai problemi abbastanza gravi. Si tratta di una patologia esantematica che si risolve in poco tempo anche se è sicuramente bene fare attenzione ai suoi segni. Infatti si può arrivare a delle convulsioni nei bambini solamente in casi di febbre molto alta: si parla di un 10-15% di possibilità. Altro aspetto che bisogna considerare è la possibilità di risolvere i sintomi in poco tempo e in modo efficace mediante l’uso delle giuste soluzioni. Infatti i sintomi non sono gravi e né tanto meno avranno conseguenze sul bambino a lungo termine.

 

Il contagio della sesta malattia nei bambini

La sesta malattia non è una malattia esantematica particolarmente facile da diffondere e contagiare. I bambini sono quelli a maggior rischio proprio perché possono venire a contatto con la saliva, il muco nasale e secrezioni della gola provenienti da bimbi infetti. Ecco perché è bene fare in modo da evitare il contatto e soprattutto fare attenzione a situazioni in cui i bambini possano starnutire in continuazione. Va comunque specificato che un soggetto viene considerato non più contagioso non appena passa la febbre. Questo vorrà dire che la malattia sarà passata e non ci sarà pericolo di contagio per altri soggetti. In complesso questa malattia esantematica è comunque meno contagiosa del morbillo.

 

Come curare la sesta malattia nei bambini

Il decorso della sesta malattia è sempre benigno. Questo vuol dire che non si va mai incontro a manifestazioni gravi né altri problemi. In generale è bene specificare che non bisogna caricare l’organismo dei bambini con farmaci che, in determinate situazioni, possono essere inutili. Meglio puntare su sostanze che vadano a risolvere i sintomi legati alla sesta malattia. Questo vuol dire che si potrebbe utilizzare del paracetamolo per abbassare la febbre, così come l’ibuprofene ed altri antipiretici ed antinfiammatori. Ciò che bisogna specificare è che la sesta malattia non richiede in alcun modo antibiotici. La sesta malattia viene infatti causata da un virus e non da un batterio, per cui richiede farmaci specifici e maggiormente indicati.

Sintomi celiachia nei bambini

Celiachia sempre più diffusa tra i bambini

Sono sempre di più i bambini a cui viene diagnosticata la celichia. Si tratta di una malattia cronica che nell’organismo dei bambini tende a svilupparsi con grande facilità. Anche guardando alle recenti stime per quanto concerne il numero dei malati, si può notare come i bambini siano soggetti ad alto rischio. La diagnosi viene effettuata attraverso esami ematologici specifici: tra questi la ricerca di anticorpi anti-gliadina, anti-transglutaminasi o anche quelli anti-endomisio. La genetica è sicuramente l’elemento fondamentale che determina questa malattia cronica. Infatti anche attraverso dei recenti studi è stato appurato che proprio il fattore ereditario è tra i più importanti. Questa intolleranza al glutine è perenne e dura per tutta la vita: bisogna fare molta attenzione alla diagnosi tempestiva in maniera tale da adottare la dieta migliore per evitare disturbi e problemi che possono inficiare e non poco sulla vita dei bambini. I primi sintomi si possono manifestare tra il settimo e il ventiquattresimo mese: questo normalmente è il periodo entro cui ci sono i primi sintomi a cui bisogna fare molta attenzione. La forma atipica della celiachia, ovvero quella che si manifesta quando i bambini sono più grandi, tende a manifestarsi soprattutto dopo i 7 anni.

Quali sono i sintomi della celiachia nei bambini

I sintomi dell’intolleranza al glutine nei bambini sono alquanto evidenti. Innanzitutto si può notare una crescita molto scarsa nel momento in cui un bambino è affetto da questa malattia. Ecco perché fin dai primi mesi di vita si potrebbe notare un arresto della crescita o comunque uno sviluppo molto a rilento. Da ricordare che soprattutto la diarrea è uno dei primi segni inconfutabili per testimoniare la presenza dell’intolleranza al glutine nel bambino. Diarrea a cui bisogna fare attenzione anche perché, soprattutto in caso di bambini molto piccoli potrebbe comportare una marcata disidratazione. Altri sintomi importanti che bisogna ricordare per quanto concerne la celiachia nei bambini sono una diminuzione netta del tono muscolare e anche la distensione addominale. Questi segni potrebbero risultare praticamente evidenti anche da un punto di vista estetico. Bisogna comunque considerare che alcuni sintomi hanno un impatto anche sulla vita del bambino. Basti pensare all’umore che risente molto di questo tipo di intolleranza con un’irritabilità molto importante. Oltre all’inappetenza debolezza che chiaramente comporta problemi al bambino anche semplicemente durante il gioco. La stanchezza e spossatezza regolare sono altri segni inconfondibili dell’intolleranza al glutine nell’organismo.

Altre manifestazioni tipiche della celiachia nei bambini

Molto spesso ci si dimentica che l’intolleranza al glutine può riguardare una serie di manifestazioni molto varie. Ecco perché, ad esempio, basti pensare cosa può provocare un cattivo assorbimento del glutine nell’organismo. Si può andare incontro più facilmente a disturbi gastro-enterici come diarrea, vomito, oltre anche ad anemia e problemi della circolazione. Anche le manifestazioni immunomediate sono particolarmente delicate e bisogna fare molta attenzione alla loro possibile presenza nell’organismo. Ci si potrebbe accorgere anche di segni di una certa importanza come alopecia e dermatiti, segni evidenti di una reazione avvenuta nell’organismo. Si tratta comunque di manifestazioni che non arrivano ad essere molto gravi per cui basta sospendere l’assunzione di alimenti con glutine ed effettuare le analisi specifiche per la diagnosi. Ci sono anche degli studi che parlano di segni come le cromosomopatie tra cui la Sindrome di Down. La malattia celiaca infatti nei soggetti affetti da questa sindrome e dalle altre legate ai cromosomi ha un’incidenza pari al 10% per cui si tratta di un dato non trascurabile.

sintomi ansia e stress nei bambini

Sindromi ansiose nei bambini: quali sono i sintomi

Molto spesso non sono solo i grandi a soffrire di ansia e stress. Bisogna infatti ricordare che anche i bambini possono andare incontro a questi tipi di situzioni. Ed è bene riconoscerle in tempo in maniera tale da mettere in atto delle opportune soluzioni per il benessere del piccolo. Innanzitutto è bene partire dai segni evidenti che un bambino può mostrare in caso di eccessivo stress o di attacco di ansia. Il primo e più frequente è un battito cardiaco accellerato: ecco perché il bambino potrebbe manifestare un batticuore improvviso e che gli creerà disagio. Senza dimenticare che ci sono anche altri sintomi tipici di condizioni ansiose e di stress come l’eccessiva preoccupazione o paura anche per eventi semplici. Un segno importante, ad esempio, potrebbe essere l’aver paura di stare solo o anche semplicemente di andare ad una festa. Anche il pianto frequente e malumori continui potrebbero risultare prove di ansia nel bambino che non riuscirebbe così a gestire facilmente il suo umore. Da ricordare che una manifestazione tipica dell’ansia è anche quella che vede il bambino molto attivo o che non riesce a stare seduto per un po’ di tempo.

Le cause di ansia e stress nei bambini

Ovviamente bisogna ricordare che le cause degli stati di ansia nei bambini per certi aspetti non sono differenti rispetto a quelle che la causano negli adulti. Si parte da dei fattori genetici e quindi ereditari che potrebbero predisporre il bambino a situazioni di ansia e anche di stress eccessivo. Va anche fatta attenzione a non sottoporre il bambino ad eventi che potrebbero risultare come dei veri e propri traumi. Il sistema nervoso del bambino potrebbe portare a vita il ricordo di questa sitazione e così avere un’ansia con conseguenze per anni. Senza dimenticare anche la componente legata alla personalità del bambino. Molto spesso infatti ci sono bambini particolarmente sensibili che avvertono con grande intensità gli eventi o le circostanze che generano ansia. Le prime esperienze di vita hanno una grandissima influenza su quella che sarà la condizione psicologica del piccolo non solo nell’immediato, ma anche nel futuro. Questo vuol dire che è bene tener presente che è meglio evitare di esporre i bambini a situazioni che potrebbero comprometterne la serenità. Ricordando che nella maggior parte dei casi è proprio la storia personale di un bambino ad essere alla base di condizioni di ansia che potrebbero manifestarsi anche col passare del tempo.

Consigli utili per affrontare le ansie del bambino

Un aspetto che è bene ricordare sempre riguarda l’importanza dei genitori o comunque di figure di cui i bambini si fidano. Infatti per superare le ansie i bambini hanno bisogno di avere accanto delle persone che sappiano tranquillizzarli nel modo giusto. Ecco perché il primo consiglio per far superare le ansie ai bambini è quello di rassicurarli sempre fornendo anche una buona dose di affetto. Questo elemento andrebbe a rinforzare notevolmente la componente emotiva del bambino che sarebbe sicuro di avere accanto delle persone che sicuro lo aiuteranno. Inoltre è bene considerare che il bambino può risentire maggiormente rispetto agli adulti di situazioni di tensione o anche di litigi. Motivo per cui è sempre meglio evitare di mettere il bambino di fronte a queste situazioni che potrebbero avere notevoli influenze sul suo umore e soprattutto sulla sua ansia. Importante gestire al meglio anche la vita del piccolo per evitare che arrivi ad uno stress eccessivo i cui segni sono molto simili all’ansia. Questo vuol dire assecondare anche le sue richieste senza rendergli la vita troppo fitta di impegni magari a lui sgraditi. Il tutto ricordando che il dialogo è un elemento fondamentale: per cui è sempre utile chiedere al bambino come sta ed informarsi del suo stato d’animo.

Emicrania oftalmica bambini

Che cos’è l’emicrania oftalmica?

Si tratta di un comune mal di testa, che colpisce spesso i bambini e può causare delle difficoltà alla vista, con conseguente comparsa di linee o fenomeni lampeggianti nella parte centrale o periferica dell’occhio.
In particolare, nei più piccoli, i sintomi tipici dell’emicrania oftalmica consistono nella visione di flash luminosi, che non sono altro che dei riflessi di luce colorati. Quasta apparizione impedisce al bambino di vedere bene l’ambiente in cui si trova. Il più delle volte possono anche comparire dei punti neri nell’occhio. Altri sintomi consistono nel percepire nausea e anche un leggero formicolio nelle mani. Queste manifestazioni, che precedono il mal di testa, hanno una durata ben precisa, che va dai 5 ai 20 minuti. Trascorso questo tempo, questi sintomi di solito scompaiono e compare la cefalea che nei più piccoli  dura circa 4 ore.

Quali sono le cause?

Le cause dell’emicrania oftalmica nei più piccoli possono essere varie:
  • conseguenza di alcuni disturbi alla vista, che non sono stati curati correttamente, come ad esempio l’astigmatismo e la miopia;
  • troppo tempo con dispositivi quali pc, tablet, smartphone e televisore;
  • infiammazione del nervo trigemino;
  • causa ereditaria
  • diretta conseguenza di un raffreddore
  • periodi di stress o di ansia, ad esempio legati alla scuola o a situazioni alquanto problematiche in famiglia;
  • alimentazione (tra gli alimenti, che sono in grado di favorire gli attacchi di emicrania nei più piccoli, ci sono innanzitto il cioccolato e il formaggio)

Quali sono i migliori rimedi?

Esistono anche alcuni rimedi naturali abbastanza utili per questo disturbo, tra i più efficaci per i bambini:
  • infuso di camomilla, che permette al bambino di rilassarsi e calmarsi;
  • olio essenziale di menta piperita, questo rimedio, in caso di emicrania oftalmica, deve essere applicato in poche gocce sulle tempie e sulla fronte del piccolo;
  • tisana a base di fiori d’arancio è molto efficace
  • semplice massaggio sulla testa (può essere un modo giusto per alleviare il dolore)
  • limone e patata (affettare un limone e una patata e posizionare le fette ottenute sulla fronte del bambino, ciò può avere un effetto sia rilassante che antidolorifico)

Prevenzione

 

In generale, la miglior cura per questo particolare tipo di mal di testa nei più piccoli è la prevenzione. Quindi è utile controllare che i bambini non trascorrano troppo tempo con pc, smartphone, tablet e tv, non esagerino con un’intensa attività fisica e che riposino bene durante la notte.  Altro consiglio utile è di alleggerire situazioni di stress ed non permettere che i più piccoli mangino troppo cioccolato, formaggi stagionati, affettati, cibi grassi e fritti. E’ preferibile invece che i bambini si nutrano con molta frutta e verduta.

Cordone ombelicale e allergie: come capire la probabilità di allergie future del nascituro

Nel nostro paese, negli ultimi cinquant’anni, le persone affette da una forma di allergia, respiratoria o cutanea, sono aumentate ben del 300%. Un dato allarmante, dovuto ad una molteplicità di fattori, che mette in evidenza quanto sia importante avere a disposizione gli strumenti adeguati per una diagnosi precoce: solo in questo modo, infatti, è possibile agire di conseguenza ed in maniera tempestiva.

allergiaProprio in questi giorni l’università svedese di Chalmers ha reso noti i risultati di uno studio durato ben 15 anni, che apre nuove strade per individuare precocemente i potenziali soggetti a rischio di allergie cutanee o respiratorie.
Lo studio ha coinvolto un campione di circa 800 bambini, nati nel biennio 1986-1987, per ciascuno dei quali è stata analizzata la concentrazione di acidi grassi insaturi presente nel sangue del cordone ombelicale.

Si tratta degli acidi grassi omega 6, contenuti nei semi oleosi come le noci, le mandorle, i pinoli ed i quasi tutti gli olii vegetali, e degli omega 3, contenuti soprattutto nel pesce e nei crostacei.
Dopo 13 anni, i ricercatori hanno valutato quanti bambini avessero sviluppato forme allergiche, riscontrando che ben 81 di essi avevano una diagnosi accertata di allergia respiratoria o cutanea cronica.
L’analisi dei dati a disposizione ha evidenziato che tutti i bambini allergici avevano una caratteristica comune: una concentrazione elevata, nel sangue del cordone ombelicale, degli acidi grassi oggetto dello studio, rispetto a quanto riscontrato per un gruppo di bambini senza alcuna manifestazione allergica, utilizzati come controllo.
Ma non solo: mettendo a confronto il numero dei neonati con elevati livelli di acidi grassi nel sangue cordonale col numero di bambini diventati poi allergici nel tempo, i ricercatori hanno rilevato un altro dato interessante. Sembrerebbe, infatti, che i neonati con queste caratteristiche abbia le stesse probabilità di sviluppare un’allergia entro l’adolescenza di chi nasce da una madre con problemi di allergia.
Al momento, non è ben chiaro se questi livelli di acidi grassi essenziali, detti anche PUFA, siano la spia di una qualche anomalia nel processo di sviluppo del sistema immunitario dei neonati- cosa che li predisporrebbe, poi, a sviluppare allergie nel periodo della preadolescenza – o viceversa, un’alta concentrazione di PUFA, provenienti dall’alimentazione materna, siano la causa scatenante del problema.
Quest’ultima ipotesi sarebbe piuttosto preoccupante: negli ultimi anni, infatti, sta diventando prassi generale suggerire una integrazione di acidi grassi essenziali omega 3 ed omega 6 nella dieta delle gestanti, poiché si tratta di componenti essenziali ad un corretto sviluppo del sistema nervoso del neonato.
Lo studio, quindi, se da un lato apre la strada ad un nuovo metodo per una diagnosi precoce, dall’altra rende necessari ulteriori approfondimenti per comprendere meglio la dinamica di un fenomeno ancora in larga parte sconosciuto.

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Frecciabimbo: l’iniziativa che porta i pediatri in treno

La salute dei bambini deve essere sempre salvaguardata sotto ogni punto di vista e in ogni situazione della giornata, anche quando si trovano in viaggio. Per questo è nata Frecciabimbo, un’idea che per due settimane vede protagonisti i bambini sulle frecce di ferrovie dello stato.

bimbo_trenoL’iniziativa durerà fino al prossimo 7 luglio e, durante questi giorni, sui treni frecciarossa, frecciargento e frecciabianca ci sarà una squadra di pediatri che si renderanno disponibili a qualsiasi tipo di consulenza e dimostrazione pratica; inoltre saranno distribuiti anche kit informativi su come proteggere i propri bambini e delle brochure di presentazione del servizio. L’idea, denominata Frecciabimbo, è patrocinata dal Ministero della salute e dalla federazione italiana dei medici pediatri, ed è diretta in particolar modo a tutti i bambini che viaggiano sulle frecce di trenitalia: per due settimane intere genitori e figli potranno condividere il viaggio in treno in modo originale, potendo contare su molte sorprese.
Il tema principale di questa iniziativa riguarderà le manovre di disostruzione da soffocamento. L’equipe di medici della federazione italiana pediatri, grazie all’utilizzo di un manichino, sarà in grado di mostrare ai passeggeri le manovre salvavita più elementari da compiere nel caso in cui un bambino fosse in pericolo. Il soffocamento nei bambini piccoli è un fenomeno molto diffuso, dal momento che essi tendono a portare qualsiasi oggetto in bocca, provocando spesso esiti mortali: per questo motivo i medici della Fimp illustreranno le manovre da compiere, in modo tale da permettere ai genitori di essere in grado di poter salvare la vita al proprio bambino. L’equipe di medici si impegnerà anche a dare consigli su come evitare i principali incidenti che capitano in ambienti casalinghi e familiari.
Oltre alla parte meramente tecnica, dedicata principalmente ai genitori, i pediatri distribuiranno poster e caramelle a tutti i bambini, mentre saranno proiettati film e cartoni animati di ogni genere. Anche nei Frecciaclub sarà fornito del materiale informativo su come comportarsi in casa in caso di incidenti e sul possesso di piante pericolose, che è meglio evitare.
La salute dei bambini vine prima di tutto.

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