Omeopatia raffreddore

Il raffreddore è uno dei più comuni e fastidiosi disturbi tipici dei periodi freddi. I sintomi, come naso che cola, irritazione e bruciore alla gola, mal di testa e congestione nasale possono essere alleviati mediante l’omeopatia.
raffreddore

Tutti abbiamo sperimentato il malessere derivante dal raffreddore, che può avere un inizio lento oppure un esordio violento e acuto. Il raffreddore è un’infezione virale, contagiosa, dovuta principalmente al Rhinovirus, che si diffonde mediante starnuti, piccole gocce di saliva e mani. È molto importante lavarsele accuratamente e spesso, per prevenirlo. È consigliabile curare il raffreddore, almeno cercare di alleviarne i sintomi, per evitare che conduca a sinusite, bronchite o polmonite. Quando si comincia ad avvertire mal di gola, bruciori agli occhi e congestione nasale, meglio correre ai ripari immediatamente. Non esiste una vera e propria cura per il raffreddore ma si possono trovare diversi modi per alleggerire il fastidio. Tra i vari metodi, l’omeopatia si dimostra molto efficace; inoltre è priva di effetti collaterali. Si tratta di una medicina alternativa a quella convenzionale, che riconosce la capacità di autoguarigione dell’organismo. La sua azione mira a stimolare una reazione all’interno del corpo, mediante la somministrazione di principi molto diluiti, derivanti da piante, animali o minerali. L’omeopatia cura in base alla similitudine del sintomo. L’omeopata deve considerare diversi elementi nell’individuo, sia fisici sia psicologici, per fare una diagnosi e conseguente prescrizione indicata al disturbo. Le somministrazioni di granuli, globuli o gocce omeopatiche sono da sciogliere sotto la lingua, più volte al giorno, e le dosi sono espresse in CH, che indicano la diluizione centesimale del principio attivo. Quali sono le principali soluzioni omeopatiche, utili ad alleviare i sintomi del raffreddore? Eccone alcune:

• Nux vomica 30CH, per raffreddore con secrezioni abbondanti e ostruzioni nasali.

• Mercurius 30CH, in presenza di secrezioni verde-giallastre, abbondante sudorazione e lingua patinata.

• Kalium bichromicum 30CH, per raffreddore con sensazioni di pressione al naso e secrezioni filamentose.

• Allium cepa 30 CH, con secrezioni acquose abbondanti e irritazione al naso, lacrimazione degli occhi.

• Aconitum napellus 30 CH, raffreddore che si manifesta in modo violento e improvviso con tosse secca.

• Rumex crispus, per ostruzione nasale e mal di gola, starnuti frequenti e naso che cola.

Bisogna ricordare che l’omeopatia funziona meglio con piccoli accorgimenti, quali l’assunzione dei medicamenti lontano dai pasti, massima cura dell’igiene orale, evitare caffè e alcolici. Già nei due giorni successivi all’uso dei rimedi, si possono avere benefici.

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Omeopatia in gravidanza

La gravidanza è un momento della vita di una donna che genera numerose preoccupazioni. La medicina allopatica consiglia di assumere farmaci solo sotto la stretta vigilanza medica per evitare possibili conseguenze negative sulla salute del nascituro.
Ma l’omeopatia? Anche l’omeopatia tiene ovviamente in considerazione la gravidanza della donna e la salute del bambino, ma diversamente da quanto avviene nella medicina che cura solo i sintomi, non impone limitazioni nell’utilizzo dei rimedi omeopatici.

omeopatia
Spesso anche i medici non omeopati (come i ginecologi, che in numero sempre maggiore consigliano questo tipo di approccio), suggeriscono di utilizzare l’omeopatia per contrastare diversi disturbi comuni o specifici della gravidanza stessa.
L’altissima diluizione dei prodotti omeopatici consente che essi non attraversino la placenta e non siano trasmessi quindi al bambino; inoltre non sono composti da sostanze potenzialmente tossiche o con controindicazioni come i farmaci tradizionalmente intesi, e per questo motivo possono essere somministrati anche nelle fasi successive al parto, e non presentano rischi nemmeno durante l’allattamento.
Tra i tanti sintomi caratteristici della gravidanza, sono stati riscontrati notevoli benefici nel trattamento con rimedi omeopatici di stipsi, problemi legati all’apparato circolatorio come ipotensione, emorroidi o gonfiore agli arti soprattutto inferiori, ma anche a disturbi dell’apparato digerente, come ad esempio il reflusso gastrico, l’acidità o la scialorrea. L’omeopatia si è dimostrata molto efficace anche contro la nausea e per contrastare problemi dermatologici tipici della gravidanza, come la comparsa di macchie brunastre sulla pelle.
Anche la preparazione al parto può essere effettuata con l’aiuto di un medico omeopata che solitamente prescrive un ciclo di cura che copre l’ultimo mese della gravidanza stessa. I rimedi vengono assunti con più frequenza durante il travaglio secondo quanto indicato dall’omeopata. I vantaggi maggiori dell’assunzione di rimedi omeopatici durante il travaglio sono nell amaggior parte dei casi: riduzione dello stato di ansia della partoriente, maggior presenza di contrazioni e miglioramento dell’efficacia delle spinte, minor percezione del dolore e maggior contrattilità dell’utero con conseguente riduzione del rischio di emorragie ad esso correlate).
Anche la fase successiva al parto può essere resa più semplice e meno dolorosa con i rimedi omeopatici. Solitamente vengono somministrati rimedi per favorire la cicatrizzazione e per ridurre la debolezza post-partum. Inoltre alcuni rimedi omeopatici sono in grado di favorire l’allattamento e di ridurre le patologie ad esso correlate, come ad esempio le mastiti.
L’omeopatia è utilizzata anche nei casi di depressione post-partum, con il vantaggio di utilizzare sostanze che, diversamente dagli psicofarmaci, non si trasmettono nel latte assunto dal bambino.

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Omeopatia unicista

L’omeopatia unicista, diversamente da quanto avviene per la medicina tradizionale occidentale (detta allopatica) a cui tutti siamo abituati, non utilizza un rimedio diverso per curare ogni sintomo, ma prescrive un rimedio unico per ogni paziente.
L’obiettivo è quello di curare non il singolo sintomo, ma il paziente nel suo complesso, analizzandone tutti i disturbi presenti e passati. Ciò che l’omeopata indaga non è la malattia o la malattie in realtà, ma il paziente, che viene identificato nella sua diversità rispetto agli altri pazienti, anche quando sviluppano malattie simili. Si cerca cioè di individuare i sintomi che rendono quel paziente unico e caratteristico rispetto agli altri, ed in questo modo si individuano i rimedi (prima diversi fino ad arrivare ad uno solo) che possono interessare il paziente nel suo complesso, ciò per la situazione presente, passata ma anche per alcuni aspetti ereditari.

omeopatia
L’omeopata, nell’individuare il rimedio adeguato, tiene poi conto anche di altri fattori come la presenza in misura maggiore di uno dei cosiddetti “miasmi” considerati dall’omeopatia e la relazione tra questo e gli aspetti dominanti in quel momento della vita del paziente.
La cura, anche se studiata sul singolo paziente, non è universale e non sarà valida quindi per l’intero arco della vita. Anche l’omeopatia unicista tiene conto dei cambiamenti della vita di ognuno (e dei relativi sintomi nelle malattie), e per questo motivo il rimedio viene modificato a seconda del manifestarsi di nuovi sintomi o di cambiamenti importanti nella salute del paziente.
Il trattamento omeopatico può causare l’insorgere di sintomi che prima non erano presenti (è una normale reazione dell’organismo), da segnalare e valutare attentamente con il medico omeopata.

Una precisazione: l’omeopatia unicista, come tutta l’omeopatia, è una modalità di cura che deve essere studiata prestando attenzione alle caratteristiche del singolo paziente. Si tenga sempre presente che i rimedi omeopatici, se somministrati ad un soggetto sano, sono in grado di scatenare i sintomi che si ritrovano nel soggetto a cui sono stati prescritti e per questo motivo non vanno assunti senza le precise indicazioni dell’omeopata.
Questo principio base dell’omeopatia è anche la modalità con cui nacque questa branca della medicina. Infatti nel 1700 un medico scoprì che le persone che lavoravano la china erano soggette alla cosiddetta “febbre di palude” (così era allora chiamata la malaria), una malattia che veniva curata con la stessa sostanza che essi lavoravano. Capì quindi che la sostanza era in grado di provocare la stessa malattia che poteva anche curare.
Egli applicò questo principio a se stesso ed ad altri utilizzando però un numero altissimo di sostanze, anche velenose. Iniziò degli esperimenti di diluizione che mostrarono progressivamente la scomparsa degli effetti dannosi della sostanza, per lasciare spazio ai soli effetti positivi, in grado cioè di curare le persone nel loro complesso.

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Omeopatia cos’è

Con il termine omeopatia si identifica quel processo terapeutico attuato con l’ausilio di sostanze che possono avere origine animale, vegetale o minerale.

omeopatia
Il termine fu introdotto dal professore tedesco Samuel Hoemann che nel corso dei suoi studi effettuati negli anni ‘800, dedicò parecchio tempo alla sperimentazione dei trattamenti omeopatici, il termine omeopatia deriva dal greco (omoios=simile, pathos=sofferenza).
Il trattamento risultata essere adatto a qualsiasi condizione fisica, infatti la non tossicità della terapia e la completa mancanza di effetti collaterali a fatto sì che la medicina omeopatica abbia trovato applicazione anche nei soggetti in stato di gravidanza o in individui di età avanzata.
Inoltre è stato provato che al trattamento di medicina tradizionale possa essere affiancato quello omeopatico, con il risultato di poter ridurre i dosaggi dei farmaci convenzionali.
Infatti la convinzione di molti medici è quella di riuscire a rendere la cura omeopatica il completamento di quella tradizionale detta allopatica.
Ciò viene sostenuto nonostante il fatto che il trattamento non abbia mai dato una certezza scientifica, gli studi però riescono a fornire dati interessanti riguardanti la significativa differenza che scaturisce tra i due metodi terapeutici, infatti mentre il metodo allopatico agisce tramite sostanze che contrastano il naturale evolversi di una malattia, il metodo omeopatico invece utilizza le stesse sostanze che hanno provocato la patologia, riducendo però le dosi in modo da stimolare il sistema immunitario del paziente a sviluppare agenti di autodifesa nei confronti dei patogeni che hanno dato origine alla patologia, mettendo in atto così un vero e proprio processo di prevenzione.
Il punto di forza del sistema omeopatico è quello di rispettare l’equilibrio psicofisico del paziente, spesso infatti alla cura omeopatica viene consigliato di associare esercizi come lo yoga, questo è dettato dal fatto che tale terapia deriva dalle terapie olistiche, ovvero quei tipi di trattamenti che che si pongono l’obiettivo di migliorare “corpo-mente-spirito” del paziente.
Il sistema omeopatico riscontra parecchie perplessità nel campo medico, in quanto a detta di diverse figure che operano nella ricerca scientifica, l’effetto finale a cui riconduce la terapia omeopatica è lo stesso “effetto placebo” a cui riconducono le terapie allopatiche.

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