Male a deglutire e mal d’orecchio

 

In presenza di mal d’orecchio o di fastidio e dolore avvertiti durante l’atto della deglutizione potrebbe risultare utile sottoporsi ad un’attenta visita gnatologica.

Cos’è la gnatologia?

La gnatologia è una disciplina medica odontoiatrica che si occupa di analizzare e curare le disfunzioni legate a malfunzionamenti del sistema che collega i muscoli del viso, i denti, le articolazioni temporo mandibolari e la postura. Le patologie derivanti da tali disordini possono comportare dolori nella deglutizione, difficoltà a masticare, mal d’orecchio, dolori alla colonna vertebrale ed in generale problematiche legate alla postura.
Nello specifico, la gnatologia odontoiatrica ha l’obiettivo di agire sull’arcata dentale per correggere la postura del paziente in maniera mirata e duratura.
Ma lo gnatologo deve necessariamente applicare una visione più ampia del problema, analizzando non solo le caratteristiche dentali ma andando ad osservare ed individuare eventuali problemi di masticazione, mimici e posturali.
Il modo in cui le due arcate dentali antagoniste si occludono tra di loro, il funzionamento dell’articolazione temporo mandibolare, il sistema nervoso e l’apparato muscolare sono tutti elementi che interessano il piano d’azione della gnatologia.
Ovviamente non tutti i mal d’orecchie, le cefalee o i problemi posturali sono di pertinenza gnatologica ma in presenza di queste e di tutte le altre sintomatologie fin qui descritte, in via preliminare, un consulto presso un specialista può risultare molto utile per eliminare ogni sorta di dubbio sull’eventuale coinvolgimento di problematiche di occlusione dentale, o malfunzionamenti dell’articolazione temporo mandibolare.
La terapia maggiormente applicata per curare tutte le sintomatologie fin qui indicate non sarà di tipo odontoiatrico ma, nella maggior parte dei casi, prevederà l’utilizzo di un bite oppure l’approccio fisioterapico o di tipo farmacologico.

Cos’è il bite?

 

Il bite è un apparecchio dentale immancabile durante una terapia gnatologica.
Solitamente è prodotto con materiali resinosi e si applica all’interno dell’arcata dentale del paziente.
Il suo utilizzo è raccomandato principalmente durante le ore notturne e contribuisce a ridurre l’usura dentale provocato dal digrignamento involontario dei denti.
Il suo scopo è quello di ridurre il contatto diretto dei denti in caso di problemi di occlusione.
Inoltre riesce a ridurre le tensioni muscolari e le spinte innaturali che danneggiano l’apparato muscolare ed il sistema nervoso. Ovviamente prima di procedere all’applicazione del bite lo specialista dovrà necessariamente procedere ad un esame attento dell’arcata dentale del soggetto al fine di individuarne caratteristiche e problematiche.
Tutti i dati raccolti dallo gnatologo dovranno poi essere trasmessi al tecnico odontoiatrico che realizzerà il bite in resina basandosi anche sul calco della dentatura del soggetto.

Dolore gola e orecchio quando deglutisco, perché?

 

La gnatologia è una branca delle medicina odontoiatrica che studia e cura tutte le patologie che colpiscono le articolazione mandibolari e le relative patologie che ne possono derivare. Problematiche come dolore alla gola o mal d’orecchie durante la deglutizione possono essere prontamente risolte grazie ad un consulto gnatologico.
Mal di gola e dolore alle orecchie rientrano in una delle patologie di cui si occupa la gnatologia conosciuta col nome di sindrome occluso posturale.
Tale patologia, che colpisce il cavo orale, contribuisce a creare disfunzioni e problematiche in diverse aree del corpo, come ad esempio la colonna vertebrale provocando disfunzioni posturali.
Per riuscire a comprendere come ciò possa essere possibile è necessario analizzare la stretta connessione esistente tra denti, ossa e problemi posturali.
Una disfunzione dell’articolazione definita col nome temporo mandibolare (nota anche come ATM per questioni di semplicità), che unisce la mandibola e le differenti ossa del cranio, può comportare dolori molto intensi nel paziente.
Le disfunzioni in esame possono essere molte e differenti. Ad esempio è possibile che il soggetto non sia in grado di chiudere correttamente la bocca ed in tal senso siamo in presenza di una mal occlusione delle arcate.
Oltre a difficoltà e dolore a gola ed orecchie durante la deglutizione altre problematiche derivanti dalla disfunzione ATM possono comportare mal di testa, dolori alle gengive e in differenti zone del viso, difficoltà a masticare e conseguenti problemi digestivi oltre che problemi nella postura con conseguenti dolori alle gambe o alla schiena.
Una terapia che riesca a riallineare le due arcate dentali della mandibola è in grado di risolvere tutti i problemi appena citati.

Quali sono i trattamenti terapici previsti dalla gnatologia?

La terapia maggiormente applicata prevede l’applicazione di un apparecchio dentale comunemente chiamato byte da utilizzare prevalentemente durante le ore notturne. Il byte riesce in maniera molto efficace a ridurre l’assimetria nell’occlusione mandibolare, contribuendo così a rilassare le fasce muscolari.
L’avanzamento tecnologico degli ultimi anni ha permesso ai tecnici di creare byte perfettamente su misura delle arcate dentali dei propri pazienti, grazie all’impiego di tecnologie sempre più avanzate.
Inoltre scannerizzare virtualmente l’arcata dentale permette di osservare da vicino il problema individuando più facilmente le possibili soluzioni. In tal modo lo gnatologo è in grado di inviare dati ed informazioni dettagliate al tecnico odontoiatrico che sarà chiamato a realizzare materialmente il byte.
La terapia che prevede l’utilizzo del byte deve essere ovviamente seguita in maniera costante se si desidera riceverne i benefici correttivi previsti.

Piorrea sintomi e cura

Piorrea sintomi

La piorrea, più nota come malattia parodontale, è un’infiammazione che colpisce le gengive. Sintomi caratteristici di questa patologia sono l’arrossamento e l’abbassamento delle gengive, l’alito pesante, il sanguinamento gengivale, il dolore gengivale e la mobilità dei denti. A causare la piorrea è la presenza di batteri gram negativi nel cavo orale.

Questa è una patologia che si riscontra con più frequenza nelle persone anziane, in quanto con l’avanzare dell’età la gengiva tende a ritirarsi, lasciando scoperto l’osso alveolare e perdendo di aderenza con esso. Questa condizione provoca l’infiltrazione di placca alla base del dente che pian piano consuma sempre più la superficie dentale. Altri importanti fattori che predispongono all’insorgenza della piorrea sono il fumo, il consumo eccessivo di bevande alcoliche, le alterazioni degli enzimi salivari e la flora batterica. Spesso i primi segnali di piorrea sono asintomatici, pertanto non appena si presentano i sintomi sopraelencati è importante rivolgersi ad un centro dentistico di fiducia per effettuare un controllo sullo stato di salute di denti e gengive. In presenza di questa patologia è importante intervenire in tempo per evitare il suo degenerarsi che può portare alla diminuzione del tessuto connettivale con conseguente perdita dei denti.

 

Piorrea alveolare

La piorrea alveolare è una grave infiammazione derivante da un’evoluzione di una gengivite non curata in tempo o curata male. Un’ottima arma per prevenire l’insorgenza di questa patologia è rappresentata dall’effettuare una buona igiene orale quotidiana unita ad una profonda ed accurata igiene dentale profonda, da effettuare una volta all’anno attraverso una pulizia dei denti professionale. Infatti è proprio il depositarsi della placca, che nel tempo si trasforma in incrostazioni di tartaro, la maggior causa di comparsa della piorrea. Questo è dovuto ad una continua aggressione ai tessuti connettivali che tendono a degenerarsi, andando a colpire successivamente l’osso.

 

Rimedi laser

Le nuove tecnologie consentono di poter trattare la piorrea con nuovi interventi laser non invasivi, rapidi ed indolore. Questi raggi laser intervengono distruggendo i batteri che si sono accumulati sulla superficie dentale e nelle tasche gengivali, risagomando così i tessuti gengivali. Interventi laser riescono da soli a risolvere il 100% dei casi più lievi di piorrea, mentre per piorrea in stato avanzato il laser da solo non basta per risolvere la patologia senza un adeguato intervento chirurgico.

 

Rimedi naturali

Nel caso in cui la piorrea si presenti al primo stadio è possibile ricorrere a rimedi naturali per curare efficacemente questa patologia. In natura esistono tantissime piante ed oli dalle proprietà benefiche e curative. Per combattere la piorrea dobbiamo ricorrere a sostanze con proprietà emollienti ed antinfiammatorie. Tra questi troviamo la malva, l’olio essenziale di mirra, la ratania, la salvia ed il tea tree oil.
Fiori e foglie di malva sono ricche di mucillagini in grado di rivestire le mucose gengivali, svolgendo così un’azione lenitiva e decongestionante.
L’olio essenziale di mirra oltre ad essere un potente antisettico, tonifica e rinforza le gengive, risultando così un ottimo alleato nella prevenzione della piorrea. Bastano due gocce sul dentifricio, o cinque gocce in mezzo bicchiere d’acqua ed effettuare gargarismi due volte al giorno, per ottenere una buona azione preventiva.
La salvia svolge un’ottima azione decongestionante. Basta far bollire 50 grammi di foglie in un litro d’acqua ed effettuare risciacqui un paio di volte al giorno.
Risciacqui con ratania sono indicati per bloccare il sanguinamento gengivale e per svolgere una buona azione antinfiammatoria.
Il tea tree oil è indicato per contrastare l’infiammazione delle gengive e per contrastare la placca. Bastano 15, 20 gocce in mezzo bicchiere d’acqua ed effettuare gargarismi un paio di volte al giorno.

La corretta Rimozione di un’ Amalgama Dentale

Cos’è un’amalgama dentale

L’amalgama dentale è un materiale composito utilizzato nell’ambito dell’odontaiatria per le otturazioni, è composta principalmente da mercurio ma anche da argento, stagno, rame e zinco. E’una tecnica che veniva utilizzata principalmente nei decenni passati, oggi viene preferito l’uso di materiali alternativi soprattutto per ragioni ambientali e per i possibili problemi di salute legati all’uso di questi materiali.
In particolare la combinazione di mercurio e stagno con altre sostanze presenti in bocca, come saliva e batteri può generare dei composti tossici che si sedimentano in diversi organi del corpo. Inoltre la presenza di amalgama dentale può favorire la comparsa di altri sintomi come eccessiva stanchezza, mancanza di energia, depressione e irritabilità tra gli altri. Ecco perché in alcuni paesi come Danimarca e Norvegia l’utilizzo di amalgama dentale è proibito per legge. E’ consigliato quindi rimuovere le amalgame, e ciò avviene attraverso un’operazione delicata che deve essere eseguita solo da professionisti esperti e competenti. Infatti durante il processo di rimozione, la vaporizzazione del mercurio è potenzialmente tossica.

Rimozione protetta dell’amalgama dentale

La rimozione protetta dell’amalgama avviene attraverso la cosiddetta rimozione sequenziale, cioè rilevando i denti elettricamente più reattivi e procedendo con la rimozione dal più carico al meno carico. L’operatore stabilirà una terapia drenante e antiossidante qualche settimana prima dell’operazione. E’ necessario anche che il paziente limiti il consumo di alimenti che favoriscono l’assorbimento di metalli tossici da parte dell’intestino, come pesce e caffeina, da incrementare invece la frutta, la verdura e la quantità di acqua bevuta. Durante la rimozione sia l’operatore che il paziente saranno opportunamente protetti da maschere che impediscono l’assorbimento dei metalli tossici vaporizzati. Inoltre verrà isolata la zona di intervento nella bocca del paziente attraverso l’uso di una diga di gomma per preservare le aree circostanti. L’aspirazione avviene con una cannula di ampio diametro ed un aspiratore pericoronale (clean-up). Se questi aspiratori vengono utilizzati correttamente, circa il 90 % dei vapori tossici rilasciati verranno eliminati. La rimozione vera e propria avviene con una fresa morbida, al carbonio di tungsteno, montata su un moltiplicatore di giri ad anello rosso. Queste frese monouso sono caratterizzate da lame molto piccole che favoriscono una rimozione in tempi brevi. L’operazione avviene con un’abbondante irrigazione fredda.

Tra una rimozione e l’altra deve trascorrere un periodo di almeno un mese, per assicurarsi che il valore del mercurio nel paziente sia lo stesso a quello precedente la rimozione.
Controlli delle urine e delle feci successivi all’operazione possono indicare eventuali residui di metalli pesanti nell’organismo del paziente ed eventualmente agire con specifiche terapie.
Se vi chiedete quando è il caso di sottoporsi ad un intervento di rimozione dell’amalgama dentale, la risposta è sempre! Nella maggior parte dei casi infatti il paziente ricava in ogni caso da questo intervento benefici importanti.

Amalgama dentale tossica: cosa vuol dire?

L’amalgama dentale rientra sicuramente tra i materiali ancora utilizzati in ambito dentistico.
Infatti si tratta di una sostanza sfruttata per curare le otturazioni e per le ricostruzioni dirette.

Sul suo utilizzo e sulla relativa tossicità, il mondo Odontoiatrico ha opinioni differenti.

Esistono infatti contrastanti studi sulla relativa pericolosità.

Bisogna innanzitutto conoscere la natura dell’amalgama dentale che è costituita da mercurio, una lega di argento, zinco, rame e stagno in percentuali variabili.

Ciò che ha attirato particolarmente l’attenzione degli studiosi sono soprattutto le quantità di mercurio e di lega presenti all’interno di una normale dose di amalgama dentale: infatti è stato appurato che da un’otturazione coperta con amalgama dentale può essere rilasciata una notevole quantità di mercurio.

Questo mercurio viene rilasciato nella cavità orale per effetto di fenomeni diversi legati, ad esempio, all’esposizione al cibo e alle bevande, oltre che alla saliva.

Di seguito l’intervista fatta al dott. Raimondo Pische, esperto di Odontoiatria Biologica, durante il programma televisivo Le Iene.

[vimeo]https://vimeo.com/196206040[/vimeo]

Nel 2002 ci furono i primi studi per valutare l’amalgama dentale e la sua eventuale tossicità: fu il Proff. Maths Berlin, anche membro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a concentrare la sua analisi sulla notevole quantità di mercurio rilasciata nell’organismo.

Proprio gli studi del dottor Berlin fecero emergere alcuni problemi determinati dall’utilizzo dell’amalgama dentale, come danni alle funzioni cerebrali e renali, oltre a problemi a carico dello sviluppo fetale e anche danni importanti al sistema immunitario.

Tutte conseguenze che potrebbero essere legate allo sviluppo di patologie importanti.

L’importanza di questi studi è notevole se si pensa a quanto l’amalgama venga utilizzata dai dentisti e agli effetti gravi che potrebbe avere sulla salute.

Clamoroso fu il caso dell’ex docente tedesco, Max Daunderer che pubblicò una serie di studi in cui asseriva gli effetti dannosi dell’amalgama dentale: arrivò addirittura a chiedere ed ottenere un rimborso all’azienda più importante che all’epoca produceva amalgama dentale.

Gli effetti tossici principali dell’amalgama dentale sono determinati per lo più dal mercurio presente.

Questo elemento potrebbe, secondo alcuni professionisti, essere correlato all’insorgere di patologie differenti.
Per questo, molti dentisti hanno già iniziato ad accantonare l’utilizzo dell’amalgama dentale preferendo materiali di nuova generazione come zirconia e ceramiche biocompatibili.

In un tempo in cui l’informazione è a portata di tutti, a prescindere dai differenti punti di vista, ognuno di noi deve e può approfondire questi argomenti, sviluppando una propria opinione consapevole e chiedendo ad ogni professionista, prima di eseguire qualsiasi prestazione, se tale opinione è condivisa e rispettata.

Link Utili:

www.aiob.it

www.cliama.com

www.sorrisoesalutechioggia.it/odontoiatria-biologica

L’ortodonzia nel bambino

Si è svolta a Bergamo, precisamente nella sede della Nordental di Curno, una giornata di approfondimento di ortodonzia in età pediatrica.

Relatore il dottor Daniele Vanni, speaker ufficiale in Italia della Myofunctional Research.

L’argomento risulta di grande interesse, soprattutto per le sue implicazioni e correlazioni con numerose branche dell’odontoiatria e della medicina. Il dottor Vanni lo ha affrontato, parlando di diagnosi, terapia e rapporto medico-paziente e presentando numerosi casi clinici di terapie complesse.

bergamoCorso

È stato dato parecchio risalto al rapporto tra ortodontista e otorino, posturologo, foniatra e pediatra.

Per quanto riguarda le metodiche ortodontiche, particolare attenzione durante la conferenza è stata rivolta al trattamento con dispositivi siliconici preformati, l’ultima frontiera dell’ortodonzia precoce.

L’interesse dei corsisti è stato tale che si è reso necessario prolungare il simposio per ben due ore oltre il timing stabilito, cosa piuttosto inusuale, soprattutto di sabato pomeriggio.

Molte domande sono state poste al relatore, a conclusione della giornata, un’ulteriore prova, questa, del fatto che l’argomento è di interesse primario per gli ortodontisti.

La Myofunctional Research, che in italia ha sede presso la Isasan di Rovello (MI), ancora una volta ha fatto centro, grazie all’opera di divulgazione del relatore.

Nel mese di novembre si replicherà a Pavia, proprio per dare agli odontoiatri la possibilità di aggiornarsi sull’argomento, viste le numerose richieste.

Alla fine della giornata il relatore si è dichiarato soddisfatto e auspica che possano svolgersi ulteriori iniziative simili, per poter rendere disponibili ai colleghi e, quindi ai pazienti, queste affidabili metodiche.

Un sabato con l’ortodontista

Diapositiva1Abbiamo incontrato il dottor Daniele Vanni nel suo studio. Ci ha accolto con un sorriso cordiale e con gentilezza. Lo studio era chiuso al pubblico e ciò ci ha consentito colloquiare con calma, davanti ad un buon caffè. Nel suo ufficio, dove ci siamo accomodati, colpisce subito la mole di libri di testo (di qualcuno è anche autore) e l’ordine. Sulla sua scrivania ci sono locandine e brochure di corsi d’aggiornamento e una pila di compiti da correggere. Ci ha poi spiegato che si tratta dei test relativi agli esami di clinica odontoiatrica della scuola di osteopatia, nella quale è docente.
Da qui partiamo con il nostro colloquio.

D- Come mai un dentista insegna agli osteopati?
R- Il binomio postura-occlusione è un dato di fatto. Per noi ortodontisti, in particolare, il confronto e la collaborazione con i posturologi è diventato un must. Sia che ci si occupi di pazienti disfunzionali, sia che si trattino pazienti in fase di crescita.

 D- Un’altra cosa che si nota è la quantità di locandine di corsi d’aggiornamento nei quali è relatore. Che cosa spinge lei e altri liberi professionisti ad occuparsi di didattica?
R- Probabilmente la voglia di approfondire. Insegnando ci si deve necessariamente aggiornare. Si pone una cura maniacale nello studio dei casi clinici, della letteratura internazionale, in tutto ciò che si fa. È un grande stimolo a dare il meglio di se stessi. In fondo chi ne guadagna è il paziente, che viene curato con grande attenzione diagnostica e terapeutica. Chi insegna è portato a considerare ogni caso trattato come un ipotetico caso da pubblicare.

D- Per questo motivo collabora anche con Università ed associazioni?
R- Si. Anche se vanno fatti i dovuti distinguo. Essere docente della scuola di specializzazione in ortodonzia di Cagliari è certamente motivo di vanto. È li che è nata l’ortodonzia in Italia e, tutt’oggi proprio a Cagliari si trova una fucina di ortodontisti di caratura internazionale. Non solo i nostri colleghi docenti, sono conosciuti in Italia ed all’estero, ma anche tanti ex studenti, oggi specialisti, tengono alto il nome della scuola di Cagliari. Il nostro direttore, professor Piras, negli ultimi anni, ha compiuto un lavoro più che apprezzabile, creando quasi un club di ortodonzia d’eccellenza, oggi quanto mai necessario, vista la situazione politica europea, sempre meno generosa con le università. Per quanto riguarda la vita associativa, non posso non essere grato alla scuola di formazione della S.I.O.B. la società italiana di ortognatodonzia bioprogressiva, società che ha tante consorelle in tutto il mondo. Alla S.I.O.B. devo tantissimo, forse tutto. La mia formazione, la mia voglia di far bene e le opportunità che mi ha dato in questi venti anni di professione, di stare a contatto con alcuni dei più grandi ortodontisti del mondo. Per questo motivo è stato per me un onore essere il presidente della società per due mandati, succedendo ad ortodontisti del calibro di Franco Bruno e Francesco Caligiuri.

D- La formazione mediante corsi a chi è dedicata?
R- In genere quelli che organizziamo sono corsi post-laurea, quindi dedicati ad odontoiatri, che vogliono approfondire la conoscenza dell’ortodonzia, ma di recente ho tenuto, sempre in qualità di relatore, corsi ad osteopati, a logopediste, a fisioterapisti, a pediatri, e qualche conferenza anche in club service dove ho illustrato il mondo dell’ortodonzia a profani. Quella è un’esperienza interessante. Un opera di divulgazione che andrebbe svolta. Spesso i nostri pazienti non hanno la percezione della qualità che gli si eroga perché non conoscono l’argomento, ed è un peccato, perché in Italia vi sono ortodontisti di grandissimo spessore, che non hanno nulla da invidiare ad i colleghi d’oltralpe o a quelli americani.

D- I prossimi impegni?
R- A settembre, precisamente il 27, terrò, in qualità di relatore, un corso di ortodonzia in età precoce a Bergamo, corso che riproporrò a Pavia nel mese di novembre. Questi sono i miei impegni immediati. Da qualche anno relaziono anche con il supporto di un’azienda leader mondiale, l’australiana Myofunctional Research, che svolge un lavoro incredibile in ambito di ricerca riguardante le nuove biotecnologie in ortodonzia e che, in Italia, ha sede presso la Isasan a Rovello.  Ciò mi consente di proporre ai colleghi e, e tramite loro anche ai pazienti, sistematiche e dispositivi all’avanguardia, che fino a una decina di anni fa potevamo solo sognarci.

D- Buon lavoro allora.
R- Grazie, venite a trovarmi a Bergamo in settembre, avrete anche voi l’occasione di conoscere meglio il nostro mondo attraverso i casi che presenterò.

D- Bene, le facciamo questa promessa.

Ortodonzia intercettiva con dispositivi miofunzionali preformati

Il cenacolo odontostomatologico pavese si è reso protagonista di un importante evento ortodontico, sabato 19 settembre.

Il relatore, dottor Daniele Vanni, ha tenuto una conferenza sull’ortodonzia nel bambino.

La giornata di approfondimento era inserita in una serie di quattro eventi che hanno trattato le varie discipline odontostomatologiche e forniscono 43 crediti ecm ai partecipanti.

La bellissima sede, scelta dal presidente del cenacolo Giulio Leardi per tutti gli eventi è la “Cà de Passeri” di San Genesio ed Uniti, sede che si avvale di una capiente e maestosa sala convegni.

Il dottor Vanni ha sapientemente condotto i corsisti pavesi in un cammino che, partendo dalla diagnosi, porta al trattamento dei casi ortodontici, anche i più complessi, consentendo di approcciarli con successo in fase precoce.

Sono stati presentati numerosi casi di malocclusioni trattate per lo più con dispositivi siliconici preformati prodotti dalla Myofunctional Reserch.

La giornata ortodontica ha avuto un grande successo e i corsisti hanno palesato la loro soddisfazione, trattenendosi col dottor Vanni anche dopo il corso, per approfondire ulteriormente l’argomento trattato.

Un ringraziamento va all’organizzazione nella figura di Franco Carenzio della Ciesse Pavia, che avvalendosi del supporto della Isasan ha curato tutti i dettagli logistici e clinici dell’evento.

Il relatore si è detto soddisfatto e ci aspetta per un evento analogo venerdì 6 novembre a Limena (Padova), presso la sede della dental-club.

Male alle gengive

La malattia chiamata gengivite si manifesta inizialmente con l’accumulo di batteri nella bocca (placca) provocando il sanguinamento delle gengive durante lo spazzolamento. Anche se queste ultime possono essere irritate, i denti sono ancora saldamente piantati nell’osso, ma se la malattia non è adeguatamente trattata si può passare alla fase più grave chiamata parodontite con perdita dei denti a causa della distruzione del tessuti che li circonda.
La placca è la causa principale della malattia gengivale.

male alle gengive

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Tuttavia, altri fattori possono contribuire alla sua nascita come cambiamenti ormonali che si verificano durante la gravidanza, la pubertà, la menopausa rendendo le gengive più sensibili; malattie come il cancro, l’HIV ed il diabete che interferiscono con il sistema immunitario per cui, questi pazienti, sono a più alto rischio di infezioni per problemi parodontali e carie.
Anche alcuni tipi di farmaci possono incidere sulla salute orale, perché fanno diminuire la quantità di saliva che ha un effetto protettivo sui denti e sulle gengive come gli anticonvulsivanti e gli anti-angina che possono causare la crescita del tessuto gengivale.
Infine le cattive abitudini come il fumo, l’uso non corretto dello spazzolino e del filo interdentale ed una cattiva igiene orale contribuiscono al sorgere del male alle gengive.
La malattia gengivale può progredire in modo indolore, producendo pochi sintomi ma molto evidenti che comprendono: gengive rosse, gonfie e sanguinanti durante e dopo lo spazzolamento dei denti, persistente alito cattivo o cattivo gusto in bocca, formazione di tasche profonde tra i denti e le gengive, denti allentati o leggermente spostati.
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Quindi è indispensabile nel momento in cui si notano i primi sintomi rivolgersi ad un dentista che durante una visita specifica di denti e gengive, verifica lo stato reale della cavità orale.
Lo scopo della terapia è di far ritornare le gengive ed i denti sani, ridurre il gonfiore, la profondità delle tasche, il rischio di infezione e di arrestare la progressione della malattia. Questi risultati vengono raggiunti con pulizie professionali fatte almeno due volte l’anno (per i fumatori sono consigliate anche tre) e ogni giorno bisogna utilizzare lo spazzolino ed il filo interdentale dopo aver mangiato. Nel caso in cui, dopo aver fatto la pulizia dei denti è ancora presente l’infezione, il medico consiglierà l’uso di antibiotici almeno per una settimana. Un buon spazzolino a setole morbide elimina la placca dalle superfici dei denti che possono essere facilmente raggiunti; il dentifricio al fluoro rafforza lo smalto ed impedisce alla placca di fissarsi sui denti; il filo interdentale rimuove le particelle di cibo e la placca tra i denti; il collutorio è in grado di ridurre i batteri che causano la placca e disturbi gengivali.
Infine alcuni cambiamenti dello stile di vita possono ridurre il rischio e lo sviluppo della gengivite. Bisogna innanzi tutto smettere di fumare perchè l’uso del tabacco è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo della malattia, ed i fumatori hanno sette volte maggiori probabilità di contrarla rispetto ai non fumatori; mantenere una dieta ben bilanciata in quanto una corretta alimentazione aiuta il sistema immunitario a combattere facilmente le infezioni. Quindi è indispensabile mangiare cibi con proprietà antiossidanti per esempio, quelli contenenti vitamina E ( noci, mandorle, albicocche, verdure ) e vitamina C (agrumi, broccoli, patate) che possono aiutare il nostro corpo a riparare velocemente il tessuto danneggiato.
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