Calcolosi renale aumenta il rischio di malattie cardiache nella donna

La ricerca scientifica ci aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari nelle donne con storia di calcolosi renale.

calcoli-renali
Lo dimostra una fertile collaborazione tra l’ Università di Boston e l’ Università Cattolica di Roma che ha dato vita ad uno studio sulla correlazione tra calcolosi renale e malattie cardiovascolari con un’incidenza superiore nelle donne. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica americana JAMA ( Journal of the American Medical Association ), spiega l’interessante sperimentazione: il campione prescelto, composto da 196.357 donne e 45.748 uomini, è stato osservato per 24 anni per verificare l’insorgenza di malattie coronariche a seguito di calcolosi renali.

La ricerca è stata portata avanti su entrambi i campioni e a parità di altri fattori che potevano essere determinanti come i livelli di diabete ed ipertensione. ll gruppo di ricerca italo americano ipotizza che fattori ormonali possano predisporre le donne, in misura maggiore rispetto agli uomini almeno del 30%, allo sviluppo di malattie cardiovascolari se con una storia di calcolosi renale. In base a questo studio quindi potrebbe essere davvero utile, ai fini della determinazione di problemi coronarici, sottoporre le donne con storia di calcoli renali a controlli cardiologici più assidui e puntuali.

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Ambulatorio rosa per le malate di sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una patologia che presenta un ampio quadro di sintomi e segni. Nell’arco di tempo questa condizione di non salute può proseguire fino ad una completa inabilità fisica e cognitiva. Spiegando in altri termini, è una malattia autoimmune che ha come bersaglio principale il sistema nervoso centrale. In particolare colpisce la guaina mielinica, la quale ha la funzione di tenere isolati le cellule nervose che trasmettono i segnali elettrici. Tutto ciò quindi ha una conseguenza negativa nella comunicazione di messaggi elettrici tra il cervello e il midollo spinale.

ambulatorio rosa
In Italia, attualmente, sono un numero di 63000 persone che soffrono della sclerosi multipla. I tre quarti della seguente stima sono in particolare le donne che vivono un’età fertile. Questo dato ha spinto la Fondazione istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù (Palermo) ad aprire un ambulatorio che ha come il fine quello di dedicare un’assistenza alle donne con la sclerosi multipla. Non c’è, però, solo un aiuto nel campo neurologico ma spazia anche in molti altri aspetti della vita. Secondo, infatti, le parole del responsabile della sezione medica di neurologia Luigi Grimaldi “Alle pazienti viene assicurata assistenza da parte di specialisti non solo in neurologia, ma anche in ginecologia, psicologia e counseling lavorativo”. Si aggiunge alla seguente dichiarazione il direttore generale Carmela Durante con la seguente frase “Da donna ho ritenuto doveroso avviare o potenziare attività cliniche che rendono l’ospedale più vicino e attento all’universo femminile”.
A disposizione delle pazienti, al momento, si contano cinque ginecologi, tre infermieri e due psicologi. Quest’ultimi hanno collaborato con Luigi Grimaldi in un cammino educativo e formativo per alcuni mesi. Il percorso ha permesso loro di conseguire un’esperienza e una preparazione che potesse aiutare a comprendere nel modo migliore le problematiche specifiche riguardanti la seguente condizione di non salute. I mezzi strumentali offerte dell’ambulatorio sono ben attenti alle specifiche necessità delle pazienti affette dalla sclerosi multipla.
Le principali condizioni che sono prese in considerazione dal centro sono le seguenti: la fecondità e quindi anche la riproduzione; i metodi contraccettivi; il counseling genetico; la condizione del parto; l’area sessuale; la prevenzione delle neoplasie ginecologici; la prevenzione e la cura dell’infezione. Sono, inoltre, sotto l’osservazione degli ambiti specifici che riguardano le pazienti nello stato della terapia con immunosoppressori o immunomodulanti. E infatti, le pazienti sotto l’attacco di agenti patogeni possono con più facilità andare incontro a delle patologie, come il tumore al collo dell’utero causato dal papilloma virus.

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Donne meno stressate rispetto agli uomini: ecco i perchè

L’essere donna: figlia, moglie, mamma, amante, con una carriera sempre in salita ….. ma come fanno le donne ad essere sempre cosi energiche, vitali, organizzate e non stressate?
Da sempre si dice che il genere femminile riesce, non si sa il perchè, ad organizzarsi meglio ed assere sempre presenti a tutti gli impegni lavorativi e di famiglia che la vita le richiede.

stress

Pensare che ci hanno fatto pure un film: “Ma come fa a fare tutto?” interpretato dalla splendida Sarah Jessica Parker.
La Parker interpreta una seducente trentacinquenne, con una carriera in continua salita, mamma di due splendidi bimbi e moglie di un marito, spesso non presente e all’altezza, che si divide in mille situazioni di impegni familiari e riesce persino a mantenere una relazione clandestina on-line.
Ma proprio come nel film tutti si chiedono, ma come fa una donna a fare tutto? Ha piu’ resistenza, forza mentale, modo di organizzarsi, o semplicemente è meno stressata dagli eventi grazie ai suoi ormoni?

In base a una ricerca scentifica condotta presso l’Università di Buffalo e poi pubblicata sulla rivista Molecular Psychiatry, è risultato che la donna riesce a non stressarsi nelle varie situazioni di routine o negli imprevisti, grazie a un ormone denominato aromastasi, che è presente in quantità maggiore nel cervello della donna, rispetto al cervello maschile.
L’aromastasi è un enzima molto importante nella biosintesi degli estrogeni che, dialogando con la dopamina celebrale, favorisce il comportamento e l’umore positivo.
L’aromatasi viene anche stimolato nella medicina moderna, per la terapia antitumorale diretta soprattutto contro il carcinoma mammario.

Ecco spiegato anche scientificatamente come mai le donne risultano sempre all’altezza di ogni situazione. Da oggi le donne non saranno più considerate come un “alieno che non si stressa” ma semplicemente gli uomini dovranno prendere nota che la donna è stata creata con questa “marcia in più”, che la rende meno vulnerabile alle situazioni che le si presentano.

Un’altra ricerca ha anche dimostrato che le donne belle sono meno stressate,in quanto hanno meno cortisolo.
Il cortisolo è l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, che deriva dal colesterolo ed è spesso associato allo stress derivante dall’ipofisi.
Meno stress, uguale più salute e riproduttività, pertanto le donne e, in particolare quelle belle, saranno più longeve e riproduttive. Al contrario invece uno studio dimostra che il sistema immunitario più forte negli uomini non è segno di bellezza.
Che poi per eliminare lo stress basterebbe sono uscire dai nostri schemi mentali, cercando di vivere gli eventi che ci si presentano vivendoli dal loro lato positivo senza preoccuparci di cosa “diranno gli altri” o “chissà se andrà bene”!

Bambini obesi: attenzione al peso in gravidanza

La lotta all’obesità si è fatta sempre più intensa giungendo a colpire i chili di troppo di chi, addirittura, deve ancora venire al mondo. Secondo uno studio canadese, infatti, pubblicato sulla rivista Obstetrics and gynecology, se le madri tendessero ad aumentare eccessivamente di peso durante la gravidanza, il rischio per i bambini di diventare obesi aumenterebbe del 270%.

gravidanza-cibo

In particolare, i nuovi nati, avrebbero una percentuale di grasso eccessivo superiore del 14% rispetto ai coetanei normopeso. La statistica è stata condotta presso l’Università di Calgary coinvolgendo 172 donne incinta, non fumatrici, che tra le 16 e le 20 settimane di gravidanza avevano un normale indice di massa corporea (il famigerato BMI che si ottiene dividendo il proprio peso in kg per la propria altezza al quadrato in metri). Poco più della metà della popolazione di donne presa in esame ha avuto un aumento di peso eccessivo durante le successive settimane di gestazione e i figli hanno avuto problemi di sovrappeso già in giovanissima età.

Gli esperti del settore ricordano come durante la gravidanza, il giusto aumento di peso dovrebbe essere intorno ai 10 kg (12-13 kg al massimo), la gran parte dei quali concentrati durante le settimane centrali. Nel corso dei primi tre mesi, infatti, il contributo del feto al peso della madre è trascurabile e nelle ultime settimane si dovrebbe cercare di contenere i chili di troppo.

Abbronzatura in gravidanza: istruzioni per l’uso

Se si possa o meno prendere il sole in gravidanza è un quesito che si pongono molte mamme in attesa. Quando arriva il caldo dell’estate sarebbe davvero un peccato dover rinunciare al piacere di stare rilassate su un lettino in spiaggia o a bordo piscina a prendere il sole. Occorre valutare se ci siano dei rischi e quali comportamenti sia necessario tenere per concedersi una tintarella in piena sicurezza.

abbronzatura gravidanzaInnanzitutto occorre evitare le ore più calde della giornata, vale a dire quelle comprese tra le 11 e le 15, nelle quali il caldo eccessivo potrebbe causare, oltre che danni alla pelle, anche insidiosi cali di pressione spesso causa di svenimenti. Questo dovrebbe valere come regola generale per tutti quanti, dai bimbi più piccoli fino agli anziani. Le ore migliori per le donne in dolce attesa sono quelle del mattino presto e quelle del tardo pomeriggio fino al tramonto. Abbinando una tintarella in riva al mare ad una passeggiata sul bagnasciuga ci saranno notevoli benefici per le gambe, che spesso risultano gonfie e pesanti durante la gestazione, oltre a un generale senso di benessere.
Se preso con le dovute precauzioni, il sole fa tutt’altro che male, è indispensabile infatti per fissare nelle ossa la vitamina D e renderle così più forti, influisce inoltre positivamente sul corretto funzionamento del sistema immunitario e favorisce addirittura il buon umore.
Si deve sempre utilizzare una crema solare quando ci si espone al sole e nel caso delle mamme in attesa dovrà avere un fattore di protezione molto alto, compreso tra 30 a 50 a seconda del proprio fenotipo. Qualsiasi crema solare, anche se promette una lunga durata, dovrà essere applicata ogni due ore e ogni volta che si fa il bagno. Solo così facendo si avrà la certezza di essere protette dai filtri di protezione solare. In particolar modo si dovrà fare attenzione a non trascurare viso, collo, décolleté e mani. Si tratta delle zone che durante il periodo della gravidanza sono maggiormente soggette alla comparsa di macchie dovute a un accumulo di melanina, sostanza che viene prodotta in modo particolarmente elevato durante i 9 mesi.
Dopo l’esposizione ai raggi solari, sarà bene applicare alla sera una lozione specifica dopo sole, che aiuterà a lenire eventuali rossori, nutrire e idratare la pelle. L’applicazione di un prodotto di qualità è indispensabile non solo per la salute della pelle, ma consentirà anche all’abbronzatura di durare più a lungo. Con i dovuti accorgimenti, prendere il sole sarà un relax anche durante la gravidanza. Con la giusta consapevolezza, rappresenterà un momento speciale da vivere senza angosce o timori.

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Depressione post parto: basta un esame del sangue

Uno dei periodi più felici per una donna, quale una gravidanza ed il conseguente parto, possono rivelarsi come uno dei motivi scatenanti della depressione post parto, mai sottovalutare le spie rivelatrici che potrebbero compromettere seriamente sia la salute della madre che quella del bimbo.
La gravidanza è il periodo in cui la donna è più vulnerabile e vive un vero e proprio disagio psicologico derivante da svariate ragioni.

La depressione post parto è un disturbo nervoso, si manifesta in tutte le società e culture studiate, in Italia circa il 10% ed il 15% delle neo-mamme, sono interessate, essa si manifesta dopo il 3° o 4° giorno dal parto e può durare dalle due settimane fino a sei mesi, in alcuni casi si tratta di una situazione patologica e si parla di depressione vera e propria, caratterizzata da seri episodi di psicosi.

Vi sono tre tipologie di sindrome, suddivise in base alla durata ed all’intensità: la baby blues, la depressione post parto vera e propria e la psicosi depressiva post parto.
Molto spesso la diagnosi non viene posta in quanto la neo-mamma tende a vergognarsi, sottovalutando i sintomi o ignorando i conseguenti rischi legati a tale sindrome che potrebbero intaccare l’equilibrio psicofisico sia della donna che della famiglia circostante.
La scienza medica non ha ancora fornito spiegazioni certe riguardanti le cause.
Rivestono un ruolo importante i fisiologici cali ormonali, come la repentina riduzione di estrogeni e progesterone, in gravidanza i livelli sono molto alti, inoltre si registra un aumento di prolattina.
A facilitare l’insorgenza di tale disturbo, potrebbe anche essere una forma d’infiammazione autoimmune della tiroide.

Secondo gli ultimi studi pubblicati sull’American Journal of Psychiatry, tale disturbo sarebbe causato da una variante di uno o più geni presenti nel Dna delle donne, in particolare il gene 5-HTT, che sarebbe in grado di modificare le attività celebrali, dando vita ai pensieri negativi.
Esistono fattori che possono agevolarne l’insorgenza, quali la familiarità alla depressione, ad attacchi d’ansia o ad eventi poco felici, come un lutto o una separazione, vissuti durante la gravidanza.
Se le cause non sono del tutto chiare, i sintomi sono più evidenti: sbalzi d’umore, agitazione ed irrequietezza, astenia, aumento o scomparsa del sonno o dell’appetito, ricorrenti pensieri di morte, senso di colpa o inadeguatezza alla nuova situazione.
Un aiuto viene dai ricercatori del Regno Unito, che hanno messo a punto un test economico, a sole dieci sterline, in grado di prevedere se dopo il parto la donna andrà incontro ad una depressione post parto.
Basta effettuare un semplice prelievo del sangue, nei primi mesi di gravidanza, allo scopo di identificare i due geni specifici: il Ttc9b e lo Hp1bp3, responsabili della regolazione dell’umore, sarà così possibile prevedere con un grado di certezza dell’85%, se la neo-mamma sarà a rischio depressione.
“Se si identificano le donne a rischio in tempo, si può prevenire o fermare lo sviluppo della malattia”, ha affermato Dimitris Grammatopoulos, capo ricerca della University Hospitals Coventry.

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Estate sicura 2013: attenzione al caldo

L’estate è una delle stagioni più belle: giornate calde spesso e volentieri sono sinonimo di giornate trascorse al mare senza pensieri, soltanto all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Ma come si possono vivere queste giornate senza particolari pericoli riguardanti la salute?

caldo
Purtroppo l’estate non ha soltanto dei lati positivi: ogni anno infatti si viene a conoscenza di decessi dovuti alle grandi temperature, e le vittime di questa sorte spesso e volentieri sono le persone appartenenti alle fasce protette, ovvero gli anziani sopra il sessantacinquesimo anno d’età ed i bambini, ma non è raro che i malori e le morti dovute al grande caldo colpiscano anche le persone escluse da queste due fasce.
Per evitare che quindi il numero di vittime possa salire, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha attivato una sorta di servizio in grado di aiutare i cittadini a prevenire i malori derivanti dal grande caldo, sistema che dovrebbe essere quindi in grado di evitare conseguenze poco piacevoli: ma come funziona e dove bisogna recarsi per avere tutte le notizie necessarie per poter passare un’estate tranquilla?
Il sito del Ministero della Salute, sulla sua homepage, ha dedicato una sezione riguardante il grande caldo, così come viene ormai definito: questo sistema è composto da una semplice cartina dell’Italia nella quale sono messe in evidenza tutte le maggiori città, tutte accompagnate da un simbolo col sole colorato, ed ad ogni colorazione corrisponde un livello d’allerta diverso. La colorazione del sole verde rappresenta un livello d’allerta pari a zero, e quindi non ci sono pericoli per la salute, la colorazione gialla invece rappresenta un livello d’allerta di primo livello, e questo potrebbe precedere l’ondata di calore, mentre il sole arancione è il secondo livello d’allerta, e pertanto le due fasce protette sono a rischio quando nella propria città c’è il sole con questa colorazione, in quanto le temperature saranno elevate: il sole rosso fuoco invece rappresenta il livello d’allerta massimo, ed in questo caso chiunque può essere a rischio, ed inoltre il grande caldo durerà per ben tre giorni consecutivi.
Oltre alla mappa con tutte le indicazioni e condizioni climatiche, sul sito del Ministero è possibile scaricare una serie di opuscoli nei quali verrà spiegato come comportarsi in caso di malore e come evitare che questo possa colpire le persone: il servizio, che vedrà coinvolte tutte le città italiane, sarà attivo dal primo giugno e terminerà il quindici di settembre, e pertanto i mesi più caldi, ovvero quelli di luglio ed agosto sono coperti da questo semplice ed allo stesso tempo utile servizio.
Grazie la mappatura ed ai vari opuscoli scaricabili, sarà possibile evitare brutte situazioni, a patto che si seguano i consigli e che si presti attenzione a quanto riportato dallo schemino.

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Mestruazioni dolorose e abbondanti nelle giovani: che fare?

A circa dodici anni arriva il “menarca” cioè la prima mestruazione e la donna entra nella fase fertile.
Le ragazzine un tempo spensierate e prive di quei fastidiosi mal di pancia dovuti alle mestruazioni, all’età di circa dodici anni, cominciano a fare i conti con quei piccoli problemi che causa il flusso mestruale. Non è raro infatti, che le adolescenti accusino dolori mestruali e abbiano un ciclo abbondante .
Il ciclo doloroso prende il nome medico di Dismenorrea mentre il ciclo abbondante, lungo e anche irregolare, viene denominato Menometrorragia.

mal-di-pancia
Innanzitutto diciamo subito che all’inizio del ciclo mestruale e cioè nei primi anni dopo il “menarca”, è quasi normale che si verifichino problemi del genere almeno fino a quando il ciclo non si assesti.
Tuttavia, le cause potrebbero essere altre e vanno curate attraverso l’aiuto di uno specialista.
Molte mamme si preoccupano e giustamente, vogliono affrontare le loro paure con un ginecologo con la speranza che le rassicuri.

Da cosa dipende il ciclo abbondante e lungo
Le mestruazioni abbondanti e lunghe nelle adolescenti, sono da attribuire alla maturazione non completa dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie.
Ovviamente una ragazzina che soffre di queste patologie, accusa malesseri come il mal di testa dovuto molte volte ad un’anemia, si stanca facilmente e soffre di una sensazione di vertigine.
Ci sono vari fattori da considerare così come esporrà il ginecologo di fiducia.
1) escludere un’eventuale gravidanza
2) controllare attraverso specifiche analisi del sangue che non vi siano problemi di coagulazione o problemi ormonali
3) eseguire una ecografia pelvica che escluda eventuali problemi ad utero o ovaie.

 

Nel caso il ginecologo riscontrasse questo tipo di anomalie, allora potrà intervenire in collaborazione con un valido endocrinologo se ci sono problemi tiroidei.
La terapia solitamente, consiste col far assumere alla paziente dei farmaci antifibrinolitici e antiemorragici o una pillola estro progestinica.
Ovviamente tutto dipende dalla specifica patologia riscontrata.

Come agire in caso di mestruazioni dolorose.
Molte adolescenti soffrono di ciclo dolorosissimo che disturba tutta la loro vita sociale e frequentemente impedisce loro, anche la presenza sui banchi di scuola.
In questo caso particolare, il ginecologo potrà intervenire con dei FANS o addirittura con una soluzione più risolutiva quale la pillola estro progestinica.
Nel caso in cui le mestruazioni siano dolorose in maniera davvero eccezionale, è consigliabile effettuare così come proporrà lo stesso specialista, un’ecografia o una risonanza magnetica pelvica che riuscirà a comprendere appieno le cause del dolore.
Infatti, potrebbe avvenire che l’adolescente sia affetta da endometriosi che va curata con una terapia adatta.

Cosa consigliare alle mamme e alle adolescenti stesse.
Sebbene le prime mestruazioni portino in genere problemi di questo tipo ma poi il ciclo si assesta, se i disturbi continuano è necessario rivolgersi ad un esperto ginecologo.
Sarà questo specialista a rassicuravi e a prescrivere una giusta terapia dopo le indagini che accuratamente svolgerà.
E’ consigliabile non sottovalutare nessun tipo di disturbo e soprattutto intervenire e rivolgersi senza alcun timore a chi di competenza.
Molto spesso infatti, alcune ragazze temono le visite ginecologiche per paura o per vergogna ma non c’è assolutamente da preoccuparsi perché le visite non sono invasive e il più delle volte, si riducono ad una semplice ecografia pelvica.
Inoltre la prevenzione, cosa che è bene sapere fin dall’età adolescenziale, è un fattore importantissimo affinché si possano combattere e sconfiggere patologie ben più serie e pericolose che potrebbero insorgere in futuro.

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Caratteristiche e vantaggi del corso preparto in acqua

Esiste un elemento che, oltre ad essere vitale per ogni creatura vivente, è portatore di benessere, combatte lo stress e regala una sensazione di protezione che ci riporta alle origini stesse della nostra esistenza: è l’acqua. Anche durante la gravidanza, essa può svolgere un ruolo importante: grazie al corso preparto in acqua, ci si può preparare all’arrivo del proprio figlio nel modo più naturale e benfico che ci sia.

parto in acqua

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L’interesse verso questa tipologia di corso è aumentato molto, negli ultimi anni, così come la richiesta di informazioni sulle modalità di svolgimento: quali sono le attività previste durante il corso? Bisogna saper nuotare? Si addice solo a chi prevede di partorire in acqua o va bene anche a chi sceglie un parto tradizionale? Vediamo insieme quali sono le principali caratteristiche del corso preparto in acqua.

Cominciamo col dire che i corsi in acqua si svolgono in vasche di altezza non superiore ai 70-80 cm, quindi non è necessario saper nuotare, anche se è richiesta una buona familiarità con l’ambiente acquatico in modo da vivere l’esperienza del corso preparto in maniera il più possibile serena. L’acqua della piscina è solitamente riscaldata (varia tra i 29 e i 32°C).

Inoltre, sebbene sia particolarmente consigliato a quelle mamme che hanno scelto il parto in acqua, così da poter familiarizzare fin dalla gravidanza con l’ambiente in cui avrà luogo la nascita del piccolo, questo corso è adatto a tutte le mamme, anche quelle che partoriranno in una sala parto tradizionale (a patto che, ovviamente, il decorso della gravidanza sia privo di complicazioni).

I corsi si svolgono alla presenza di un’ostetrica e di un istruttore certificato di nuoto, o di acquagym, e hanno lo scopo di allenare e stimolare le fasce muscolari che sono maggiormente stressate durante la gravidanza e il parto.

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Il vantaggio principale di svolgere questo tipo di ginnastica in acqua piuttosto che a terra è dovuto al fatto che, dal momento che in acqua il peso corporeo si riduce a circa un sesto, lo stesso lavoro muscolare genera meno fatica sulle articolazioni e crea un minor carico sulla zona lombo-sacrale, già appesantita dalla crescita della pancia. Inoltre, la leggera pressione esercitata dall’acqua sulle gambe ha un importante effetto linfodrenante, e combatte eventuali gonfiori o problemi circolatori.

Un altro effetto benefico del corso preparto in acqua è, infine, quello di favorire una miglior conoscenza del proprio corpo attraverso specifici esercizi di respirazione e di rilassamento.

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L’importanza dello iodio in gravidanza

Lo iodio è un elemento chimico che deve il suo nome al greco antico con il significato di viola o lilla, per il colore dei vapori che sprigiona. Questo minerale è indispensabile nel metabolismo dell’essere umano per il buon funzionamento della ghiandola tiroidea che è fondamentale per l’organismo.

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La rivista Lancet ha pubblicato i risultati di una ricerca eseguita presso due università britanniche situate a Bristol e nel Surrey. I ricercatori hanno dimostrato l’importanza dello iodio in gravidanza. Uno scarso apporto può provocare nel feto problemi di lettura o di ritardo mentale. E’ stata persino ipotizzata una riduzione di tre punti del quoziente intellettivo.
Durante la gestazione il fabbisogno di iodio raddoppia. Da un preciso controllo è risultato che ne occorre circa 100 microgrammi in più ogni giorno. In mancanza di questo quantitativo è possibile che la tiroide non funzioni a dovere. In questo caso nella futura madre può apparire il cosidetto gozzo, che è un rigonfiamento della ghiandola stessa costretta ad un superlavoro, che comunque scomparirà subito dopo la nascita del bambino.
E’ utile assumere le dosi consigliate ancora prima dell’inizio della gravidanza per non incorrere in aborti inon desiderati. In Italia questo problema è ancora presente su quasi tutto il territorio. I livelli di iodio che si consiglia mantenere esono pari a circa 150 microgrammi al giorno prima della gravidanza, da aumentare fino ad almeno 175 per i primi sei mesi di gestazione.
Si sconsiglia l’uso di integratori ad alto contenuto di iodio, di solito estratto da alghe.
In teoria dovrebbe essere sufficiente l’uso costante di sale iodato, cioè arricchito con questo prezioso elemento, per condire i cibi.
Considerando però che le gestanti presentano spesso problemi di ritenzione idrica, è consigliabile assumere lo iodio attraverso altri tipi di cibo.
I crostacei e comunque tutti i tipi di pesce ne sono ricchissimi. Mangiare frutta e verdura non serve allo scopo, perché è il terreno dove sono coltivati questi alimenti che determina la quantità presente dell’elemento richiesto. Mentre invece latte, carne e uova ne contengono quantità elevate.
Un dosaggio superiore al fabbisogno giornaliero in genere non ha conseguenze di nessun tipo. La tiroide gestisce autonomamente l’abbondanza di iodio, a meno che non sia talmente elevata da portare all’ipertiroidismo e a un genere di gozzo detto tossico.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che oltre venti milioni di persone nel mondo a causa della carenza di iodio nella loro alimentazione presentano problemi a carattere cerebrale.
L’importante è seguire le indicazioni fornite senza esagerare. Una alimentazione sana e variata renderà i nostri bambini se non dei piccoli geni, delle persone mentalmente equilibrate.

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