Dolore fianco destro alto quando respiro

Cosa si intende per dolore al fianco alto destro

La zona di localizzazione di questo specifico sintomo è più o meno al livello del fegato. Il dolore si concentra sulla parte laterale alta del torace, a destra, e tende ad espandersi verso l’alto, interessando anche il collo e la mascella. In alcuni casi si estende, alla stessa altezza, anche alla schiena.

Dolore intercostale: fa paura ma non deve mai allarmare

La zona delle costole è ricoperta da uno spesso strato di tessuto connettivo, costituito principalmente da muscolo. Non è insolito che si infiammi o si strappi, provocando un dolore talmente forte da farlo definire “da togliere il fiato”. In effetti, moltissimi sospetti infarti, soprattutto nei giovani, finiscono per dimostrare di essere semplicemente dei dolori intercostali particolarmente intensi. Le cause del dolore intercostale sono:

– postura errata: spesso le fitte insorgono dopo molte ore passate alla scrivania, davanti al pc o sdraiati in una posizione innaturale
– movimenti fisici scorretti: come tutti gli strappi muscolari, anche quelli del tessuto intercostale possono essere causati da uno sforzo oltre i propri limiti o da un esercizio fisico svolto male
– attività sportiva eccessiva: soprattutto se si è poco allenati, o si è neofiti della palestra, sollevare pesi troppo grandi per le proprie capacità o dilettarsi in allenamenti da professionisti può infiammare i muscoli intercostali e farli dolere

Le caratteristiche del dolore intercostale sono, per chi le prova, spesso spaventose perché, a tutti gli effetti, ricordano i sintomi di un infarto:

– il dolore insorge improvvisamente, anche se si è a riposo
– il dolore è di tipo trafittivo, sembra che si sia trapassati da una spada, è acuto e può essere molto violento
– il dolore è talmente intenso da togliere il fiato e limitare l’atto respiratorio
– il dolore continua, con la stessa intensità, per diversi minuti

C’è un metodo infallibile, però, per auto-diagnosticare il dolore intercostale ed archiviare l’evento come non preoccupante: se cambiando posizione e sforzandosi di mettersi in piedi, dritti, con le braccia sollevate che spingono verso l’alto, il dolore diminuisce e passa del tutto, la questione è risolta. C’è da dire che, soprattutto se il muscolo è infiammato, il dolore può ripresentarsi. La caratteristica fondamentale che distingue il dolore intercostale da cose più gravi è il fatto che, nel giro di pochi minuti e cambiando posizione, sparisce del tutto.

Quando consultare il proprio medico di base e perché, se fa male il fianco destro mentre si respira

Esistono cause un po’ più serie che possono provocare dolore al lato destro del torace. In questi casi, però, le caratteristiche del fastidio sono decisamente diverse. Se si sente un dolore sordo, sopportabile ma costante e fastidioso, che peggiora durante la respirazione profonda, le cause possono essere:

– un’infezione particolarmente aggressiva a livello bronco-polmonare: bronchite, polmonite, broncopolmonite o pleurite. Soprattutto se il dolore è associato a stanchezza, febbriciattola o febbre alta, incremento della sudorazione e malessere generale. In questo caso è bene sentire il proprio medico di base, che prescriverà la cura antibiotica adatta
– problemi digestivi e reflusso esofageo: quando si ha in corso un’indigestione o un blocco digestivo o quando si soffre di reflusso acido, in alcuni casi si può avvertire dolore all’altezza del fegato. Solitamente vi si associano sintomi come eruttazioni acide, rigurgito acido che può arrivare fino in bocca, bruciore alla gola, stomaco ed addome gonfi. Il dolore tende a calmarsi ed a sparire contestualmente con la fine degli altri sintomi, che segnalano la conclusione della digestione. È importante segnalare questa situazione al proprio medico: a volte, questi problemi nascondono delle ulcere duodenali o infezioni da helicobacter pilori
– calcoli della cistifellea: se il dolore è sordo e costante, non peggiora ma non migliora, è possibile che sia causato da calcoli della cistifellea. Anche in questo caso è necessario confrontarsi col proprio medico, che indagherà a fondo

Quando recarsi immediatamente al pronto soccorso

Se, improvvisamente, compare un forte dolore al fianco superiore destro, che peggiora con la respirazione o la rende estremamente difficoltosa, che tende a diventare più forte e non accenna a calmarsi entro qualche minuto, è necessario recarsi al pronto soccorso per gli accertamenti del caso. Soprattutto se compaiono anche tosse ed emottisi. Le cause scatenanti di un simile evento sono, infatti, possibili spie di embolia polmonare o trombosi a livello dei polmoni.

Osteopata: cosa fa?

L’osteopata:

chi è?

L’osteopata è una figura abbastanza nuova nel campo della medicina moderna. Si tratta dello specialista il cui compito è di migliorare le condizioni psicofisiche del paziente, in modo da favorire il recupero del suo stato di salute. Al giorno d’oggi è possibile notare una notevole diffidenza verso la figura dell’osteopata e il motivo principale è che questi promuove l’autoguarigione dell’organismo.

Cosa fa?

Per mezzo di massaggi vari, l’osteopata cerca di ristabilire lo stato della struttura scheletrica di sostegno. Questo dovrebbe garantire all’organismo un buon livello di benessere, poiché ogni parte del corpo è collegato all’altra. Per rimettere in moto le funzioni dell’organismo l’osteopata fa un ampio utilizzo delle proprie mani. Queste gli permettono di percepire le variazioni che spesso si verificano nelle strutture corporee, indipendentemente se si tratta di muscoli, articolazioni, ossa o visceri. Sempre con le mani l’osteopata cerca di rimuovere le limitazioni che ne impediscono il funzionamento. Il suo lavoro è molto simile a quello di un massaggiatore: con le mani egli ripristina l’integrità dell’organismo, donando alla persona il benessere.
L’osteopata, oltre ad agire localmente sul problema, agisce su tutto l’organismo del paziente. In questo modo egli è in grado di agire anche sul sistema nervoso autonomo. Quest’ultimo, a sua volta, condiziona numerosi fattori dell’organismo, tra cui la pressione sanguigna, il battito cardiaco e la frequenza respiratoria. Sebbene ogni organismo abbia delle proprie specificità e quindi sia diverso dagli altri, l’osteopata è in grado di trovare un aspetto generalizzato per riuscire nell’impresa. Le sedute di osteopatia durano, generalmente, circa 60 minuti. La fase iniziale prevede un breve colloquio. Durante quest’ultimo il paziente espone i problemi che lo affliggono. La seconda fase è quella della valutazione osteopatica. Durante quest’ultima lo specialista esegue una serie di test osservativi e di palpazione. Lo scopo di questi test è di valutare l’integrità strutturale dei tessuti molli e del sistema cranio-sacrale. La terza fase è quella di trattamento vero e proprio. L’osteopata inizia a utilizzare le mani per eseguire le manipolazioni articolari, correggendone le posizioni spaziali, o quelle viscerali, in grado di ridare la motilità di funzionamento a un organo. Dopo il trattamento, tra l’osteopata e il cliente avviene la quarta fase, quella del colloquio finale. Si parlerà di nuovo delle problematiche riscontrate, ma questa volta durante la seduta. Verranno ipotizzate le cause e forniti i suggerimenti per migliorare lo stato di benessere della persona.

Quando andarci?

All’osteopata bisogna rivolgersi quando si percepiscono dei dolori muscolari o scheletrici, oppure se si riscontrano le limitazioni di movimento. L’osteopata, però, è in grado di trattare anche le problematiche che apparentemente non hanno niente in comune con la difficoltà mobile e le limitazioni di movimento. In particolare può eliminare la stanchezza cronica, agire sulle cefalee, trattare le otiti e le sinusiti oppure ridurre i disturbi digestivi. Oltre a traumi muscolari, l’osteopata è in grado di medicare le lombargie, le cevralgie e le artrosi. Una visita dall’osteopata può essere consigliata anche per svolgere una corretta prevenzione delle malattie di postura oppure per correggere i difetti di postura e le dolenzie scheletriche. In minor misura l’osteopatia è in grado di trattare anche i mal di testa e persino i disturbi di natura psicologica, come lo stress e la depressione. Questo perché l’azione dell’osteopata su particolari punti dell’organismo del paziente è in grado di diminuire la produzione del cortisolo, ormone responsabile dei livelli dello stress e della depressione. Una seduta dall’osteopata, insomma, oltre a curare patologie, è in grado di ridare freschezza ed energie utili al lavoro o allo studio.

cervicale rimedi omeopatici

La cervicale è un disturbo che colpisce gran parte della popolazione mondiale.

Il dolore cervicale, può rappresentare se persistente, un grave ostacolo alle nostre attività quotidiane, per cui è opportuno diagnosticarlo, e fronteggiarlo attraverso delle cure idonee.

L’omeopatia, offre diverse soluzioni contro la cervicalgia, con differenti rimedi pensati per le cause di tale disturbo che può essere provocato da fattori di diversa natura; cause psicosomatiche, di errata postura, traumi da sport, o esposizione alle correnti d’aria .

Una delle terapie deputate alla cura dei dolori cervicali, è l’Hypericum perforatum una pianta sempreverde (appartenente alla famiglia delle Clusiacee), le cui sommità fiorite hanno delle proprietà sedative. Tale soluzione, particolarmente indicata per traumi delle terminazioni nervose, può portare a un acutizzarsi del dolore, quando si sollevano le braccia. In caso si accusi tale sintomatologia, un rimedio particolarmente efficace, risulta quello di sdraiarsi sull’addome. L’iperico si assume tramite capsule o compresse al mattino.
Nel caso di dolori e tensioni alla nuca, causa di traumi e spasmi muscolari derivati da una cattiva postura (ad esempio durante l’attività lavorativa), è utile cautelarsi con un rimedio omeopatico, chiamato cimicifuga. Ottenuto dalla Tintura Madre dell’ Actea Racemosa, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, tale rimedio non garantisce subito un immediato sollievo, ma solitamente porta a dei risultati solo nell’arco di una o più settimane dal suo utilizzo, la quantità di rimedio omeopatico varia da individuo ad individuo, e cambia a seconda del tipo di preparato che si intende realizzare.
Nel caso in cui i sintomi degenerino in vera e propria artrosi cervicale, con fitte dolorose e vertigini , un rimedio particolarmente indicato è la Bryonia, una pianta erbacea perenne della famiglia delle Cucurbitaceae dalle cui radici fresche si ottiene uno dei maggiori policresti della medicina omeopatica. Tale pianta viene raccolta prima della fioritura e poi dinamizzata.Si consiglia la somministrazione di cinque gocce o tre granuli ogni ora, ma per una giusta posologia del farmaco è utile rivolgersi al vostro omeopata di fiducia.
Se accusate dolori cervicali dovuti a condizioni di umidità , la dulcamara farà sicuramente al caso vostro. Questo arbusto appartenente alla famiglia delle solanacee, noto per il sapore dolce e amaro della sue foglie è un ottimo rimedio contro la cervicalgia. Il dosaggio quotidiano è di venti gocce, da assumere tra le due o quattro volte al giorno, ma la frequenza di assunzione del farmaco può variare a seconda delle necessità del paziente. Il farmaco è altresi’ presente in compresse o granuli. Un’altro rimedio usato per la stessa sintomatologia di dolori cervicali legati all’umidità, è il Rhus Toxicodendron che deriva da un arbusto della famiglia delle Anarcadiacee. Tale prodotto omeopatico è particolarmente indicato per la cura del torcicollo, si consiglia l’assunzione di cinque granuli di Rhus Toxicodendron ogni due ore, anche se la posologia di somministrazione del farmaco varia a seconda della gravità dei dolori avvertiti dal paziente.

La visita medico sportiva

La visita medico sportiva è un certificato che attesta l’idoneità a svolgere una pratica sportiva ed è obbligatoria in Italia a livello agonistico, ma è comunque consigliata a chiunque voglia cominciare la pratica di uno sport, ovviamente anche se si tratta di un soggetto in età pediatrica.Injured man at the gym
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In linea generale consiste in una valutazione a 360 gradi dello stato di salute attraverso una semplice visita di controllo, confermata dal referto di un elettrocardiogramma sotto sforzo, una spirometria e un esame completo delle urine.
Solo determinate discipline richiedono esami più specifici e dettagliati.
A livello di normativa, la ‘visita medico sportiva’ per gli agonisti è tutelata dal D.M. del 18 febbraio 1982 e deve essere eseguita da un medico specializzato in ‘medicina dello sport’, regolarmente iscritto all’elenco regionale. In tutti gli altri casi è sufficiente il certificato rilasciato dal medico/pediatra di base.

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Anche se molte persone pensano che questo controllo sia solo un’inutile perdita di tempo, in realtà è un’ottima occasione per effettuare un check up completo ed approfondito della propria salute fisica. E’ bene infatti diffidare dei centri sportivi che non ne fanno richiesta e dei medici che bypassano il controllo e redigono semplicemente il certificato di idoneità.
Questa visita, obbligatoria solo in caso di agonismo, accerta la resistenza del fisico sotto sforzo ed è gratuita fino ai 18 anni dopo di che comporta un costo che varia dai 20 ai 50 euro, a seconda che venga effettuata presso una ASL (ticket) o presso uno studio privato.
Nella pratica concreta attraverso questa visita viene supervisionata la condizione fisica, vengono studiati eventuali sintomatologie, vengono verificati udito, pressione e vista. Poi viene confrontato il referto di un ECG a riposo con quello di un ECG sotto sforzo per testare la risposta del cuore. Tra gli esami di laboratorio generalmente vengono prescritti quello delle urine ed un prelievo endovenoso per controllare certi valori del sangue.
E’ possibile che venga effettuata anche una spirografia che fornisce informazioni sulla potenza e sulla portata dei polmoni, sia in fase di inspirazione che in fase di espirazione.
Un accurato controllo medico finalizzato alla pratica di uno sport sia a livello amatoriale che a livello agonistico riduce notevolmente il rischio di incidenti e di imprevisti. E’ giusto specificare che la visita medico sportiva non scongiura di per sè questi episodi, ma deve essere accompagnata da un giusto tipo di allenamento, da un sano regime alimentare e un corretto stile di vita.
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Dieta Dukan

La dieta Dukan è un regime alimentare iperproteico creato dallo stesso Dukan ed è costituito da quattro fasi (attacco, crociera, consolidamento e stabilizzazione), che sta raggiungendo un notevole successo in questo periodo, però, come la maggior parte di queste diete possiede dei vantaggi ma anche dei potenziali problemi.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] La prima fase è di attacco e consiste nell’assunzione esclusiva di proteine pure assimilabili da settantadue tipi di alimenti, dura tra i due e i sette giorni e porta a un’elevata perdita di peso. Durante la fase della crociera, il soggetto raggiunge il peso forma alternando proteine alimentari pure e proteine presenti in ventotto tipi di verdure.
La fase di consolidamento dura secondo i chili persi (se abbiamo perso otto chilogrammi, allora questa fase durerà ottanta giorni) e consiste nell’assunzione di formaggio, frutta, legumi, riso, patate e cibi integrali come la pasta, il pane eccetera; una volta a settimana occorre integrare della crusca e svolgere attività fisica. Per due giorni a settimana abbiamo menu libero.
Infine, la fase della stabilizzazione consiste nel tornare a un normale regime alimentare solo che per un giorno la settimana dobbiamo consumare proteine come durante la fase di attacco e, naturalmente, svolgere attività fisica.

I vantaggi riguardano sia il fatto che questa dieta permette un’effettiva perdita di peso; è chiara in quanto tutte le fasi sono esplicite sia nel comportamento da assumere e sia le tipologie di cibi da integrare; mangiamo fino alla sazietà e non dobbiamo pesare nessun cibo perché seguiamo una tabella alimentare ben precisa; assumiamo una ricca lista di cibi; un duraturo mantenimento del peso raggiunto. Inoltre, per avere maggiori informazioni sulle ricette da assumere durante la pratica della dieta Dukan, possiamo acquistare il libro o in alternativa cercare tra la rete tutte le ricette culinarie che fanno al caso nostro.

Tuttavia, la dieta Dukan presenta anche alcuni svantaggi, tra cui: non può essere eseguita da chiunque (sconsigliata per diabetici, chi soffre di problemi renali, cardiaci eccetera); occorre avere ottima salute; è una dieta sbilanciata perché non si assumono i carboidrati che sono degli elementi fondamentali per il nostro organismo, vitamine e Sali minerali. Vengono presi degli integratori che, tuttavia non possono essere paragonati alla qualità stessa delle vitamine assimilate dall’organismo durante i pasti.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]
In altre parole, possiamo andare incontro a seri problemi fisici e, seguendo questa dieta perdiamo si grasso ma anche massa muscolare. Proprio per quest’ultimo motivo, si consiglia un’attività fisica giornaliera con almeno mezz’ora di camminata.
Per avere maggiori informazioni, prima di seguire questa dieta Dukan, possiamo analizzare i vari siti internet che si occupano di questi argomenti; possiamo osservare le varie ricette preposte durante ogni singola fase di questo regime alimentare e, meglio analizzare sia i vantaggi e sia gli svantaggi che potrebbero verificarsi.
Terminando, è utile sapere che prima di intraprendere una dieta, occorre consultare il nostro dietologo in modo tale da scegliere quella più giusta per noi, in modo tale da non andare incontro a seri problemi. [author] [sws_related_post]

Dieta Vegana

La dieta vegana consiste in un regime alimentare caratterizzato dalla eliminazione di tutti i cibi di origine animale, quali:
carne
– insaccati
– uova
– latte e yogurt
– latticini
pesce
– miele e pappa reale

dieta vegana
[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Si differenzia da quella vegetariana che permette invece il consumo di: uova, latte e yogurt, latticini e miele.
Si tratta dunque di un tipo di alimentazione estremamente restrittivo, dove lo spettro dei cibi consentiti è molto limitato, e dove si possono facilmente instaurare varie carenze nutrizionali.

La scelta vegana deriva principalmente da un presupposto di natura etica: chi sceglie di non nutrirsi di alimenti d’origine animale manifesta un profondo rispetto per la vita, di qualsiasi essere, ed elimina dalla propria vita sia cibi, ma anche abiti, cosmetici o quant’altro sia dannoso per gli animali.
Sussiste anche un presupposto di natura salutistica in quanto lo stile di vita vegana è accompagnato da scelte non solo nutrizionistiche, ma implica anche una costante attività sportiva, l’eliminazione del fumo, un regolare ritmo sonno-veglia; tutti fattori che favoriscono il benessere dell’organismo.
Inoltre, essendo gli alimenti di origine vegetale meno appetibili rispetto a quelli di origine animale, i vegani riescono molto facilmente a mantenere il proprio peso corporeo entro valori ottimali.

Ci sono varie tipologie di vegani, e precisamente:
* granivori: si nutrono principalmente di cereali
* frugiferi: si nutrono principalmente di frutta
* crudisti: consumano principalmente verdure crude
* misti: si cibano di tutti gli alimenti consentiti

ALIMENTI CONSENTITI

Il problema principale della dieta vegana è rappresentato dal fatto di assicurare un apporto equilibrato di nutrienti.

* PROTEINE
Essendo eliminate le proteine di origine animale (presenti in: carne, pesce, uova e latte), i vegani devono sostituirle con quelle di origine vegetale, presenti nei legumi, nei cereali, nel germe di grano.
Sono consentiti quindi:
– tutti i tipi di cereali (riso, orzo, miglio, farro, kamut, avena, segale)
– tutti i tipi di legumi (fagioli, piselli, fave, lenticchie ceci)
– latte di soya
– germe di grano (il seitan è un alimento a base di germe di grano, molto ricco di proteine)
– soya (sotto forma disidratata da cucinare con l’aggiunta di acqua oppure come tofu, un formaggio a base di latte di soya, molto proteico)
– lecitina di soya

* CARBOIDRATI
E’ raccomandato il consumo di prodotti non raffinati (come lo zucchero di canna), di sciroppo d’acero, di malto di riso e di succo d’agave.
E’ preferibile utilizzare pane integrale a lievitazione naturale, pasta e riso integrali.

* LIPIDI
Sono consentiti unicamente grassi vegetali, come: olio di oliva (meglio di quello di semi), possibilmente ottenuto con ”spremitura a freddo”.
Come condimenti non grassi vengono consigliati: spezie, erbe aromatiche, aceto di mele (preferibile a quello di vino), alghe alimentari, salsa di soya, burro di sesamo.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]

* VITAMINE E SALI MINERALI
E’ consentita l’assunzione di ogni tipo di verdura e di frutta, fonti di vitamine e di sali minerali.
Le verdure (crude o cotte) possono essere insaporite con sale marino non raffinato, con zenzero o con spezie e con scaglie di lievito naturale.
Molto raccomandati sono tutti i tipi di germogli, soprattutto quelli di soya.

Sono da evitare: prodotti ricchi di glutammato, prodotti idrogenati. prodotti raffinati, alcolici, caffè (da sostituire con caffè d’orzo), the (consentito unicamente quello verde). [author] [sws_related_post]

La dieta Metabolica

La dieta metabolica, inventata dal biologo canadese (ma di origini italiane) Mauro di Pasquale, garantisce la perdita di una gran quantità di peso corporeo (si parla anche dieci chili in due settimane) che non si riacquisterà mai più. Ma funziona davvero?

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Questo regime alimentare si basa sullo stesso principio su cui è fondata la dieta iperproteica: chi lo segue, infatti, assume pochi carboidrati ma molti grassi e proteine. In questo modo l’organismo umano, privato del necessario apporto di carboidrati, onde produrre l’energia necessaria alle funzioni vitali, comincia a smaltire le proteine contenute nei grassi in eccesso. In questo modo il corpo perde rapidamente una gran quantità di lipidi, snellendosi in maniera piuttosto evidente.
La dieta metabolica è divisa in due momenti: il primo consiste in un periodo di prova della durata di circa un mese. Questa fase, a sua volta, si divide in due parti distinte: la prima viene detta fase di “scarico”, la seconda di “carico”. Durante la prima fase (che dura poco meno di due settimane), il soggetto consuma molti grassi e pochi carboidrati. Nella seconda (della durata di un paio di giorni) bisogna invece ricominciare ad assumere i carboidrati e, di conseguenza, eliminare i grassi.
Il secondo momento della dieta si divide nelle stesse identiche fasi (“scarico” e “carico”), ma con tempi diversi: la fase di “scarico”, infatti, durerà soltanto cinque giorni, mentre resterà invariata quella di “carico”. A questo punto, il soggetto a dieta comincerà ad alternare le due fasi fino a raggiungere il peso-forma desiderato.
Il pregio di questa dieta è che mantiene ciò che promette: il metabolismo si velocizza e la persona perde peso in poco tempo e sente sempre meno fame. In molti forum dedicati si magnificano gli effetti che questo tipo di alimentazione ha rapidamente sul corpo di chi decide di intraprenderlo: c’è chi ha cominciato da qualche giorno ed ha già perso un paio di chili o chi è nelle fasi più avanzate e giura di non aver ripreso un etto. Insomma, non saranno i dieci chili in due settimane annunciati (obiettivo effettivamente difficile da raggiungere), ma la perdita di peso è comunque importante.
Nonostante questo, però, anche la dieta metabolica (così come ogni regime alimentare fortemente “squilibrato”) è stata aspramente criticata, sia da esperti del settore, sia da persone che l’hanno provata in prima persona.
Il dietologo Alberto Calvieri scrive nel suo blog che l’apporto di una quantità ridotta di carboidrati nella fase di “scarico” sarebbe molto al di sotto da quella richiesta dal corpo umano, il quale si ritroverà a bruciare tutto il glicogeno disponibile, riducendo conseguentemente le quantità di sali minerali, vitamine e fibre presenti nel corpo umano, da cui il pericolo di “insorgenza di stitichezza con tutti i problemi che ne possono derivare”. La scarsità di carboidrati, inoltre, oltre a “ridurre decisamente il senso di fame”, determina la comparsa di “stanchezza, nausea, vomito, vertigini, instabilità emotiva, ansia, cefalea”, fino ad arrivare, solo nei casi più gravi, al “coma metabolico”. Questa dieta provocherebbe danni anche all’attività sportiva (che ne risentirebbe anche se non praticata a livello agonistico) e comporterebbe un incremento di colesterolo e trigliceridi.[sws_related_postright showpost=”3″] [/sws_related_postright]
Insomma, per il dottor Calvieri la dieta metabolica del dottor Di Pasquale non seguirebbe “le moderne acquisizioni della Scienza dell’Alimentazione in termini di risposta metabolica e salute per l’organismo”, e sarebbe quindi essenzialmente dannosa. Il suo successo deriverebbe dunque soltanto dalla rapidità dei suoi effetti.
Per tutti questi motivi gli esperti consigliano vivamente di consultare il proprio medico di fiducia prima di intraprendere un regime alimentare del genere, e comunque di lasciarlo perdere se si desiderano perdere solo pochi chili. [author] [sws_related_post]

Il Peso forma, cos’è e come calcolarlo

Il peso forma, non è altro che semplicemente il peso ideale relativo alle rispettive caratteristiche personali.
L’età, il sesso, l’altezza, il tipo di allenamento: sono numerosi i fattori che influenzano il peso forma di una persona.Uno dei modi utilizzati più frequentemente per conoscere il proprio peso forma, consiste nel calcolo dell’indice del Body Mass Index (BMI), ovvero Indice di Massa Corporea.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Non c’è certamente bisogno di uno specialista per eseguire questa semplicissima operazione: è sufficiente dividere il proprio peso, espresso in chilogrammi, per l’altezza elevata al quadrato, espressa in metri. Il coefficiente ottenuto andrà confrontato con un’opportuna tabella secondo la quale se il valore calcolato oscilla tra 20 e 24,99 allora si è nella categoria “normopeso”.

Valori compresi tra 25 e 29,99 si è in presenza di un leggero sovrappeso. Per valori superiori a 30 si parla di obesità. Nel caso invece in cui l’IMC calcolato sia inferiore a 19,99, il soggetto è sottopeso.

Questo tipo di calcolo presenta però dei limiti evidenti, non andando a considerare la quantità di massa grassa e di massa magra.
Ad esempio un soggetto ben allenato e con una muscolatura tonica e ben sviluppata, a parità di condizioni, avrà un peso molto maggiore di un individuo non allenato. In questo caso l’indice di massa corporea potrebbe classificare il soggetto nella categoria sovrappeso, quando in realtà si caratterizzano per una massa grassa estremamente ridotta.

Altra formula molto utilizzata è quella di Lorenz, che tuttavia non considera tra le sue variabili l’età o la struttura muscolare del soggetto. Il peso ideale per una donna si calcola eseguendo la seguente operazione matematica: dalla propria altezza in centimetri bisogna sottrarre cento e al risultato occorre sottrarre la semidifferenza dell’altezza meno centocinquanta.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]
Ad esempio ad una persona alta 175 cm il peso si calcolerà come: (175-100)-[(175-150)/2]= 62,5 kg.
Per gli uomini al denominatore non c’è più il fattore 2, ma il fattore 4. Ad esempio per un uomo alto 175 cm il calcolo si esegue come: (175-100) – [(175-150)/4]= 68,5 kg.
Ovviamente se il proprio peso, in entrambi i metodi di calcolo, è di molto maggiore rispetto a quello ideale, sarà necessario intervenire apportando delle variazioni alla propria alimentazione e più in generale al proprio stile di vita. [author] [sws_related_post]

Esercizi per dimagrire, l’importanza di tenersi in forma

Non si tratta di una sola questione estetica, ma di un corretto stile di vita. E’ scientificamente provato infatti, che l’aspettativa di vita sia inversamente proporzionale al proprio girovita. Per poter restare sempre in forma è fondamentale non solo controllare la propria dieta, ma anche praticare almeno tre volte a settimana attività sportiva.

I cardiologi di tutto il mondo consigliano di preferire l’attività aerobica a quella anaerobica.

esercizi dimagrire

[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Questo significa che piuttosto che andare in palestra a fare sollevamento pesi, è preferibile fare una passeggiata, camminando con un’andatura piuttosto rapida per almeno trenta o quaranta minuti al giorno.
L’esercizio che probabilmente è più efficace per poter perdere peso è la corsa: l’attività aerobica per eccellenza, consigliata dai cardiologi, soprattutto se praticata a livelli non agonistici, che permette di apportare notevoli benefici al proprio cuore oltre che al girovita. Bastano tra i venti o trenta minuti per due o tre volte a settimana per ottenere degli effetti nel giro di pochi mesi. Non bisogna infatti illudersi che dimagrire sia un processo facile. Anzi, richiede molta pazienza, perseveranza e spirito di sacrificio, ma i risultati sono garantiti.
Ci sono inoltre anche degli esercizi, che, uniti alla corsa, possono permettere di dare tonicità alla propria muscolatura.[sws_related_postright showpost=”3″] [/sws_related_postright]
Per poter lavorare infatti sui fianchi è possibile fare delle semplici torsioni. Seduti su uno sgabello, prendiamo una mazza, la poggiamo delicatamente sulla nuca e cominciamo a ruotare completamente il bacino prima verso destra, poi verso sinistra, ripetendo questo movimento per almeno cento volte, sempre curando la respirazione.
Per non trascurare il proprio addome inoltre basta semplicemente stendersi a terra ed eseguire i classici “crunch”: stesi al suolo con la pancia rivolta verso l’alto e le mani dietro la nuca, cerchiamo di sollevare il petto leggermente, senza mai muovere il bacino dal pavimento. Il movimento va ripetuto almeno dieci o quindici volte per tre ripetizioni.
Infine non vanno trascurate braccia, spalle e dorsali, per cui possiamo eseguire delle semplici flessioni. Stesi a terra con la pancia verso il basso, evitando di inarcare il busto e la schiena, cerchiamo di sollevarci dal pavimento con la sola forza delle braccia.

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Weight lifting

Tradotto in italiano Weight Lifting (WL) significa pesistica ed individua una disciplina sportiva che fa parte della storia dello sport fin dai suoi albori.

weightlifting[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] La pesistica consiste nel sollevamento di un peso/bilanciere che deve essere sorretto sopra la testa. Le tecniche per effettuare questo esercizio sono due: il clean and jerk o slancio e lo snatch o strappo. La pesistica, inoltre, sviluppa forza massia, forza dinamica massima e forza esplosiva.
Nonostante, agli occhi dei meno esperti, questa possa sembrare una disciplina esclusivamente basata sulla forza, in realtà c’è l’apprendimento di una vera e propria tecnica dietro l’esecuzione di questo “semplice” gesto.
Gli atleti che si dilettano nel weight lifting sollevano masse tre volte superiori al proprio peso corporeo e non solo grazie alla forza e alla potenza, ma anche come risultato di un costante allenamento che mira ad affinare la coordinazione dei movimenti.
Anche se può sembrare strano l’allenamento di WL spesso viene usato perchè propedeutico alla preparazione di altre discipline sportive. Con il sollevamento pesi si sviluppa la forza, la coordinazione muscolare, il controllo neuro-motorio, la postura e la mobilità. L’esecuzione di tale allenamento affina movimenti e abilità necessarie ad esempio nella pallavolo (schiaccaita), nell’atletica (pallavolo), nella lotta (souplesse) e aiuta a migliorarsi in termini di rendimento.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]
Per iniziare questo sport è necessario affidarsi ad allenatori competenti che conoscano la tecnica in maniera specifica e che predispongano una tabella di esercizio graduale. Per arrivare al gesto finale dell’alzata, bisogna quindi dedicare molte ore all’apprendimento e agli esercizi ausiliari che compongono il plateale gesto finale. [author] [sws_related_post]