Come curare il raffreddore in un giorno

Quel piccolo fastidio di stagione chiamato raffreddore

Inizio di un’evoluzione più acuta, spesso determinata da virus e focolai batterici, oppure piccolo fenomeno legato alla stagionalità, il raffreddore è comunque un malanno non troppo debilitante ma a modo suo fastidioso.
Fazzoletti usa e getta sempre in mano, starnuti ripetuti, senso di affaticamento alle tempie, prurito nella zona della columella, la base del setto nasale proprio al centro delle due narici, a volte emicrania, sono tutti sintomi i quali, in assenza di tosse e febbre, significano una sola cosa: raffreddore, o, in termini strettamente medici, rinofaringite.
Solitamente il disturbo è causato da virus i quali difficilmente aggrediscono zone più interne della faringe, sino alle prime vie bronchiali, generalmente creano il loro focolaio di presenza proprio nei condotti aerei delle vie nasali causando i fenomeni e sintomi classici.
Nelle rinofaringiti più acute la sintomatologia può anche promulgarsi sino ai bronchi, coinvolgendo tutto il cavo nasale, la gola, determinando febbri da virus, quindi solitamente con picchi improvvisi e decorsi altalenanti, tossi e mal di gola acuto.
Per evitare tutto ciò, ai primi sintomi del raffreddore, occorre iniziare una strategia curativa con determinazione, aggredendo il virus anche senza farmaci.
Proprio per la loro essenza, il virus non è sensibile all’impiego di antibiotici che troppo spesso vengono somministrati dai medici di base a pazienti già alle prime fasi di manifestazione dei sintomi.
Se aggredito da subito, il raffreddore può essere gestito con i rimedi naturali, le nonne del millennio scorso ne sapevano molto più di tanti medici e le generazioni oggi adulte ben ricordano con quanta meticolosità intervenivano in soccorso di nipotini raffreddati.

I rimedi naturali sono un’importante strategia nelle prime fasi del raffreddore

Un’autodiagnosi precoce permette di focalizzare l’attenzione sui sintomi.
Riconoscendo la classica sintomatologia del raffreddore una prima strategia d’intervento naturale è rivolta su due distinti fronti: lenire il disagio e le nevralgie, l’eventuale febbre, il senso di bruciore nella gola e rinforzare il sistema immunitario.
Soprattutto nei raffreddori d’autunno, campanelli d’allarme stagionali rivolti all’imminente periodo freddo nel quale influenze endemiche e malattie stagionali d’origine batterica saranno all’ordine del giorno, il rinforzo vitaminico dell’organismo è una fonte di benessere e prevenzione.
Spremute d’arancia il mattino, frullati contenenti mele, agrumi, kiwi, banane e zuccheri naturali, sono il carburante necessario all’organismo per affrontare il periodo dei raffreddori rinforzato grazie agli apporti vitaminici.
Se è vero che la vitamina C, l’acido ascorbico, è un’ottima tutela stimolatrice del sistema immunitario, è anche vero che le vitamine nel loro complesso sono importanti congiuntamente. Ognuna di essa apporta benefici, globalmente sono un ‘piccolo esercito’ naturale pronto a prevenire e all’occorrenza coadiuvare l’organismo nella ripresa organica contro i rhinovirus, inoltre, hanno il potere di dare sollievo al cavo orale arrossato e infiammato fluidificando il muco nelle prime vie respiratorie.

Oltre i frullati e le spremute: i suffumigi

Se frullati e spremute sono il sollievo del mattino, ripetibili però anche durante la giornata, senza eccedere però in eccessivi apporti squilibrati di vitamine, la tecnica del suffumigio è antica e sempre efficace, un prototipo ante-litteram degli aerosol, balsamica e rinvigorente, indispensabile per espellere muco e sfiammare la gola.
Dopo avere portato a bollitura una pentola d’acqua, immergete nell’acqua calda erbe medicali e balsamiche (salvia, rosmarino) con alcun gocce di oli essenziali balsamici.
Create una sorta di campana con un telo pulito sotto alla quale respirerete i fumi, cercando di trovare la temperatura per voi ideale: all’inzio sarà difficile rimanere troppo tempo vicino all’acqua ancora bollente, respirando e rilassandosi grazie agli effluvi balsamici dei fumi.
Questo trattamento è antico ed efficace: sfiamma la gola, accelera l’espulsione del muco bronchiale, grazie al sudore aiuta ad espellere tossine dalla cute stimolando l’organismo ad una veloce auto-immunità.

Afte in bocca, cosa c’è da sapere

Che cosa sono le afte?

Le afte sono delle piccole ulcere, che riguardano la mucosa orale.
Queste piaghe sono di carattere non contagioso e sono assolutamente begnigne. Queste lesioni compaiono nella parte interna della bocca, delle labbra, delle guance e della gola. Talvolta si manifestano anche sulla lingua.
Le afte sono delle ferite poco profonde, che sono circondate da un alone di colore rosso. Nei giorni successivi alla loro comparsa, su quell’alone solitamente compare una bolla o una vescicola. Quando si avverte più dolore, inoltre, significa che la bolla si è trasformata in un’ulcera aperta, molto infiammabile e infettata.
Queste piaghe hanno poi un diametro che va dai 2 ai 5 millimetri e possono comparire singolarmente, oppure in gruppo.
Le ulcere della bocca sono molto differenti dalle vesciche che hanno come causa principale la febbre. Queste ultime sono delle lesioni molto contagiose, che spesso sono state originate dal virus dell’herpes simplex.

Quando compaiono?

E’ raro che le afte compaiano nel periodo infantile. Di solito queste lesioni sono molto comuni negli adolescenti, colpiscono soprattutto le donne e si presentano in un’età compresa tra i 20 e i 50 anni.
E’ curioso sapere che queste ulcere capitano in misura minore a chi fuma, in quanto, secondo alcuni studiosi, la nicotina deve avere qualche proprietà che non permette l’insorgere delle infezioni.

Quali sono i sintomi?

I sintomi più comuni di un’afta sono: bruciore, prurito, e un fastidioso formicolio. La comparsa delle afte può anche essere accompagnata da un rigonfiamento dei linfonodi vicini.

Quali sono le cause?

Le cause delle ulcere della bocca sono molteplici. Innanzitutto queste lesioni possono comparire in presenza di un sistema immunitario debilitato. Queste piaghe si manifestano a volte dopo un intervento odontoiatrico e possono essere anche la conseguenza di uno squilibrio ormonale concomitante al periodo delle mestruazioni.
Pure i cambiamenti nella flora dell’intestino, lo stress, la stanchezza e lo spazzolamento troppo forte dei denti causano le afte.
In alcuni casi queste ultime si presentano, poi, dopo aver usato dei prodotti per l’igiene della bocca che contengono sodio lauril solfato, per un’allergia ai batteri del nostro cavo orale, per una mancanza di alcune sostanze, come la vitamina B-12, il ferro e lo zinco, e se un individuo soffre di alcune intolleranze nei confronti del cioccolato, del caffè, delle fragole, delle uova e dell’ananas.
Inoltre certe malattie favoriscono la comparsa delle afte. Stiamo parlando ad esempio delle infiammazioni croniche che colpiscono l’intestino, della malattia di Behcet e dell’AIDS, che causa una soppressione del nostro sistema immunitario.

Che rimedi sono efficaci?

Queste formazioni ulcerose della bocca scompaiono da sole nel giro di una o al massimo due settimane, quindi delle volte non è necessario usare alcun tipo di farmaco. Per favorire la guarigione delle afte ci sono comunque diversi rimedi naturali. Si può ad esempio diluire un pò di sale in un bicchiere d’aqua e fare dei risciacqui nella parte in cui c’è la lesione per tre volte alla settimana. E’ possibile anche applicare un pò di bicarbonato di sodio sull’afta e dopo risciacquare con acqua fredda, stando attenti a non sfregare sulla ferita.
Altri rimedi naturali consistono dunque nell’applicare una bustina di tè bagnata sulla bolla, oppure nel prendere un batuffolo di cotone imbevuto con l’acqua ossigenata e metterlo sull’afta per tre volte al giorno.
Il ghiaccio e i colluttori sono consigliati, perchè hanno quindi il potere di alleviare il dolore causato dalle piaghe della bocca.
Le afte possono scomparire, applicando su di esse per due vole al giorno pure un pochino di yogurt o di idrossido di magnesio.
Per accellerare la guarigione sono consigliati anche alcuni farmaci in compresse, come il Benactiv gola e le caramelle Benagol.

Brufoli sul mento, solo colpa del ciclo?

 

I brufoli sul mento colpiscono donne di qualsiasi età, non solo le adolescenti. Questo inestetismo cutaneo crea disagio perché appare su una parte del viso subito visibile. Compare con maggiori frequenza in concomitanza dell’ovulazione e del ciclo mestruale aggiungendo malessere a malessere. Nelle forme più virulente, i brufoli provocano anche dolore.

Le cause dei brufoli sul mento

Una delle cause principali dei brufoli sul mento è la cd. “fluttuazione ormonale”. Gli ormoni regolano il ciclo femminile e nella fase iniziale producono più estrogeni e progesterone. Questo innalzamento ormonale si manifesta con ritenzione idrica e gonfiore, tipiche del periodo premestruale e mestruale. Per ritrovare il suo equilibrio, il corpo produce più testosterone. Maggior testosterone porta all’aumento di sebo. Le secrezioni delle ghiandole sebacee unite alle cellule morte e alla sporcizia che si deposita ogni giorno sulla pelle causano l’otturazione dei bulbi piliferi. Il risultato è la formazione di brufoletti e punti neri sul mento. Questo processo è assolutamente individuale e soggettivo: non colpisce tutte le donne allo stesso modo. Alcune vedono spuntare gli odiosi inestetismi 7-10 giorni prima del ciclo, altre vedono i capelli più grassi, altre ancora sono maggiormente irritabili. Le donne più fortunate avvertono solo un’aumentata sudorazione.

La fluttuazione ormonale si manifesta con il ciclo, ma anche durante la gravidanza e durante la delicata fase della premenopausa. Finite le mestruazioni la situazione si normalizza.

Esistono anche altri fattori per i brufoli sul mento: una pelle grassa, una predisposizione genetica, intolleranze a cosmetici o l’uso prolungato di farmaci, periodi di forte stress e una dieta alimentare squilibrata.

I rimedi naturali per i brufoli sul mento

La famosa dermatologa Renée Rouleau, grazie a un’esperienza lunga 25 anni, ha capito che bisogna puntare sulla prevenzione e su prodotti specifici per ognuno dei 9 tipi di pelle delle donne. La prevenzione inizia a tavola: 2 litri di acqua al giorno, verdura, frutta e alimenti con Omega 3 e 6 come il pesce e la frutta secca, pochi grassi e zuccheri. La parola d’ordine è un’alimentazione sana ed equilibrata.

Il passo successivo è praticare una “skincare routine” nei 7 giorni che precedono il ciclo usando prodotti antibatterici e lenitivi. Vediamo alcune soluzioni.

L’acido salicilico è perfetto per aiutare l’eliminazione dei batteri e dei residui di sporcizia che formano non solo i brufoli, ma anche i punti neri. Detergenti, sieri e maschere a base di acido salicilico sono un cura costante, ma vanno applicati solo nelle zone con brufoli perché l’acido salicilico tende a seccare la pelle.

L’argilla arricchita in eucalipto è un’ottima maschera purificante da applicare nelle zone a rischio (mento, collo e naso). Restringe i pori e non rende arida la pelle.

Il Tea Tree Oil si può applicare prima e durante le mestruazioni in modo da limitare il più possibile la comparsa dei brufoli sul mento. Si puo’ utilizzare da solo su un batuffolo imbevuto da passare sui brufoli o mescolato al tonico quotidiano in modo da creare un film protettivo sulla pelle per 24 ore.

L’Aceto di sidro di mela è ottimo per la prevenzione. Una settimana prima delle mestruazioni, passate sul viso un dischetto di cotone bagnato con l’aceto di sidro di mele. Lasciate asciugare e applicate un olio leggero. L’Aceto aiuta a conservare il manto acido della pelle che prima del ciclo tende a rompersi diventando terreno fertile per i brufoli.

Tra i consigli, quello di non stuzzicare o spremere i brufoli sul mento perché il pus dà luogo a infezioni e soprattutto recidive. Se i brufoli sul mento sono grossi e dolorosi è preferibile utilizzare creme specifiche a base di cortisone o antibiotici.

Questi sono suggerimenti utili, ma per approfondire problematiche più serie è opportuno rivolgersi al dermatologo o al ginecologo di fiducia che prescriveranno un tratamento specifico.

Occhi gonfi e prurito al mattino

Gli occhi gonfi al mattino rappresentano un disturbo molto diffuso che incide sulla salute e sull’estetica del viso.

Sono molti i fattori che possono incidere negativamente sulla salute degli occhi al risveglio, principalmente la posizione assunta mentre si dorme e l’entità del riposo.

Dormire con almeno un cuscino a sorreggere la nuca è, ad esempio, un ottimo metodo per evitare un accumulo eccessivo di liquidi al di sotto degli occhi. Inoltre dormire minimo sette ore per notte aiuta a scongiurare la comparsa di occhiaie e gonfiore.

Quando si riposa poco e male i vasi sanguigni posti al di sotto degli occhi tendono infatti a dilatarsi. Anche consumare pasti ricchi di sodio o bere una gran quantità di bevande alcoliche prima di mettersi a letto figurano tra le cause degli occhi gonfi. In questi casi la regola d’oro è bere tanta acqua al mattino in modo taleda mantenere la pelle idratata.
Altre possibili cause possono essere rappresentate da allergie, pressione sanguigna elevata, ritenzione idrica, dermatite e reazione allergiche ai farmaci.

A prescindere dal motivo alla base degli occhi gonfi esistono una serie di trattamenti mirati per attenuare o eliminare definitivamente il disturbo.
Il primo accorgimento da seguire consiste nel bere molta acqua nel corso dell’intera giornata, evitando bevande gassate, zuccherate o alcoliche.
Tra i rimedi più diffusi e forse più conosciuti c’è poi da annoverare l’applicazione di fettine di cetriolo fresco direttamente sulle palpebre per circa venti minuti. In alternative è possibile utilizzare delle fette di patate fredde o un paio di bustine da té o camomilla già utilizzate. In entrambi i casi queste particolari tipologie di ortaggi o le bustine di infusi tendono ad assorbire i liquidi in eccesso stipati nel contorno occhi, contribuendo così a diminuirne il gonfiore.
La soluzione più semplice per scongiurare la comparsa di gonfiore e prurito nella zona oculare è senza dubbio riposare tra le sette e le otto ore a notte.

Un riposo notturno adeguato e corretto è un aspetto imprescindibile se si desidera curare la salute dei propri occhi.

Inoltre, come anticipato in precedenza, riposare appoggiando la nuca su un comodo cuscino evita l’accumulo di liquidi nella zona oculare. In presenza di dolori e fastidi alla schiena è però consigliabile evitare questo tipo di soluzione e chiedere consiglio al proprio medico.
Uno straordinario aiuto arriva poi anche dai prodotti cosmetici. Per contrastare il gonfiore agli occhi è possibile utilizzare creme a base di aloe vera, vitamine ed estratti di erbe.

E’ ovviamente sempre opportuno accertarsi che tali prodotti siano assolutamente privi di elementi chimici e nocivi per la pelle. In questo caso il problema andrebbe solo a peggiorare.

cellulite rimedi naturali efficaci

 

La cellulite rappresenta un bel problema oggi, visti i problemi di alimentazione e di uno stile di vita poco sano.

Come, però, combattere la cellulite senza far uso di farmaci?

Innanzitutto occorre impostare una dieta sana seguita da uno stile di vita sano.
Bisogna fare esercizio per eliminare l’acqua di troppo ed evitare che altri grassi si accumulino.
Vengono spesso consigliati dei massaggi, in modo da stimolare il metabolismo nelle zone colpite dalla cellulite.
Altre volte si può far uso di getti d’acqua fredda e calda. La loro azione sulle zone colpite della cellulite sarà quella di riattivarne la circolazione sanguigna. Alternando 30 secondi di acqua fredda a 30 secondi di acqua calda si noterà un miglioramento in poco tempo.
Anche i bagni a base di sale possono aiutare. Il sale, difatti, stimola la l’idrolisi dei lipidi. E aggiungendo ai bagni delle erbe con l’effetto snellente si riuscirà a raggiungere un risultato molto migliore. Basteranno 50 grammi di sale grosso e 30 grammi di alga fucus in polvere ogni volta 2-3 volte a settimana e, mantenendo uno sano stile di vita, si riuscirà a vedere il miglioramento.

Una buona via d’uscita dal problema potrebbe essere rappresentata dagli scrub anticellulite, in grado di combattere la cellulite in quando l’esfoliazione delle cellule morte favorisce la rinascita cellulare, il che a sua volta dona alla cute un aspetto più compatto e liscio. Come è stato dimostrato da alcuni studi, i migliori scrub svolti in funzione anticellulite sono quelli svolti a base di sale. Questi, inoltre, aiutano a eliminare l’acqua e le varie tossine. Anche in questo caso al sale è possibile aggiungere estratti di piante oppure oli essenziali contro la cellulite, in modo da raggiungere un’azione anti-cellulite migliore. I componenti per uno scrub anti-cellulite ideale sono: 2 cucchiai di sale integrale uniti a 5 cucchiai di sale del Mar Morto, a cui vanno aggiunti 7 cucchiaini di olio d’oliva e 15 cucchiai di succo di limone. Alla miscela è possibile aggiungere 10 gocce dell’olio di menta e 10 cucchiai dell’olio di rosmarino. Gli oli essenziali e il succo di limone vanno aggiunti per ultimi, mentre i sali sono da mischiarsi per primi. Questo scrub può essere utilizzato anche sotto la doccia, direttamente sulla cute bagnata, ma non più di una volta a settimana.

Anche i massaggi anti-cellulite possono essere effettuati utilizzando la stessa miscela degli scrub. I massaggi devono essere svolti da un’altra persona, preferibilmente forte, in grado di stimolare la circolazione della linfa e del sangue nelle zone indicate. Agli oli vegetali indicati prima si può aggiungere anche il gel d’aloe e la polvere della buccia dell’arancia, in grado di tonificare e idratare i tessuti cutanei. Inoltre si consiglia di effettuare i massaggi prevalentemente di sera.

Alcuni alimenti, come il tè verde, hanno un effetto dimagrante. Per questo si consiglia di berlo molto per stimolare la diuresi ed eliminare l’acqua di troppo.

Un discorso simile vale anche per la frutta fresca. Durante le stagioni calde si consiglia di mangiare molti piatti primi a base liquida, come le zuppe. A queste possono venire aggiunte le verdure fresche, in grado di stimolare il metabolismo. Alcuni medici consigliano di bere anche il caffè, in quanto l’azione dimagrante della caffeina è stata già oggetto di molteplici studi che ne hanno dimostrato la validità. Tuttavia non bisogna mai esagerare con gli zuccheri, in quanto stimolano la deposizione dei lipidi.

Acqua e limone per dimagrire

Quando si vuole perdere peso, il connubio di acqua e limone può rappresentare un valido aiuto.

Secondo diverse ricerche scientifiche, infatti, alcune sostanze presenti in questi agrumi aiutano a dimagrire.

Uno studio pubblicato nel 2008 sul Journal of Clinical Biochemistry and Nutrition ha dimostrato che i polifenoli che si trovano soprattutto nella buccia, ma anche nel succo di limone, possono aiutare a stimolare il fegato a bruciare i grassi. Tali composti vegetali, che agiscono anche come antiossidanti, sono quindi in grado di prevenire l’aumento di peso e l’accumulo di grasso corporeo.

È, altresì, dimostrato che anche la vitamina C presente nel succo di limone può aiutare il corpo a bruciare più grassi.

Secondo un articolo pubblicato nel 2005 sul Journal of the American College of Nutrition, un’adeguata assunzione di vitamina C aiuta il corpo a bruciare il 30% di grasso durante l’esercizio fisico. Inoltre, i ricercatori hanno stabilito che le persone in sovrappeso hanno solitamente una carenza di questa vitamina. Un motivo in più per consumare frutta ricca di benefici alimenti nutritivi. È bene ricordare che il fabbisogno giornaliero di vitamina C è di 75-90 milligrammi e che il succo di un limone ne contiene 18 milligrammi.
Inoltre, i limoni contengono pectina, un enzima che dona una sensazione di pienezza, e sono in grado di accelerare il metabolismo.

I vantaggi provenienti dal limone possono essere associati a quelli insiti nell’acqua. Quando si vuole dimagrire, aggiungere più liquidi naturali alla dieta può essere molto utile. Secondo uno studio del 2010 pubblicato sulla rivista Obesity, bere due bicchieri d’acqua prima di ogni pasto aiuta gli individui a dieta, in sovrappeso o obesi, a raggiungere una perdita di peso maggiore rispetto a coloro che seguono il solo regime alimentare controllato. I ricercatori sono giunti alla conclusione che l’acqua ha il merito di riempire più velocemente lo stomaco, così da consentire di bloccare i morsi della fame e di mangiare meno. La mancanza di sapore dell’acqua può essere, però, un freno a questa ottima abitudine giornaliera. L’aggiunta di limone, invece, può incoraggiare a bere di più, portando un concreto beneficio in termini di perdita di peso.

A questo proposito, è bene sottolineare che, ai fini del dimagrimento, tutte le calorie hanno un valore. Il succo di un limone regala 11 calorie: se si spreme mezzo limone in 2 tazze di acqua si può ottenere una bevanda con sole 5,5 calorie. Per ogni limone che si spreme, inoltre, si ricava il 20-25% delle necessità quotidiane di vitamina C. Si potrebbe essere tentati di aggiungere un dolcificante per trasformare l’acqua e limone in un tipo di limonata, ma aggiungendo 1 cucchiaio di zucchero il numero di calorie sale fino a 45; e il miele non è affatto meglio in quanto aggiunge 64 calorie per cucchiaio. Per mantenere le calorie sotto controllo, quindi, è meglio assumere bevande semplici, con solo acqua e limoni.

L’unione tra limone e acqua naturale, inoltre, non ha solo benefici sul controllo del peso. La bevanda così preparata ha, infatti, proprietà antisettiche, disintossicanti, antibatteriche, tonificanti, purificanti ed idratanti; facilita la digestione, combatte l’anemia, favorisce la diuresi, riequilibra i livelli di pH, previene la stipsi e migliora la risposta del sistema immunitario. Grazie alla presenza di calcio, potassio e magnesio, infine, dona i sali minerali indispensabili al benessere psicofisico. Possiamo concludere dicendo a giusta ragione che acqua e limone fanno bene alla salute e possono aiutare a dimagrire. Tuttavia, ai fini di una corretta perdita di peso è indispensabile seguire una dieta sana e bilanciata e bruciare quante più calorie possibile.

mal di denti rimedi naturali

Mal di denti: fastidio insopportabile.

Talvolta, il mal di denti può rivelarsi talmente forte ed insopportabilmente fastidioso da richiedere il sussidio e l’utilizzo di alcuni rimedi, anche di origine naturale. Non è affatto detto infatti che questa fastidiosa infiammazione debba essere curata e trattata mediante l’uso esclusivo di sostenze medicinali.
Esistono a tal proposito soluzioni interamente naturali, in grado di sfruttare e di ottimizzare al meglio i principi attivi di alcuni vegetali e ortaggi per placare il dolore, donando sollievo a chi suo malgrado è costretto a sopportarlo.

Ma quali sono questi rimedi?

Come in precedenza accennato, esistono in natura alcune soluzioni in grado di mitigare e di calmare, seppur in maniera momentanea, un dolore che per tanti reppresenta una lancinante sofferenza.
– il limone, antisettico per eccellenza, sembra possegga dei buoni riscontri nel combattere questo male. E’consigliabile in questo caso mescolarlo al sale grosso ed all’acqua, ripetendo più volte i gargarismi mediante tale medicamentoso miscuglio. Il risultato sarà un immediato e rilassante sollievo.
– la cipolla, avente al suo interno e per composizione proprietà antibiotiche conclamate. Assumendo tale ortaggio, conferisce sollievo affettarla e masticarla.
aglio poi, con ogni probabilità la medicina naturale maggiormente nota. Grazie alla sua azione anestetica, applicarne uno spicchio sulla superficie dolorante rappresenta un gesto certamente utile.
– la camomilla inoltre che, a causa delle sue proprietà calmanti, costituisce un efficace lenitivo oltre che un buon disinfettante nei confronti del cavo orale.
Utilizzata perlopiù durante le fasi di preparazione dei dolci, altro rimedio naturale contro il mal di denti è l’estratto di vaniglia. Nell’occasione, basta versarne qualche goccia sul dente incriminato.
– impacco di malva o di cavolo rappresentano ulteriori e certamente valide soluzioni a riguardo.
– lo zenzero? Spezia di recente riscoperta e rivalorizzata, oltre che un buon antitumorale possiede caratteristiche antinfiammatorie ed antisettiche, in grado di combattere l’infiammazione in corso e di conseguenza lo stato doloroso.
– i chiodi di garofano, nel caso in cui si abbia dolore, è importante porre qualche chiodo di garofano in prossimità del dente che provoca dolore.
la menta piperita, principio attivo e componente principe di numerosi colluttori e prodotti dentali in generale, viste le sue peculiarità, è anch’essa un buon difinfettante. Oltre che combattere l’infiammazione, depura la bocca, conferendole inoltre un alito piacevolmente fresco.

cefalea con aura in gravidanza

La cefalea con aura è caratterizzata dal fatto che il dolore è sempre preceduto o accompagnato da un’aura, una sensazione di disagio a cui fa seguito un deficit visivo con scotomi scintillanti, decurtazioni immediate e temporanee di parti del campo visivo, zigzag luminosi o ideogrammi iridescenti; in altri casi si avvertono manifestazioni di tipo sensoriale, dovute alla progressione della disfunzione verso la corteccia parietale, come torpore alle mani o ai piedi, formicolii, sensazione di punture di aghi o spilli. Anche i deficit di linguaggio come afasia o disartria transitorie possono, raramente, associarsi al disturbo visivo. Tali sintomi si sviluppano gradualmente in 5-20 minuti e sono generalmente di durata inferiore ad un’ora. La cefalea si instaura durante l’aura o immediatamente dopo, in un arco di tempo solitamente inferiore a 60 minuti.

L’esordio in gravidanza è meno frequente rispetto a quello di un’emicrania senza aura e può manifestarsi in donne che già ne soffrono nel periodo pre gestazione, circa la metà di tali donne, infatti, continua ad avere questo tipo di emicrania durante la gravidanza.

É comunque un’evenienza non molto comune che di solito si manifesta nel primo trimestre con un’incidenza che riguarda il 2% delle donne gravide. Al dolore si possono associare nausea, vomito, intolleranza verso i rumori e gli odori forti, fotofobia (fastidio accentuato verso fonti di luce), vertigini e sudorazione fredda. La cefalea migliora progressivamente dopo il primo trimestre in una percentuale dell’80% dei casi e ricompare successivamente nel post partum.

Solitamente la prima terapia consigliata è quella non farmacologica, fondata su uno stile di vita sano che garantisca il maggior benessere possibile con misure comportamentali riguardanti una corretta alimentazione con integrazione di acido folico, magnesio, vitamina B2 e coenzima Q, una moderata attività fisica, l’evitare situazioni di stress psico-fisico e il rispetto del ritmo sonno-veglia. A queste misure si possono poi associare: agopuntura, esercizi di rilassamento muscolare, esercizi di rilassamento del collo, biofeedback (tecnica praticata con l’utilizzo di un’apparecchiatura elettronica la quale registra l’attività muscolare nei punti dolenti del capo ed evidenzia con un segnale acustico o luminoso se la contrazione muscolare supera un dato limite), tecniche di gestione dello stress, impacchi freddi sulle zone doloranti, yoga, meditazione, training autogeno e ipnosi.

Nel caso in cui la terapia non farmacologica non sortisca effetti e compaiano più di due episodi debilitanti al mese si può far ricorso ai farmaci, sempre sotto controllo del proprio medico e unicamente nell’eventualità in cui i vantaggi per la donna e il feto prevalgano sui rischi potenziali e, in ogni modo, utilizzando in primis i prodotti per i quali sia contemplata la minore evidenza di rischio.

Cefalea oftalmica rimedio tibetano

Rimedio antico ma sempre molto efficace

Contro la cefalea oftalmica uno dei rimedi migliori e naturali su cui puntare è quello tibetano. La sua storia risale al 1972, anno in cui ci fu una spedizione dell’UNESCO nei territori del Tibet. Qui fu scoperta un’antica ricetta che sembra possa fare miracoli contro la cefalea oftalmica. Addirittura la ricetta era scritta su delle tavole di argilla e risale a oltre 3800 anni fa. Il ritrovamento avvenne dove c’erano delle rovine di un vecchio monastero e la cosa faceva pensare che fosse un rimedio efficace.

Tutti i benefici del rimedio tibetano

Una cosa che è bene ricordare sono i benefici di questo rimedio naturale. A partire dalla migliore capacità di gestire e metabolizzare nell’organismo le riserve di colesterolo e trigliceridi. Senza dimenticare che è ottimo anche per contrastare l’ipertensione e la formazione di emboli. Ricordando che un suo uso regolare potrebbe essere un toccasana per il sistema immunitario, per quello renale e anche quello epatico. Il che dimostra che si tratta di una sostanza sicura e funzionante.

Cefalea oftalmica e non solo: quando usarlo

Sicuramente molti si chiedono quando bisogna utilizzare il rimedio tibetano. Bisogna ricordare che è ottimo per chi soffre di cefalea oftalmica, essendo in grado di garantire una sensazione di benessere. Ottima soluzione anche per chi soffre di reumatismi, artrosi ed anche artrite, oltre ad essere l’ideale per chi soffre spesso di emorroidi. Il rimedio tibetano va utilizzato anche da parte di chi abitualmente ha mal di testa e sinusiti, così come è utile per coloro che sono sovrappeso.

Occhio alle controindicazioni di questo rimedio

Il rimedio tibetano è molto utilizzato al giorno d’oggi. Ma è bene considerare attentamente quelle che sono le maggiori controindicazioni. Infatti è meglio che non ne facciano uso quei soggetti che hanno sofferto o soffrono di ulcere gastriche o altri problemi della digestione. Oltre a dover ricordare che il rimedio tibetano è controindicato in coloro che assumono farmaci anticoagulanti. Senza dimenticare che anche coloro che sono intolleranti all’aglio, principale ingrediente di questo rimedio, farebbero bene a tenersene lontani.

Gli ingredienti e la preparazione del rimedio tibetano

Per preparare il rimedio tibetano basta semplicemente avere a disposizione dell’aglio e un quarto di alcool per utilizzo interno a 70 gradi. Si parte dal mettere l’alcool in bottiglia di vetro con all’interno l’aglio tritato. Va lasciato per 10 giorni a riposare, dopo aver chiuso in modo ermetico la bottiglia. Successivamente si filtra e si lascia il liquido dal colore verde chiaro per altri 3 giorni a riposo. Dopo questo tempo si può iniziare ad utilizzare.

Rimedio tibetano: come va utilizzato

Nel momento in cui si sono seguite le regole per la preparazione del rimedio tibetano, esso può essere assunto. Non bisogna utilizzarlo così come è in bottiglia in quanto la concentrazione di alcool è ancora elevata. Ecco perché è bene mischiarlo con dell’acqua ed assumerlo almeno 20 minuti prima dei pasti principali quotidiani. Va seguito uno schema posologico preciso ecco perché sarebbe bene utilizzare un apposito contagocce.

Lo schema posologico del rimedio tibetano

Si parte con il primo giorno che prevede 1 goccia a colazione, 2 a pranzo e 3 a cena. Nel secondo aumentano a 4 a colazione, 5 a pranzo e 6 a cena. Un aumento che è graduale fino al quinto giorno. Dal sesto giorno si inizia a ridurre: ecco perché saranno 15 gocce a colazione, 14 a pranzo e 13 a cena. Continuando a ridurre le dosi così fino al decimo giorno. Arrivati all’undicesimo giorno vanno assunte 25 gocce per 3 volte al giorno fino a finire la bottiglia.

Le allergie alimentari

Le allergie alimentari sono sempre più diffuse. Il grado di intensità varia da soggetto a soggetto e a volte chi ne soffre passa anni nel tentativo di individuare le cause dei disturbi di cui soffre, senza riuscire a capire da dove provenga il suo malessere.

Allergia alimentare

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Solo di recente, infatti, scienza e medicina stanno dando la giusta importanza a un fenomeno in costante espansione, che spesso interessa anche i bambini. Come tutte le allergie, anche quella alimentare si manifesta con una reazione spropositata dell’organismo all’ingestione di alcuni alimenti: questa reazione coinvolte il sistema immunitario, che mette in circolo l’anticorpo IgE, la cui funzione è quella di contrastare l’ospite indesiderato, in questo caso un alimento. Il confine tra allergia alimentare e intolleranza alimentare è sottile e spesso può non essere chiaro: i sintomi, infatti, sono molto simili, ed entrambe queste patologie possono raggiungere livelli tali da risultare mortali se non curate.

Non tutte le allergie alimentari accompagnano chi ne soffre per tutto il corso della sua esistenza: capita infatti che un soggetto allergico a un determinato alimenti sviluppi progressivamente una sorta di “tolleranza” nei confronti dello stesso, così come capita che dopo anni un soggetto sano sviluppi allergie nei confronti di alimenti che per una vita ha mangiato senza problemi.

Spesso a soffrirne sono i bambini, anche molto piccoli: si calcola infatti che le allergie alimentari colpiscano addirittura il 6% dei piccoli sotto i tre anni; solo in alcuni casi le allergie si risolvono con la crescita.

Non tutti sanno che le allergie alimentari spesso comportano la comparsa di asma e dermatite atopica, entrambe patologie che se non curare possono diventare serie e invalidanti. Sempre secondo le statistiche, sarebbe addirittura il 4% circa della popolazione occidentale a soffrire di allergia alimentare immediata. I sintomi sono i più vari e vanno da quelli respiratori agli sfogli cutanei – molto comuni, per esempio, rush e orticarie –, senza dimenticare i sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale e il rischio di shock anafilattico; in quest’ultimo caso è necessario recarsi senza indugio presso il più vicino pronto soccorso.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]Molto comune è anche l’asma, di cui soffrono soprattutto bambini e giovani adulti. Non bisogna dimenticare, inoltre, che oltre ai sintomi appena citati in alcuni soggetti è possibile che si sviluppino sintomi cardiovascolari anche importanti come ipotensione, collasso vascolare e aritmie cardiache. Si tratta dunque di un problema da non sottovalutare: riconoscere la malattia e intervenire al più presto può rivelarsi fondamentale per una sua risoluzione.

Gli alimenti più spesso incriminati sono il latte e in genere la frutta secca (arachidi, noci e nocciole sarebbero la causa addirittura del 94% di allergie alimentari), responsabili della maggior parte delle allergie alimentari; si tratta di generi alimentari di cui è possibile trovate tracce in molti altri alimenti, dunque occorre fare attenzione a ciò che si ingerisce quando si mangia fuori o si comprano cibi pronti.

La principale cura per le allergie alimentari, infatti, consiste nell’evitare di ingerire l’alimento – o gli alimenti – responsabili dell’allergia.

Per farlo, però, è necessario capire quali siano: sarà il medico a prescrivere esami specifici per una diagnosi immediata che consenta il ripristino di una dieta adatta all’individuo. In caso di attacco acuto, al pronto soccorso viene iniettata una forte dose di cortisonici che bloccano immediatamente la reazione del corpo; in alcuni casi, inoltre, potrebbe rivelarsi utile assumere antistaminici.

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