Male al collo

I dolori al collo colpiscono molte persone, ma spesso non sono molto gravi. Nella maggior parte dei casi sono dovuti a posture scorrette in ufficio, mentre si lavora al computer, oppure a posizioni scomode assunte durante il sonno, ma anche se si praticano sport oppure attività che richiedono un’insolita fatica.

collo
Nella maggior parte dei casi, i dolori al collo sono risolvibili a casa con semplici metodi naturali e qualche accortezza. Se il dolore persiste è necessario consultare un medico e probabilmente sottoporsi a una radiografia, che permetta di identificare l’origine del dolore.
Se ci si sveglia con un dolore al collo, molto probabilmente esso è riconducibile alla posizione scomoda assunta durante la notte: in questo caso si possono fare semplici esercizi volti a riabilitare i muscoli del nostro collo.
Ruotare lentamente il collo aiuta infatti ad allungare i muscoli contratti. All’inizio potrebbe essere doloroso, ma gradualmente la sensazione di dolore si allevierà. Per flessibilizzare il collo lo si deve muovere avanti, indietro, verso sinistra e verso destra.
Se il dolore è fastidioso, si possono assumere antiinfiammatori come paracetamolo o ibuprofene: spesso infatti si tratta di un dolore passeggero. Molto salutare non soltanto contro il dolore al collo, ma per rilassare tutti i muscoli del corpo, è una doccia tiepida di prima mattina. La sera potete optare per un bagno caldo, che aiuta a migliorare la circolazione e ad alleviare la tensione accumulata durante una giornata di lavoro. Al bagno si possono aggiungere dei sali, che danno immediatamente una sensazione di relax.
L’acqua calda stimola il flusso sanguigno, quindi durante il giorno, si può appoggiare una borsa dell’acqua calda sul collo. Se il dolore è intenso, però, è meglio del ghiaccio, che anestetizza.
Molto utili potrebbero anche essere i massaggi con degli oli essenziali, di citronella o lavanda, che hanno proprietà curative. Allo stesso modo, un balsamo alle erbe può avere un effetto analgesico.
Come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi il dolore al collo non è preoccupante, ma in alcune situazioni è meglio consultare un medico. In particolare, è consigliabile andare immediatamente al prontosoccorso, se oltre al torcicollo, si avvertono dolori lancinanti e improvvisi alle braccia o alle spalle, se le braccia o le mani sono intorpidite o se non si riesce a toccare il petto con il mento.
Il medico normalmente è in grado di riconoscere le cause del dolore e indicare la terapia più adatta, a volte però sono necessari ulteriori esami di approfondimento: i più comuni sono la radiografia, la tomografia computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica. Se il medico nutre il sospetto che il dolore sia causato dalla compressione di un nervo, questi prescriverà l’elettromiografia, che consiste nell’inserimento di piccoli aghi nella pelle per verificare quali nervi funzionano e quali no.
Dopo la diagnosi, il medico potrà consigliare una fisioterapia, che normalmente riesce ad eliminare il dolore. Soltanto nei casi più gravi è necessario intervenire chirurgicamente, ma questo non avviene quasi mai.
Naturalmente, anche per i dolori al collo, la cura migliore è la prevenzione: imparare ad assumere una postura corretta alla scrivania è fondamentale. Se trascorrete molto tempo alla scrivania, è importante cercare di stare diritti e non incurvarsi. Ogni ora ci si dovrebbe alzare e fare due passi. Lo stesso vale per gli automobilisti: se si è costretti a guidare per ore di seguito, è consigliabile sgranchirsi le gambe e i muscoli di tutto il corpo regolarmente.

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Male a destra della pancia

Varie sono le cause che possono ricondurre al sintomo di male all’addome destro, poichè gli organi che interessano questa zona dell’organismo sono: fegato, colecisti, pancreas e colon.
Principalmente questo sintomo viene associato alle vie biliari, ed è definito colica biliare, che potrebbe essere causata dalla presenza nelle colecisti di calcoli o fanghiglia biliare.
Spesso se questo sintomo aumenta di intensità, il paziente potrebbe essere raggiunto da sensazione di nausea e vomito, accompagnato da gonfiore all’addome, che nei casi più estremi, potrebbe irradiarsi fino alla spalla destra. Qualora il paziente presentasse febbre, si potrebbe trattare di un processo batterico che infetta le vie biliari, tale sintomo e chiamato colangite.
Trattandosi di infezioni, le terapie da seguire sono a base di antibiotici, senza però trascurare un’alimentazione corretta e una costante supervisione dei valori interessati.

mal-di-pancia
Come detto il dolore all’addome destro potrebbe scaturire da altri fattori che interessano altri organi, ad esempio potremmo essere in presenza di ulcere peptiche o gastriti, causate dall’affezione del duodeno o della regione gastrica pre-pilorica.
Si parla di affezione al duodeno, se il sintomo di dolore si presenta qualche ora dopo i pasti, anche stavolta nei casi estremi il dolore potrebbe diffondersi fino al dorso sotto la scapola destra.
La terapia da seguire è basata sull’assunzione di farmaci e cibi antiacidi, che agiscono principalmente sulla mucosa gastrica, riducendo così l’emissione di gastrina in eccesso che viene considerata la causa dell’ulcera duodenale.
Nei casi in cui il dolore si presenta sotto forma di bruciore, seguito da sintomi di nausea vomito e crampi, quasi certamente si è in presenza di una pancreatite acuta, ovvero la completa infiammazione del pancreas, dal quale scaturisce un blocco alle vie biliari provocando in alcuni casi anche la morte del paziente. Questo sintomo potrebbe dipendere anche da un tumore al pancreas stesso.
Il paziente dovrà rimanere a digiuno totale fin quando non si sia esplicata una diagnosi approfondita, nei casi meno gravi si somministrano anti infiammatori e sacche nutritive.
L’altro organo che potrebbe presentare affezioni o irritazioni qualora dolesse l’addome nella parte destra, è il colon.
Al dolore si associano altri sintomi tra i quali pancia gonfia e sensazioni di spasmo, questa sindrome viene chiamata dai medici “flessura epatica”, in questi casi nel paziente, a causa della distensione gassosa del colon, si originano delle coliche gassose che portano spesso ad elevate sudorazioni, con possibili svenimenti accertati nei pazienti più sensibili.
Succede anche che a questi sintomi si aggiungano quelli di stipsi e diarrea, la quale diagnosi è definita tecnicamente sindrome del colon irritabile, che viene trattata con i cosiddetti antispastici e con un’alimentazione controllata.
Anche l’appendice potrebbe essere la causa del dolore al lato destro della pancia, infatti se l’appendice fosse infiammata, il paziente accuserebbe un doloroso gonfiore proprio nella parte destra, i sintomi associati sono diversi, vomito nausea stitichezza o diarrea, in alcuni casi il paziente affetto da infiammazione all’appendice trova difficoltà ad espellere i gas.
Poichè l’appendice potrebbe scoppiare facilmente, permettendo ai batteri di espandersi agli organi vicini, la terapia indicata è la completa asportazione con intervento chirurgico.

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Ipnosi e interventi chirurgici

Utilizzare l’ipnosi al posto dell’anestesia. Questo è quanto è riuscito a eseguire Enrico Facco, docente di Anestesia e rianimazione del Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Padova.

ipnosi

Per la scienza si tratta di una nuova frontiera. Affrontare un vero e proprio intervento chirurgico senza l’utilizzo dell’anestesia non è cosa da tutti i giorni. Questo però è quanto accaduto nell’ospedale di Padova, dove una paziente è stata curata tramite l’impiego dell’ipnosi. La donna, di quarantadue anni, soffre di sensibilità chimica multipla. In altre parole è impossibilitata ad assumere praticamente ogni tipo di farmaco a causa di varie allergie a sostanze chimiche. Ecco allora che utilizzare l’anestesia per eseguire l’intervento sarebbe stato un azzardo. L’ipnosi, per tutta risposta, si è rivelata essere l’unica alternativa affinché la paziente potesse sottoporsi all’intervento per rimuovere il tumore alla pelle della coscia destra. Un intervento durato mezz’ora e perfettamente riuscito, al termine del quale la donna è uscita dalla sala operatoria sulle proprie gambe senza bisogno di alcun tipo di aiuto. “Per rendere possibile il tutto”, ha dichiarato il prof. Facco “sono bastate due sedute prima dell’intervento in cui ho testato il grado di ipnotizzabilità della donna”. La paziente, stando a quanto riportato dai parametri vitali e cardiaci, non ha provato dolore. Il docente però non pare stupito dai risultati ottenuti: “Quella dell’ipnosi è una tecnica applicabile anche in altri campi, come ad esempio curare fobie e attacchi di panico. C’è chi ha paura del dentista e non riesce neppure a entrare in clinica: l’ipnosi aiuta il paziente a superare il suo problema e le sue fobie”.

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Male al basso ventre

I dolori a basso ventre sono comuni e ad esserne colpita è soprattutto la sfera femminile. E’ difficile evidenziare una causa principale poiché il sintomo può interessare differenti organi.

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Le infezioni urinarie provocano dolori al basso ventre. Si percepisce un forte bruciore quando si libera l’urina e una persistente necessità di svuotare la vescica (cistite). Se si avverte anche dolore al rene si tratta di calcoli renali. L’urinocoltura serve a identificare il batterio responsabile della cistite che viene debellato con un antibiotico selettivo. Per i calcoli il percorso è più astruso, e a volte è richiesto l’intervento chirurgico. Contro le infezioni urinarie la natura risponde con il decotto di uva ursina, che agisce come un potente antisettico e calma la sensazione di bruciore. Per combattere i calcoli c’è la betulla che facilita l’eliminazione della renella; l’equiseto che elimina i residui tossici dell’organismo e la robbia che con la sua azione antisettica facilita lo scioglimento dei calcoli.
L’intestino in presenza di stipsi e di diarrea è responsabile della dolorosa sintomatologia. Le cause dipendono da disordini alimentari e cambiamenti delle abitudini. Ai consueti dolori viene associato una spiacevole sensazione di gonfiore riconducibile al colon irritabile. In presenza di dolori acuti è possibile fare ricorso ad antispastici dietro prescrizione medica. A volte può essere richiesto un esame delle feci per vedere la presenza di sangue occulto o di un’endoscopia. La dissenteria in natura si combatte con il decotto di foglie di vite: astringente e antiemorragico. Per il colon irritabile i frutti di papaia tonificano l’apparato digerente e favoriscono il buon funzionamento dell’intestino. Per la stipsi vanno utilizzate piante blandamente lassative come l’infuso di cicoria che stimola la motilità dell’intestino e il decotto di malva, lassativo non irritante.
Dall’utero, dalle tube di Fallopio e dalle ovaie possono avere origini dolori a basso ventre. La dismenorrea è una causa, così un’infiammazione pelvica, i fibromi, l’endometriosi, complicazioni legate a gestazioni come le gravidanze extrauterine e gli aborti. Un tampone vaginale è indicato per evidenziare eventuali infezioni, un’ecografia pelvica per controllare le ovaie, mentre quella transvaginale per una esplorazione più approfondita. Indipendentemente quale sia la causa, in presenza di un dolore a basso ventre, si consiglia di contattare il medico per evitare serie complicazioni addominali.

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Male al polso

Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha dovuto fare i conti con quel fastidiosissimo dolore al polso che complica anche i più elementari gesti quotidiani.
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Che il male sia causato da piccoli traumi piuttosto che da patologie più serie, la diagnosi del problema non è mai semplice proprio a causa della molteplicità delle cause che spesso si presentano con sintomi molto simili.
Tuttavia, è indispensabile un accertamento preciso delle cause che provocano il dolore perché solo così è possibile intraprendere la cura più adatta che impedisca il ripetersi ciclico del disturbo.
Non tutti i dolori al polso richiedono cure mediche specifiche: nel caso di lievi distorsioni, per esempio, può essere sufficiente l’applicazione di ghiaccio sulla parte dolorante, di riposo dell’arto e, tuttalpiù, di un leggero antidolorifico.
Se al dolore si associa gonfiore allora il ricorso al medico è fondamentale in quanto una cura frettolosa può potare sì ad un beneficio temporaneo ma al contempo ad una riduzione della mobilità.
Le distorsioni, gli stiramenti e le fratture sono causate molto spesso da cadute in avanti attutite con le mani ma possono anche sopraggiungere con il ripetere costante di uno stesso movimento ovvero per uno stress dell’articolazione.
Un discorso a parte meritano invece i dolori al polso riconducibile ad artrite, una patologia rara che interessa soprattutto quei soggetti che hanno subito in passato una frattura. L’usura della cartilagine è invece foriera di osteoartrite che causa un dolore concentrato alla base del pollice,
Decisamente più nota è la sindrome del tunnel carpale, causata da una eccessiva pressione sul nervo mediano: è questa sicuramente la patologia più diffusa negli ultimi anni, generata dall’uso eccessivo di telefoni cellulari, del mouse del pc e dai moderni controller delle console di videogiochi.
Un’altra possibile causa del dolore al polso sono le cisti gangliari,tanto piccole quanto dolorose, che si localizzano nella parte superiore del polso.
In generale questi disturbi possono essere trattati con gli antidolorifici più comuni o nei casi più gravi con iniezioni di cortisone.
Se il dolore è provocato da fratture, innanzitutto si dovrà procedere con la ricomposizione della stessa e con l’opportuna ingessatura; per le slogature invece basterà un tutore di protezione.
Ci sono poi casi di rotture talmente scomposte da richiedere l’intervento di chirurgia. Ma al chirurgo bisognerà ricorrere anche in caso di sindrome di tunnel carpale.
In ogni caso, il male al poso non deve mai essere sottovalutato e prontamente reso noto al medico di base che, accordate le opportune cure, ci preserverà nel corso dal presentarsi di patologie più gravi e invalidanti.

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Male a tutti i muscoli

Fare dell’attività fisica di qualsiasi tipo, spesso comporta il presentarsi di fastidiosi dolori muscolari localizzati nelle parti del corpo maggiormente sollecitate durante lo sforzo. Una sensazione poco gradevole causata da una serie di fattori che, come vedremo, possono essere quanto meno in parte gestiti.

male ai muscoli

 

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Prima di addentrarci nel discorso, è bene sfatare un vecchio luogo comune privo di ogni fondamento scientifico, secondo cui il principale fattore e causa delle manifestazione di dolori muscolari in seguito ad attività fisica, sia l’acido lattico. Niente di più falso. Infatti, è ampiamente appurato come la formazione dell’acido lattico vada ad inficiare prettamente sulle prestazioni fisiche dell’atleta.

Ulteriore conferma dell’estraneità, arriva da specifici test scientifici che hanno rilevato come l’acido lattico venga completamente assorbito dall’organismo ed in particolare dal sangue, solitamente entro 120 minuti dal termine dell’attività fisica.
Questo, come si suol dire, taglia la cosiddetta testa al toro, visto che i dolori muscolari nella stragrande maggioranza dei casi necessitano dai tre ai sei giorni per scomparire del tutto. Insomma, vi è una evidente discrepanza nella tempistica che non lascia nessun dubbio in merito.

In realtà vi sono una serie di fattori che provocano la comparsa dei dolori muscolari. Il primo e probabilmente il più importante, fa riferimento alle microlesioni muscolari. Questo è un fenomeno che si manifesta con maggiore frequenza ed entità in soggetti poco abituati allo sforzo fisico, giacchè la fibra muscolare viene chiamata ad un movimento e quindi ad una sollecitazione, a cui non era abituata.

Le microlesioni da un lato propongono anche un risvolto positivo in quanto allenano il muscolo. Infatti, una volta che la microlesione si è completamente assorbita, il muscolo in oggetto riesce a sopportare meglio in futuro la stessa tipologia di attività tra l’altro presentando performance superiori. Però vi è anche un risvolto negativo ed ossia il fatto che comunque le microlesioni sono dei piccoli traumi per l’organismo con la conseguente comparsa di un dolore che in alcuni casi, può essere anche molto acuto.

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Oltre all’abitudine nel fare o meno attività fisica, incide nell’entità del dolore anche la tipologia di esercizio effettuato e soprattutto l’intensità e la durata con cui lo si esegue.

Tra gli esercizi che creano maggiori problemi sotto questo punto di vista, sono senza dubbio in cima ad una ipotetica graduatoria, quelli isometrici seguiti a ruota da quelli eccentrici. I primi corrispondono ad una varietà di esercizi che si basano sul mantenimento prolungato nel tempo della fase di contrazione del muscolo allo scopo di ottenere una maggiore resistenza. I secondi, sono la tipologia con cu si ottiene la cosiddetta contrazione eccentrica del muscolo ed ossia quando quest’ultimo produce forza semplicemente allungandosi.

Altro fattore che contribuisce alla manifestazione del dolore muscolare è l’infiammazione conseguente a possibili microlesioni. Infine, un carico di lavoro sproporzionato durante l’attività fisica, può comportare la formazione degli spasmi muscolari (contrazioni involontarie) e di conseguenza la sensazione di dolore nella zona interessata.

Tuttavia, vi sono alcune precauzioni che consentono di lenire tali tipologie di inconvenienti.
A tal proposito vi vogliamo presentare una serie di utili consigli. Il primo riguarda il prendere coscienza del proprio stato fisico magari iniziando l’attività fisica con sedute piuttosto leggere per poi aumentare gradualmente il carico di lavoro. Inoltre, ogni seduta deve essere ottimizzata dedicando inizialmente un 5-10 minuti al riscaldamento e quindi altri 5 minuti alla fine allo stretching per allungare tutti i muscoli del corpo o quanto meno quelli più sollecitati.
Infine, aiuta e non poco l’assunzione della vitamina E, contenuta soprattutto in frutta e verdura.

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Male a muovere la lingua

A volte può capitare di provare dolore nel muovere la lingua.
Le cause possono essere molteplici, da una semplice afta localizzata in un punto particolarmente critico a uno sbilanciamento mandibolare, ma poiché queste patologie generalmente si associano a una sintomatologia più specifica, la causa più probabile potrebbe essere una glossite.

male a muovere la lingua

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La glossite è una malattia più frequente di quello che si potrebbe pensare, che si manifesta come patologia primaria o come sintomo di altre patologie, associata ad una serie di disturbi più o meno gravi.

La glossite di per sé è un’infiammazione della lingua che provoca dolore a ogni movimento, irritazione diffusa, arrossamento della lingua e gonfiore generalizzato. La glossite può presentarsi in più episodi acuti oppure divenire cronica. In questo caso la lingua presenta in maniera costante una superficie liscia, levigata, che sembra aver perso la sua naturale rugosità. Questo perché la papille che rivestono la superficie della lingue, donandole il tradizionale aspetto simile a quello di una fragola, ruvido e spugnoso, si rimpiccioliscono fino quasi a scomparire del tutto.

Le cause di questa patologia sono le più diverse; tanto per cominciare, c’è un certo grado di ereditarietà, poiché solo i soggetti predisposti sviluppano la patologia quando si verificano determinate condizioni quali irritazioni meccaniche, forme di anemia e più in generale carenze alimentari.
La glossite può inoltre essere il sintomo più evidente di infezioni in atto, nonché di allergie o intolleranze, ad esempio nei confronti di alcuni coloranti alimentari molto diffusi.

Se si sospetta una reazione allergica, può essere utile sospendere l’utilizzo di dentifricio e colluttorio abituali e cambiare prodotto, facendo attenzione a come cambia l’aspetto della lingua. Non solo: la glossite può essere causata anche da un eccessivo strofinamento manuale e dall’irritazione provocata da alcol, caffè, cibi piccanti e tabacco.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]   Le carenze vitaminiche più frequenti in chi soffre di questa patologia sono, oltre a quella di ferro, quella relativa alle vitamine del gruppo B, all’Acido folico, Niacina, Tiamina, Riboflavina e Zinco. La sensazione di bruciore e di fastidio che prova chi soffre di glossite permane durante tutta la giornata, e a tratti può farsi più intensa; solo raramente questa patologia è asintomatica. Vi sono diversi tipi di glossite: c’è quella migrante benigna, la lingua nigra villosa (chiamata così perché la lingua appare coperta da una peluria di colore scuro) e la glossite losangica mediana, che accompagna il bambino dalla nascita ed è determinata da un difetto embrionale.

Nel caso di dolore alla lingua, si potrebbe trattare anche di un herpes interno (detto anche stomatite erpetica), di un’infezione da funghi o batteri oppure, nel caso più grave, di un sintomo secondario da ricondurre alla sifilide.
In ogni caso è bene contattare immediatamente il medico.

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Male a un orecchio

Nel campo medico,il dolore alle orecchie viene chiamato otalgia.Ovviamente,per avere una diagnosi bisogna accertare le cause che determinano il dolore.

male a un orecchio

– Si chiama otalgia primaria quando la causa del dolore dipende dallo stesso organo.Le cause possono essere di tipo infettive-infiammatorie(otiti,miringite,infezioni da virus o batteriche,candidosi…) oppure di tipo meccanico (cerume,trauma,inserimento di corpi estranei…).

– Si chiama otalgia secondaria quando l’origine del dolore proviene da altre sedi ma viene percepito anche nell’orecchio come quando si ha mal di denti,un ascesso,faringite,tonzillite,sinusite,raffreddore,bronchite,dolore cervicale.
Per la diagnosi il medico raccoglierà le prime informazioni direttamente dal paziente e terrà in considerazione l’intensità e la durata del dolore,l’eventuale difficoltà a deglutire,eventuale mal di denti e la temperatura basale.
[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Il primo esame è quello otoscopico che consente di individuare eventuali otiti,infezioni e tappi di cerume e diagnosticare una otalgia primaria.Se il risultato è negativo,il medico procederà a valutare l’integrità dei quattro nervi cranici collegati all’orecchio ossia il nervo facciale,il nervo glossofaringeo,il nervo trigemino ed infine il nervo vago.Se ancora l’esito è negativo il medico valuterà l’esistenza di un eventuale dolore cervicale.

– Si chiama otalgia idiopatica quando non sono chiare le cause del dolore.
Considerando che il dolore all’orecchio è causato da varie patologie,prima di procedere ad una terapia specifica, il medico deve individuare la causa precisa.

Nel caso venga diagnosticata un’infezione virale il medico prescriverà un farmaco antimicotico o antivirale mentre se la causa è batterica verrà prescritta una cura antibiotica.
Se invece il dolore è causato,come di frequente,da malattie influenzali verrà trattato con il paracetamolo per abbassare la febbre,farmaci antidolorifici e ibuprofene per ridurre il dolore.
In particolare approfondiamo il mal d’orecchio causato dall’otite.
L’otite è un’infiammazione acuta o cronica dell’orecchio,le cause sono batteriche o virali.Possiamo classificare quattro forme di otite in base alla zona auricolare interessata dall’infiammazione.
L’otite interna interessa l’orecchio interno(adibita all’udito ed al mantenimento dell’equilibrio),l’otite media interessa la parte dell’orecchio medio(la forma di otite più comune nei bambini e che coinvolge la zona tra la membrana timpanica e l’orecchio interno)),l’otite esterna interessa il canale uditivo e la miringite interessa la membrana timpanica.

L’otite è una infiammazione acuta quando si risolve in un periodo relativamente breve e senza necessitare di farmaci o particolari cure mentre si chiama otite cronica quando si deve ricorrere a farmaci specifici per debellare l’infezione.
Il sintomo di tutte le forme di otite è appunto l’otalgia.Altri sintomi,come nausea e vertigini,possono determinare la parte dell’orecchio interessata.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] Le cause principali dell’otite interna sono le infezioni virali o batteriche come ad esempio la parotite(orecchioni),la meningite e le allergie.I sintomi prevalenti sono le vertigini,mancanza di equilibrio,ansia,nausea,giramenti di testa,fischi alle orecchie,pallore e mal di stomaco.La terapia consiste in farmaci antivirali ed antibiotici se la causa è virale o batterica,in farmaci antiemetici per attenuare il senso di nausea e nei anticolinergici per calmare l’ansia.Se i farmaci non sono sufficienti alla guarigione si potrebbe prospettare un intervento chirurgico.

Le cause principali dell’otite media sono le infezioni delle vie respiratorie quali il raffreddore come anche le allergie o una faringite.I sintomi prevalenti sono tosse,febbre,mal di gola e congestione nasale.La terapia consiste in farmaci antibiotici o antivirali,antinfiammatori ed analgesici che possono anche essere introdotti direttamente nel canale dell’orecchio.

Le cause principali dell’otite esterna sono batteri e virus e spesso è la conseguenza di otiti medie non curate adeguatamente,accumulo di cerume,freddo e umidità.La terapia consiste nell’assunzione di farmaci antibiotici ed antivirali.

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Male ai reni

I reni sono gli organi che, unitamente alle vie urinarie, formano l’apparato urinario responsabile di filtrare gli scarti del metabolismo ed eliminarli attraverso la minzione. Oltre a depurare il sangue, i reni concorrono a mantenere ottimale l’equilibrio idro salino del corpo.

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La branca della medicina che si occupa del buon funzionamento dei reni si chiama Nefrologia.
Il termine “dolore ai reni” è un modo errato di esprimere un disturbo che, nella maggior parte dei casi, non indica un dolore specifico agli organi, ma più propriamente una lombalgia.
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Questo tipo di dolore viene percepito come diffuso e difficilmente localizzabile, è un mal di schiena che potrebbe essere dovuto a un eccessivo dimagrimento, ad uno sforzo eccessivo ad una postura errata e generalmente si cura con tanto riposo, massaggi e qualche antidolorifico. La cosa importante è conoscere la natura del disturbo per evitare di sbagliare la terapia.
Altre cause di male al rene possono essere i calcoli, la pielonefrite, la nefrite e la malattia policistica. In tutti questi casi però è auspicabile che ci siano altri sintomi indicativi delle singole patologie.
La pielonefrite acuta è un’infezione del rene che comporta febbre alta e dolori lancinanti e persistenti ai reni (o per meglio dire un dolore circoscritto alle sedi dell’organo), all’addome e a volte anche alla gamba.

Questa infezione causata da batteri deve essere risolta con la somministrazioni di antibiotici, meglio se specifici per la natura dei microbi. Nei casi più gravi una terapia per via orale potrebbe non essere sufficiente e sono consigliabili il ricovero ospedaliero e una cura più aggressiva prima che insorgano complicanze a carico di altre parti del corpo.

Le coliche renali, note fin dall’antichità, sono accompagnate da dolori lancinanti. Ancora oggi è difficile prevederle e prevenirle e, nella maggior parte degli episodi si risolvono autonomamente con l’espulsione dei calcoli attraverso l’urina, ma in qualche caso severo è necessario intervenire chirurgicamente.
Il rene policistico, invece, è una malattia ereditaria a carico di quest’organo che comporta un forte dolore provocato dalla rottura di una ciste o da una ciste infetta.
Ci sono motivi anche meno gravi che possono essere associati al male ad un rene. La donna ad esempio ne soffre nel periodo mestruale e, durante la gravidanza, con l’avvicinarsi del parto. Il dolore ai reni può essere una conseguenza anche del colon irritabile.
[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] I casi invece di tumore al fegato sono abbastanza rari anche se i dati confermano cifre in aumento.
In ogni caso, se non si riesce a stabilire un collegamento certo tra dolore al rene e causa concatenata è sempre bene rivolgersi al proprio medico curante (o ad uno specialista) che dopo un’attenta anamnesi sarà in grado di completare il quadro eseguendo i necessari esami di laboratorio.
È molto indicativa, e permette un esito immediato, una ecografia all’addome e all’apparato urinario.
Generalmente, viene controllato anche il livello delle proteine attraverso l’esame delle urine e tramite un semplice prelievo vengono monitorati i valori di urea, potassio, fosforo, calcio, creatinina e albumina.
Spesso il dolore ai reni è semplicemente attribuibile ad un malfunzionamento dovuto ad un regime alimentare non sano e corretto, che se protratto nel tempo sovraccarica di lavoro questi organi filtranti.

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Male a deglutire

La gola è un apparato molto delicato e può capitare spesso che si abbia dolore nel momento in cui si deglutisce. Le cause possono essere diverse, così come i rimedi.
Spesso un’infiammazione della mucosa della laringe o della laringe, che a volte coinvolge anche le tonsille, causa un forte dolore nel deglutire.

male a deglutire

Si tratta si infiammazioni causate da virus o batteri che sono legate, in molti casi, a improvvisi cambiamenti climatici. Come curarle? Quando è presente anche la febbre possono essere molto utili gli antipiretici che contengono acido acetilsalicilico o paracetamolo, assunti da soli o associati alla vitamina C. Anche gli antinfiammatori possono avere un buon successo in questo caso. Altre precauzioni possono essere quelle di evitare di respirare aria secca dentro casa e tenere le stanze sufficientemente umide (ad esempio aprendo le finestre o usando un umidificatore). Ricordate inoltre di non fumare in casa. E’ comunque bene consultare un medico se il fastidio non si risolve entro 3-4 giorni.
[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Quando il dolore è accusato nella parte alta del collo o nella parte inferiore dietro allo sterno, se le vostre difficoltà nel deglutire sono accompagnate da dolore toracico o sensazione del cibo bloccato nella gola, allora il vostro problema è l’odinofagia. Le cause sono generalmente infezioni o una malattia periodontale, ma anche semplici erpes o candidosi orale. A volte anche un ascesso dentale può causarla. L’odinofagia è curabile con rimedi naturali, come eliminare pasti abbondanti o ricchi di grassi, evitare aglio, cipolla, cioccolato, caffè, menta, alcol e bevande gassate, eliminare il sonnellino del dopo pranzo, evitare di fumare o ridurre il peso corporeo.
Un’altra causa del dolore nel deglutire può essere la disfagia, che può verificarsi a qualsiasi età ma è più comune negli anziani. Le cause sono l’Acalasia (ovvero quando il muscolo esofageo inferiore non si rilassa in modo adeguato per far entrare il cibo nello stomaco), l’invecchiamento, la Stenosi esofagea (cioè un restringimento dell’esofago), corpi estranei, Sclerodermia (malattia che causa irrigidimento e indurimento dei tessuti) o radioterapia (il trattamento del cancro può portare a infiammazione e cicatrizzazione dell’esofago).

Per curare la disfagia possono essere necessari esercizi che aiutino a coordinare i muscoli della deglutizione, o l’apprendimento di tecniche di deglutizione. A volte è però indispensabile ricorrere alla chirurgia per liberare la via esofagea. Ma è possibile anche intervenire con dei farmaci, poiché la difficoltà a deglutire può essere spesso associata ad una malattia da reflusso gastroesofageo, che a sua volta va trattata semplicemente con prescrizione di farmaci per via orale.
[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] Ci sono poi dei sistemi naturali da provare perché possono aiutare, se non a risolvere il problema, almeno ad alleviare in maniera considerevole i sintomi. Ad esempio può essere utile cambiare le abitudini alimentari, ovvero provare a mangiare pasti piccoli ma frequenti, oppure assicurarsi di sminuzzare il cibo in pezzi piccoli e mangiare con maggiore lentezza. Si possono inoltre provare alimenti con una texture diversa da quelli abituali.

Non dimenticate inoltre che liquidi sottili, come il caffè ed il succo di frutta, sono un problema per alcuni, come i cibi ‘appiccicosi’ quali burro di arachidi o il caramello, che possono addirittura arrivare a rendere difficile la deglutizione. E’ importante in ogni caso evitare l’assunzione di alcol, tabacco e caffeina, perché si tratta di sostanze che possono creare bruciore di stomaco.

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