Rimozione amalgama dentale

L’amalgama è un tipo di otturazione dentale di colore argento ampiamente diffusa e caratterizzata dalla presenza di metalli e da una forte componente di mercurio, una delle sostanze più tossiche esistenti, che può essere causa di intossicazione.
In Italia l’uso di questo genere di otturazione è sconsigliato solo per alcune categorie di persone (come le donne in dolce attesa e i bambini), mentre altri stati europei ne hanno bandito l’uso.

Il mercurio presente nell’amalgama evapora lentamente con la frizione dovuta alla masticazione, quando vengono ingerite bibite calde, oppure si mangiano alimenti salati o acidi, o ancora in presenza di alcune particolari condizioni.

Rimuovere questi metalli dai nostri denti rappresenta una scelta conveniente per la salute, ma al tempo stesso ha una valenza estetica, dal momento che le nuove otturazioni sono di colore bianco, che si uniforma al colore naturale del dente, e realizzate con un materiale biocompatibile e inerte, innocuo per la salute.

Fondamentale è che la rimozione venga eseguita in maniera protetta, da specialisti e accertandosi sempre che avvenga in sicurezza, seguendo un protocollo che permetta al paziente, al medico e agli assistenti di poter procedere con la massima sicurezza e smaltire l’amalgama come rifiuto speciale.

E’ quindi importante stare attenti a questi semplici accorgimenti per poterci affidare a professionisti seri:

– il dentista deve isolare il dente otturato con una diga di gomma;

– coprire il volto e gli occhi del paziente e dotarlo di un camice e una cuffia monouso, come quelli che devono indossare gli operatori;
– per impedire ai vapori di mercurio di entrare nelle vie respiratorie, gli operatori dovranno indossare delle mascherine dotate di un filtro apposito;

– anche il paziente dovrà avere la possibilità di respirare aria pulita grazie a un aspiratore studiato appositamente che elimina ogni residuo dall’aria dello studio dove si esegue il procedimento.

L’amalgama viene rimossa dalla sede dove è incastrata con l’uso di abbondante acqua, senza ridurla in polvere e senza scaldarla eccessivamente, si utilizzano gli strumenti idonei per creare uno spazio che permetta all’amalgama di essere estratta dalla sede dove era incuneata senza rompersi, anche se questo comporta il sacrificio di una parte di smalto.

Nel caso sia necessario rimuovere più otturazioni, è opportuno eseguire accurate analisi prima di procedere, rimuovere un’amalgama per volta a cominciare da quella maggiormente reattiva e rimuovere le successive a distanza di alcune settimane, con una cadenza che va valautata caso per caso, per assicurarsi che i metalli pesanti presenti in feci e urine sano tornati alle condizioni normali prima di procedere con un’ulteriore rimozione e valutare le condizioni del paziente.

L’operatore, sulla base della sua esperienza e dello stato di salute del paziente, eseguità dei test diagnostici e valuterà la somministrazione di una terapia per bocca o, in alcuni casi, per endovena, che il paziente dovrà seguire nelle settimane immediatamente precedenti e successive alla rimozione dell’amalgama.

Brufoli sul mento, solo colpa del ciclo?

 

I brufoli sul mento colpiscono donne di qualsiasi età, non solo le adolescenti. Questo inestetismo cutaneo crea disagio perché appare su una parte del viso subito visibile. Compare con maggiori frequenza in concomitanza dell’ovulazione e del ciclo mestruale aggiungendo malessere a malessere. Nelle forme più virulente, i brufoli provocano anche dolore.

Le cause dei brufoli sul mento

Una delle cause principali dei brufoli sul mento è la cd. “fluttuazione ormonale”. Gli ormoni regolano il ciclo femminile e nella fase iniziale producono più estrogeni e progesterone. Questo innalzamento ormonale si manifesta con ritenzione idrica e gonfiore, tipiche del periodo premestruale e mestruale. Per ritrovare il suo equilibrio, il corpo produce più testosterone. Maggior testosterone porta all’aumento di sebo. Le secrezioni delle ghiandole sebacee unite alle cellule morte e alla sporcizia che si deposita ogni giorno sulla pelle causano l’otturazione dei bulbi piliferi. Il risultato è la formazione di brufoletti e punti neri sul mento. Questo processo è assolutamente individuale e soggettivo: non colpisce tutte le donne allo stesso modo. Alcune vedono spuntare gli odiosi inestetismi 7-10 giorni prima del ciclo, altre vedono i capelli più grassi, altre ancora sono maggiormente irritabili. Le donne più fortunate avvertono solo un’aumentata sudorazione.

La fluttuazione ormonale si manifesta con il ciclo, ma anche durante la gravidanza e durante la delicata fase della premenopausa. Finite le mestruazioni la situazione si normalizza.

Esistono anche altri fattori per i brufoli sul mento: una pelle grassa, una predisposizione genetica, intolleranze a cosmetici o l’uso prolungato di farmaci, periodi di forte stress e una dieta alimentare squilibrata.

I rimedi naturali per i brufoli sul mento

La famosa dermatologa Renée Rouleau, grazie a un’esperienza lunga 25 anni, ha capito che bisogna puntare sulla prevenzione e su prodotti specifici per ognuno dei 9 tipi di pelle delle donne. La prevenzione inizia a tavola: 2 litri di acqua al giorno, verdura, frutta e alimenti con Omega 3 e 6 come il pesce e la frutta secca, pochi grassi e zuccheri. La parola d’ordine è un’alimentazione sana ed equilibrata.

Il passo successivo è praticare una “skincare routine” nei 7 giorni che precedono il ciclo usando prodotti antibatterici e lenitivi. Vediamo alcune soluzioni.

L’acido salicilico è perfetto per aiutare l’eliminazione dei batteri e dei residui di sporcizia che formano non solo i brufoli, ma anche i punti neri. Detergenti, sieri e maschere a base di acido salicilico sono un cura costante, ma vanno applicati solo nelle zone con brufoli perché l’acido salicilico tende a seccare la pelle.

L’argilla arricchita in eucalipto è un’ottima maschera purificante da applicare nelle zone a rischio (mento, collo e naso). Restringe i pori e non rende arida la pelle.

Il Tea Tree Oil si può applicare prima e durante le mestruazioni in modo da limitare il più possibile la comparsa dei brufoli sul mento. Si puo’ utilizzare da solo su un batuffolo imbevuto da passare sui brufoli o mescolato al tonico quotidiano in modo da creare un film protettivo sulla pelle per 24 ore.

L’Aceto di sidro di mela è ottimo per la prevenzione. Una settimana prima delle mestruazioni, passate sul viso un dischetto di cotone bagnato con l’aceto di sidro di mele. Lasciate asciugare e applicate un olio leggero. L’Aceto aiuta a conservare il manto acido della pelle che prima del ciclo tende a rompersi diventando terreno fertile per i brufoli.

Tra i consigli, quello di non stuzzicare o spremere i brufoli sul mento perché il pus dà luogo a infezioni e soprattutto recidive. Se i brufoli sul mento sono grossi e dolorosi è preferibile utilizzare creme specifiche a base di cortisone o antibiotici.

Questi sono suggerimenti utili, ma per approfondire problematiche più serie è opportuno rivolgersi al dermatologo o al ginecologo di fiducia che prescriveranno un tratamento specifico.

Dolore al seno destro prima del ciclo

IL DOLORE AL SENO DESTRO: UN FASTIDIO DA NON TRASCURARE

Tra tutti i dolori che le donne non devono trascurare dal momento in cui inizia lo sviluppo del proprio corpo, uno che merita particolare considerazione è il dolore al seno destro. Se non viene curato nel giusto modo, infatti, esso può diventare molto pericoloso con il passare del tempo, creando seri danni alla salute del soggetto che ne soffre.
Prima di parlare delle principali cause e dei modi per curare il dolore al seno destro, è necessario puntualizzare che esso è comune alle donne di tutte le età, ovviamente, dal momento in cui queste hanno iniziato a svilupparlo ed a presentare i cicli mestruali. Un’ulteriore precisazione da fare, riguarda il fatto che questo dolore può modificare la sua natura nel corso del tempo, così come può cambiare anche il seno stesso della donna.

LE PRINCIPALI CAUSE ED I SINTOMI DEL DOLORE AL SENO DESTRO
Nella maggior parte dei casi, una donna comincia a sentire dolore al seno destro durante il ciclo mestruale. Ciò è causato dal fatto che nel corso di questo periodo il seno è esposto ai maggiori cambiamenti, e pertanto il dolore è un fenomeno del tutto normale.
Molte donne, appena avvertono il dolore al seno destro, si allarmano perchè credono di avere un cancro. Fortunatamente, è scientificamente provato che non esiste alcuna correlazione tra il dolore o la presenza di noduli al seno ed i tumori. Pertanto, pur non dovendo sottovalutare questo dolore, non ci si deve preoccupare di avere un cancro.
Qual è la sintomatologia del dolore al seno destro? Tra i sintomi principali, oltre alla formazione di piccole masse solide (per l’appunto, i noduli), abbiamo anche l’ingrossamento del seno stesso. Una volta trascorso il periodo mestruale, i noduli tendono a sciogliersi abbastanza velocemente.
Va detto che il dolore al seno si presenta anche nei casi di gravidanza o menopausa, ma ovviamente ha una natura totalmente diversa rispetto al dolore al seno destro da ciclo mestruale.
Ma qual è la principale causa del dolore al seno? Gli esperti in materia danno la colpa agli estrogeni, ossia, agli squilibri degli ormoni femminili a cui le donne sono esposte in modo più o meno intenso nel corso della loro vita.

DOLORE AL SENO DESTRO: ECCO QUANDO E’ NECESSARIO L’APPUNTAMENTO DAL MEDICO
Quali sono i casi in cui è necessario allarmarsi per il dolore al seno destro? Per rispondere a questa domanda dobbiamo precisare che ogni donna, imparando a conoscere il proprio corpo, interpreta al meglio i segnali che quest’ultimo le invia, regolandosi in base ad una sorta di auto-diagnosi.
Se il dolore regredisce dopo la mestruazione ed il seno conserva la sua forma naturale, non c’è alcun bisogno di preoccuparsi.
Il dolore al seno, invece, deve essere maggiormente controllato nei casi in cui, anche dopo il periodo mestruale, si focalizzi in un determinato punto del seno e non viene alleggerito dagli analgesici.
Un’altra situazione in cui prenotare un controllo dal medico non è affatto una cattiva idea, è quella in cui i noduli al seno permangano anche dopo il ciclo mestruale, rendendo problematico lo svolgimento delle attività quotidiane.
Esiste un modo per trattare il dolore al seno destro? Assolutamente sì. Le terapie per la cura di questo disturbo hanno lo scopo di ripristinare l’equilibio degli ormoni, e se accompagnate da uno stile di vita sano, possono portare a dei risultati davvero ottimi.

Mal di denti: cosa prendere?

Il mal di denti è una manifestazione molto dolorosa. Questo fenomeno compare spesso con delle fitte e degli spasmi. Questi ultimi partono dal dente e si propagano, fino ad interessare i legamenti parodontali e le gengive.
Questo problema è noto anche con il nome di odontalgia.

Il mal di denti comunque può manifestarsi in maniera continuativa e penetrante. In molti casi, il dolore può aumentare a causa di alcuni fattori che ne facilitano l’accentuazione. Questi fattori sono il meccanismo della masticazione, la presenza di stimoli termici di caldo o di freddo e alcuni alimenti, che contengono molti zuccheri.
Il mal di denti può avere molteplici cause, alcune di queste possono essere:

  • la presenza di tartaro;
  • le gengiviti;
  • le paradentiti;
  • le carie;
  • gli ascessi;
  • eccessiva ipersensibilità dei denti.
  • La odontalgia compare però anche per altri motivi.

Alcune malattie possono infatti favorire questa problematica, come ad esempio la sinusite, le nevralgie e pure gli infarti.
Una visita dal dentista, comunque, è molto utile per trovare l’origine della comparsa del dolore ai denti e far cessare il fastidio.
In attesa del consulto con un odontoiatra, ci sono dei rimedi per curare la odontalgia.

Quai rimedi possono essere utili?

Innanzitutto si possono lavare i denti con acqua tiepida, passando successivamente il filo interdentale.
Il fastidio può essere placato ponendo un poco di ghiaccio, avvolto in un panno, sulla guancia interessata dal dolore, oppure facendo anche dei risciacqui per circa trenta secondi con del whisky, che è un anestestico molto blando.
Quando si ha il mal di denti, è consigliato ricorrere pure a dei rimedi naturali, che hanno un potere antinfiammatorio. E’ molto utile ad esempio mettere un batuffolino imbevuto di olio essenziale di chiodi di garofano sul dente dolente, oppure porre su quest’ultimo due gocce di propoli.
La calendula, la malva e l’aloe vera sono molto efficaci per alleviare i sintomi dell’odontalgia, in quanto hanno delle proprietà lenitive. La citronella, la salvia e la menta, invece, si possono usare per disinfettare la parte intorno al dente, interessata dall’infezione.
Per curare il mal di denti dopo aver consultato un dentista o il proprio medico si può ricorrere a  farmaci antidolorifici.

Tra questi medicinali ci sono: la Tachipirina, l’Ibuprofene, la Clorexidina, che un colluttorio antibatterico da usare con dei risciacqui da trenta secondi.
Per combattere l’odontalgia è consigliata inoltre la somministrazione di Farmaci antinfiammatori non steroidi. Questi medicinali fanno cessare il dolore, ma non curano in alcun modo la causa scatenante del fastidio.
In presenza di un mal di denti molto forte, bisogna assolutamente stare attenti all’alimentazione. Si devono assumere cibi morbidi e ricchi di calcio, frutta, verdura, yogurt e alimenti contenenti parecchia vitamina C, che impediscono la comparsa di fenomeni di sanguinamento.
Diversamente, non si devono mangiare cibi troppo caldi o freddi, bibite e alimenti che contengono parecchio zucchero, oppure che sono molto croccanti, come il torrone, le caramelle dure e i confetti.
Quando si manifesta il mal di denti è comunque necessario andare immediatamente dal dentista. Quest’ultimo, se il dolore è causato da una scarsa pulizia della bocca, provvederà a fare al paziente una seduta di igiene orale, con un trattamento di detartrasi, che elimina tutti i batteri.
Se all’origine dell’odontalgia ci sono delle carie, lo specialista provvederà a otturare i denti, oppure a devitalizzarli o ad estrarli.

Formicolio mani e piedi di notte

A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita, di avvertire uno strano e fastidioso formicolio agli arti, in modo particolare a mani e piedi, durante la notte. Di solito una simile sensazione è semplicemente provocata dall’assunzione di posizioni scomode per lungo tempo.

Durante il riposo notturno può capitare di assumere posizioni particolari e di sottoporre a pressione determinate parti del corpo, comportando al risveglio quella classica sensazione di intorpidimento e formicolio. Ciò accade quando il flusso sanguigno è in qualche modo ostruito parzialmente. Di solito la sensazione scompare nel giro di pochi secondi, muovendo gli arti e modificando la posizione. In alcuni casi però, la sensazione di formicolio può essere provocata da disturbi molto gravi e presentarsi a prescindere dall’assunzione di posture scomode.

Tra le cause principali del formicolio agli arti notturno c’è l’osteocondrosi cervicale, ovvero la presenza di ernie o di un principio di artrosi localizzato tra le vertebre cervicali. In questi casi è opportuno rivolgersi al proprio medico ed eseguire costanti esercizi posturali per alleviare il fastidio.

Anche la sindrome del tunnel carpale, disturbo molto diffuso, che colpisce soprattutto chi utilizza mani e polsi per compiere movimenti di precisione, può causare il formicolio alle mani.

Spesso il formicolio notturno di mani e piedi è strettamente legato a ritenzione idrica o ad un’alimentazione scorretta. In questi casi basta fare attenzione all’idratazione quotidiana, bevendo almeno un litro e mezzo d’acqua al giorno ed integrare nella propria dieta alimentare il giusto quantitativo di alimenti contenenti vitamina B.
Altri semplici rimedi che aiutano a ridurre l’insorgenza del formicolio agli arti, in modo particolare delle mani, consistono nel bagnare i polsi con acqua fresca prima di coricarsi, bere un cucchiaio di olio di semi o indossare una polsiera qualora si svolgessero lavori di precisione durante la giornata, in modo tale da proteggere nervi ed articolazioni.
Esistono poi tre differenti patologie che possono influire sul corretto funzionamento del flusso sanguigno e che si distinguono dai disturbi appena descritti per una maggior gravità.

La sclerosi multipla, una malattia neurovegetativa che colpisce in modo particolare i nervi ottici, il cervelletto ed il midollo produce un netto abbassamento del livello di sensibilità degli arti, che conseguentemente accentua il formicolio a mani e piedi e la sensazione di intorpidimento.
Anche una trombosi venosa, caratterizzata dalla presenza di coaguli all’interno del sistema venoso che impediscono il normale flusso sanguigno, diminuendo l’apporto di ossigeno ai tessuti, è tra le principali cause di intorpidimento degli arti nelle ore notturne o anche diurne. Qualora il formicolio dovesse essere accompagnato da altri sintomi, come dolore acuto o arti freddi, è essenziale recarsi tempestivamente al pronto soccorso.

Occhi gonfi e prurito al mattino

Gli occhi gonfi al mattino rappresentano un disturbo molto diffuso che incide sulla salute e sull’estetica del viso.

Sono molti i fattori che possono incidere negativamente sulla salute degli occhi al risveglio, principalmente la posizione assunta mentre si dorme e l’entità del riposo.

Dormire con almeno un cuscino a sorreggere la nuca è, ad esempio, un ottimo metodo per evitare un accumulo eccessivo di liquidi al di sotto degli occhi. Inoltre dormire minimo sette ore per notte aiuta a scongiurare la comparsa di occhiaie e gonfiore.

Quando si riposa poco e male i vasi sanguigni posti al di sotto degli occhi tendono infatti a dilatarsi. Anche consumare pasti ricchi di sodio o bere una gran quantità di bevande alcoliche prima di mettersi a letto figurano tra le cause degli occhi gonfi. In questi casi la regola d’oro è bere tanta acqua al mattino in modo taleda mantenere la pelle idratata.
Altre possibili cause possono essere rappresentate da allergie, pressione sanguigna elevata, ritenzione idrica, dermatite e reazione allergiche ai farmaci.

A prescindere dal motivo alla base degli occhi gonfi esistono una serie di trattamenti mirati per attenuare o eliminare definitivamente il disturbo.
Il primo accorgimento da seguire consiste nel bere molta acqua nel corso dell’intera giornata, evitando bevande gassate, zuccherate o alcoliche.
Tra i rimedi più diffusi e forse più conosciuti c’è poi da annoverare l’applicazione di fettine di cetriolo fresco direttamente sulle palpebre per circa venti minuti. In alternative è possibile utilizzare delle fette di patate fredde o un paio di bustine da té o camomilla già utilizzate. In entrambi i casi queste particolari tipologie di ortaggi o le bustine di infusi tendono ad assorbire i liquidi in eccesso stipati nel contorno occhi, contribuendo così a diminuirne il gonfiore.
La soluzione più semplice per scongiurare la comparsa di gonfiore e prurito nella zona oculare è senza dubbio riposare tra le sette e le otto ore a notte.

Un riposo notturno adeguato e corretto è un aspetto imprescindibile se si desidera curare la salute dei propri occhi.

Inoltre, come anticipato in precedenza, riposare appoggiando la nuca su un comodo cuscino evita l’accumulo di liquidi nella zona oculare. In presenza di dolori e fastidi alla schiena è però consigliabile evitare questo tipo di soluzione e chiedere consiglio al proprio medico.
Uno straordinario aiuto arriva poi anche dai prodotti cosmetici. Per contrastare il gonfiore agli occhi è possibile utilizzare creme a base di aloe vera, vitamine ed estratti di erbe.

E’ ovviamente sempre opportuno accertarsi che tali prodotti siano assolutamente privi di elementi chimici e nocivi per la pelle. In questo caso il problema andrebbe solo a peggiorare.

Prurito: le cause psicologiche

Cause e rimedi

Talvolta, gli stati intensi d’ansia possono portare all’insorgenza di disturbi psicosomatici, che in maniera automatica si ripercuotono su un normale ed equilibrati stile di vita, condizionando in maniera più o meno significativamente e normali e consuete abitudini quotidiane.
Diversi sono i disturbi derivanti da periodi di stress intento. Uno di questi è il prurito della pelle, una intensa sensazione di pizzicore che coinvolge una determinata parte anatomica o contemporaneamente più porzioni del corpo.
Tuttavia, prima di stabilire la reale entità di tale disturbo, insieme ad i suoi agenti eziologici, è bene rivolgersi ad un medico dermatologo, al fine di poter escludere qualsiasi altra causa, dalle allergie alle normali dermatiti da contatto.
Non esistono parti del corpo immuni a questo fastidio, in grado di attaccare ovunque e con effetti, psicologici e relazionali, talvolta controproducenti.
Sensazione di prurito che, nel caso in cui derivi da stress, deriva a sua volta da un meccanismo di difesa che il nostro organismo mette in atto, per difendersi nei confronti di situazioni, spesso ed all’apparenza insignificanti, che percepisce come pericolose e dannose.
Un fastidio, quello del pizzicore cutaneo, nulla affatto grave e che può essere efficacemente trattato, con risultati assolutamente soddisfacenti.
Il primo rimedio, immediatamente attuabile, è quello di ridimensionare l’eccessivo livello di stress, eliminando o riducendo le situazioni in grado di crearlo, favorendo riposo ed un’attività fisica che rappresenta un metodo efficacemente comprovato per abbattere gli eccessivi stati di ansia. Dal punto di vista farmacologico, numerose sono le sostanze che si possono assumere. Pomate, innanzitutto, capaci di alleviare, seppur momentaneamente, il prurito. Antistaminici poi, in grado di combattere eventuali stati allergici. In ultimo, non in ordine di importanza però, buona abitudine è quella di idratare correttamente la cute, favorendo saponi delicati e non aggressivi.

Prurito nervoso o reale patologia?

Come in precedenza accennato, per identificare in maniera precisa ed accurata la reale causa della situazione pruriginosa, è cosa buona e giusta farsi visitare da un medico esperto nel settore. In assenza di ulteriori patologie, a tal punto si può procedere a stabilire con certezza la vera entità psicosomatica di tale condizione.
nel caso di orticaria, l’organismo viene continuamente stimolato a produrre istamina, inducendo il paziente a procurarsi autonomamente ed in modo incontrollato il pizzicore. Questa sostanza, nonostante sia un allergene, causa prurito, che fa la sua comparsa nelle fasi in dove lo stress è maggiore. Un fastidio che tende ad aumentare nelle ore conclusive della giornata, quelle serali.

Dimmi cosa ti prude e ti dirò cos’hai.

– prurito alle mani: rabbia repressa che, non riuscendo ad esternare e sfogare, si ripercuote sul normale equilibrio della cure;
– prurito della schiena: si verifica quando crediamo e ci illudiamo di aver ormai risolto una problematica;
– prurito degli occhi: insorge quando, per veder meglio un oggetto, tendiamo a grattare la parte circostante del bulbo oculare;
– prurito degli arti inferiori e dei piedi: queste porzioni anatomiche provocano orticaria nel momento in cui vogliamo fuggire da una situazione relativamente ambigua;
– prurito della testa: compare quando viviamo periodi di intensa preoccupazione, dei quali vorremmo in maniera istantanea trovarne la scappatoia.

Rimedi naturali contro il tartaro sui denti

Il tartaro sui denti costituisce un fastidio non soltanto dal punto di vista estetico, ma anche sotto l’aspetto funzionale. Si tratta di una sorta di degenerazione della placca, una sostanza che si deposita sui denti che alla lunga può diventare molto difficile da rimuovere. Eppure, esistono diversi rimedi naturali tutti da scoprire e mettere in pratica. Scopriamo insieme quali sono i più utili e interessanti.

Perché si forma il tartaro

Prima di dare un’occhiata ai rimedi naturali da provare, è necessario sapere per quali motivi si viene a formare il tartaro. Molti esperti attribuiscono la causa di tale inconveniente ad un’alimentazione poco corretta, basata su cibi troppo ricchi di zucchero. Una dieta basata su un eccesso di sostanze acide può fare molto male ai cavi orali, provocando la nascita della placca. Anche un’igiene dentale non adeguata può dare forma a questo pericolo. Infine, massima attenzione a bevande macchianti come caffè e coca cola, così come bisognerebbe limitare al minimo il consumo di tabacco.

Gli alimenti da assumere

Cosa si può fare per rimuovere il tartaro dai denti? Un’ottima idea è costituita da una dieta sana e metodica, con l’assunzione di determinati alimenti a discapito di altri. L’azione dei batteri nella nostra bocca può essere limitata tramite cibi ricchi di vitamina C, come ad esempio arance e fragole. In generale, le verdure crude e la frutta fresca possono costituire un autentico toccasana per i denti. Dalle bietole agli spinaci, dalla lattuga alla rucola, ogni prodotto verde può risultare molto utile. Diversi integratori sono in grado di agire al meglio, come ad esempio quelli a base di bicarbonato di sodio. Consigliati anche gli infusi di salvia, sesamo e prezzemolo.

Ulteriori rimedi utili per rimuovere il tartaro sui denti

Ovviamente, i sistemi di tipo naturale grazie ai quali il tartaro sui denti può diventare soltanto un brutto e lontano ricordo sono davvero molteplici. Presso un’erboristeria è possibile acquistare estratti di carbone attivo, capaci di rendere i denti più bianchi e puliti. Un discorso simile è valido per gli sciacqui con olio di semi di girasole, a loro volta capaci di rimuovere ogni tipo di tossina. Anche i collutori naturali sono capaci di migliorare la situazione, specialmente se realizzati in sostanze come l’aloe vera.

Consigli per prevenire il tartaro

Come spesso viene detto, prevenire è meglio che curare. Diversi consigli sono molto benefici per fare in modo che il tartaro sui denti non si formi. Dopo ogni pasto bisogna lavarsi i denti con la massima cura. Molto importante è anche l’utilizzo del filo interdentale prima di andare a dormire, per rimuovere ogni residuo negativo. Un dentifricio biologico è altamente consigliabile per rendere i denti più puliti. Se proprio la situazione non migliora, non si può fare altro che chiedere aiuto ad un dentista e sottoporsi ad una seduta di pulizia dentale, ma senza esagerare. Infatti, un utilizzo esagerato di questo metodo può mettere in crisi lo smalto dei denti.

Correggere miopia e presbiopia insieme

Che cosa è la presbiopia

Superati i 40 anni di età il cristallino la lente del nostro occhio, che varia in base se dobbiamo vedere da lontano o da vicino, inizia a restituirci un’immagine non più nitida. Superata questa fascia d’età, questa lente diventa meno elastica e dunque l’immagine si sfoca soprattutto quando dobbiamo osservare un oggetto da vicino. Questo disturbo dell’occhio si chiama presbiopia e ci dà problemi nella lettura da vicino, con un’immagine poco chiara soprattutto da distanza ravvicinata. La presbiopia aumenta sensibilmente con il passare degli anni, dunque bisogna assolutamente correggere il difetto. Spesso la presbiopia va di pari passo con la miopia e le due possono essere corrette insieme.

Cosa è la miopia

La miopia è un disturbo visivo che rende la visione degli oggetti nitida da vicino, ma sfocata da lontano. Questo disturbo è comune ed è riscontrabile in moltissime persone, soprattutto in età adolescenziale. Può essere un fattore genetico, dunque potreste aver ereditato questo disturbo visivo se in famiglia c’è qualcuno che non vede bene da lontano: ma la miopia dipende anche da moltissimi fattori. Pensiamo ad esempio allo sviluppo, dove il nervo ottico può incidere su questo disturbo per via dell’allungamento. Anche fissare uno schermo con luce artificiale può portare alla miopia: tante ore passate davanti ad un computer o ad una televisione portano come conseguenza la miopia e bisogna correggere il tutto con degli occhiali. In alcuni casi si può anche intervenire chirurgicamente.

Come correggere miopia e presbiopia insieme

La miopia e la presbiopia possono essere corrette insieme. La soluzione principale è sicuramente quella di correggere il difetto con un paio di lenti multifocali, che permettono di vedere sia da vicino che da lontano. In alcuni casi non è possibile intervenire attraverso la correzione con gli occhiali e dunque si opera il paziente tramite il laser. La tecnica tramite il Lasik aiuta un rimodellamento della cornea e della sua curvatura: lo strato epiteliale viene spostato di 110 micron, per poter permettere appunto l’operazione. In questo si differenzia l’operazione con la tecnica Prk e nella parte finale lo strato corneale viene rimesso nella propria sede naturale. Infatti l’occhio è composto da diversi strati, dove la tecnica Lasik andrà ad intervenire per poter correggere questi difetti. La vista si riacquista in pochissime ore dopo l’intervento, ma bisogna fare attenzione alla superficie, la quale va coperta per evitare traumi e problemi di altra natura.

Il beneficio della presbiopia e della miopia

Non sempre si ha la necessità di correggere miopia e presbiopia insieme: nfatti i due disturbi possono compensarsi: spesso chi ha la presbiopia e la miopia può vedere bene da vicino e dunque i due disturbi possono annularsi. Ovviamente ci sarà sempre uno sforzo da parte del nervo ottico e bisogna intervenire immediatamente. La miopia invece ha un minor vantaggio dalla presenza della presbiopia: si può ridurre, ma non scomparirà definitivamente. In ogni caso bisogna corregere miopia e presbiopia insieme per poter evitare danni maggiori.

disturbo bipolare: sintomi

COS’È IL BIPOLARISMO

Avete mai sentito parlare di Bipolarismo? Ebbene rappresenta un disturbo molto più diffuso di quanto crediate, specie in una fascia d’età che va dai 15 ai 40 anni.
Il Disturbo Bipolare non è altro che una continua alterazione dell’umore, nella quale lo stato d’animo di un adolescente o di un adulto può cambiare improvvisamente da uno stato di completa euforia(felicità, eccitazione) fino a completa depressione.
In più, nonostante si verifichi in minor parte, tutti i casi adolescenziali o post-adolescenziali di disturbo bipolare potrebbero avere una ricaduta costante, anche per tutta la vita.

SINTOMI

Il Bipolarismo manifesta dei sintomi marcati, sia durante la fase “Euforica” che in quella “Depressiva”.
Dunque, durante episodi maniacali di estrema eccitazione e felicità, il paziente in questione manifesterà i seguenti sintomi:
-Iperattività-assenza totale di sonno (il paziente non riesce a controllare impulsi motori, non sopporta la staticità ed è sempre in movimento).
-Sensazione di superiorità (i casi psichiatrici che manifestano bipolarismo tendono spesso ad esternare manie di protagonismo, accompagnate da un aumento dell’autostima e un’eccessiva esternazione delle proprie capacità).
-Smisurata loquacità (spesso chi soffre di questo disturbo rivela una grande attitudine a discorsi senza fine, conseguentemente vi è difficoltà da parte di chi ascolta a frenare le numerose esternazioni verbali).
-Incoerenza e cambio frequente di opinioni ( il paziente si ritrova a esternare i suoi pensieri, i quali sembrano avere un senso logico all’inizio, ma vengono contraddetti più volte durante il discorso, arrivando ad esprimere anche l’esatto contrario rispetto all’opinione iniziale).
-Coinvolgimento in situazioni aventi conseguenze pericolose (l’uomo affetto da tale disturbo presenta una percentuale minore di buon senso, perciò è molto più probabile che non rifletta sul pericolo che un’attività possa comportare).

Ecco invece quali sono i sintomi manifestati negli episodi depressivi:

-Perdita dei valori e obbiettivi ( per il paziente nulla ha senso, vi è una costante perdita di valore in ogni attività, arrivando a giudicare con sufficienza ogni azione o evento, con conseguente perdita di entusiasmo e divertimento).
-Perdita dell’appetito
-Rischio attacchi di panico (questa eccessiva depressione genera nel paziente inappetenza e un senso di vuoto tale da scatenare degli attacchi d’ansia, a seconda della circostanza in cui si trovi; in pochi casi vi è anche il pensiero legato al suicidio).
-Stanchezza perenne (conseguenza della perdita di appetito)
-Distrazione (l’adolescente o adulto che sia non trova la concentrazione e manifesta un’elevata facilità nel distrarsi, con relativa incapacità nel prendere decisioni).

RIMEDI AL DISTURBO BIPOLARE

Le cure a questo particolare disturbo non risiedono nei farmaci, poiché come già constatato la complicazione risiede principalmente nella materia grigia.
Sarà perciò opportuno avviare alcune terapie o procedimenti che aiutino il paziente a guarire, soprattutto ad essere consapevole delle sue azioni.
Proprio così, il primo grande passo sta proprio nella consapevolezza dei propri disturbi, motivo per cui è opportuno far notare all’uomo o alla donna in questione i sintomi iniziali. Questo aiuterebbe il paziente a poter correggere i suoi comportamenti ed evitare il conseguente bipolarismo.
Passo dopo passo, sarà opportuno lavorare soprattutto sulla depressione, prendendo più consapevolezza di se stessi ed esaltando le proprie capacità.