Cosa fare in caso di emorroidi

Quando sentiamo parlare di emorroidi ci vengono immediatamente in mente, almeno per sentito dire, immagini di sanguinamenti e dolore forte nella defecazione. Esse sono infatti una patologia assai diffusa, ma non tutti hanno piena coscienza della loro entità, delle cause e soprattutto di come curare questa fastidiosa malattia.

emorroidi

COSA SONO LE EMORROIDI?
Le emorroidi sono un tessuto spugnoso, ricco di vasi sanguigni e tessuto connettivo, posto nella parte terminale del retto e dell’ano. Esse sono pertanto una parte della fisiologia umana e non costituiscono un problema fintanto che non avviene la loro infiammazione.
[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft]Le emorroidi giocano un importante ruolo nel mantenimento della contenenza fecale e proteggono i muscoli rettali, durante il passaggio delle feci. Ormai superato è il concetto che esse siano invece delle vene varicose.
Quando avviene un’infiammazione delle emorroidi, si parla di patologia emorroidale e si stima che circa il 50 % della popolazione, senza distinzione di sesso, ne soffra o ne soffrirà nell’arco della sua vita, principalmente nell’età adulta.

LA PATOLOGIA EMORROIDALE
Si suddividono principalmente due tipologie di emorroidi :
• Emorroidi interne caratterizzate da assenza di dolore ma sanguinamento anale durante la defecazione;
• Emorroidi esterne, i cui sintomi sono dolore e gonfiore nella zona. Si possono sentire, al tatto, delle palline fuori dall’ano.

CAUSE
La causa esatta è ancora sconosciuta. Esistono fattori genetici di predisposizione.
Tra i fattori scatenanti abbiamo:
• stipsi o diarrea;
• mancanza di esercizio fisico/vita sedentaria;
• dieta povera di fibre e scarsa assunzione di liquidi;
• gravidanza;
• invecchiamento;
• obesità.

SINTOMI PRINCIPALI
Se presentiamo uno dei seguenti sintomi, è molto probabile che ci sia in atto una patologia emorroidale:

Per quanto concerne le emorroidi esterne:dolore nel momento in cui compare la trombosi. Se grandi provocano prurito anale e della zona circostante, spesso vi è una fuoriuscita di muco che può provocare micosi.
Se curate al più presto, il dolore e il gonfiore tendono a scomparire in un paio di settimane.

Le emorroidi interne si presentano indolori e vengono riconosciute grazie al sanguinamento rettale, più o meno importante, durante la defecazione.

Possiamo suddividere diverse tipologie di emorroidi a seconda della loro gravità:
1. Emorroidi di 1° grado.
Non presentano un prolasso all’esterno. Le riconosciamo per il sanguinamento.

2. Emorroidi di 2° grado
Fuoriescono ma rientrano spontaneamente dopo la defecazione.

3. Emorroidi di 3° grado
Non rientrano spontaneamente, bisogna intervenire manualmente.

4. Emorroidi di 4° grado
Necessitano dell’azione della chirurgia.

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CURARE LE EMORROIDI
Superare il tabù riguardo questa malatia è fondamentale per la loro cura. Recarsi dal medico specialista in proctologia ed evitare le cure fai da te, specie se non si vedono risultati nei primi giorni.
Per la cura delle emorroidi sarà fondamentale applicare alcuni accorgimenti che, uniti alla terapia farmacologica, aiuteranno il paziente ad alleviare il fastidio.
1. Bere 2 lt di acqua al giorno.
2. Assumere molte fibre.
3. Evitare alcolici, caffè e cioccolato.
4. Curare l’igiene anale con un detergente specifico.
5. Evitare cibi piccanti, fritti, troppo conditi e speziati.
6. Mangiare latticini per facilitare il transito intestinale.

In commercio troviamoi preparati farmaceutici a base di anestetici e steroidi, che possiamo assumere per mezzo di pomate o supposte. Le medicine vanno assunte però sotto controllo medico e per periodi brevi.
Nei casi più gravi, si interviene chirurgicamente con interventi semplici e poco invasivi.
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Male a sinistra della pancia

Molto spesso si è colti da fastidi più o meno dolorosi e persistenti al lato sinistro della pancia o, più precisamente dell’addome. A cosa sono dovuti questi dolori e come si può trovare sollievo e curarli è una domanda comune che può trovare diverse soluzioni.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Innanzitutto il dolore può interessare non soltanto la pancia ma diversi punti dell’addome e dunque diversi organi interni. E’ bene dunque localizzare e descrivere nella maniera più precisa possibile il tipo di fastidio perchè potrebbe corrispondere a svariate diagnosi.

Comunemente il dolore che interessa la parte sinistra è dovuto ad uno sforzo o ad un “cattivo” allenamento fisico. Questo può provocare dei fastidiosi crampi che sono dovuti ad una scorretta idratazione del corpo. Il dolore, se si tratta di attività fisica o sport, può essere provocato anche dai muscoli che non vengono riscaldati adeguatamente prima di iniziare l’attività sportiva. E’ dunque fortemente consigliabile bere una grande quantità d’acqua per idratare bene il corpo e svolgere l’attività fisica in totale sicurezza.

Oltre all’acqua vanno bene anche gli energy drink che vengono comunemente utilizzati dagli sportivi e che sono fortemente idratanti per il corpo sottoposto a sforzi fisici di qualsiasi genere.

Se invece si tratta di un dolore muscolare dovuto al cattivo riscaldamento pre-attività si consiglia di provvedere ad un corretto allenamento al fine di evitare questi fastidiosi inconvenienti. Altri organi che possono essere causa di fastidi e dolori sono, partendo dalla parte bassa dell’addome, un tratto dell’intestino crasso. Quindi se il dolore è localizzato nella parte bassa, può trattarsi di dolori all’intestino e possono essere dovuti ad un’infiammazione causata dalla scorretta alimentazione.[sws_related_postright showpost=”4″] [/sws_related_postright] Questo può provocare delle fastidiose coliche che interessano dunque “i tubi di scarico” del nostro corpo. E’ bene dunque che si faccia una dieta corretta evitando quegli alimenti “tossici” per il nostro organismo. Se il dolore è persistente si consiglia di assumere farmaci antinfiammatori specifici per la zona colon-intestinale. Le coliche sono dovute anche ad un’infiammazione del pancreas che è collocato in questa zona, cosi come la milza che quando si infiamma provoca quella fastidiosa sensazione di puntura nella parte bassa dell’addome. Può trattarsi dunque di particolare stress o sforzo che va a colpire gli organi interni del nostro corpo.

Altre volte, e questo esclusivamente per le donne, si tratta di dolori premestruali che sono dovuti alle ovaie che si prepararano per il ciclo mensile. Generalmente questi dolori si iniziano ad avvertire qualche giorno prima delle mestruazioni. Un buon integratore a base di potassio e magnesio, assunto prima dei pasti,una decina di giorni prima del ciclo, aiuta a prevenire i dolori al basso addome perchè rilassa i muscoli. Altre volte il dolore può provenire da un’infiammazione ai polmoni che porta a delle ovvie difficoltà respiratorie seguite da un’infiammazione alla trachea. Una tosse più o meno forte causa dolori al diaframma ed è per questo che si verificano dolori nella parte sinistra dell’addome.

Dunque i dolori non possono essere associati ad una singola causa o ad un singolo organo. Per questo motivo, quanto più si è precisi nel localizzare il dolore, tanto più si potrà arrivare ad una corretta diagnosi e cura.
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Male alla milza

[sws_facebook_like href=”https%3A//www.facebook.com/pages/Almedico/341459779306731%3Fref%3Dhl” showfaces=”false” width=”200″ height=”21″ action=”like” layout=”standard” colorscheme=”light” font=”arial”] [/sws_facebook_like] Ognuno di noi improvvisandosi “corridore” ha avuto modo di provare e conoscere bene cos’è il male alla milza, il classico dolore che appare sul fianco sinistro dello stomaco.
Un dolore senza dubbio fastidioso che alle volte non consente di svolgere l’attività fisica. L’organo che per così dire sta facendo i capricci, è la milza. Si tratta di una problematica non particolarmente pericolosa giacché può essere facilmente rimossa ma che comunque è bene non sottovalutare.

male alla milza

È doveroso sottolineare, infatti, che quando questo fastidio viene avvertito da soggetti che godono di una certa forma atletica, allora deve scattare un campanello di allarme e quindi è opportuno recarsi quanto prima dal proprio medico di fiducia per valutare attentamente la situazione.
Cerchiamo dunque di capire quali sono le cause che per l’appunto fanno nascere tutto ciò. Però, prima di addentrarci in questo discorso, chiariamo alcuni concetti che consentono di capire meglio il perché di questi fastidi.

Cos’è la Milza

La milza è un organo non fondamentale per la sopravvivenza. Si trova tra lo stomaco ed il diaframma e per essere ancora più precisi, parte di essa risulta essere letteralmente collegata a quest’ultimo tant’è che durante la respirazione i due organi fanno un movimento sincronizzato grazie al quale vengono evitati deleteri contatti.

A cosa serve la Milza

Le principali funzioni della milza sono:

  • Funzione emopoietica: produce globuli rossi durante la vita fetale, questa funzione non viene più compiuta dopo la nascita
  • Funzione eritrocateretica: elimina dal circolo sanguigno i malati o vecchi globuli rossi 
  • Funzione linfopoietica: produce linfociti
  • Fa da “riserva” di globuli rossi: quando in seguito ad un particolare sforzo fisico si necessità di una maggiore richiesta di globuli rossi relativa ad maggiore consumo di ossigeno.

 

Da cosa è causato il dolore alla Milza

La milza in caso di richiesta di ulteriore ossigeno ha il compito di fornire nuovi globuli rossi.
Quindi essendo come una spugna si “spreme” mettendo in circolo sangue maggiormente ossigenato casusando così il classico dolore frequente in caso di corsa

Le cause più gravi e di natura patologica sono:

  • Anemia. In questa situazione, il dolore è dato dal fatto che la milza deve lavorare con più solerzia, in quanto i globuli rossi ha minor vita rispetto ai soggetti sani.
  • Epatite. Difficoltà del sangue nel fuoriuscire dalla milza.
  • Cirrosi. Stessa situazione dell’Epatite.
  • Mononucleosi. Tra i sintomi ci sono febbricola, tosse e ingrossamento della stessa milza.
  • Endocarditi. Infiammazione delle membrane delle valvole cardiache.
  • Toxoplasmosi. A differenza della Mononucleosi presenta una febbre più alta.
  • Tumore.

 

Consigli

Per eliminare il dolore a patto che esso non sia causato da patologie, vanno tenuti presente dei semplici consigli.
Per prima cosa è opportuno alleggerire il carico dello sforzo fisico magari camminando per qualche minuto cercando di respirare regolarmente senza affanno. Per prevenire questi dolori, prima di incominciare l’attività fisica occorre effettuare un buon riscaldamento e quindi proporre all’organismo uno sforzo in linea con quello che è il suo stato di forma senza tentare di strappare. Chiaramente la forma fisica va acquisita per gradi, con attività, la cui intensità va aumentata gradualmente nel tempo. [author] [sws_related_post]

Cosa fare se morsi da una zecca

Le zecche sono piccoli artropodi ematofagi suddivise in due famiglie principali: le Ixodidae o zecche dure e le Argasidae o zecche molli a loro volta comprendenti diverse centinaia di esemplari diversi. Dopo la zanzara sono i principali vettori di malattie infettive per gli esseri umani a causa delle tossine e dei microorganismi contenuti nella saliva che possono essere trasmessi attraverso il morso.

morsi_zecca

[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] La zecca è infatti dotata di un particolare apparato boccale che le consente di restare attaccata alla pelle del proprio ospite per diverso tempo nutrendosi del suo sangue cosa che può rappresentare un pericolo anche grave per la salute se non si corre subito ai ripari. Nel caso in cui si viene punti da una zecca l’unica cosa da fare è cercare di rimuoverla utilizzando precisi accorgimenti. Molte persone pensano di conoscere il metodo migliore per estrarre una zecca ma a volte il risultato è soltanto quello di aumentare le probabilità di infezione. Spesso alcuni metodi tradizionali come quello di avvicinare la zecca a fonti di calore o cospargerla di oli e sostanze infiammabili non fanno altro che stimolare la secrezione patogena dell’animale causando quindi danni aggiuntivi. Tuttavia rimuovere una zecca dal proprio corpo o da quello del proprio animale è un’operazione che all’occorrenza può essere effettuata a casa senza dover necessariamente ricorrere all’intervento del medico. Per operare correttamente occorrono delle piccole pinze possibilmente curve e accuratamente sterilizzate. Avendo cura di posizionare le pinzette in modo tale che la curvatura sia rivolta verso il basso, basta afferrare saldamente la zecca il più vicino possibile alla pelle e sollevare delicatamente fino ad estrarre ogni parte dell’insetto. E’ consigliabile non ruotare le pinze durante l’estrazione in modo da evitare che la testa possa rompersi e restare attaccata alla pelle, nel qual caso sarà necessario consultare il medico. [sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] Una volta effettuata l’operazione è meglio non schiacciare la zecca onde evitare possibili contatti della pelle con agenti patogeni, gettarla invece nel lavandino, nel water o chiuderla in un contenitore trasparente sigillato per mostrarla al proprio medico nel caso in cui si tema di essere stati infettati. Infine bisogna lavare e disinfettare accuratamente sia la zona del morso che gli strumenti utilizzati per rimuovere l’animale. Meglio controllare per alcuni giorni che intorno alla ferita non ci sia rossore o rigonfiamento ad ogni modo l’applicazione di creme antibiotiche anche se può aiutare a prevenire un’infezione locale non pregiudica la possibilità che possano svilupparsi malattie trasmesse dalla zecca. [author] [sws_related_post]

Cosa mangiare in gravidanza

L’alimentazione è sempre importante nella la vita di un individuo ma durante la gravidanza c’è bisogno di qualche piccola attenzione in più perchè, la futura mamma, ha bisogno di una dieta equilibrata e sana ma, soprattutto, deve evitare gli alimenti che potrebbero essere potenzialmente nocivi allo sviluppo del bambino.
Innanzitutto bisogna dire che non è necessario “mangiare per due” in quanto bisogna aumentare la razione calorica di 150 calorie nel primo trimestre e di 400 calorie nei restanti periodi della gestazione in modo da arrivare al termine della gravidanza in perfetta forma.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] La futura mamma deve avere una dieta varia ed equilibrata ricca di vitamine e nutrienti.

Per i carboidrati bisogna preferire gli zuccheri complessi della pasta e dei legumi agli zuccheri semplici dei dolci e delle bibite zuccherate, preferite gli alimenti integrali che donano maggior sazietà, aiutano l’eliminazione del colesterolo, migliorano la glicemia e aiutano le funzioni intestinali.

Le proteine servono alla crescita del feto quindi, le gestanti, devono mangiare carne (preferite le carni bianche), pesce, uova, latte e formaggio (questi alimenti contengono anche ferro e sali minerali).
Per i condimenti sono da evitare il burro e la margarina mentre è consigliabile utilizzare solo olio extra vergine di oliva.
Frutta e verdura (sia cotta che cruda) sono da assumere in grandi quantità ed in qualsiasi momento della giornata.
E’ consigliabile bere molta acqua, soprattutto lontana dai pasti, ed è da preferire quella oligominerale naturale.
Oltre ai cibi da consumare in gravidanza, la futura mamma, deve evitare di mangiare molti alimenti che potrebbero compromettere la salute del bambino.
Sono da evitare pesce, carne ed uova consumati crudi o poco cotti, evitate anche crostacei, vongole, cozze ed ostriche infatti questi alimenti potrebbero contenere le salmonelle che possono provocare delle gastroenteriti (la gastroenterite comporta un forte dolore addominale accompagnato da nausea, vomito e diarrea).
Tra gli alimenti da evitare ci sono anche gli insaccati che possono contenere il batterio Listeria Monocytogenes ed il protozoo Toxoplasma Gondii.
Il batterio Listeria può provocare delle infezioni intrauterine che, soprattutto nell’ultimo trimestre della gravidanza, potrebbero provocare un aborto spontaneo o un’interruzione della gravidanza dovuta alla morte prematura del feto.[sws_related_postright showpost=”3″] [/sws_related_postright]
Gli alimenti che possono contenere il batterio Listeria sono, oltre agli insaccati, le carni crude ed i formaggi molli (sono considerati sicuri solo i formaggi prodotti con letta pastorizzato).
Il protozoo Toxoplasma può provocare la toxoplasmosi (possono essere infettate solo le donne che non hanno mai contratto questo protozoo e che quindi non hanno sviluppato gli anticorpi adatti).
La toxoplasmosi è pericolosa soprattutto per il feto che può presentare una serie di patologie raggruppate nella cosiddetta tetrade di Sabin e può provocare anche delle convulsioni.
Il protozoo Toxoplasma è contenuto nella carni crude, nelle carni poco cotte e negli insaccati.
Un’altra sostanza molto pericolosa per il bambino è il metilmercurio che potrebbe provocare dei danni al sistema nervoso centrale del feto quindi, le donne in gravidanza, dovrebbero evitare di consumare i pesci che possono contenere questa sostanza (tipo il pesce spada).
La donna in gravidanza dovrebbe anche eliminare il consumo di bevande alcoliche e limitare l’uso di caffè e tè.
Inoltre è da consigliare l’assunzione di acido folico soprattutto durante le prime settimane di gestazione.

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Male alla spalla

Tra la cause di dolore alla spalla più comuni vi è l’artrosi, che colpisce le persone dai cinquanta anni in su. Questa patologia degenerativa si manifesta con la progressiva erosione della cartilagine che riveste le articolazioni della spalla.

spalla

[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Tra le infiammazioni più diffuse che provocano dolore alla spalla vi è la tendinite del Capo Lungo Bicipite (localizzato nella parte anteriore della spalla), la tendinite cuffia, che riguarda i tendini della cuffia dei rotatori di spalla, la tendinite calcifica. Il dolore alla spalla può essere anche causato da eventi traumatici, quali la rottura del tendine Capo Lungo Bicipite, che può verificarsi sia nei giovani che negli anziani. La lussazione della spalla è un altro molto doloroso, che sopraggiunge quando la struttura della spalla non è più in grado di mantenerla nella sua normale posizione. Nei casi più gravi è necessario recarsi subito al Pronto Soccorso, meno preoccupanti sono invece gli episodi di sublussazione. Con il progressivo invecchiamento e l’avanzare dell’età possono comparire lesioni e deterioramenti ai muscoli che costituiscono la c.d. “Cuffia dei rotatori”, che muovono e rendono stabili le articolazioni della spalla. L’intensità del dolore varia a seconda di quale muscolo è coinvolto. Una patologia piuttosto grave e invalidante, che spesso compare senza una causa precisa, è la c.d. “Spalla congelata”. il soggetto colpito non riesce a muovere la spalla, e può diventare difficile anche un lieve movimento. L’articolazione della spalla, che è piuttosto instabile, è protetta da una specie di guarnizione chiamata “labbro”, che permette di muovere la spalla in qualsiasi modo. Quando il labbro glenoideo si lacera, sopraggiunge un dolore che può avere intensità variabile. In alcuni casi tale protezione superficiale può anche lesionarsi, all’inizio senza alcun dolore, poi con il passare del tempo il dolore si accentua. Le spalle sono strutture complesse (formate da ossa, tendini, legamenti, muscoli) e sono in collegamento con il torace e la colonna cervicale, quindi risentono indirettamente dei disturbi o patologie che riguardano tali zone. Affinchè la diagnosi del medico risulti il più possibile precisa, è necessario che il soggetto riferisca in maniera dettagliata i sintomi, l’intensità del dolore e i momenti della giornata in cui si acuisce, la zona coinvolta. Una diagnosi corretta può essere ottenuta solo ricorrendo a specifiche indagini radiologiche. [sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] In genere qualsiasi accertamento viene effettuato su entrambe le spalle, anche se il problema riguarda soltanto una di esse. Per quanto riguarda la terapia,è il medico a decidere la più adatta al caso. In genere, però, quando si avvertono i primi dolori, è consigliabile non forzare la zona per due-tre settimane. Se si fa allenamento in palestra, è bene sospendere per un pò di tempo gli esercizi per le spalle con i pesi. I dolori alla spalla, se non particolarmente intensi, potrebbero placarsi con applicazioni quotidiane di un panno caldo sulla zona, per almeno venti minuti. Questo rimedio è particolarmente efficace in caso di borsiti e tendiniti, poichè il calore lenisce le infiammazioni. Se il dolore persiste ed il medico consiglia l’operazione chirurgica, si consiglia di provare prima con un ciclo di fisioterapia. Molte persone hanno risolto così i loro problemi senza sottoporsi ad alcun intervento. [author] [sws_related_post]

Male all’ orecchio

Il male all’orecchio può essere di due forme: diretto ed indiretto.

Nel primo caso la causa del dolore è da ricercare nell’orecchio stesso ed è principalmente provocato da tre fattori:
– una infezione più o meno importante dell’organo stesso (otite)
– un tappo di cerume
– un brufolo o una piccola cisti all’interno del canale uditivo

male all'orecchio

[sws_related_postleft showpost=”5″] [/sws_related_postleft] Il male di forma indiretta invece viene percepito a livello dell’orecchio, ma deriva da un problema ad un diverso organo. Le principali fonti di questo dolore sono:

– problemi all’articolazione temporo-mandibolare di natura disfunzionale (masticazione non corretta) o infiammatoria-degenerativa (artrite o artrosi a livello della stessa articolazione)
– ascesso dentale o altro problema legato ai denti ed alle gengive
– infiammazione delle ghiandole del collo (parotidi o linfonodi)
– tonsillite, faringite o altra patologia infiammatoria della gola
– dolori artritici a collo e cervicale

Per entrambe le tipologie di dolore all’orecchio è sempre consigliabile recarsi presso il proprio medico per un controllo approfondito.
E’ fondamentale stabilire le cause del male all’orecchio per poter intervenire con la terapia più corretta ed individuare l’origine del dolore.

Se il dolore è dovuto ad una infezione dell’orecchio sarà necessario effettuare una terapia a base di antibiotici specifici, prescritti esclusivamente dal proprio medico.

Per eliminare un tappo di cerume sono invece consigliati i lavaggi del canale uditivo con acqua fisiologica sterile (la si trova in farmacia in pratici flaconcini monouso). E’ una operazione che può essere effettuata in maniera autonoma: è sufficiente inclinare la testa e versare lentamente nell’orecchio il contenuto della fialetta. Se sentirete l’acqua scivolare verso la gola, saprete che il tappo è sottile e che quindi saranno sufficienti pochi lavaggi per eliminarlo del tutto.
Per i tappi di cerume più persistenti sono invece in commercio dei coni di cera che, scaldando l’orecchio, facilitano lo scioglimento e la fuoriuscita del cerume ma devono essere utilizzati con cautela.
Se il disturbo persiste occorre recarsi presso l’otorino che rimuoverà il tappo tramite un piccolo uncino.
Ricordate di non utilizzare mai i bastoncini di cotone che potrebbero spingere ancora di più verso l’interno il cerume.

Il male alle orecchie derivato da un problema ad un altro organo può essere attenuato con i farmaci antidolorifici come ibuprofene, paracetamolo o altri anti-infiammatori, ma è sempre bene chiedere consiglio al medico prima di procedere con la loro assunzione.

In inverno può capitare di accusare un forte male all’orecchio dopo essere rimasti a lungo all’aperto. Questo accade perchè il freddo ed il vento penetrano nelle membrane dell’orecchio provocando una leggera infiammazione che origina un temporaneo dolore, anche molto forte.
Questo dolore da raffreddamento tende a scomparire abbastanza in fretta (dai 30 ai 60 minuti una volta rientrati al caldo) e può essere facilmente prevenuto utilizzanto copricapi di lana o para-orecchie durante le uscite.

Il rimedio della nonna per il male all’orecchio è molto semplice ed economico e prevede l’utilizzo di un asciugamano tiepido da posizionare sopra orecchio e collo. E’ chiaramente un palliativo ma può risultare efficace nei momenti di maggiore sofferenza.[sws_related_postright showpost=”3″] [/sws_related_postright]

Un capitolo a parte merita il male all’orecchio nei bambini. Le orecchie dei più piccoli sono molto delicate e soggette a frequenti infiammazioni.
In questi casi è sempre meglio contattare il pediatra ed evitare i metodi fai da te. Per alleviare il fastidio, la mano calda della mamma può essere un ottimo rimedio contro il dolore acuto: provate ad appoggiare il vostro palmo sul padiglione auricolare e vedrete che il bambino si calmerà quasi subito. [author] [sws_related_post]

Piano sulla malattia diabetica

Il diabete è una patologia cronica caratterizzata da un basso livello di insulina, da un’alta concentrazione di glucosio nel sangue e minzione frequente accompagnata da una eccessiva richiesta d’acqua da parte del fisico.
In Italia si contano ben tre milioni di pazienti affetti da diabete, a cui si devono aggiungere tutte quelle persone che non sanno ancora di avere la malattia. Il diabete non fa distinzioni di età, ma è tipica delle classi sociali più povere.
diabete

[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] L’Italia, in pieno accordo con le direttive della Comunità Europea, attua il “Piano sulla malattia diabetica”, definito durante la conferenza tra stato e regioni il 6 dicembre dello scorso anno.
Questo piano specifica l’attuazione di linee per la prevenzione e la cura di questa patologia e ha come unico obiettivo la totale tutela del paziente.
trend diabeteL’attuazione del Piano è stato definito dalla Commissione Nazionale sul Diabete e prevede una forte sinergia tra Regioni, Ministero società di ricerca e associazioni varie.
Il programma del 2003, ha subito modifiche nel corso degli anni cercando di adattarsi nel modo migliore all’evoluzione della malattie e delle conoscenze scientifiche.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]
Il Piano, pur delineando le indicazioni principali, lascia ampio spazio ad integrazioni regionali e locali per consentire l’assistenza migliore all’individuo anche tenendo conto delle differenze territoriali.
Questo Piano (voluto per tutti gli stati membri dalla Comunità) ha lo scopo, nel pieno rispetto del titolo V della Costituzione Italiana, di migliorare il supporto al paziente diabetico, di ottimizzare le risorse economiche disponibili e di assicurare imparzialità in merito all’accesso alle cure e al sostegno. [author] [sws_related_post]

Male agli occhi

Oggi giorno molte persone soffrono di mal di occhi, e può essere causato da diversi fattori come la congiuntivite, la sinusite, porcile, infezioni o abrasioni della cornea, o semplicemente da un corpo estraneo all’interno dell’occhio. I dolori possono essere localizzati e con fitte continue, causando anche mal di testa, possono dare a problemi alla muscolatura, soprattutto se ci sono delle forti infiammazioni di origine batterica, allergiche o virale. Se invece i dolori sono presenti quando si muovono gli occhi, potrebbe essere causato da una neurite ottica retrobulbare.
male agli occhi
[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] La congiuntivite senza secrezione, riconosciuta in quanto provoca rossore all’interno delle palpebre e lacrimazione abbondante, può essere causata da un’infezione virale, associata spesso a raffreddori e la sua durata è solitamente dai 4 ai 7 giorni. Se invece l’infezione è batterica, lo spurgo diventa giallo e le palpebre sono arrossate, soprattutto al risveglio e può essere causata anche dai raffreddori. Queste infezioni nonostante tutto, non danneggiano la vista. Nel caso di congiuntivite virale la terapia da eseguire è un lavaggio abbondante degli occhi con acqua, ogni due ore, facendola penetrare all’interno delle palpebre, per evitare che diventi batterica. Utilizzare del collirio, solo nel caso in cui rimangono molto rossi e il fastidio continui. Invece in quella batterica la terapia da applicare è un’accurata pulizia dell’occhio, da eventuali croste secche, o secrezione al suo interno, con l’aiuto di un batuffolo di cotone bagnato con acqua tiepida. Successivamente dopo aver consultato il proprio medico, utilizzare un antibiotico per occhi, in pomata o in gocce.

Il male agli occhi a causa di un corpo estraneo, può essere dovuto da sabbia, muco secco, sporco, moscerini, segatura, schegge di vetro o legno ecc… Solitamente si deposita sotto le palpebre, in uno spazio cieco rivestito da mucosa. I sintomi si manifestano dopo le 12-24 ore, accusando dolori all’interno dell’occhio, senso di fastidio della luce e lacrimazione. Nel caso di schegge, si consiglia di andare subito al pronto soccorso per evitare danni irreparabili. Invece negli altri casi è opportuno fare degli impacchi abbondanti con acqua tiepida, oppure dei lavaggi inserendo la parte dell’occhio direttamente nell’acqua, creando un movimento continuo di apertura e chiusura delle palpebre, in modo da far uscire tutti i corpi estranei. E’ possibile cercare di estrarlo anche con l’angolo di un fazzoletto di carta, se si è depositato all’estremità dell’occhio, invece se si trova sotto la palpebra inferiore, si può estrarlo con un bastoncino di cotone, tirando la palpebra in giù e in fuori.

La sinusite può creare pressione dietro gli occhi e causare dolore ad entrambi i lati. La terapia ideale è liberare il naso con inalazioni di vapore caldo, in modo da drenare il muco. Oppure coprire con un panno caldo e bagnato e respirare attraverso o in alternativa utilizzare un umidificatore.[sws_related_postright showpost=”3″] [/sws_related_postright]

Le abrasioni sono causate da oggetti che involontariamente vanno a colpire la cornea causando irritazioni e lesioni, curabili con pomate antibiotiche e antidolorifici.

Un Porcile è un’infiammazione delle palpebre, che può essere causato dai follicoli dei peli delle ciglia e dalle ghiandole d’olio, la terapia consigliata è eseguire degli impacchi di acqua calda per almeno due giorni. [author] [sws_related_post]

Cosa fare per il mal di gola

Il mal di gola è un malessere molto comune ed è causato da un’irritazione o, nei casi peggiori, da un’infezione virale. Le cause possono essere diverse, dall’azione di virus e batteri abbastanza comuni come lo streptococco o il rhinovirus, oppure, più raramente, da fattori non infettivi quali irritazioni da fumo di sigaretta, bruschi cambiamenti ambientali o malattie più particolari.
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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Qualunque sia la causa, si manifesta con secchezza alla gola, bruciore, difficoltà a deglutire e, nei casi di infezione, con placche alla gola. In ogni caso, nei primi giorni soprattutto è frequentissimo uno stato di malessere generale dovuto all’azione degli agenti patogeni. Generalmente il modo per contrastare in maniera decisa il mal di gola è quello di utilizzare antinfiammatori a base di paracetemolo che agiscono direttamente sulla gola infiammata e sul dolore. In casi più gravi potrebbe essere necessaria una terapia antibiotica dopo aver consultato il medico.

In ogni caso, è bene affiancare le cure farmaceutiche con tante piccole attenzioni che possono migliorare la condizione della propria gola, evitare di diffondere il mal di gola a tutta la famiglia e prevenire l’aggravarsi della situazione.

Prima di tutto è bene conservare sempre un’ottima igiene orale per combattere l’azione dei batteri, ma non solo: lavarsi le mani dopo aver toccato bocca e naso è molto importante per evitare di contaminare l’ambiente circostante e, soprattutto, gli alimenti. In questo modo si eviterà di alimentare l’infezione involontariamente e di diffonderla in casa. In questo senso è consigliabile anche utilizzare asciugamani e stoviglie personali.

I fumatori devono smettere assolutamente di fumare durante il periodo di malessere, visto che l’azione del fumo contribuisce a irritare la gola costantemente e mina le difese contro le infezioni.

Per lenire il dolore e avere una netta sensazione di sollievo può essere molto utile effettuare degli sciacqui con colluttori adatti oppure utilizzare il vecchio composto fatto da acqua tiepida, succo di limone e un cucchiaio di sale. Molti non sanno che oltre a questi due classici rimedi è possibile fare gli sciacqui anche con la Coca-Cola! La caffeina alla base della bibita gassata, infatti, aiuta a disinfettare la gola!

Chi invece preferisce realizzare uno sciroppo naturale fatto in casa può creare un preparato a base di miele e succo di limone, oppure può bersi un’ottima tazza di latte caldo con il miele.[sws_related_postright showpost=”3″] [/sws_related_postright]

Invece, per idratare sempre la gola e lenire il dolore può dare sollievo bere bevande fresche senza zucchero, succhiare ghiaccioli e caramelle balsamiche, deumidificare l’ambiente e, infine, soprattutto in caso di raffreddore, per decongestionare la zona, è utile fare degli aerosol.

Per combattere il mal di gola solo con prodotti naturali, oltre ai preparati già accennati in precedenza, si può far uso della radice di altea (Althea officinalis) che contiene degli enzimi in grado di lenire la zona infiammata. Altre opzioni valide sono l’echinacea, lo zinco e il magnesio.

Inutile dire che è sempre bene consultare il proprio medico per qualunque dubbio o per un’accurata diagnosi! [author] [sws_related_post]