Ambulatorio rosa per le malate di sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una patologia che presenta un ampio quadro di sintomi e segni. Nell’arco di tempo questa condizione di non salute può proseguire fino ad una completa inabilità fisica e cognitiva. Spiegando in altri termini, è una malattia autoimmune che ha come bersaglio principale il sistema nervoso centrale. In particolare colpisce la guaina mielinica, la quale ha la funzione di tenere isolati le cellule nervose che trasmettono i segnali elettrici. Tutto ciò quindi ha una conseguenza negativa nella comunicazione di messaggi elettrici tra il cervello e il midollo spinale.

ambulatorio rosa
In Italia, attualmente, sono un numero di 63000 persone che soffrono della sclerosi multipla. I tre quarti della seguente stima sono in particolare le donne che vivono un’età fertile. Questo dato ha spinto la Fondazione istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù (Palermo) ad aprire un ambulatorio che ha come il fine quello di dedicare un’assistenza alle donne con la sclerosi multipla. Non c’è, però, solo un aiuto nel campo neurologico ma spazia anche in molti altri aspetti della vita. Secondo, infatti, le parole del responsabile della sezione medica di neurologia Luigi Grimaldi “Alle pazienti viene assicurata assistenza da parte di specialisti non solo in neurologia, ma anche in ginecologia, psicologia e counseling lavorativo”. Si aggiunge alla seguente dichiarazione il direttore generale Carmela Durante con la seguente frase “Da donna ho ritenuto doveroso avviare o potenziare attività cliniche che rendono l’ospedale più vicino e attento all’universo femminile”.
A disposizione delle pazienti, al momento, si contano cinque ginecologi, tre infermieri e due psicologi. Quest’ultimi hanno collaborato con Luigi Grimaldi in un cammino educativo e formativo per alcuni mesi. Il percorso ha permesso loro di conseguire un’esperienza e una preparazione che potesse aiutare a comprendere nel modo migliore le problematiche specifiche riguardanti la seguente condizione di non salute. I mezzi strumentali offerte dell’ambulatorio sono ben attenti alle specifiche necessità delle pazienti affette dalla sclerosi multipla.
Le principali condizioni che sono prese in considerazione dal centro sono le seguenti: la fecondità e quindi anche la riproduzione; i metodi contraccettivi; il counseling genetico; la condizione del parto; l’area sessuale; la prevenzione delle neoplasie ginecologici; la prevenzione e la cura dell’infezione. Sono, inoltre, sotto l’osservazione degli ambiti specifici che riguardano le pazienti nello stato della terapia con immunosoppressori o immunomodulanti. E infatti, le pazienti sotto l’attacco di agenti patogeni possono con più facilità andare incontro a delle patologie, come il tumore al collo dell’utero causato dal papilloma virus.

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Donne meno stressate rispetto agli uomini: ecco i perchè

L’essere donna: figlia, moglie, mamma, amante, con una carriera sempre in salita ….. ma come fanno le donne ad essere sempre cosi energiche, vitali, organizzate e non stressate?
Da sempre si dice che il genere femminile riesce, non si sa il perchè, ad organizzarsi meglio ed assere sempre presenti a tutti gli impegni lavorativi e di famiglia che la vita le richiede.

stress

Pensare che ci hanno fatto pure un film: “Ma come fa a fare tutto?” interpretato dalla splendida Sarah Jessica Parker.
La Parker interpreta una seducente trentacinquenne, con una carriera in continua salita, mamma di due splendidi bimbi e moglie di un marito, spesso non presente e all’altezza, che si divide in mille situazioni di impegni familiari e riesce persino a mantenere una relazione clandestina on-line.
Ma proprio come nel film tutti si chiedono, ma come fa una donna a fare tutto? Ha piu’ resistenza, forza mentale, modo di organizzarsi, o semplicemente è meno stressata dagli eventi grazie ai suoi ormoni?

In base a una ricerca scentifica condotta presso l’Università di Buffalo e poi pubblicata sulla rivista Molecular Psychiatry, è risultato che la donna riesce a non stressarsi nelle varie situazioni di routine o negli imprevisti, grazie a un ormone denominato aromastasi, che è presente in quantità maggiore nel cervello della donna, rispetto al cervello maschile.
L’aromastasi è un enzima molto importante nella biosintesi degli estrogeni che, dialogando con la dopamina celebrale, favorisce il comportamento e l’umore positivo.
L’aromatasi viene anche stimolato nella medicina moderna, per la terapia antitumorale diretta soprattutto contro il carcinoma mammario.

Ecco spiegato anche scientificatamente come mai le donne risultano sempre all’altezza di ogni situazione. Da oggi le donne non saranno più considerate come un “alieno che non si stressa” ma semplicemente gli uomini dovranno prendere nota che la donna è stata creata con questa “marcia in più”, che la rende meno vulnerabile alle situazioni che le si presentano.

Un’altra ricerca ha anche dimostrato che le donne belle sono meno stressate,in quanto hanno meno cortisolo.
Il cortisolo è l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, che deriva dal colesterolo ed è spesso associato allo stress derivante dall’ipofisi.
Meno stress, uguale più salute e riproduttività, pertanto le donne e, in particolare quelle belle, saranno più longeve e riproduttive. Al contrario invece uno studio dimostra che il sistema immunitario più forte negli uomini non è segno di bellezza.
Che poi per eliminare lo stress basterebbe sono uscire dai nostri schemi mentali, cercando di vivere gli eventi che ci si presentano vivendoli dal loro lato positivo senza preoccuparci di cosa “diranno gli altri” o “chissà se andrà bene”!

Bambini obesi: attenzione al peso in gravidanza

La lotta all’obesità si è fatta sempre più intensa giungendo a colpire i chili di troppo di chi, addirittura, deve ancora venire al mondo. Secondo uno studio canadese, infatti, pubblicato sulla rivista Obstetrics and gynecology, se le madri tendessero ad aumentare eccessivamente di peso durante la gravidanza, il rischio per i bambini di diventare obesi aumenterebbe del 270%.

gravidanza-cibo

In particolare, i nuovi nati, avrebbero una percentuale di grasso eccessivo superiore del 14% rispetto ai coetanei normopeso. La statistica è stata condotta presso l’Università di Calgary coinvolgendo 172 donne incinta, non fumatrici, che tra le 16 e le 20 settimane di gravidanza avevano un normale indice di massa corporea (il famigerato BMI che si ottiene dividendo il proprio peso in kg per la propria altezza al quadrato in metri). Poco più della metà della popolazione di donne presa in esame ha avuto un aumento di peso eccessivo durante le successive settimane di gestazione e i figli hanno avuto problemi di sovrappeso già in giovanissima età.

Gli esperti del settore ricordano come durante la gravidanza, il giusto aumento di peso dovrebbe essere intorno ai 10 kg (12-13 kg al massimo), la gran parte dei quali concentrati durante le settimane centrali. Nel corso dei primi tre mesi, infatti, il contributo del feto al peso della madre è trascurabile e nelle ultime settimane si dovrebbe cercare di contenere i chili di troppo.

Abbronzatura in gravidanza: istruzioni per l’uso

Se si possa o meno prendere il sole in gravidanza è un quesito che si pongono molte mamme in attesa. Quando arriva il caldo dell’estate sarebbe davvero un peccato dover rinunciare al piacere di stare rilassate su un lettino in spiaggia o a bordo piscina a prendere il sole. Occorre valutare se ci siano dei rischi e quali comportamenti sia necessario tenere per concedersi una tintarella in piena sicurezza.

abbronzatura gravidanzaInnanzitutto occorre evitare le ore più calde della giornata, vale a dire quelle comprese tra le 11 e le 15, nelle quali il caldo eccessivo potrebbe causare, oltre che danni alla pelle, anche insidiosi cali di pressione spesso causa di svenimenti. Questo dovrebbe valere come regola generale per tutti quanti, dai bimbi più piccoli fino agli anziani. Le ore migliori per le donne in dolce attesa sono quelle del mattino presto e quelle del tardo pomeriggio fino al tramonto. Abbinando una tintarella in riva al mare ad una passeggiata sul bagnasciuga ci saranno notevoli benefici per le gambe, che spesso risultano gonfie e pesanti durante la gestazione, oltre a un generale senso di benessere.
Se preso con le dovute precauzioni, il sole fa tutt’altro che male, è indispensabile infatti per fissare nelle ossa la vitamina D e renderle così più forti, influisce inoltre positivamente sul corretto funzionamento del sistema immunitario e favorisce addirittura il buon umore.
Si deve sempre utilizzare una crema solare quando ci si espone al sole e nel caso delle mamme in attesa dovrà avere un fattore di protezione molto alto, compreso tra 30 a 50 a seconda del proprio fenotipo. Qualsiasi crema solare, anche se promette una lunga durata, dovrà essere applicata ogni due ore e ogni volta che si fa il bagno. Solo così facendo si avrà la certezza di essere protette dai filtri di protezione solare. In particolar modo si dovrà fare attenzione a non trascurare viso, collo, décolleté e mani. Si tratta delle zone che durante il periodo della gravidanza sono maggiormente soggette alla comparsa di macchie dovute a un accumulo di melanina, sostanza che viene prodotta in modo particolarmente elevato durante i 9 mesi.
Dopo l’esposizione ai raggi solari, sarà bene applicare alla sera una lozione specifica dopo sole, che aiuterà a lenire eventuali rossori, nutrire e idratare la pelle. L’applicazione di un prodotto di qualità è indispensabile non solo per la salute della pelle, ma consentirà anche all’abbronzatura di durare più a lungo. Con i dovuti accorgimenti, prendere il sole sarà un relax anche durante la gravidanza. Con la giusta consapevolezza, rappresenterà un momento speciale da vivere senza angosce o timori.

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Depressione post parto: basta un esame del sangue

Uno dei periodi più felici per una donna, quale una gravidanza ed il conseguente parto, possono rivelarsi come uno dei motivi scatenanti della depressione post parto, mai sottovalutare le spie rivelatrici che potrebbero compromettere seriamente sia la salute della madre che quella del bimbo.
La gravidanza è il periodo in cui la donna è più vulnerabile e vive un vero e proprio disagio psicologico derivante da svariate ragioni.

La depressione post parto è un disturbo nervoso, si manifesta in tutte le società e culture studiate, in Italia circa il 10% ed il 15% delle neo-mamme, sono interessate, essa si manifesta dopo il 3° o 4° giorno dal parto e può durare dalle due settimane fino a sei mesi, in alcuni casi si tratta di una situazione patologica e si parla di depressione vera e propria, caratterizzata da seri episodi di psicosi.

Vi sono tre tipologie di sindrome, suddivise in base alla durata ed all’intensità: la baby blues, la depressione post parto vera e propria e la psicosi depressiva post parto.
Molto spesso la diagnosi non viene posta in quanto la neo-mamma tende a vergognarsi, sottovalutando i sintomi o ignorando i conseguenti rischi legati a tale sindrome che potrebbero intaccare l’equilibrio psicofisico sia della donna che della famiglia circostante.
La scienza medica non ha ancora fornito spiegazioni certe riguardanti le cause.
Rivestono un ruolo importante i fisiologici cali ormonali, come la repentina riduzione di estrogeni e progesterone, in gravidanza i livelli sono molto alti, inoltre si registra un aumento di prolattina.
A facilitare l’insorgenza di tale disturbo, potrebbe anche essere una forma d’infiammazione autoimmune della tiroide.

Secondo gli ultimi studi pubblicati sull’American Journal of Psychiatry, tale disturbo sarebbe causato da una variante di uno o più geni presenti nel Dna delle donne, in particolare il gene 5-HTT, che sarebbe in grado di modificare le attività celebrali, dando vita ai pensieri negativi.
Esistono fattori che possono agevolarne l’insorgenza, quali la familiarità alla depressione, ad attacchi d’ansia o ad eventi poco felici, come un lutto o una separazione, vissuti durante la gravidanza.
Se le cause non sono del tutto chiare, i sintomi sono più evidenti: sbalzi d’umore, agitazione ed irrequietezza, astenia, aumento o scomparsa del sonno o dell’appetito, ricorrenti pensieri di morte, senso di colpa o inadeguatezza alla nuova situazione.
Un aiuto viene dai ricercatori del Regno Unito, che hanno messo a punto un test economico, a sole dieci sterline, in grado di prevedere se dopo il parto la donna andrà incontro ad una depressione post parto.
Basta effettuare un semplice prelievo del sangue, nei primi mesi di gravidanza, allo scopo di identificare i due geni specifici: il Ttc9b e lo Hp1bp3, responsabili della regolazione dell’umore, sarà così possibile prevedere con un grado di certezza dell’85%, se la neo-mamma sarà a rischio depressione.
“Se si identificano le donne a rischio in tempo, si può prevenire o fermare lo sviluppo della malattia”, ha affermato Dimitris Grammatopoulos, capo ricerca della University Hospitals Coventry.

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Estate sicura 2013: attenzione al caldo

L’estate è una delle stagioni più belle: giornate calde spesso e volentieri sono sinonimo di giornate trascorse al mare senza pensieri, soltanto all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Ma come si possono vivere queste giornate senza particolari pericoli riguardanti la salute?

caldo
Purtroppo l’estate non ha soltanto dei lati positivi: ogni anno infatti si viene a conoscenza di decessi dovuti alle grandi temperature, e le vittime di questa sorte spesso e volentieri sono le persone appartenenti alle fasce protette, ovvero gli anziani sopra il sessantacinquesimo anno d’età ed i bambini, ma non è raro che i malori e le morti dovute al grande caldo colpiscano anche le persone escluse da queste due fasce.
Per evitare che quindi il numero di vittime possa salire, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha attivato una sorta di servizio in grado di aiutare i cittadini a prevenire i malori derivanti dal grande caldo, sistema che dovrebbe essere quindi in grado di evitare conseguenze poco piacevoli: ma come funziona e dove bisogna recarsi per avere tutte le notizie necessarie per poter passare un’estate tranquilla?
Il sito del Ministero della Salute, sulla sua homepage, ha dedicato una sezione riguardante il grande caldo, così come viene ormai definito: questo sistema è composto da una semplice cartina dell’Italia nella quale sono messe in evidenza tutte le maggiori città, tutte accompagnate da un simbolo col sole colorato, ed ad ogni colorazione corrisponde un livello d’allerta diverso. La colorazione del sole verde rappresenta un livello d’allerta pari a zero, e quindi non ci sono pericoli per la salute, la colorazione gialla invece rappresenta un livello d’allerta di primo livello, e questo potrebbe precedere l’ondata di calore, mentre il sole arancione è il secondo livello d’allerta, e pertanto le due fasce protette sono a rischio quando nella propria città c’è il sole con questa colorazione, in quanto le temperature saranno elevate: il sole rosso fuoco invece rappresenta il livello d’allerta massimo, ed in questo caso chiunque può essere a rischio, ed inoltre il grande caldo durerà per ben tre giorni consecutivi.
Oltre alla mappa con tutte le indicazioni e condizioni climatiche, sul sito del Ministero è possibile scaricare una serie di opuscoli nei quali verrà spiegato come comportarsi in caso di malore e come evitare che questo possa colpire le persone: il servizio, che vedrà coinvolte tutte le città italiane, sarà attivo dal primo giugno e terminerà il quindici di settembre, e pertanto i mesi più caldi, ovvero quelli di luglio ed agosto sono coperti da questo semplice ed allo stesso tempo utile servizio.
Grazie la mappatura ed ai vari opuscoli scaricabili, sarà possibile evitare brutte situazioni, a patto che si seguano i consigli e che si presti attenzione a quanto riportato dallo schemino.

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Mestruazioni dolorose e abbondanti nelle giovani: che fare?

A circa dodici anni arriva il “menarca” cioè la prima mestruazione e la donna entra nella fase fertile.
Le ragazzine un tempo spensierate e prive di quei fastidiosi mal di pancia dovuti alle mestruazioni, all’età di circa dodici anni, cominciano a fare i conti con quei piccoli problemi che causa il flusso mestruale. Non è raro infatti, che le adolescenti accusino dolori mestruali e abbiano un ciclo abbondante .
Il ciclo doloroso prende il nome medico di Dismenorrea mentre il ciclo abbondante, lungo e anche irregolare, viene denominato Menometrorragia.

mal-di-pancia
Innanzitutto diciamo subito che all’inizio del ciclo mestruale e cioè nei primi anni dopo il “menarca”, è quasi normale che si verifichino problemi del genere almeno fino a quando il ciclo non si assesti.
Tuttavia, le cause potrebbero essere altre e vanno curate attraverso l’aiuto di uno specialista.
Molte mamme si preoccupano e giustamente, vogliono affrontare le loro paure con un ginecologo con la speranza che le rassicuri.

Da cosa dipende il ciclo abbondante e lungo
Le mestruazioni abbondanti e lunghe nelle adolescenti, sono da attribuire alla maturazione non completa dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie.
Ovviamente una ragazzina che soffre di queste patologie, accusa malesseri come il mal di testa dovuto molte volte ad un’anemia, si stanca facilmente e soffre di una sensazione di vertigine.
Ci sono vari fattori da considerare così come esporrà il ginecologo di fiducia.
1) escludere un’eventuale gravidanza
2) controllare attraverso specifiche analisi del sangue che non vi siano problemi di coagulazione o problemi ormonali
3) eseguire una ecografia pelvica che escluda eventuali problemi ad utero o ovaie.

 

Nel caso il ginecologo riscontrasse questo tipo di anomalie, allora potrà intervenire in collaborazione con un valido endocrinologo se ci sono problemi tiroidei.
La terapia solitamente, consiste col far assumere alla paziente dei farmaci antifibrinolitici e antiemorragici o una pillola estro progestinica.
Ovviamente tutto dipende dalla specifica patologia riscontrata.

Come agire in caso di mestruazioni dolorose.
Molte adolescenti soffrono di ciclo dolorosissimo che disturba tutta la loro vita sociale e frequentemente impedisce loro, anche la presenza sui banchi di scuola.
In questo caso particolare, il ginecologo potrà intervenire con dei FANS o addirittura con una soluzione più risolutiva quale la pillola estro progestinica.
Nel caso in cui le mestruazioni siano dolorose in maniera davvero eccezionale, è consigliabile effettuare così come proporrà lo stesso specialista, un’ecografia o una risonanza magnetica pelvica che riuscirà a comprendere appieno le cause del dolore.
Infatti, potrebbe avvenire che l’adolescente sia affetta da endometriosi che va curata con una terapia adatta.

Cosa consigliare alle mamme e alle adolescenti stesse.
Sebbene le prime mestruazioni portino in genere problemi di questo tipo ma poi il ciclo si assesta, se i disturbi continuano è necessario rivolgersi ad un esperto ginecologo.
Sarà questo specialista a rassicuravi e a prescrivere una giusta terapia dopo le indagini che accuratamente svolgerà.
E’ consigliabile non sottovalutare nessun tipo di disturbo e soprattutto intervenire e rivolgersi senza alcun timore a chi di competenza.
Molto spesso infatti, alcune ragazze temono le visite ginecologiche per paura o per vergogna ma non c’è assolutamente da preoccuparsi perché le visite non sono invasive e il più delle volte, si riducono ad una semplice ecografia pelvica.
Inoltre la prevenzione, cosa che è bene sapere fin dall’età adolescenziale, è un fattore importantissimo affinché si possano combattere e sconfiggere patologie ben più serie e pericolose che potrebbero insorgere in futuro.

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Il caso di Angelina Jolie, alcuni consigli utili per le donne al fine di prevenire i tumori

Il caso di Angelina Jolie che ha dichiarato di essersi sottoposta a un intervento di mastectomia per ridurre la possibilità di ammalarsi di cancro al seno pone l’accento su una problematica che si fa sempre più attuale: quello della prevenzione.

Angelina Jolie

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Certamente il caso di Angelina, è estremo; recenti esami le avevano palesato la possibilità di ammalarsi dello stesso cancro al seno che aveva avuto la madre, cancro dal quale non era riuscita a salvarsi. La scelta è venuta quindi di conseguenza: asportazione preventiva del seno.
Senza giungere a un caso così estremo, è però molto importante che noi donne, così come gli uomini si presti molta attenzione alla prevenzione e alla diagnostica.
Una buona prevenzione, che passa attraverso esami periodici di routine, è efficace per diagnosticare in tempo qualsiasi tipo di lesione tumorale e agire in modo veloce, aumentando visibilmente la possibilità che le cure abbiano un decorso positivo.
A quali esami è bene si sottoponga una donna durante la sua vita?
Dall’adolescenza, dai 15 anni in poi, o in caso di problematiche anche prima, è bene sottoporsi annualmente ad una visita ginecologica di controllo con un’ecografia transvaginale e palpazione del seno.
La visita consentirà al ginecologo di verificare eventuali problematiche a carico dell’apparato riproduttivo femminile e consigliare le cure più efficaci.
Dal momento d’inizio di un’attiva vita sessuale, ogni due anni, fino ai 30 anni, in concomitanza alla visita, andrà anche eseguito un pap test, un test diagnostico molto utile per verificare eventuali anomalie del collo dell’utero che possano condurre al carcinoma.
Dopo i 30 è utile effettuarlo annualmente.
[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] In un’unica visita si espletano diversi esami che vanno poi ripetuti, in caso non vi fossero problemi, annualmente.
La palpazione del seno però non è sufficiente, soprattutto in caso di tumori al seno riscontrati in famiglia, pertanto è consigliabile dai 35 anni in poi, una mammografia ogni due anni, o eventualmente se consigliato dal medico, un’ecografia al seno. Questi tipi di esami consentiranno di identificare eventuali lesioni e trattarle con rapidità.
Un altro esame molto importante da effettuare dopo i 50 anni è l’esame per il tumore al colon, ogni due anni, tramite un campione delle feci domestico e molto semplice da effettuare, si verificherà la presenza di sangue occulto, primo indicatore di eventuali lesioni del colon.
Un buon consiglio è quello di rispondere attivamente ai reminders che le ASL periodicamente fanno, ricordandoci a quali esami è bene sottoporci.
Oltre a questi esami di routine molto importanti, non dimentichiamoci di recarci dal dentista almeno una volta all’anno per una visita di controllo e la pulizia dei denti, una volta all’anno dal dermatologo per un controllo dei nei ( soprattutto in caso di pelle molto chiara e con una mappa di nei molto estesa) e a degli esami del sangue di routine.
Anche una visita ogni due anni da un oculista è molto importante per verificare il corretto funzionamento dei nostri occhi, stressati da una vita sempre più al computer e di fronte a tablet di ogni tipo!
Ricordiamo inoltre che una buona prevenzione passa anche da uno stile di vita corretto, una sana alimentazione, attività fisica e il relax sono di fondamentale importanza per la prevenzione di ogni tipo di disturbo.
Per aiutarvi nella gestione di questi esami, per voi e la vostra famiglia, vi basterà scandire gli esami su un calendario o grazie a qualche moderna app!
Quindi non avete scuse, una corretta educazione alla prevenzione ci mantiene in salute, non sprechiamola!

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Male all’ utero in gravidanza

Gonfiore, spossatezza, problemi di ritenzione idrica, pressione alta e diabete sono indubbiamente sintomi normali, e spesso ricorrenti, nei periodi di dolce attesa.

male utero in gravidanza

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In realtà oltre a questi disturbi, possono esserne elencati una lunga serie di altri fastidi come ad esempio dei dolori alla zona uterina. Nessun campanellino d’allarme, se i dolori non sono lancinanti, si tratta di una normale e naturale reazione del corpo alla gravidanza.

Soprattutto intorno al raggiungimento del quinto mese (periodo in cui il bimbo è ormai formato), è possibile accusare dei dolori (intesi come fitte) nel basso ventre. L’intensità e la tipologia di male è molto simile a quella mestruale o preciclo. È possibile, talvolta, che il dolore sia così intenso da raggiungere anche la zona della vulva, ma anche in questo caso, nessuna preoccupazione, si tratta di una cosa del tutto normale che tutte le donne in gravidanza passano e soprattutto superano!

L’unica cosa importante è imparare a riconoscerlo e ad approcciarsi a lui in modo corretto. Cercate di ascoltare il vostro corpo monitorando le situazioni in cui questi dolori compaiono prendendo nota della loro frequenza. È normale il loro presentarsi a seguito di un rapporto sessuale, dopo uno sforzo di media/alta intensità o dopo una passeggiata troppo lunga o faticosa. Non suggestionatevi e non perdete la calma. Fermatevi e riposatevi, i dolori così come sono arrivati andranno via da soli! Solo se fermandovi e rilassandovi, il dolore non diminuisce, oppure, se la sua frequenza ed intensità aumenta consultare il medico.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] Nei mesi di gravidanza è fortemente sconsigliato, se non addirittura proibito in alcuni casi, l’uso di farmaci. Dunque niente Moment Rosa o affini per alleviare i dolori. Ci sono però una serie di altri rimedi che possiamo chiamare “naturali” che possono aiutare a rendere il dolore più sopportabile o comunque ridurne l’intensità. Inutile precisare che la percezione del dolore è molto soggettiva e che ciascuno di noi ha una soglia più o meno bassa con cui misurare la propria resistenza al fastidio.

Un nemico del dolore è sicuramente il movimento. Cercate di non “imbruttirvi” e non crogiolarvi nella vostra scusa di donna incinta per recidere i rapporti con la vostra vita reale (quella che riprenderete a pieno ritmo dopo la maternità!). Tenete la mente e soprattutto il corpo in attività. Evitate di stare troppo tempo sedute o stese a letto (questi consigli ovviamente non sono da intendersi validi per una gravidanza a rischio, per la quale solo il vostro medico ginecologo è in grado di suggerirvi la più appropriata terapia da seguire) anche perché stando troppe ore in questa posizione costringerete il vostro coccige e la vostra colonna ad un duro sforzo. Cercate di scaricare il peso che state accumulando usando tutte le ossa ed i muscoli del vostro corpo. Camminate! Anche 20 minuti di passeggiata lenta due volte al giorno, possono darvi sollievo sia per i dolori uterini sia per i problemi di gonfiore. Camminando infatti farete fluire meglio il sangue, permettendo al vostro corpo di non accumulare troppa ritenzione. Anche le vostre mani ed i vostri piedi troveranno giovamento da una circolazione attiva!

Un altro rimedio “naturale” contro i dolori da gravidanza è quello di concedersi una lunga doccia o bagno caldo. Il calore aiuterà i vostri vasi a dilatarsi facendo circolare meglio il sangue, vi sentirete più leggere, più sgonfie e più forti (e sarete più disposte a sopportare qualche dolorino). Inoltre il calore aiuterà i legamenti ed i vostri muscoli del bacino anteriore.

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Conservazione del cordone ombelicale: sfatiamo i falsi miti

Il dibattito su conservazione cellule staminali, donazione pubblica o conservazione privata , si è fatto sempre più acceso negli ultimi anni: capita spesso di leggere sui giornali o seguire in televisione interventi in cui si sostengono le tesi più disparate sull’utilità di una o dell’altra opzione. Quello che sembra mancare è la chiarezza dell’informazione, necessaria affinché le famiglie possano prendere una decisione in piena consapevolezza.

cellule staminali

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Il sangue cordonale, ricco di cellule staminali, rappresenta un patrimonio biologico di importanza straordinaria. Queste cellule, infatti, sono capaci di generare altre cellule e di differenziarsi e proliferare nei tessuti in cui vengono impiantate. Esse possono essere raccolte al momento della nascita e donate al settore pubblico oppure conservate privatamente. La scelta tra queste due possibilità è motivata da convinzioni personali, e per questo insindacabili, ma è bene cercare di sfatare i “falsi miti” che spesso circondano la conservazione privata.

Innanzitutto, si dice che le banche private offrano come unica possibilità la conservazione “autologa”: una convinzione errata in quanto, mentre la conservazione può essere pubblica o privata, è il trapianto a definirsi “autologo” – se effettuato sullo stesso donatore – o “eterologo”- su un soggetto terzo, in particolare un familiare (trapianto “allogenico familiare”).1 Il sangue cordonale conservato nelle banche private può essere messo a disposizione sia dell’individuo da cui è stato prelevato, sia, ad esempio, di un fratello che ne abbia bisogno: in effetti, la maggior parte delle applicazioni cliniche delle staminali cordonali conservate privatamente riguarda un trapianto allogenico familiare.

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Un altro aspetto da sottolineare riguarda l’utilità del trapianto “autologo”: nonostante vi sia chi sostiene che non abbia efficacia, il Ministero della Sanità ha pubblicato un decreto ministeriale2 nel quale favorisce la conservazione per uso autologo delle staminali cordonali in quelle famiglie in cui sono presenti rischi di trasmissione di patologie per via genetica3. Inoltre, il trapianto autologo presenta meno complicazioni a causa dell’assenza di rischi di rigetto4.

Per quanto riguarda il sistema pubblico di donazione non si fa quasi mai cenno ai limiti e ai disservizi che lo caratterizzano. Infatti, a differenza delle banche private che garantiscono la raccolta delle staminali in qualunque momento del giorno e 7 giorni su 7, la raccolta per la donazione avviene solo in alcuni ospedali e non è garantita durante le ventiquattr’ore5.

Un altro punto da evidenziare è l’assenza di certificazioni di qualità per la maggior parte delle banche pubbliche. Molte banche private, invece, possiedono la certificazione GMP (Good Manufacturing Practice), che garantisce il rispetto di elevati standard di qualità. Si dovrebbe pertanto cercare di valutare la serietà delle banche private in base a dei dati fattuali, e non sulla scia di convinzioni errate o di falsi miti.

Dunque, più che concentrare il dibattito su quale sia la scelta migliore tra la conservazione privata e la donazione, bisognerebbe, da un lato, migliorare la qualità dei servizi che vengono proposti affinché si riducano al minimo gli sprechi (in Italia, oltre il 95% dei cordoni ombelicali viene gettato – fonte ADUC), e, dall’altro, informare le famiglie sullo stato attuale delle cose, così che possano prendere una decisione in piena consapevolezza.

Note

1. Si invita a visionare il grafico di riferimento cliccando qui.

2. Decreto Ministeriale 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato”. 3. Si invita a scaricare l’elenco delle 80 malattie per cui le staminali sono in uso corrente cliccando qui.

4. Francese R, Fiorina P. Immunological and regenerative properties of cord blood stem cells. Clin Immunol 136:309–322, (2010).

5. Come riportato dalla Società Italiana Di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) circa il 70% dei campioni raccolti da strutture pubbliche e destinati alla donazione, addirittura il 79% nel 2010, vengono gettati (fonte ADOCES).

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