vaccini obbligatori 2017, cos’è cambiato?

Un decreto legge del 17 Maggio 2017 ha innalzato il numero dei vaccini obbligatori per legge da 4 a 12. Fino ad oggi, le vaccinazioni obbligatorie erano le seguenti: antidifterica, antitetanica, antiepatite B e antipoliomielitica. A queste si sono aggiunte l’anti-pertosse, l’anti- meningococco B, l’anti-meningococco C, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite, l’anti-varicella e l’anti-Haemophilus influenzae. Il piano di copertura, che punterà ad arrivare almeno al 95%, sarà attuato mediante una programmazione secondo due distinte fasce d’età.

Per quanto riguarda i bambini da 0 a 6 anni, infatti, l’obbligo di vaccinazione sarà strettamente collegato alla possibilità di frequentare asili e scuole materne. In pratica, se i bambini non saranno vaccinati non potranno accedere al sistema pre-scolastico.

Per quanto riguarda la fascia d’età che va dai 6 a i 16 anni, l’obbligo diventa perentorio quanto la frequentazione scolastica. L’impossibilità ad essere accettati a scuola assume un ruolo rilevante, vista l’obbligatorietà stessa della scuola primaria e secondaria. Secondo la normativa, infatti, i genitori dovranno presentare alla scuola i documenti che certifichino le avvenute vaccinazioni. In mancanza, la scuola sarà tenuta a comunicare alla Asl territoriale l’assenza di tali certificati. Spetterà poi alla Asl contattare i genitori dei bambini, o chi ne fa le veci, per intimare loro ad adempiere alle vaccinazioni entro un determinato arco di tempo. Se i genitori non assolveranno all’obbligo o si rifiuteranno di adempiervi, saranno impartite, direttamente dal sistema sanitario ai genitori negligenti, severe multe che vanno dai 500 ai 7.500 Euro. Oltre a ciò, la Asl dovrà trasmettere tali dati al Tribunale dei minori che provvederà, a sua volta, alla sospensione della potestà genitoriale, con la motivazione di “condotta che cagioni grave pregiudizio al figlio”. In base a ciò, il Tribunale minorile potrà decidere persino per l’allontanamento del minore dalla residenza familiare.
Le opinioni personali a proposito dei vaccini abbondano, ognuno ha la sua, e persino l’ordine dei medici, pediatri in primis, si posiziona su due fronti contrapposti. Da un lato quelli che ammettono l’efficacia dei vaccini ma puntualizzano sul fatto che si tenga in troppo poco conto la possibilità che si manifestino effetti collaterali più o meno gravi. Secondo questi, infatti, i vaccini dovrebbero essere “tarati” su misura di bambino, in base alla sua anamnesi personale, al suo stato fisico ed alle concrete possibilità di contrarre determinate malattie (l’epatite B in particolar modo, che in soggetti sani potrebbe risultare totalmente inutile vista la percentuale di rischio estremamente bassa di contrarre il virus in questione).

Dall’altro quelli che, invece, pongono al centro della questione le statistiche che dimostrano come i benefici siano di gran lunga maggiori rispetto agli ipotetici effetti collaterali dei vaccini. Tali effetti collaterali, inoltre, si presenterebbero il più delle volte come semplici reazioni locali, quindi non pericolose, ed il tanto temuto shock anafilattico sarebbe davvero estremamente raro.

Per quanto riguarda poi la presunta relazione tra vaccini ed autismo (in tal caso viene tirato in ballo in particolare il vaccino cosiddetto “esavalente” somministrato ai bambini molto piccoli), anche qui le opinioni sono discordanti. C’è chi sostiene non vi sia alcuna relazione dimostrata di causa effetto, chi invece sostiene che l’assenza di tale dimostrazione non escluda a priori una possibile relazione. In un marasma di opinioni molto contrastanti e tutte ben motivate e convincenti, chi resta nel dubbio di star facendo o meno la cosa giusta vaccinando i propri figli sono proprio i genitori. Che ci si convinca dell’utilità dei vaccini oppure si seguano tesi più o meno “complottiste” a sfavore di questi, il dato di fatto resta che i vaccini obbligatori oggi sono aumentati, e tantissimi saranno i genitori ed i relativi figli richiamati all’ordine.