mal di denti rimedi naturali

Mal di denti: fastidio insopportabile.

Talvolta, il mal di denti può rivelarsi talmente forte ed insopportabilmente fastidioso da richiedere il sussidio e l’utilizzo di alcuni rimedi, anche di origine naturale. Non è affatto detto infatti che questa fastidiosa infiammazione debba essere curata e trattata mediante l’uso esclusivo di sostenze medicinali.
Esistono a tal proposito soluzioni interamente naturali, in grado di sfruttare e di ottimizzare al meglio i principi attivi di alcuni vegetali e ortaggi per placare il dolore, donando sollievo a chi suo malgrado è costretto a sopportarlo.

Ma quali sono questi rimedi?

Come in precedenza accennato, esistono in natura alcune soluzioni in grado di mitigare e di calmare, seppur in maniera momentanea, un dolore che per tanti reppresenta una lancinante sofferenza.
– il limone, antisettico per eccellenza, sembra possegga dei buoni riscontri nel combattere questo male. E’consigliabile in questo caso mescolarlo al sale grosso ed all’acqua, ripetendo più volte i gargarismi mediante tale medicamentoso miscuglio. Il risultato sarà un immediato e rilassante sollievo.
– la cipolla, avente al suo interno e per composizione proprietà antibiotiche conclamate. Assumendo tale ortaggio, conferisce sollievo affettarla e masticarla.
aglio poi, con ogni probabilità la medicina naturale maggiormente nota. Grazie alla sua azione anestetica, applicarne uno spicchio sulla superficie dolorante rappresenta un gesto certamente utile.
– la camomilla inoltre che, a causa delle sue proprietà calmanti, costituisce un efficace lenitivo oltre che un buon disinfettante nei confronti del cavo orale.
Utilizzata perlopiù durante le fasi di preparazione dei dolci, altro rimedio naturale contro il mal di denti è l’estratto di vaniglia. Nell’occasione, basta versarne qualche goccia sul dente incriminato.
– impacco di malva o di cavolo rappresentano ulteriori e certamente valide soluzioni a riguardo.
– lo zenzero? Spezia di recente riscoperta e rivalorizzata, oltre che un buon antitumorale possiede caratteristiche antinfiammatorie ed antisettiche, in grado di combattere l’infiammazione in corso e di conseguenza lo stato doloroso.
– i chiodi di garofano, nel caso in cui si abbia dolore, è importante porre qualche chiodo di garofano in prossimità del dente che provoca dolore.
la menta piperita, principio attivo e componente principe di numerosi colluttori e prodotti dentali in generale, viste le sue peculiarità, è anch’essa un buon difinfettante. Oltre che combattere l’infiammazione, depura la bocca, conferendole inoltre un alito piacevolmente fresco.

pancia gonfia cause

Sono rare le persona che almeno una volta nella vita non lamentino la pancia gonfia e dura.
Le cause primarie di questo fastidioso malessere, quasi sempre sono un’alimentazione sbagliata e una vita sedentaria. Abitudini da togliere appena possibile, a meno che non siano subentrate patologie, che richiedono una visita specialistica e l’eventuale terapia.
La pancia gonfia crea situazioni imbarazzanti oltre ai fastidi ed è quindi opportuno intervenire prima possibile.
Verifichiamo innanzi tutto che non ci siano intolleranze alimentari, cattive abitudini alimentari o qualche problema digestivo. Se inoltre non pratichiamo dello sport o non facciamo del movimento quotidiano, gas e liquidi si formano nell’intestino e producono l’inestetico e fastidioso problema. Se esiste un’alterazione della flora intestinale inoltre, subentrano fermentazioni in eccesso all’intestino e questo causa meteorismo e gonfiore. Importante è escludere ogni bevanda gassata, latticini, alcune verdure come il broccolo ed il peperone dall’alimentazione.
Il medico saprà, dopo avere esaminato il problema indicare la cura e la dieta. Questo se sono escluse patologie biliari, epatiche o di altro tipo.
I cibi salati inducono ritenzione idrica e non vanno assunti in eccesso, se non addirittura evitati. La frutta e il movimento quotidiano, prolungato per una trentina di minuti, possono risolvere il problema.
Una cattiva masticazione e bere poca acqua sono altri importanti fattori da tenere presenti per evitare la pancia gonfia. Attenzione alla sfera emotiva, che è spesso causa di disturbi impensabili.
Dobbiamo inoltre verificare se la pancia gonfia è un fatto che continua per molto tempo o si verifica in certe circostanze, come ad esempio, dopo un pranzo abbondante.
Stiamo anche attenti a quanto mangiamo ed il tempo che impieghiamo a farlo. Un pasto dovrebbe durare almeno una trentina di minuti, per permettere al cervello di avere lo stimolo della sazietà. Non solo, ricordiamo che la prima digestione avviene in bocca e quindi sono masticando bene ciò che ingeriamo, aiutiamo stomaco ed intestino e tutto l’apparato digerente.
Non sempre è facile trovare ed accertare le cause della pancia gonfia, spesso si procede per eliminazione. Si toglie tutto ciò che ci potrebbe causare danno, si elimina almeno per un periodo e si cerca di capire se davvero abbiamo centrato il problema.
Un consiglio per tutti coloro che soffrono di questo fastidioso e doloroso inestetismo è di non ricorrere immediatamente ai farmaci . Solo gli specialisti sono in grado di indicare quale potrebbero essere le cause e seguire il paziente nella terapia.

Cefalea a grappolo rimedi

La cefalea a grappolo, chiamata anche “emicrania dei suicidi”è una delle forme più dolorosa di mal di testa, che colpisce la zona al lato del capo, provocando in chi soffre di tale patologia dei dolori lancinanti e debilatanti.
L’origine di questo raro disturbo, non è ancora conosciuto, anche se gli scienziati pensano che all’origine di tale patologia ci possa essere un disturbo della zona dell’ippotalamo. La cefalea a grappolo si manifesta per la ripetitività degli attacchi , e per la cadenza temporale in cui essi si manifestano, che varia tra i ventiminuti e le tre ore.
Ad oggi , non esiste una cura definitiva per la cefalea a grappolo, sebbene esista un novero di cure di tipo farmaceutico o naturali, atte a ridurre l’intesità degli attacchi legati a tale patologia. Il dolore legato alla cefalea a grappolo, ha una durata talvolta molto breve, quindi i tradizionali rimedi contro il mal di testa, potrebbero assurgere solo a dei palliativi, non in grado di risolvere l’entita del problema. Uno dei modi più comuni di curare tale problema è sicuramente l’ossigeno, infatti inalare delle piccole quantità di ossigeno tramite una maschera denominata reservoir non rebreathing, permette di ridurre la forza degli attacchi e di allevviarne l’intensità.
Molto utili possono essere i rimedi non invasivi legati alla cefaea a grappolo, come l’agopuntura, la digitopressione e l’omeopatia. Negli ultimi anni, a seguito di alcuni studi effettuati in merito a questa patologia, si è scoperto che l’uso della melatonina puo’ essere utile a contrastare gli effetti deleteri di questa forma di mal di testa.
E’ possibile, per i pazienti che non trovino efficaci le cure naturali e non invasive dover ricorrere a cure  farmacologiche dopo una visita con il proprio medico o specialista. Invece, sono rari i casi in cui si debba ricorrere chirurgicamente.

Sesta malattia bambini, tutto quello che c’è da sapere

Sesta malattia nei bambini: di cosa si tratta

I bambini tra i 6 mesi e i 2 anni sono coloro maggiormente a rischio per la sesta malattia. Si tratta di una malattia esantematica, ovvero una di quelle che si manifesta una volta sola. Questa malattia si caratterizza per un prurito notevole che porta il bambino a grattarsi in continuazione. Spesso a questo tipo di prurito fastidioso va aggiunta anche la febbre che può essere anche molto alta. Due sono i ceppi virali che sono alla base della comparsa della sesta malattia nei bambini, ovvero l’herpes virus umano 6 e il 7. Si tratta comunque di una malattia esantematica che nella maggior parte dei casi si risolve in pochi giorni e senza creare grossi problemi.

 

Quali sono i sintomi della sesta malattia

Quando si parla della sesta malattia nei bambini è bene ricordare quali sono i principali sintomi. Si parte con prurito, febbre ed un malessere generale. Per cui il bambino apparirà poco vispo e attivo. Senza dimenticare che mal di gola, naso che cola, inappetenza e anche lieve diarrea sono altri sintomi che sempre più spesso si accompagnano a quelli principali. Va ricordato che c’è anche un gonfiore notevole dei linfonodi del collo legato ad una risposta immunitaria che l’organismo proverà a dare contro il virus. Il rash cutaneo, rispetto al morbillo, sparisce dopo qualche giorno assieme a tutti gli altri sintomi: non ci sono perciò pericoli di conservare tracce della malattia esantematica.

 

Ci sono pericoli con la sesta malattia?

La sesta malattia nei bambini non comporta quasi mai problemi abbastanza gravi. Si tratta di una patologia esantematica che si risolve in poco tempo anche se è sicuramente bene fare attenzione ai suoi segni. Infatti si può arrivare a delle convulsioni nei bambini solamente in casi di febbre molto alta: si parla di un 10-15% di possibilità. Altro aspetto che bisogna considerare è la possibilità di risolvere i sintomi in poco tempo e in modo efficace mediante l’uso delle giuste soluzioni. Infatti i sintomi non sono gravi e né tanto meno avranno conseguenze sul bambino a lungo termine.

 

Il contagio della sesta malattia nei bambini

La sesta malattia non è una malattia esantematica particolarmente facile da diffondere e contagiare. I bambini sono quelli a maggior rischio proprio perché possono venire a contatto con la saliva, il muco nasale e secrezioni della gola provenienti da bimbi infetti. Ecco perché è bene fare in modo da evitare il contatto e soprattutto fare attenzione a situazioni in cui i bambini possano starnutire in continuazione. Va comunque specificato che un soggetto viene considerato non più contagioso non appena passa la febbre. Questo vorrà dire che la malattia sarà passata e non ci sarà pericolo di contagio per altri soggetti. In complesso questa malattia esantematica è comunque meno contagiosa del morbillo.

 

Come curare la sesta malattia nei bambini

Il decorso della sesta malattia è sempre benigno. Questo vuol dire che non si va mai incontro a manifestazioni gravi né altri problemi. In generale è bene specificare che non bisogna caricare l’organismo dei bambini con farmaci che, in determinate situazioni, possono essere inutili. Meglio puntare su sostanze che vadano a risolvere i sintomi legati alla sesta malattia. Questo vuol dire che si potrebbe utilizzare del paracetamolo per abbassare la febbre, così come l’ibuprofene ed altri antipiretici ed antinfiammatori. Ciò che bisogna specificare è che la sesta malattia non richiede in alcun modo antibiotici. La sesta malattia viene infatti causata da un virus e non da un batterio, per cui richiede farmaci specifici e maggiormente indicati.

vaccini obbligatori 2017, cos’è cambiato?

Un decreto legge del 17 Maggio 2017 ha innalzato il numero dei vaccini obbligatori per legge da 4 a 12. Fino ad oggi, le vaccinazioni obbligatorie erano le seguenti: antidifterica, antitetanica, antiepatite B e antipoliomielitica. A queste si sono aggiunte l’anti-pertosse, l’anti- meningococco B, l’anti-meningococco C, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite, l’anti-varicella e l’anti-Haemophilus influenzae. Il piano di copertura, che punterà ad arrivare almeno al 95%, sarà attuato mediante una programmazione secondo due distinte fasce d’età.

Per quanto riguarda i bambini da 0 a 6 anni, infatti, l’obbligo di vaccinazione sarà strettamente collegato alla possibilità di frequentare asili e scuole materne. In pratica, se i bambini non saranno vaccinati non potranno accedere al sistema pre-scolastico.

Per quanto riguarda la fascia d’età che va dai 6 a i 16 anni, l’obbligo diventa perentorio quanto la frequentazione scolastica. L’impossibilità ad essere accettati a scuola assume un ruolo rilevante, vista l’obbligatorietà stessa della scuola primaria e secondaria. Secondo la normativa, infatti, i genitori dovranno presentare alla scuola i documenti che certifichino le avvenute vaccinazioni. In mancanza, la scuola sarà tenuta a comunicare alla Asl territoriale l’assenza di tali certificati. Spetterà poi alla Asl contattare i genitori dei bambini, o chi ne fa le veci, per intimare loro ad adempiere alle vaccinazioni entro un determinato arco di tempo. Se i genitori non assolveranno all’obbligo o si rifiuteranno di adempiervi, saranno impartite, direttamente dal sistema sanitario ai genitori negligenti, severe multe che vanno dai 500 ai 7.500 Euro. Oltre a ciò, la Asl dovrà trasmettere tali dati al Tribunale dei minori che provvederà, a sua volta, alla sospensione della potestà genitoriale, con la motivazione di “condotta che cagioni grave pregiudizio al figlio”. In base a ciò, il Tribunale minorile potrà decidere persino per l’allontanamento del minore dalla residenza familiare.
Le opinioni personali a proposito dei vaccini abbondano, ognuno ha la sua, e persino l’ordine dei medici, pediatri in primis, si posiziona su due fronti contrapposti. Da un lato quelli che ammettono l’efficacia dei vaccini ma puntualizzano sul fatto che si tenga in troppo poco conto la possibilità che si manifestino effetti collaterali più o meno gravi. Secondo questi, infatti, i vaccini dovrebbero essere “tarati” su misura di bambino, in base alla sua anamnesi personale, al suo stato fisico ed alle concrete possibilità di contrarre determinate malattie (l’epatite B in particolar modo, che in soggetti sani potrebbe risultare totalmente inutile vista la percentuale di rischio estremamente bassa di contrarre il virus in questione).

Dall’altro quelli che, invece, pongono al centro della questione le statistiche che dimostrano come i benefici siano di gran lunga maggiori rispetto agli ipotetici effetti collaterali dei vaccini. Tali effetti collaterali, inoltre, si presenterebbero il più delle volte come semplici reazioni locali, quindi non pericolose, ed il tanto temuto shock anafilattico sarebbe davvero estremamente raro.

Per quanto riguarda poi la presunta relazione tra vaccini ed autismo (in tal caso viene tirato in ballo in particolare il vaccino cosiddetto “esavalente” somministrato ai bambini molto piccoli), anche qui le opinioni sono discordanti. C’è chi sostiene non vi sia alcuna relazione dimostrata di causa effetto, chi invece sostiene che l’assenza di tale dimostrazione non escluda a priori una possibile relazione. In un marasma di opinioni molto contrastanti e tutte ben motivate e convincenti, chi resta nel dubbio di star facendo o meno la cosa giusta vaccinando i propri figli sono proprio i genitori. Che ci si convinca dell’utilità dei vaccini oppure si seguano tesi più o meno “complottiste” a sfavore di questi, il dato di fatto resta che i vaccini obbligatori oggi sono aumentati, e tantissimi saranno i genitori ed i relativi figli richiamati all’ordine.

Sintomi celiachia nei bambini

Celiachia sempre più diffusa tra i bambini

Sono sempre di più i bambini a cui viene diagnosticata la celichia. Si tratta di una malattia cronica che nell’organismo dei bambini tende a svilupparsi con grande facilità. Anche guardando alle recenti stime per quanto concerne il numero dei malati, si può notare come i bambini siano soggetti ad alto rischio. La diagnosi viene effettuata attraverso esami ematologici specifici: tra questi la ricerca di anticorpi anti-gliadina, anti-transglutaminasi o anche quelli anti-endomisio. La genetica è sicuramente l’elemento fondamentale che determina questa malattia cronica. Infatti anche attraverso dei recenti studi è stato appurato che proprio il fattore ereditario è tra i più importanti. Questa intolleranza al glutine è perenne e dura per tutta la vita: bisogna fare molta attenzione alla diagnosi tempestiva in maniera tale da adottare la dieta migliore per evitare disturbi e problemi che possono inficiare e non poco sulla vita dei bambini. I primi sintomi si possono manifestare tra il settimo e il ventiquattresimo mese: questo normalmente è il periodo entro cui ci sono i primi sintomi a cui bisogna fare molta attenzione. La forma atipica della celiachia, ovvero quella che si manifesta quando i bambini sono più grandi, tende a manifestarsi soprattutto dopo i 7 anni.

Quali sono i sintomi della celiachia nei bambini

I sintomi dell’intolleranza al glutine nei bambini sono alquanto evidenti. Innanzitutto si può notare una crescita molto scarsa nel momento in cui un bambino è affetto da questa malattia. Ecco perché fin dai primi mesi di vita si potrebbe notare un arresto della crescita o comunque uno sviluppo molto a rilento. Da ricordare che soprattutto la diarrea è uno dei primi segni inconfutabili per testimoniare la presenza dell’intolleranza al glutine nel bambino. Diarrea a cui bisogna fare attenzione anche perché, soprattutto in caso di bambini molto piccoli potrebbe comportare una marcata disidratazione. Altri sintomi importanti che bisogna ricordare per quanto concerne la celiachia nei bambini sono una diminuzione netta del tono muscolare e anche la distensione addominale. Questi segni potrebbero risultare praticamente evidenti anche da un punto di vista estetico. Bisogna comunque considerare che alcuni sintomi hanno un impatto anche sulla vita del bambino. Basti pensare all’umore che risente molto di questo tipo di intolleranza con un’irritabilità molto importante. Oltre all’inappetenza debolezza che chiaramente comporta problemi al bambino anche semplicemente durante il gioco. La stanchezza e spossatezza regolare sono altri segni inconfondibili dell’intolleranza al glutine nell’organismo.

Altre manifestazioni tipiche della celiachia nei bambini

Molto spesso ci si dimentica che l’intolleranza al glutine può riguardare una serie di manifestazioni molto varie. Ecco perché, ad esempio, basti pensare cosa può provocare un cattivo assorbimento del glutine nell’organismo. Si può andare incontro più facilmente a disturbi gastro-enterici come diarrea, vomito, oltre anche ad anemia e problemi della circolazione. Anche le manifestazioni immunomediate sono particolarmente delicate e bisogna fare molta attenzione alla loro possibile presenza nell’organismo. Ci si potrebbe accorgere anche di segni di una certa importanza come alopecia e dermatiti, segni evidenti di una reazione avvenuta nell’organismo. Si tratta comunque di manifestazioni che non arrivano ad essere molto gravi per cui basta sospendere l’assunzione di alimenti con glutine ed effettuare le analisi specifiche per la diagnosi. Ci sono anche degli studi che parlano di segni come le cromosomopatie tra cui la Sindrome di Down. La malattia celiaca infatti nei soggetti affetti da questa sindrome e dalle altre legate ai cromosomi ha un’incidenza pari al 10% per cui si tratta di un dato non trascurabile.

sintomi ansia e stress nei bambini

Sindromi ansiose nei bambini: quali sono i sintomi

Molto spesso non sono solo i grandi a soffrire di ansia e stress. Bisogna infatti ricordare che anche i bambini possono andare incontro a questi tipi di situzioni. Ed è bene riconoscerle in tempo in maniera tale da mettere in atto delle opportune soluzioni per il benessere del piccolo. Innanzitutto è bene partire dai segni evidenti che un bambino può mostrare in caso di eccessivo stress o di attacco di ansia. Il primo e più frequente è un battito cardiaco accellerato: ecco perché il bambino potrebbe manifestare un batticuore improvviso e che gli creerà disagio. Senza dimenticare che ci sono anche altri sintomi tipici di condizioni ansiose e di stress come l’eccessiva preoccupazione o paura anche per eventi semplici. Un segno importante, ad esempio, potrebbe essere l’aver paura di stare solo o anche semplicemente di andare ad una festa. Anche il pianto frequente e malumori continui potrebbero risultare prove di ansia nel bambino che non riuscirebbe così a gestire facilmente il suo umore. Da ricordare che una manifestazione tipica dell’ansia è anche quella che vede il bambino molto attivo o che non riesce a stare seduto per un po’ di tempo.

Le cause di ansia e stress nei bambini

Ovviamente bisogna ricordare che le cause degli stati di ansia nei bambini per certi aspetti non sono differenti rispetto a quelle che la causano negli adulti. Si parte da dei fattori genetici e quindi ereditari che potrebbero predisporre il bambino a situazioni di ansia e anche di stress eccessivo. Va anche fatta attenzione a non sottoporre il bambino ad eventi che potrebbero risultare come dei veri e propri traumi. Il sistema nervoso del bambino potrebbe portare a vita il ricordo di questa sitazione e così avere un’ansia con conseguenze per anni. Senza dimenticare anche la componente legata alla personalità del bambino. Molto spesso infatti ci sono bambini particolarmente sensibili che avvertono con grande intensità gli eventi o le circostanze che generano ansia. Le prime esperienze di vita hanno una grandissima influenza su quella che sarà la condizione psicologica del piccolo non solo nell’immediato, ma anche nel futuro. Questo vuol dire che è bene tener presente che è meglio evitare di esporre i bambini a situazioni che potrebbero comprometterne la serenità. Ricordando che nella maggior parte dei casi è proprio la storia personale di un bambino ad essere alla base di condizioni di ansia che potrebbero manifestarsi anche col passare del tempo.

Consigli utili per affrontare le ansie del bambino

Un aspetto che è bene ricordare sempre riguarda l’importanza dei genitori o comunque di figure di cui i bambini si fidano. Infatti per superare le ansie i bambini hanno bisogno di avere accanto delle persone che sappiano tranquillizzarli nel modo giusto. Ecco perché il primo consiglio per far superare le ansie ai bambini è quello di rassicurarli sempre fornendo anche una buona dose di affetto. Questo elemento andrebbe a rinforzare notevolmente la componente emotiva del bambino che sarebbe sicuro di avere accanto delle persone che sicuro lo aiuteranno. Inoltre è bene considerare che il bambino può risentire maggiormente rispetto agli adulti di situazioni di tensione o anche di litigi. Motivo per cui è sempre meglio evitare di mettere il bambino di fronte a queste situazioni che potrebbero avere notevoli influenze sul suo umore e soprattutto sulla sua ansia. Importante gestire al meglio anche la vita del piccolo per evitare che arrivi ad uno stress eccessivo i cui segni sono molto simili all’ansia. Questo vuol dire assecondare anche le sue richieste senza rendergli la vita troppo fitta di impegni magari a lui sgraditi. Il tutto ricordando che il dialogo è un elemento fondamentale: per cui è sempre utile chiedere al bambino come sta ed informarsi del suo stato d’animo.