disturbo bipolare: sintomi
COS’È IL BIPOLARISMO
Avete mai sentito parlare di Bipolarismo? Ebbene rappresenta un disturbo molto più diffuso di quanto crediate, specie in una fascia d’età che va dai 15 ai 40 anni.
Il Disturbo Bipolare non è altro che una continua alterazione dell’umore, nella quale lo stato d’animo di un adolescente o di un adulto può cambiare improvvisamente da uno stato di completa euforia(felicità, eccitazione) fino a completa depressione.
In più, nonostante si verifichi in minor parte, tutti i casi adolescenziali o post-adolescenziali di disturbo bipolare potrebbero avere una ricaduta costante, anche per tutta la vita.
SINTOMI
Il Bipolarismo manifesta dei sintomi marcati, sia durante la fase “Euforica” che in quella “Depressiva”.
Dunque, durante episodi maniacali di estrema eccitazione e felicità, il paziente in questione manifesterà i seguenti sintomi:
-Iperattività-assenza totale di sonno (il paziente non riesce a controllare impulsi motori, non sopporta la staticità ed è sempre in movimento).
-Sensazione di superiorità (i casi psichiatrici che manifestano bipolarismo tendono spesso ad esternare manie di protagonismo, accompagnate da un aumento dell’autostima e un’eccessiva esternazione delle proprie capacità).
-Smisurata loquacità (spesso chi soffre di questo disturbo rivela una grande attitudine a discorsi senza fine, conseguentemente vi è difficoltà da parte di chi ascolta a frenare le numerose esternazioni verbali).
-Incoerenza e cambio frequente di opinioni ( il paziente si ritrova a esternare i suoi pensieri, i quali sembrano avere un senso logico all’inizio, ma vengono contraddetti più volte durante il discorso, arrivando ad esprimere anche l’esatto contrario rispetto all’opinione iniziale).
-Coinvolgimento in situazioni aventi conseguenze pericolose (l’uomo affetto da tale disturbo presenta una percentuale minore di buon senso, perciò è molto più probabile che non rifletta sul pericolo che un’attività possa comportare).
Ecco invece quali sono i sintomi manifestati negli episodi depressivi:
-Perdita dei valori e obbiettivi ( per il paziente nulla ha senso, vi è una costante perdita di valore in ogni attività, arrivando a giudicare con sufficienza ogni azione o evento, con conseguente perdita di entusiasmo e divertimento).
-Perdita dell’appetito
-Rischio attacchi di panico (questa eccessiva depressione genera nel paziente inappetenza e un senso di vuoto tale da scatenare degli attacchi d’ansia, a seconda della circostanza in cui si trovi; in pochi casi vi è anche il pensiero legato al suicidio).
-Stanchezza perenne (conseguenza della perdita di appetito)
-Distrazione (l’adolescente o adulto che sia non trova la concentrazione e manifesta un’elevata facilità nel distrarsi, con relativa incapacità nel prendere decisioni).
RIMEDI AL DISTURBO BIPOLARE
Le cure a questo particolare disturbo non risiedono nei farmaci, poiché come già constatato la complicazione risiede principalmente nella materia grigia.
Sarà perciò opportuno avviare alcune terapie o procedimenti che aiutino il paziente a guarire, soprattutto ad essere consapevole delle sue azioni.
Proprio così, il primo grande passo sta proprio nella consapevolezza dei propri disturbi, motivo per cui è opportuno far notare all’uomo o alla donna in questione i sintomi iniziali. Questo aiuterebbe il paziente a poter correggere i suoi comportamenti ed evitare il conseguente bipolarismo.
Passo dopo passo, sarà opportuno lavorare soprattutto sulla depressione, prendendo più consapevolezza di se stessi ed esaltando le proprie capacità.
Intestino pigro in gravidanza, cosa fare?
Intestino pigro in gravidanza, rimedi pratici
Intestino pigro: un problema comune con tante conseguenze spiacevoli
Durante i nove mesi di gravidanza, alcuni piccoli disturbi possono compromettere la serenità della gestante, andando a rendere faticose le normali attività quotidiane e difficoltoso il riposo notturno. Tra questi disturbi, uno dei più comuni è l’intestino pigro, dovuto ad una serie di fattori sia fisici che ormonali. L’ingrandimento dell’utero e l’aumento dei livelli di progesterone portano anche l’intestino più regolare a diventare improvvisamente pigro. La conseguenza è una sensazione di costipazione generale, che può avere diverse conseguenza spiacevoli e difficili da gestire: pesantezza, gonfiore, emorroidi e, nei casi peggiori, infezioni vaginali e cistiti. Un’altra conseguenza spiacevole della pigrizia intestinale è l’acidità di stomaco. L’intestino è solo il tratto finale di un apparato – quello digerente – messo sovente a dura prova dalla gravidanza. Anche lo stomaco dunque, come l’intestino, avrà bisogno di qualche attenzione in più durante tutta la gravidanza. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le soluzioni pratiche da mettere in atto per favorire il corretto lavoro dell’apparato digerente e dell’intestino in gravidanza.
Soluzioni pratiche contro l’intestino pigro in gravidanza
Le soluzioni pratiche contro l’intestino pigro in gravidanza sono molteplici. Il consiglio che diamo è quello di metterle in pratica tutte insieme, o per lo meno la maggior parte di esse contemporaneamente. Non potendo assumere farmaci di sorta, la gestante dovrà affidarsi ai rimedi naturali: in primis dovrà aiutarsi con la dieta. Bere molta acqua è il primo segreto: a questa, consigliamo di associare molti liquidi, quali zuppe e minestre, che sicuramente saranno gradite durante la stagione fredda, oppure centrifugati di frutta fresca, se la stagione è calda. Per ciò che concerne l’acqua, un litro e mezzo d’acqua al giorno sarà più che sufficiente. E’ bene poi introdurre nella propria dieta quotidiana alimenti ricchi di fibre, quali i legumi, i carciofi, i cereali, la frutta. Pasta e pane devono essere integrali. Anche la colazione è bene che sia a base di fibre integrali. Tra la frutta da preferire, segnaliamo i kiwi, ma anche la mela che, soprattutto se cotta, è un vero toccasana per l’intestino. Si evitino invece i cibi astringenti, come le banane, il riso, le farine raffinate e gli agrumi. Questi ultimi sono da evitare anche perchè rischiano di peggiorare i sintomi legati all’acidità di stomaco. Via libera invece ad un bel cucchiaio di olio d’oliva crudo aggiunto ai pasti: fa bene alle arterie e al contempo rende le feci più morbide, allontanando l’insorgenza delle emorroidi. Il terzo segreto riguarda lo stile di vita: passeggiare e camminare all’aria aperta porterà ottimi benefici non solo all’umore della gestante, ma anche al suo intestino poco collaborativo!
Crisi di panico nei bambini
IL MONDO DELL’INFANZIA: PRO E CONTRO
Mettere al mondo un figlio è una gioia incontenibile, alla pari con poche altre esperienze esistenziali.
È inoltre straordinario notare passo dopo passo i progressi maturati dal neonato, indice della prodigiosa intelligenza umana. Nella maggiore delle ipotesi l’infanzia di un bambino é serena, sorvegliata costantemente da mamma e papà.
Ma nonostante costituiscano la minoranza dei casi, vi sono alcune patologie sviluppate soprattutto in età infantile, le quali creano numerosi problemi non solo al bambino, ma anche ai genitori.
Le patologie di cui parliamo riguardano soprattutto la sfera psicologica e si riscontrano nel 15% della popolazione italiana (soprattutto negli adulti).
A cosa ci riferiamo? Beh, richiamiamo casi che variano dal disturbo ossessivo compulsivo a dei veri e propri attacchi d’ansia (o di panico).
L’ATTACCO DI PANICO NEI BAMBINI: COME SI MANIFESTA?
Non è facile riconoscere a primo impatto i sintomi di un attacco di panico, che genera una momentanea confusione soprattutto nel genitore, il quale è non solo l’unico responsabile del piccolo, ma anche il solo che può dosare o attenuare l’improvvisa variazione comportamentale.
In genere le avvisaglie più frequenti per questo genere di disturbo sono:
-Tachicardia
-Fiato sospeso (il bambino tende a trattenere il respiro a causa dell’eccessiva tensione, manifestando un colorito decisamente acceso e rossastro)
-Tremolio e spasmi
-Vampate di calore e sudorazione
-Inappetenza
Tutti i sintomi riportati possono essere un segnale allarmate di attacco d’ansia, perciò il piccolo cercherà di emettere uno o più segnali per richiamare l’attenzione della madre o del padre.
Quando il bambino inizia a perlustrare l’ambiente che lo circonda potrebbe anche soffrire di Agorafobia (paura degli spazi affollati, nei quali non sono presenti vie di fuga), un’ulteriore causa scatenante di attacchi isterici.
Tutto ciò dipende anche da un’iniziale difficoltà dell’infante a separarsi dalla figura materna o paterna, insomma l’unico punto di riferimento al quale possa aggrapparsi.
RIMEDI PER SCONFIGGERE L’ANSIA
In realtà un figlio è ancora troppo piccolo per poter risolvere un problema di questo genere, è per questo che i genitori sono gli unici ad avere le chiavi in mano per la risoluzione del problema.
La risoluzione può essere immediata o a lungo termine.
Già, è fondamentale che un bambino cresca in un clima sereno, fiancheggiato da una figura di riferimento che lo sostenga e lo aiuti nello sviluppo delle sue capacità, nello sconfiggere le sue paure. In caso contrario il bambino crescerà solo e porterà avanti i complessi che lo hanno tormentato da piccolo, con la probabilità che questi divengano ancora più forti.
Per una risoluzione a breve termine non c’è niente di meglio che far sentire il piccolo al sicuro, prendersi subito cura di lui chiedendogli cosa sia successo o come si possa risolvere il problema.
Dunque, la vicinanza di un padre o di una madre sono i veri rimedi, non saranno necessari farmaci o diagnosi mediche, l’unica vera cura risiede nel cervello e va coltivata con la serenità e la premura di un bravo genitore.
Provare per credere.
ritenzione idrica cause patologiche
La ritenzione idrica risulta essere un problema abbastanza diffuso, che colpisce un grande numero di donne in particolar modo.
Vediamo ora quelle che sono le cause di questa particolare tipologia di problema.
La ritenzione idrica: un problema da non sottovalutare
Molto spesso accade che la ritenzione idrica, venga considerato un problema di livello secondario rispetto ad altri.
In realtà invece si tratta di un disturbo che potrebbe comportare delle conseguenze negative: questo per il semplice fatto che il metabolismo, col passare del tempo, potrebbe andare incontro a dei malfunzionamenti che a lungo andare danneggiano l’intero sistema vitale di una persona.
Le cause che comportano questa problematica sono molteplici ed ognuna di esse merita di essere analizzata con molta attenzione: non esiste infatti una sola causa che comporta questa particolare tipologia di situazione.
Uno stile di vita non salutare
A primo posto come causa della ritenzione idrica vi è uno stile di vita che non risulta essere affatto salutare.
sostanze nocive per l’organismo come nicotina, caffeina e tante altre, comporta una. La ritenzione idrica che si manifesta con un accumulo di grassi è una sensazione di gonfiore difficile da affrontare.
Anche un tipo di alimentazione non corretto comporta questo genere di problematica: la totale mancanza di certi alimenti potrebbe infatti comportare il manifestarsi di questo genere di patologia.
Per questo motivo è molto importante che si cerchi di avere uno stile di vita salutare, in modo tale che il proprio corpo, possa essere in grado di evitare questo genere di problematica.
Seguire un regime alimentare salutare, concedendosi di tanto in tanto qualche piccola eccesso, consente proprio metabolismo di funzionare in maniera corretta e di assimilare le varie tipologie di sostanze utili per il proprio corpo.
Problemi di salute e ritenzione idrica
La ritenzione idrica si può manifestare anche nel momento in cui i reni e il cuore non funziona in maniera corretta.
Nel primo caso, i vari liquidi presenti nel proprio corpo, non vengono sottoposti ad un processo di lavorazione e permette di eliminare le sostanze nocive e dannose per il proprio corpo come l’urina.
Nel secondo caso si parla di sistema cardiocircolatorio che non permette la corretta distribuzione dei liquidi e delle sostanze nutritive per il proprio corpo creando quindi questo genere di problematica.
In questo caso sarà necessario rivolgersi da uno specialista nel momento in cui si notano dei rigonfiamenti nella zona dello stomaco o sintomi seminare che colpiscono le altre zone del proprio corpo.
Esse sono quindi le principali cause della ritenzione idrica, problematica che non deve essere assolutamente ignorata.
Osteopata: cosa fa?
L’osteopata:
chi è?
L’osteopata è una figura abbastanza nuova nel campo della medicina moderna. Si tratta dello specialista il cui compito è di migliorare le condizioni psicofisiche del paziente, in modo da favorire il recupero del suo stato di salute. Al giorno d’oggi è possibile notare una notevole diffidenza verso la figura dell’osteopata e il motivo principale è che questi promuove l’autoguarigione dell’organismo.
Cosa fa?
Per mezzo di massaggi vari, l’osteopata cerca di ristabilire lo stato della struttura scheletrica di sostegno. Questo dovrebbe garantire all’organismo un buon livello di benessere, poiché ogni parte del corpo è collegato all’altra. Per rimettere in moto le funzioni dell’organismo l’osteopata fa un ampio utilizzo delle proprie mani. Queste gli permettono di percepire le variazioni che spesso si verificano nelle strutture corporee, indipendentemente se si tratta di muscoli, articolazioni, ossa o visceri. Sempre con le mani l’osteopata cerca di rimuovere le limitazioni che ne impediscono il funzionamento. Il suo lavoro è molto simile a quello di un massaggiatore: con le mani egli ripristina l’integrità dell’organismo, donando alla persona il benessere.
L’osteopata, oltre ad agire localmente sul problema, agisce su tutto l’organismo del paziente. In questo modo egli è in grado di agire anche sul sistema nervoso autonomo. Quest’ultimo, a sua volta, condiziona numerosi fattori dell’organismo, tra cui la pressione sanguigna, il battito cardiaco e la frequenza respiratoria. Sebbene ogni organismo abbia delle proprie specificità e quindi sia diverso dagli altri, l’osteopata è in grado di trovare un aspetto generalizzato per riuscire nell’impresa. Le sedute di osteopatia durano, generalmente, circa 60 minuti. La fase iniziale prevede un breve colloquio. Durante quest’ultimo il paziente espone i problemi che lo affliggono. La seconda fase è quella della valutazione osteopatica. Durante quest’ultima lo specialista esegue una serie di test osservativi e di palpazione. Lo scopo di questi test è di valutare l’integrità strutturale dei tessuti molli e del sistema cranio-sacrale. La terza fase è quella di trattamento vero e proprio. L’osteopata inizia a utilizzare le mani per eseguire le manipolazioni articolari, correggendone le posizioni spaziali, o quelle viscerali, in grado di ridare la motilità di funzionamento a un organo. Dopo il trattamento, tra l’osteopata e il cliente avviene la quarta fase, quella del colloquio finale. Si parlerà di nuovo delle problematiche riscontrate, ma questa volta durante la seduta. Verranno ipotizzate le cause e forniti i suggerimenti per migliorare lo stato di benessere della persona.
Quando andarci?
All’osteopata bisogna rivolgersi quando si percepiscono dei dolori muscolari o scheletrici, oppure se si riscontrano le limitazioni di movimento. L’osteopata, però, è in grado di trattare anche le problematiche che apparentemente non hanno niente in comune con la difficoltà mobile e le limitazioni di movimento. In particolare può eliminare la stanchezza cronica, agire sulle cefalee, trattare le otiti e le sinusiti oppure ridurre i disturbi digestivi. Oltre a traumi muscolari, l’osteopata è in grado di medicare le lombargie, le cevralgie e le artrosi. Una visita dall’osteopata può essere consigliata anche per svolgere una corretta prevenzione delle malattie di postura oppure per correggere i difetti di postura e le dolenzie scheletriche. In minor misura l’osteopatia è in grado di trattare anche i mal di testa e persino i disturbi di natura psicologica, come lo stress e la depressione. Questo perché l’azione dell’osteopata su particolari punti dell’organismo del paziente è in grado di diminuire la produzione del cortisolo, ormone responsabile dei livelli dello stress e della depressione. Una seduta dall’osteopata, insomma, oltre a curare patologie, è in grado di ridare freschezza ed energie utili al lavoro o allo studio.
cervicale rimedi omeopatici
La cervicale è un disturbo che colpisce gran parte della popolazione mondiale.
Il dolore cervicale, può rappresentare se persistente, un grave ostacolo alle nostre attività quotidiane, per cui è opportuno diagnosticarlo, e fronteggiarlo attraverso delle cure idonee.
L’omeopatia, offre diverse soluzioni contro la cervicalgia, con differenti rimedi pensati per le cause di tale disturbo che può essere provocato da fattori di diversa natura; cause psicosomatiche, di errata postura, traumi da sport, o esposizione alle correnti d’aria .
Una delle terapie deputate alla cura dei dolori cervicali, è l’Hypericum perforatum una pianta sempreverde (appartenente alla famiglia delle Clusiacee), le cui sommità fiorite hanno delle proprietà sedative. Tale soluzione, particolarmente indicata per traumi delle terminazioni nervose, può portare a un acutizzarsi del dolore, quando si sollevano le braccia. In caso si accusi tale sintomatologia, un rimedio particolarmente efficace, risulta quello di sdraiarsi sull’addome. L’iperico si assume tramite capsule o compresse al mattino.
Nel caso di dolori e tensioni alla nuca, causa di traumi e spasmi muscolari derivati da una cattiva postura (ad esempio durante l’attività lavorativa), è utile cautelarsi con un rimedio omeopatico, chiamato cimicifuga. Ottenuto dalla Tintura Madre dell’ Actea Racemosa, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, tale rimedio non garantisce subito un immediato sollievo, ma solitamente porta a dei risultati solo nell’arco di una o più settimane dal suo utilizzo, la quantità di rimedio omeopatico varia da individuo ad individuo, e cambia a seconda del tipo di preparato che si intende realizzare.
Nel caso in cui i sintomi degenerino in vera e propria artrosi cervicale, con fitte dolorose e vertigini , un rimedio particolarmente indicato è la Bryonia, una pianta erbacea perenne della famiglia delle Cucurbitaceae dalle cui radici fresche si ottiene uno dei maggiori policresti della medicina omeopatica. Tale pianta viene raccolta prima della fioritura e poi dinamizzata.Si consiglia la somministrazione di cinque gocce o tre granuli ogni ora, ma per una giusta posologia del farmaco è utile rivolgersi al vostro omeopata di fiducia.
Se accusate dolori cervicali dovuti a condizioni di umidità , la dulcamara farà sicuramente al caso vostro. Questo arbusto appartenente alla famiglia delle solanacee, noto per il sapore dolce e amaro della sue foglie è un ottimo rimedio contro la cervicalgia. Il dosaggio quotidiano è di venti gocce, da assumere tra le due o quattro volte al giorno, ma la frequenza di assunzione del farmaco può variare a seconda delle necessità del paziente. Il farmaco è altresi’ presente in compresse o granuli. Un’altro rimedio usato per la stessa sintomatologia di dolori cervicali legati all’umidità, è il Rhus Toxicodendron che deriva da un arbusto della famiglia delle Anarcadiacee. Tale prodotto omeopatico è particolarmente indicato per la cura del torcicollo, si consiglia l’assunzione di cinque granuli di Rhus Toxicodendron ogni due ore, anche se la posologia di somministrazione del farmaco varia a seconda della gravità dei dolori avvertiti dal paziente.
cellulite rimedi naturali efficaci
Come, però, combattere la cellulite senza far uso di farmaci?
Una buona via d’uscita dal problema potrebbe essere rappresentata dagli scrub anticellulite, in grado di combattere la cellulite in quando l’esfoliazione delle cellule morte favorisce la rinascita cellulare, il che a sua volta dona alla cute un aspetto più compatto e liscio. Come è stato dimostrato da alcuni studi, i migliori scrub svolti in funzione anticellulite sono quelli svolti a base di sale. Questi, inoltre, aiutano a eliminare l’acqua e le varie tossine. Anche in questo caso al sale è possibile aggiungere estratti di piante oppure oli essenziali contro la cellulite, in modo da raggiungere un’azione anti-cellulite migliore. I componenti per uno scrub anti-cellulite ideale sono: 2 cucchiai di sale integrale uniti a 5 cucchiai di sale del Mar Morto, a cui vanno aggiunti 7 cucchiaini di olio d’oliva e 15 cucchiai di succo di limone. Alla miscela è possibile aggiungere 10 gocce dell’olio di menta e 10 cucchiai dell’olio di rosmarino. Gli oli essenziali e il succo di limone vanno aggiunti per ultimi, mentre i sali sono da mischiarsi per primi. Questo scrub può essere utilizzato anche sotto la doccia, direttamente sulla cute bagnata, ma non più di una volta a settimana.
Anche i massaggi anti-cellulite possono essere effettuati utilizzando la stessa miscela degli scrub. I massaggi devono essere svolti da un’altra persona, preferibilmente forte, in grado di stimolare la circolazione della linfa e del sangue nelle zone indicate. Agli oli vegetali indicati prima si può aggiungere anche il gel d’aloe e la polvere della buccia dell’arancia, in grado di tonificare e idratare i tessuti cutanei. Inoltre si consiglia di effettuare i massaggi prevalentemente di sera.
Alcuni alimenti, come il tè verde, hanno un effetto dimagrante. Per questo si consiglia di berlo molto per stimolare la diuresi ed eliminare l’acqua di troppo.
impianti dentali: problemi post impianto
I moderni impianti dentali si avvalgono di tecnologie e soluzioni avanzate per la sostituzione dei denti mancanti o danneggiati. Si tratta di installazioni molto efficienti, in grado di fornire una soluzione duratura e di grande effetto senza provocare dolori o causare disagi nella fase successiva all’intervento. L’importante per evitare complicazioni è affidarsi sempre a odontoiatri esperti e qualificati, in grado di eseguire l’intervento in maniera perfetta e seguire il paziente nella fase post impianto.
I rischi più comuni degli impianti dentali
Innanzitutto bisogna dire che gli impianti dentali non mostrano particolari rischi o controindicazioni, con una casistica altamente soddisfacente nella fase post installazione. Ovviamente esistono delle problematiche di rischio legate anche a fattori extra intervento, ma nella maggior parte dei casi possono essere affrontate con l’aiuto del proprio dentista e seguendo scrupolosamente le sue linee guida.
Una delle possibili complicanze post impianto sono le infezioni, che possono essere causate sia da una scorretta sterilizzazione degli strumenti di installazione e d’intervento, che da altri tipi di problemi ai denti ed ai tessuti vicini. In questo caso è necessario rivolgersi sempre a dei professionisti che garantiscono delle condizioni igieniche perfette. Inoltre è possibile controllare le infezioni tramite l’uso di terapie antibiotiche post intervento. Oppure possono verificarsi casi di peri-implantitis, cioè infiammazioni batteriche causate dall’accumulo di placca e tartaro, facilmente rimovibili da uno specialista con un semplice trattamento di pulizia.
Un altro possibile problema possono essere i danni ai nervi, per esempio nel caso la superficie ossea non risulti abbastanza spessa da assicurare la necessaria profondità per l’installazione. Si tratta di un rischio facilmente evitabile affidandosi esclusivamente a dentisti qualificati che, grazie alle moderne attrezzature oggi disponibili, sono in grado di effettuare installazioni dentali con una precisione quasi perfetta. Comunque anche in caso di posizionamento errato dell’impianto dentale è possibile intervenire, eliminando il dolore con un corretto riposizionamento.
A volte può non verificarsi l’osteointegrazione, ossia la saldatura perfetta tra l’impianto dentale e la superficie ossea. In questo caso le cause possono essere diverse ed attribuibili a fattori riguardanti il paziente, come una scarsa igiene dentale, fumo eccessivo di sigaretta o uso di alimenti e bevande sconsigliate nella fase post impianto. Oppure potrebbero essere stati utilizzati materiali non idonei o effettuata una preparazione ossea incorretta. È fondamentale che lo specialista tratti adeguatamente la superficie ossea con tecniche rigenerative se necessario, oltra ad utilizzare materiali di qualità biocompatibili, come ad esempio il titanio puro.
Come evitare complicanze nella fase post installazione
La maggior parte delle problematiche post impianto dentale può essere scongiurata rivolgendosi esclusivamente a professionisti di elevata professionalità. Inoltre la strumentazione deve essere assolutamente sterile, possibilmente all’avanguardia e moderna e devono venire utilizzati materiali di altissima qualità.
Infine il dentista deve seguire il paziente in tutte le fasi dell’installazione dell’impianto, sia in quella preparatoria valutando se sia necessario o meno intervenire con tecniche ricostruttive dell’osso, sia nella fase successiva, altrettanto importante. Da non tralasciare l’importanza delle linee guida del dentista che devono essere sempre seguite scrupolosamente, sia per quanto riguarda la pulizia dei denti e l’igiene orale, che l’alimentazione e lo stile di vita, fattori importantissimi in grado di scongiurare e limitare l’insorgenza di problemi post impianto.
Acqua e limone per dimagrire
Quando si vuole perdere peso, il connubio di acqua e limone può rappresentare un valido aiuto.
Secondo diverse ricerche scientifiche, infatti, alcune sostanze presenti in questi agrumi aiutano a dimagrire.
Uno studio pubblicato nel 2008 sul Journal of Clinical Biochemistry and Nutrition ha dimostrato che i polifenoli che si trovano soprattutto nella buccia, ma anche nel succo di limone, possono aiutare a stimolare il fegato a bruciare i grassi. Tali composti vegetali, che agiscono anche come antiossidanti, sono quindi in grado di prevenire l’aumento di peso e l’accumulo di grasso corporeo.
È, altresì, dimostrato che anche la vitamina C presente nel succo di limone può aiutare il corpo a bruciare più grassi.
Secondo un articolo pubblicato nel 2005 sul Journal of the American College of Nutrition, un’adeguata assunzione di vitamina C aiuta il corpo a bruciare il 30% di grasso durante l’esercizio fisico. Inoltre, i ricercatori hanno stabilito che le persone in sovrappeso hanno solitamente una carenza di questa vitamina. Un motivo in più per consumare frutta ricca di benefici alimenti nutritivi. È bene ricordare che il fabbisogno giornaliero di vitamina C è di 75-90 milligrammi e che il succo di un limone ne contiene 18 milligrammi.
Inoltre, i limoni contengono pectina, un enzima che dona una sensazione di pienezza, e sono in grado di accelerare il metabolismo.
I vantaggi provenienti dal limone possono essere associati a quelli insiti nell’acqua. Quando si vuole dimagrire, aggiungere più liquidi naturali alla dieta può essere molto utile. Secondo uno studio del 2010 pubblicato sulla rivista Obesity, bere due bicchieri d’acqua prima di ogni pasto aiuta gli individui a dieta, in sovrappeso o obesi, a raggiungere una perdita di peso maggiore rispetto a coloro che seguono il solo regime alimentare controllato. I ricercatori sono giunti alla conclusione che l’acqua ha il merito di riempire più velocemente lo stomaco, così da consentire di bloccare i morsi della fame e di mangiare meno. La mancanza di sapore dell’acqua può essere, però, un freno a questa ottima abitudine giornaliera. L’aggiunta di limone, invece, può incoraggiare a bere di più, portando un concreto beneficio in termini di perdita di peso.
A questo proposito, è bene sottolineare che, ai fini del dimagrimento, tutte le calorie hanno un valore. Il succo di un limone regala 11 calorie: se si spreme mezzo limone in 2 tazze di acqua si può ottenere una bevanda con sole 5,5 calorie. Per ogni limone che si spreme, inoltre, si ricava il 20-25% delle necessità quotidiane di vitamina C. Si potrebbe essere tentati di aggiungere un dolcificante per trasformare l’acqua e limone in un tipo di limonata, ma aggiungendo 1 cucchiaio di zucchero il numero di calorie sale fino a 45; e il miele non è affatto meglio in quanto aggiunge 64 calorie per cucchiaio. Per mantenere le calorie sotto controllo, quindi, è meglio assumere bevande semplici, con solo acqua e limoni.
L’unione tra limone e acqua naturale, inoltre, non ha solo benefici sul controllo del peso. La bevanda così preparata ha, infatti, proprietà antisettiche, disintossicanti, antibatteriche, tonificanti, purificanti ed idratanti; facilita la digestione, combatte l’anemia, favorisce la diuresi, riequilibra i livelli di pH, previene la stipsi e migliora la risposta del sistema immunitario. Grazie alla presenza di calcio, potassio e magnesio, infine, dona i sali minerali indispensabili al benessere psicofisico. Possiamo concludere dicendo a giusta ragione che acqua e limone fanno bene alla salute e possono aiutare a dimagrire. Tuttavia, ai fini di una corretta perdita di peso è indispensabile seguire una dieta sana e bilanciata e bruciare quante più calorie possibile.