Impulsi elettrici per glutei perfetti

Avere un ottimo fisico prima della stagione estiva è una delle cose che tutte le donne vogliono riuscire ad avere ed ottenere: anche il lato B fa parte del fisico naturalmente, e quindi anche questa parte merita particolare attenzione, e grazie ai nuovi metodi, il sedere potrà essere modellato e rassodato alla perfezione.
vibrance glutei
L’estate piace a tutti, ed in particolare alle donne: la paura di non essere perfette e di non superare la classica prova costume però porta le donne non soltanto ad attraversare una sorta di fase paranoica, ma a provare una serie di strategie pur di poter avere un fisico perfette da mostrare, sopratutto il lato B.
Spesso quindi le donne ricorrono a diversi metodi, alcuni molto classici, come diete e sessioni di palestra, mentre in altri casi ricorrono a dei metodi molto più drastici, come ad esempio la chirurgia estetica: in alcuni casi però, questi metodi non hanno l’effetto che si spera di ottenere, e quindi ogni sacrificio che le donne decidono di fare, sia dal lato economico che psicologico spesso non vengono affatto ripagati.
Per evitare che quindi si perda del tempo prezioso senza che si ottengano dei risultati convincenti e visibili, è possibile ricorrere ad un nuovo metodo che racchiude in sé prodigio scientifico e tecnologico e risultati evidenti: si tratta del vibrance, una nuova tecnica appartenente alla micro chirurgia che permetterà alle donne di poter avere un corpo, e più nello specifico, un fondo schiena in ottime condizioni estetiche.
Ma in cosa consiste questo nuovo tipo di intervento, e quali sono i vantaggi che presenta?
Il vibrance innanzitutto non è costituito da alcun tipo di protesi o di intervento invasi, ma si tratta di semplici stimoli biologici del tessuto dei glutei, cosa che permette agli stessi di aumentare il loro volume: il tutto avviene mediante l’utilizzo di alcune piastre che mandano diversi tipi di corrente, grazie alle quali sarà possibile modellare i glutei.
Per poter potenziare l’effetto del vibrance talvolta si utilizza anche un particolare ago molto sottile, che non verrà sentito dal paziente, che permetterà allo strato sotto cutaneo della pelle di potersi unire all’ago e di modellarsi in maniera automatica e voluminosa.
I vantaggi sono veramente tantissimi, ed il primo di questi riguarda nel fatto che i risultati del vibrance hanno una durata di tempo tripla rispetto ai trattamenti chirurgi che riguardano l’inserimento di protesi: se gli tutti gli altri tipi d’intervento durano al massimo otto mesi, la durata del vibrance è di circa venti quattro mesi, ovvero due anni, ed inoltre l’intervento, oltre poter essere effettuato in qualsiasi momento dell’anno, non lascerà sulla pelle alcun tipo di segno.
Il secondo vantaggio invece è da ricercare nel fatto che il vibrance non comporta effetti collaterali ed inoltre non crea fastidi al paziente durante il trattamento: questi trattamenti, che generalmente durano mezz’ora ed hanno un costo di due cento euro dovranno essere fatti per circa dieci giorni per garantire alle pazienti un risultato ottimale.

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Depressione post parto: basta un esame del sangue

Uno dei periodi più felici per una donna, quale una gravidanza ed il conseguente parto, possono rivelarsi come uno dei motivi scatenanti della depressione post parto, mai sottovalutare le spie rivelatrici che potrebbero compromettere seriamente sia la salute della madre che quella del bimbo.
La gravidanza è il periodo in cui la donna è più vulnerabile e vive un vero e proprio disagio psicologico derivante da svariate ragioni.

La depressione post parto è un disturbo nervoso, si manifesta in tutte le società e culture studiate, in Italia circa il 10% ed il 15% delle neo-mamme, sono interessate, essa si manifesta dopo il 3° o 4° giorno dal parto e può durare dalle due settimane fino a sei mesi, in alcuni casi si tratta di una situazione patologica e si parla di depressione vera e propria, caratterizzata da seri episodi di psicosi.

Vi sono tre tipologie di sindrome, suddivise in base alla durata ed all’intensità: la baby blues, la depressione post parto vera e propria e la psicosi depressiva post parto.
Molto spesso la diagnosi non viene posta in quanto la neo-mamma tende a vergognarsi, sottovalutando i sintomi o ignorando i conseguenti rischi legati a tale sindrome che potrebbero intaccare l’equilibrio psicofisico sia della donna che della famiglia circostante.
La scienza medica non ha ancora fornito spiegazioni certe riguardanti le cause.
Rivestono un ruolo importante i fisiologici cali ormonali, come la repentina riduzione di estrogeni e progesterone, in gravidanza i livelli sono molto alti, inoltre si registra un aumento di prolattina.
A facilitare l’insorgenza di tale disturbo, potrebbe anche essere una forma d’infiammazione autoimmune della tiroide.

Secondo gli ultimi studi pubblicati sull’American Journal of Psychiatry, tale disturbo sarebbe causato da una variante di uno o più geni presenti nel Dna delle donne, in particolare il gene 5-HTT, che sarebbe in grado di modificare le attività celebrali, dando vita ai pensieri negativi.
Esistono fattori che possono agevolarne l’insorgenza, quali la familiarità alla depressione, ad attacchi d’ansia o ad eventi poco felici, come un lutto o una separazione, vissuti durante la gravidanza.
Se le cause non sono del tutto chiare, i sintomi sono più evidenti: sbalzi d’umore, agitazione ed irrequietezza, astenia, aumento o scomparsa del sonno o dell’appetito, ricorrenti pensieri di morte, senso di colpa o inadeguatezza alla nuova situazione.
Un aiuto viene dai ricercatori del Regno Unito, che hanno messo a punto un test economico, a sole dieci sterline, in grado di prevedere se dopo il parto la donna andrà incontro ad una depressione post parto.
Basta effettuare un semplice prelievo del sangue, nei primi mesi di gravidanza, allo scopo di identificare i due geni specifici: il Ttc9b e lo Hp1bp3, responsabili della regolazione dell’umore, sarà così possibile prevedere con un grado di certezza dell’85%, se la neo-mamma sarà a rischio depressione.
“Se si identificano le donne a rischio in tempo, si può prevenire o fermare lo sviluppo della malattia”, ha affermato Dimitris Grammatopoulos, capo ricerca della University Hospitals Coventry.

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Male al polso

Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha dovuto fare i conti con quel fastidiosissimo dolore al polso che complica anche i più elementari gesti quotidiani.
PROBLEMI-POLSO-2
Che il male sia causato da piccoli traumi piuttosto che da patologie più serie, la diagnosi del problema non è mai semplice proprio a causa della molteplicità delle cause che spesso si presentano con sintomi molto simili.
Tuttavia, è indispensabile un accertamento preciso delle cause che provocano il dolore perché solo così è possibile intraprendere la cura più adatta che impedisca il ripetersi ciclico del disturbo.
Non tutti i dolori al polso richiedono cure mediche specifiche: nel caso di lievi distorsioni, per esempio, può essere sufficiente l’applicazione di ghiaccio sulla parte dolorante, di riposo dell’arto e, tuttalpiù, di un leggero antidolorifico.
Se al dolore si associa gonfiore allora il ricorso al medico è fondamentale in quanto una cura frettolosa può potare sì ad un beneficio temporaneo ma al contempo ad una riduzione della mobilità.
Le distorsioni, gli stiramenti e le fratture sono causate molto spesso da cadute in avanti attutite con le mani ma possono anche sopraggiungere con il ripetere costante di uno stesso movimento ovvero per uno stress dell’articolazione.
Un discorso a parte meritano invece i dolori al polso riconducibile ad artrite, una patologia rara che interessa soprattutto quei soggetti che hanno subito in passato una frattura. L’usura della cartilagine è invece foriera di osteoartrite che causa un dolore concentrato alla base del pollice,
Decisamente più nota è la sindrome del tunnel carpale, causata da una eccessiva pressione sul nervo mediano: è questa sicuramente la patologia più diffusa negli ultimi anni, generata dall’uso eccessivo di telefoni cellulari, del mouse del pc e dai moderni controller delle console di videogiochi.
Un’altra possibile causa del dolore al polso sono le cisti gangliari,tanto piccole quanto dolorose, che si localizzano nella parte superiore del polso.
In generale questi disturbi possono essere trattati con gli antidolorifici più comuni o nei casi più gravi con iniezioni di cortisone.
Se il dolore è provocato da fratture, innanzitutto si dovrà procedere con la ricomposizione della stessa e con l’opportuna ingessatura; per le slogature invece basterà un tutore di protezione.
Ci sono poi casi di rotture talmente scomposte da richiedere l’intervento di chirurgia. Ma al chirurgo bisognerà ricorrere anche in caso di sindrome di tunnel carpale.
In ogni caso, il male al poso non deve mai essere sottovalutato e prontamente reso noto al medico di base che, accordate le opportune cure, ci preserverà nel corso dal presentarsi di patologie più gravi e invalidanti.

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Vaccino inverso contro il diabete giovanile

Il diabete giovanile è una delle forme più diffuse di diabete e, come si può intuire dal nome, colpisce i giovani.
I sintomi sono:
-la polifagia, cioè l’aumento dell’appetito,
-la poliuria, cioè aumento della necessità di uinare e in particolare la notte (nocturia),
-la comparsa di corpi chetonici nella urine.
L’unica cura che può essere adottata, affinchè questi giovani affetti da diabete possano vivere una quotidianità quasi normale, è la somministrazione di insuline diverse volte al giorno, a seconda della gravità del caso.

Diabete

Data la grande quantità di giovanissimi affetti da questo problema, la ricerca non smette mai di indagare per trovare una soluzione definitiva alla malattia. Nei giorni scorsi è giunta in forma ufficiale la notizia dell’esistenza di un vaccino contro il diabete giovanile.
Questo è il risultato di una lunga serie di indagini compiute dalla Stanford University School of Medicine e dalla sperimentazione su un gruppo di 80 pazienti di Lawrence Steinman.
In cosa consiste questo innovativo vaccino chiamato vaccino inverso?
Esso agisce direttamente alla base del problema cioè sulle cellule immunitarie dette “impazzite” che attaccano in modo anomalo le cellule del pancreas. La conseguenza di questa attività è la mancata produzione dell’insulina e quindi la necessità di effettuare l’iniezione.
La differenza tra questo nuovo vaccino e quello tradizionale risiede proprio nel bersaglio che, nei vecchi vaccini era la stimolazione del sistema immunitario verso le cellule cattive e impazzite, mentre la novità del nuovo vaccino sta nel fatto che esso agisce direttamente uccidendo le cellule immunitarie impazzite. Ai pazienti presi in esame era stato diagnosticato il diabete giovanile da 1 a 3 anni prima e il grandioso risultato riguarda l’aumento della produzione di insulina da parte del loro pancreas e la diminuzione del numero di cellule immunitarie cattive.

La sperimentazione non è ancora finita. Visti i brillanti risultati ottenuti sui primi 80 pazienti in questione, Lawrence Steinman ha affermato di voler proseguire i suoi studi, sempre su questo piano, organizzando un nuovo gruppo di pazienti, questa volta più ampio del precedente, con la speranza di ottenere risultati ancora più soddisfacenti e poter combattere in modo definitivo questa malattia.

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Estate sicura 2013: attenzione al caldo

L’estate è una delle stagioni più belle: giornate calde spesso e volentieri sono sinonimo di giornate trascorse al mare senza pensieri, soltanto all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Ma come si possono vivere queste giornate senza particolari pericoli riguardanti la salute?

caldo
Purtroppo l’estate non ha soltanto dei lati positivi: ogni anno infatti si viene a conoscenza di decessi dovuti alle grandi temperature, e le vittime di questa sorte spesso e volentieri sono le persone appartenenti alle fasce protette, ovvero gli anziani sopra il sessantacinquesimo anno d’età ed i bambini, ma non è raro che i malori e le morti dovute al grande caldo colpiscano anche le persone escluse da queste due fasce.
Per evitare che quindi il numero di vittime possa salire, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha attivato una sorta di servizio in grado di aiutare i cittadini a prevenire i malori derivanti dal grande caldo, sistema che dovrebbe essere quindi in grado di evitare conseguenze poco piacevoli: ma come funziona e dove bisogna recarsi per avere tutte le notizie necessarie per poter passare un’estate tranquilla?
Il sito del Ministero della Salute, sulla sua homepage, ha dedicato una sezione riguardante il grande caldo, così come viene ormai definito: questo sistema è composto da una semplice cartina dell’Italia nella quale sono messe in evidenza tutte le maggiori città, tutte accompagnate da un simbolo col sole colorato, ed ad ogni colorazione corrisponde un livello d’allerta diverso. La colorazione del sole verde rappresenta un livello d’allerta pari a zero, e quindi non ci sono pericoli per la salute, la colorazione gialla invece rappresenta un livello d’allerta di primo livello, e questo potrebbe precedere l’ondata di calore, mentre il sole arancione è il secondo livello d’allerta, e pertanto le due fasce protette sono a rischio quando nella propria città c’è il sole con questa colorazione, in quanto le temperature saranno elevate: il sole rosso fuoco invece rappresenta il livello d’allerta massimo, ed in questo caso chiunque può essere a rischio, ed inoltre il grande caldo durerà per ben tre giorni consecutivi.
Oltre alla mappa con tutte le indicazioni e condizioni climatiche, sul sito del Ministero è possibile scaricare una serie di opuscoli nei quali verrà spiegato come comportarsi in caso di malore e come evitare che questo possa colpire le persone: il servizio, che vedrà coinvolte tutte le città italiane, sarà attivo dal primo giugno e terminerà il quindici di settembre, e pertanto i mesi più caldi, ovvero quelli di luglio ed agosto sono coperti da questo semplice ed allo stesso tempo utile servizio.
Grazie la mappatura ed ai vari opuscoli scaricabili, sarà possibile evitare brutte situazioni, a patto che si seguano i consigli e che si presti attenzione a quanto riportato dallo schemino.

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Legge sulla salute mentale: l’Indonesia in visita in Italia

L’Indonesia si appresta ad una riforma legislativa sul trattamento dei problemi di salute mentale e ha scelto l’Italia come modello da seguire, per studiare sul campo la normativa italiana e la sua concreta applicazione è arrivata una delegazione.

imagesIl progetto prende piede il 24 giugno del 2013 quando una delegazione del gruppo di lavoro che in Indonesia si sta occupando della nuova legge, ha partecipato ad un incontro presso la sede del Ministero della Salute alla presenza del direttore del Servizio di Salute Mentale della regione Lazio.
L’Indonesia attualmente applica il Pasung che prevede l’internamento dei pazienti e quindi un trattamento limitativo dell’integrazione sociale e anzi capace di procurare ulteriori sofferenze al malato mentale. La legge Basaglia e la sua applicazione viene considerata un modello di eccellenza e quindi un esempio da seguire nell’emanazione della nuova normativa da applicare poi nel Paese.
L’incontro tenutosi a Roma è stato ritenuto soddisfacente dall’ambasciatore e dal vice che hanno manifestato l’idea di proseguire la proficua collaborazione.
Il viaggio è proseguito e la tappa successiva è stata a Bologna presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’azienda sanitaria al fine di studiare l’organizzazione di quel dipartimento considerato l’eccellenza in Italia.
La delegazione indonesiana è stata accolta da Angelo Fioritti (direttore del Dipartimento di Salute Mentale), Mara Morini (direttore del Dipartimento di Cure Primarie) e da Domenico Berardi (professore universitario di psichiatria). L’interesse si è concentrato sui percorsi di riabilitazione e terapeutici personalizzati che vengono creati dall’equipe in base ai singoli disturbi psichici dei vari pazienti. L’eccellenza è data dalle misure volte all’integrazione sociale attraverso il coordinamento tra centri di salute mentale, i servizi ospedalieri psichiatrici (SPDC), i centri diurni, i gruppi appartamento e le residenze psichiatriche. Si tratta quindi di misure volte a ridurre il disagio del malato psichico che già vive una realtà difficile e che non è opportuno isolare completamente come succedeva con i vecchi metodi applicati e in particolare proprio con l’internamento che spesso creava situazioni disumane e degradanti.
A Bologna l’interesse della delegazione indonesiana si è soffermato soprattutto sul progetto regionale Leggieri, dal nome del medico che per primo sviluppò questo sistema di trattamento innovativo e che in Emilia Romagna è applicato da oltre 10 anni, esso prevede una collaborazione tra specialisti in psichiatria e medici di base per il trattamento del malato mentale.
Per il Dipartimento bolognese non è questa la prima soddisfazione a livello internazionale perché è già stato soggetto di attenzione da parte del governo di Portogallo, Brasile, Danimarca e Svezia mentre a settembre è attesa la delegazione del governo del Belgio.

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Come scegliere la bio-banca migliore

Se due genitori scelgono la strada della conservazione privata del sangue del cordone ombelicale dovranno poi selezionare accuratamente a quale struttura affidarsi. Contrariamente alla donazione cordone ombelicale, questa decisione comporta infatti un approccio differente e una scelta per il futuro dell’intera famiglia. Le banche che si occupano di conservazione del cordone ombelicale sono numerose ormai, ma il livello qualitativo del servizio offerto purtroppo non è ancora standardizzato ma varia molto da struttura a struttura. Vediamo qui di seguito alcuni dei parametri per scegliere con serenità la migliore banca del cordone ombelicale alla quale affidarsi.

After bath

Senza dubbio parametri di primaria importanza riguardano il numero di trapianti effettuati e quello di campioni conservati dalla struttura che si sta valutando: questi dati infatti indicano la reale capacità e soprattutto l’esperienza di una bio-banca nel saper conservare correttamente il sangue cordonale. In aggiunta a questo, sono molto importati alcune certificazioni di qualità di rilievo, come ad esempio la GMP (Good Manufacturing Practice), una delle più importanti e che, oltre ad essere riconosciuta internazionalmente, obbliga la bio-banca al rispetto di procedure operative molto ferree per massimizzare la qualità dei prodotti destinati ad uso clinico. Naturalmente il Comitato Scientifico della bio-banca deve essere qualificato e altamente competente dal punto di vista scientifico. Questo si può evincere valutando la quantità e, sopratutto, la qualità delle pubblicazioni scientifiche edite dai suoi membri.

Nella scelta di una biobanca, inoltre, bisogna verificare che questa abbia predisposto per i propri clienti misure per la tutela sia patrimoniale che legale, spesso trascurata. E’ preferibile quindi che il contratto proposto sia di diritto Italiano ma che soddisfi sia il nostro sistema fiscale, sia le normative di riferimento Europee. Sono altrettanto importanti le coperture assicurative che puntano a garantire la conservazione del cordone ombelicale anche in caso d’insolvenza della bio-banca. Importanti sono anche un servizio ininterrotto tutti i giorni dell’anno, un’assistenza domiciliare per la parte burocratica e la garanzia del diritto di recesso, sono elementi che aumentano il livello qualitativo del servizio offerto.

Attualmente, in Italia, solamente Sorgente riesce ad offrire questo tipo di servizio che garantisce la crioconservazione addirittura per 50 anni e che continua a soddisfare le esigenze e le aspettative dei futuri genitori.

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Come invecchia il volto: studi e ricerche

Chi leggendo il romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” non si è fatto solleticare dalla fantasia di un volto e un’immagine sempre giovane e bella? La realtà è ben diversa dall’immaginazione anche se recenti studi e ricerche hanno messo in luce aspetti interessanti.
L’uomo non è nuovo ad interessarsi alle variabili che nel tempo portano a modificare ed ahimè deteriorare la propria immagine, evoluzioni o forse sarebbe meglio dire decadenze che in alcuni casi rappresentano veri e propri crucci e disagi di chi non accetta lo scorrere del tempo.
Hands massaging female face at the spaGià una cinquantina di anni fa studiosi avevano stilato le variabili che sono alla base del processo di aging del viso. I cambiamenti della pelle, la perdita di tonicità delle parti molli, l’usura delle cartilagini del setto nasale e la diminuizione della densità ossea provocavano quello che è comunemente chiamato “invecchiamento del viso”.
Ma l’azione del tempo può essere addirittura accelerata da altre componenti, che sono dovute a cattive abitudini sommate a scompensi ormonali e quindi genetici.
Pertanto una persona in sovrappeso, che non segue una dieta sana molto probabilmente si ritroverà il volto più “segnato” della media, stesso dicasi per chi fa abuso di alcool. I cibi e le bevande particolarmente caloriche sono tra le prinicipali cause della perdita di elasticità.
Un altro acerrimo nemico di quell’immagine bella e in salute a cui tutti aspirano è il fumo. Questi addirittura ben più invasivo dei precedenti, zampe di gallina e rughe perioculari sono il segno distintivo di una regolare fumatrice. Stesso decadimento si presenta sulle guancie (atrofia) e nella zona delle labbra (rughe perpendicolari). Nel complesso la pelle diventa ruvida, opaca, disomogenea nei colori e perde di elasticità. Il tutto determinato dall’insufficiente circolazione sanguigna causata dal fumo.
Ma se il fumo può essere definito uno dei principali nemici di un viso giovane va detto che la moda diffusa degli ultimi anni gioca un ruolo primario, la cosidetta “tintarella” se perseguita con il faidatè può diventare assai pericolosa. Esporsi ai raggi solari o peggio a quelli artificiali senza una corretta protezione può accelerare il fenomeno invecchiamento in modo significativo. L’uso di prodotti abbronzanti in luogo di quelli con fattore di protezione adeguato o la semplice esposizione senza filtri è la principale causa di un viso deteriorato, stesso dicasi per chi si espone ai raggi ultravioletti nelle ore più calde della giornata. Per non parlare di quello che simili abitudini, se costanti del tempo, possono innescare, patologie ben più gravi della pelle invecchiata.
In conclusione, le sole creme di bellezza non bastano, se si desidera un immagine e un volto in salute bisogna seguire delle piccole e per nulla dolorose regole di comportamento,aver rispetto del proprio corpo e della propria pelle.

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Mestruazioni dolorose e abbondanti nelle giovani: che fare?

A circa dodici anni arriva il “menarca” cioè la prima mestruazione e la donna entra nella fase fertile.
Le ragazzine un tempo spensierate e prive di quei fastidiosi mal di pancia dovuti alle mestruazioni, all’età di circa dodici anni, cominciano a fare i conti con quei piccoli problemi che causa il flusso mestruale. Non è raro infatti, che le adolescenti accusino dolori mestruali e abbiano un ciclo abbondante .
Il ciclo doloroso prende il nome medico di Dismenorrea mentre il ciclo abbondante, lungo e anche irregolare, viene denominato Menometrorragia.

mal-di-pancia
Innanzitutto diciamo subito che all’inizio del ciclo mestruale e cioè nei primi anni dopo il “menarca”, è quasi normale che si verifichino problemi del genere almeno fino a quando il ciclo non si assesti.
Tuttavia, le cause potrebbero essere altre e vanno curate attraverso l’aiuto di uno specialista.
Molte mamme si preoccupano e giustamente, vogliono affrontare le loro paure con un ginecologo con la speranza che le rassicuri.

Da cosa dipende il ciclo abbondante e lungo
Le mestruazioni abbondanti e lunghe nelle adolescenti, sono da attribuire alla maturazione non completa dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie.
Ovviamente una ragazzina che soffre di queste patologie, accusa malesseri come il mal di testa dovuto molte volte ad un’anemia, si stanca facilmente e soffre di una sensazione di vertigine.
Ci sono vari fattori da considerare così come esporrà il ginecologo di fiducia.
1) escludere un’eventuale gravidanza
2) controllare attraverso specifiche analisi del sangue che non vi siano problemi di coagulazione o problemi ormonali
3) eseguire una ecografia pelvica che escluda eventuali problemi ad utero o ovaie.

 

Nel caso il ginecologo riscontrasse questo tipo di anomalie, allora potrà intervenire in collaborazione con un valido endocrinologo se ci sono problemi tiroidei.
La terapia solitamente, consiste col far assumere alla paziente dei farmaci antifibrinolitici e antiemorragici o una pillola estro progestinica.
Ovviamente tutto dipende dalla specifica patologia riscontrata.

Come agire in caso di mestruazioni dolorose.
Molte adolescenti soffrono di ciclo dolorosissimo che disturba tutta la loro vita sociale e frequentemente impedisce loro, anche la presenza sui banchi di scuola.
In questo caso particolare, il ginecologo potrà intervenire con dei FANS o addirittura con una soluzione più risolutiva quale la pillola estro progestinica.
Nel caso in cui le mestruazioni siano dolorose in maniera davvero eccezionale, è consigliabile effettuare così come proporrà lo stesso specialista, un’ecografia o una risonanza magnetica pelvica che riuscirà a comprendere appieno le cause del dolore.
Infatti, potrebbe avvenire che l’adolescente sia affetta da endometriosi che va curata con una terapia adatta.

Cosa consigliare alle mamme e alle adolescenti stesse.
Sebbene le prime mestruazioni portino in genere problemi di questo tipo ma poi il ciclo si assesta, se i disturbi continuano è necessario rivolgersi ad un esperto ginecologo.
Sarà questo specialista a rassicuravi e a prescrivere una giusta terapia dopo le indagini che accuratamente svolgerà.
E’ consigliabile non sottovalutare nessun tipo di disturbo e soprattutto intervenire e rivolgersi senza alcun timore a chi di competenza.
Molto spesso infatti, alcune ragazze temono le visite ginecologiche per paura o per vergogna ma non c’è assolutamente da preoccuparsi perché le visite non sono invasive e il più delle volte, si riducono ad una semplice ecografia pelvica.
Inoltre la prevenzione, cosa che è bene sapere fin dall’età adolescenziale, è un fattore importantissimo affinché si possano combattere e sconfiggere patologie ben più serie e pericolose che potrebbero insorgere in futuro.

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Sla: sperimentazione con le cellule staminali cerebrali

24 giugno 2013- il ministro della salute, Beatrice Lorenzin ha partecipato all’incontro “Sla: obiettivo vita”. Si è discusso della malattia neurodegenerativa, della sua sperimentazione con l’uso delle cellule staminali celebrali, dei primi risultati e delle future prospettive.

laboratorio

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Il ministro molto emozionato ha confermato di essere felice per la personale partecipazione all’evento, e di condividere le tante speranze e aspettative che accomunano i parenti e i degenti colpiti da questa grave malattia degenerativa.
L’incontro, che si è svolto a Roma presso il Pontificio Consiglio per la famiglia, ha visto partecipare anche Sua Eminenza Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Fondazione Neurothon e il professore Enrico Garaci, a sua volta presidente della Fondazione Cellule Staminali.
Ad illustrare i primi significativi risultati della sperimentazione è stato il direttore scientifico della suddetta Fondazione Neurothon, nonchè direttore IRCCS casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo professore Angelo Vescovi.
La nuova procedura è innovativa e sperimentale, e non è mai stata effettuata sull’uomo. Il trattamento consiste in un trapianto intraspinale di cellule staminali cerebrali umane. L’ impianto così eseguito è irreversibile. Quindi una volta che le cellule sono state trapiantate non possono più essere asportate.
I ricercatori, ancora non sanno di preciso quale reazione avrà il singolo soggetto nei confronti di queste particolari cellule. Quindi, onde evitare di incorrere ad una reazione immunitaria da rigetto, il paziente trattato, dovrà assumere per tutta la sua vita farmaci ad azione immunosoppressiva. Le cellule staminali celebrali, sono coltivate in laboratorio e impiantate con intervento chirurgico in anestesia totale. La prima fase di sperimentazione effettuata su un campione di sei pazienti affetti da Sla, approvata dall’istituto superiore di Sanità, è stata avviata per la prima volta nel mondo presso l’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni, dove trova collocazione il laboratorio di cellule staminali.
Il ministro Lorenzin, a seguito di questo intervento ha dichiarato testualmente: che sui sei pazienti che hanno effettuato la sperimentazione con le cellule staminali celebrali, si è assistito ad un miglioramento delle condizioni. Afferma inoltre l’importanza della partecipazione del legislatore nella promozione finanziaria della ricerca su malattie gravi e rare come la sclerosi laterale amiotrofica.

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