Con l’arrivo dell’estate aumenta il consumo di frutta e cibi surgelati ma attenzione a quegli alimenti poco controllati. L’allarme arriverebbe da alcune statistiche infettive messe a confronto con i dati degli anni precedenti. Nei primi mesi del 2013 sono aumentati i casi di Epatite A rispetto agli stessi mesi del 2012 e 2011 e il Ministero della Salute ha deciso di intervenire e fare luce sulla questione.
L’aumento sarebbe di circa il 50% con punte anche maggiori in alcune regioni del nord Italia e ad accorgersi di questo incremento sarebbero stati i ricercatori del Sistema Epidemiologico Integrato dell’Epatite Virale Acuta, Seieva, che opera per l’Istituto Superiore di Sanità.
Il Ministero ha così subito attivato un gruppo di controllo nelle regioni, dove sono stati segnalati più episodi di Epatite A. Le indagini hanno portato a evidenziare un collegamento tra la malattia e l’utilizzo di frutti di bosco surgelati. In diversi casi è stato evidenziato che la fonte del contagio era proprio da ricercare in questo alimento, dal momento che un focolaio del virus è stato rintracciato proprio in alcuni lotti di frutti surgelati.
Si sa che il veicolo di trasmissione dell’epatite A sono le acque contaminate ma la maggior parte dei casi era sempre riferita a pesce e frutti di mare. Parlare di presenze virali nei frutti di bosco è un po’ una novità, anche se in altri paesi europei sono già stati documentati diversi casi. Questo particolare ceppo di virus, infatti, non risente delle temperature basse temperature con cui sono trattati i cibi e mantiene inalterata la sua carica infettiva.
Il 24 giugno il Ministero della Salute ha invitato una nota al Sistema di allerta alimentare europeo, Rasff, senza però dare notizia ai cittadini. Sono, invece, state contattate le aziende sanitarie locali di diverse regioni del nord e centro Italia per verificare specifici lotti e controllare se le aziende interessate ai controlli avessero ritirato la merce dal mercato. Contemporaneamente sono state effettuate anche delle indagini per risalire alla tracciabilità delle materie prime utilizzate per il confezionamento dei prodotti ed è emerso che si trattava di alimenti di provenienza estera per lo più dai paesi dell’est Europa.
Questa notizia troverebbe una sua conferma anche attraverso un articolo pubblicato dal sito on line La voce della Russia, la notizia farebbe riferimento a diverse partite di frutti di bosco esportate dalla Romania in Italia senza i dovuti controlli e con il forte rischio della presenza del virus.
Il pericolo per i consumatori è quindi concreto e arriva proprio dall’utilizzo che si fa di questo genere di alimenti. Soprattutto d’estate i frutti di bosco surgelati rappresentano una soluzione pratica e veloce per preparare macedonie e dolci freschi e sono consumati con maggiore frequenza e conservati in frigorifero.