Alluce Valgo

Cos’è l’alluce valgo?

L’alluce valgo è un problema che affligge molte persone e che vede la punta dell’alluce avvicinarsi alle altre dita del piede mentre il primo metatarso si allontana, facendo la classica ‘cipolla’ rossa che si irrita e si infiamma a contatto con le calzature. La moda delle scarpe con tacchi alti e punta stretta di certo non aiuta a migliorare la situazione di chi ha l’alluce valgo: è importante non sottovalutare le conseguenze che può portare questo problema.

alluce valgo

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Cause dell’alluce valgo

Le cause dell’alluce valgo sono molteplici: può essere un problema congenito ma non solo. L’alluce valgo può essere dovuto anche a traumi muscolari, patologie reumatiche, infiammazioni. Anche la patologia del piede piatto sembra essere correlata al verificarsi di numerosi casi di alluce valgo: proprio per la forma del piede, appiattito al centro, si tende a caricare di più la parte anteriore del piede, causando proprio l’alluce valgo. Nonostante queste patalogie e il fattore congenito, anche il ruolo delle calzature indossate e di tendenza (come tacchi alti e punte strette) sembra essere fondamentale nel corso della patologia. Ecco perchè gli specialisti non si stancano mai di consigliare la scelta di scarpe comode, che siano adatte alla forma naturale del piede.

Conseguenze dell’alluce valgo

Oltre ad essere fastidioso per il piede, l’alluce valgo può comportare altre conseguenze tra le quali le più importanti sono: -ginocchio valgo, con la rotula tendente verso l’esterno, che porta all’affaticamento di tutta la gamba; -pericologo di lombalgia cronica, dovuta alla scorretta postura dovuta da piede e ginocchio con questo problema; -postura scorretta e affaticamento a gambe, schiena e piedi.

Cosa fare per evitare l’infiammazione dell’alluce valgo

Ecco alcuni brevi consigli per evitare i dolori fastidiosi dovuti all’infiammazione dell’alluce valgo: -indossare scarpe comode, che si adattino alla forma naturale del piede; -cercare di tenere il proprio peso forma: più siamo pesanti, più il piede è soovraccaricato; -utilizzo di strumenti adatti, per separare le dita dei piedi; -esercizi per il piede e per l’alluce, che vi indichiamo qui di seguito.

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Esercizi per l’alluce valgo

Esercizio 1:

Questo esercizio vi servirà per verificare l’equilibrio e la mobilità del piede.

Mettetevi in posizione eretta, con gambe leggermente piegate e divaricate. Oscillate in avanti e indietro delicatamente, concentrando l’attenzione sui movimenti del piede. È importante non staccare il tallone e il piede dal pavimento.

Per completare l’esercizio, prendete una pallina di gommapiuma e passatela dalla punta del piede fino al tallone, massaggiando. Poi con le dita del piede, cercate di afferrarla e fermarla, per poi continuare il massaggio. Al termine dell’esercizio (consigliamo di farlo almeno 5 volte per piede, in modo lento e tranquillo), potete procedere con un massaggio plantare.

Esercizio 2:

Questo esercizio è utile alla mobilità delle dita del piede.

Prendere il mignolo e l’alluce del piede e staccateli delicatamente dalle altre dita del piede. Incrociate le dita della mano con quelle del piede. Poi, come ultimo passaggio, cercare di massaggiare le dita come se fossero un tappo di una bottiglia che volete aprire.

Esercizio 3:

Rinforzo delle dita.

Cercate di dover prendere un oggetto con le dita del piede: in questo modo si rinforza tutta la pianta del piede e le dita.

Esercizio 4:

Stendetevi a pancia in sù e sollevate le gambe, piegando il ginocchio in modo tale da formare un angolo di 90° con la gamba. Stendete il collo del piede e poi tirate su le punte. In questo modo si esercita anche l’elasticità della caviglia.

Esercizio 5:

Con l’aiuto del manico di una scopa, saliteci sopra come se fosse la trave di una ginnasta. In questo modo l’equilibrio del piede viene messo alla prova. Poi girate il bastone e mettete il piede sopra in modo tale che la pianta del piede sia appoggiata sul bastone.

Esercizio 6:

Cercate di camminare utilizzando varie parti del piede: prima con le punte, poi con i talloni…

Esercizio 7:

Sedetevi in una sedia e appoggiate i talloni sulle gambe della stessa. Mettete in un calzino una pallina da tennis. Cercate di tirar su il calzino utilizzando l’alluce e il secondo dito del piede, utilizzando come appiglio il lembo del calzino. Sarà utile per fare un esercizio di sollevamento pesi dedicato al piede.

Esercizio 8:

Prendete un elastico di quelli utilizzati anche in palestra. Sedetevi in una sedia e stendete una gamba. Fasciate l’elastico attorno all’alluce e cerca di fletterlo senza muovere le altre dita del piede.

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Servizio sanitario nazionale, donne sempre più numerose

l Servizio sanitario nazionale si tinge sempre più di rosa: nel 2010 il 63,8% del personale dipendente è composto da donne. Netta minoranza per gli uomini, quasi doppiati, con il 36,2% sul totale dei dipendenti.

Questo è quanto emerge dalla monografia “Personale delle ASL e degli istituti di cura pubblici – Anno 2010”, pubblicazione annuale a cura dell’Ufficio di direzione statistica del Ministero della Salute, che si occupa dell’elaborazione dei dati sulla disponibilità di personale di ASL e Aziende ospedaliere sul territorio nazionale.

visita ginecologica

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Il personale complessivo conta 646.236 unità e attesta la stabilità nel numero di dipendenti del SSN (+0,02% rispetto al 2009). L’incremento delle donne assunte è dell’1,1% (412.125), contro la notevole flessione maschile (-1,8%).
L’aumento più significativo di dipendenti femminili si è verificato nei settori medico e odontoiatrico (+3,7%). Meno netto, ma comunque riscontrabile, l’aumento nel numero delle infermiere (+0,3%).

Analizzando i dati dal punto di vista geografico, abbiamo, rispetto alla stabilità nazionale, un sensibile aumento di personale nelle regioni Marche (+3,5%) e Puglia (3,0%). La maglia nera spetta alla Sicilia (-6,8% di personale), seguita dalla Campania.

Ulteriori dati importanti e testimoni di squilibrio sono forniti dal numero di dipendenti per 1.000 residenti (fonte popolazione residente: Istat): nel Lazio, ultimo in graduatoria, si calcolano 8,1 dipendenti per 1.000 abitanti, meno della metà di Bolzano, in vetta con 16,7 unità.

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Le nuove frontiere dell’ortodonzia miofunzionale

L’ortodonzia è divenuta una scienza sempre più sofisticata negli anni. Passi da giganti si sono compiuti sia nella terapia in dentizione permanente, che nella terapia in dentizione decidua.
E se in tutta Italia da sempre si studia e si approfondisce tale disciplina, certamente gli ortodontisti campani non stanno a dormire e reggono il passo facendo centro ancora una volta.

Il Dott. Daniele Vanni, Presidente della Società Italiana di Ortodonzia Bioprogressiva e docente presso la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Cagliari.
Il Dott. Daniele Vanni, Past President della Società Italiana di Ortodonzia Bioprogressiva e docente presso la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Cagliari.

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A Caserta, sabato 11 maggio, si è svolta una giornata di aggiornamento dedicata all’ortodonzia precoce.
Il corso ha avuto luogo presso l’aula convegni del C.O.I., responsabile dr. De Vincentis.
Il C.O.I. ospita spesso nella sua aula i corsi della Società Europea di Odontoiatria Generale (SEOG). Società molto attiva nel campo dell’aggiornamento post-laurea.
Il tema trattato è estremamente attuale e di grande importanza. Oggi più che mai si pone attenzione particolare alla diagnosi e al trattamento ortodontico in fase precoce.
Per questa ragione è stato invitato a relazionare il dr. Daniele Vanni, già presidente della Società Italiana di Ortodonzia Bioprogressiva e docente presso la prestigiosa Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Cagliari.
Parlando dell’argomento, forte della sua ventennale esperienza in qualità di clinico e di relatore, ha destato un grande interesse nella platea, che anche alla fine del corso si è trattenuta per formulare quesiti al relatore.
[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]  Il dottor Vanni ha posto particolare enfasi nella diagnosi in tutte le sue fasi, presentando poi, numerosi casi clinici riguardanti pazienti in dentizione decidua e mista.
Gli odontoiatri casertani in codesta sede periodicamente invitano relatori di chiara fama, come ha detto il presidente della SEOG, dr. Pulella, proprio perché c’è tanta voglia di sapere.
Certamente la fame di conoscenza dei corsisti è stata abbondantemente appagata dal dr. Vanni, anche grazie alla disponibilità dell’Isasan, ditta leader in Italia, che ha messo a disposizione dei soci i nuovi dispositivi preformati della Myofunctional Research.
Il dr. Daniele Vanni replicherà il corso a Bergamo, l’otto giugno, presso l’aula congressi dell’Hotel Cristallo Palace.

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Male a muovere la lingua

A volte può capitare di provare dolore nel muovere la lingua.
Le cause possono essere molteplici, da una semplice afta localizzata in un punto particolarmente critico a uno sbilanciamento mandibolare, ma poiché queste patologie generalmente si associano a una sintomatologia più specifica, la causa più probabile potrebbe essere una glossite.

male a muovere la lingua

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La glossite è una malattia più frequente di quello che si potrebbe pensare, che si manifesta come patologia primaria o come sintomo di altre patologie, associata ad una serie di disturbi più o meno gravi.

La glossite di per sé è un’infiammazione della lingua che provoca dolore a ogni movimento, irritazione diffusa, arrossamento della lingua e gonfiore generalizzato. La glossite può presentarsi in più episodi acuti oppure divenire cronica. In questo caso la lingua presenta in maniera costante una superficie liscia, levigata, che sembra aver perso la sua naturale rugosità. Questo perché la papille che rivestono la superficie della lingue, donandole il tradizionale aspetto simile a quello di una fragola, ruvido e spugnoso, si rimpiccioliscono fino quasi a scomparire del tutto.

Le cause di questa patologia sono le più diverse; tanto per cominciare, c’è un certo grado di ereditarietà, poiché solo i soggetti predisposti sviluppano la patologia quando si verificano determinate condizioni quali irritazioni meccaniche, forme di anemia e più in generale carenze alimentari.
La glossite può inoltre essere il sintomo più evidente di infezioni in atto, nonché di allergie o intolleranze, ad esempio nei confronti di alcuni coloranti alimentari molto diffusi.

Se si sospetta una reazione allergica, può essere utile sospendere l’utilizzo di dentifricio e colluttorio abituali e cambiare prodotto, facendo attenzione a come cambia l’aspetto della lingua. Non solo: la glossite può essere causata anche da un eccessivo strofinamento manuale e dall’irritazione provocata da alcol, caffè, cibi piccanti e tabacco.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]   Le carenze vitaminiche più frequenti in chi soffre di questa patologia sono, oltre a quella di ferro, quella relativa alle vitamine del gruppo B, all’Acido folico, Niacina, Tiamina, Riboflavina e Zinco. La sensazione di bruciore e di fastidio che prova chi soffre di glossite permane durante tutta la giornata, e a tratti può farsi più intensa; solo raramente questa patologia è asintomatica. Vi sono diversi tipi di glossite: c’è quella migrante benigna, la lingua nigra villosa (chiamata così perché la lingua appare coperta da una peluria di colore scuro) e la glossite losangica mediana, che accompagna il bambino dalla nascita ed è determinata da un difetto embrionale.

Nel caso di dolore alla lingua, si potrebbe trattare anche di un herpes interno (detto anche stomatite erpetica), di un’infezione da funghi o batteri oppure, nel caso più grave, di un sintomo secondario da ricondurre alla sifilide.
In ogni caso è bene contattare immediatamente il medico.

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Il caso di Angelina Jolie, alcuni consigli utili per le donne al fine di prevenire i tumori

Il caso di Angelina Jolie che ha dichiarato di essersi sottoposta a un intervento di mastectomia per ridurre la possibilità di ammalarsi di cancro al seno pone l’accento su una problematica che si fa sempre più attuale: quello della prevenzione.

Angelina Jolie

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Certamente il caso di Angelina, è estremo; recenti esami le avevano palesato la possibilità di ammalarsi dello stesso cancro al seno che aveva avuto la madre, cancro dal quale non era riuscita a salvarsi. La scelta è venuta quindi di conseguenza: asportazione preventiva del seno.
Senza giungere a un caso così estremo, è però molto importante che noi donne, così come gli uomini si presti molta attenzione alla prevenzione e alla diagnostica.
Una buona prevenzione, che passa attraverso esami periodici di routine, è efficace per diagnosticare in tempo qualsiasi tipo di lesione tumorale e agire in modo veloce, aumentando visibilmente la possibilità che le cure abbiano un decorso positivo.
A quali esami è bene si sottoponga una donna durante la sua vita?
Dall’adolescenza, dai 15 anni in poi, o in caso di problematiche anche prima, è bene sottoporsi annualmente ad una visita ginecologica di controllo con un’ecografia transvaginale e palpazione del seno.
La visita consentirà al ginecologo di verificare eventuali problematiche a carico dell’apparato riproduttivo femminile e consigliare le cure più efficaci.
Dal momento d’inizio di un’attiva vita sessuale, ogni due anni, fino ai 30 anni, in concomitanza alla visita, andrà anche eseguito un pap test, un test diagnostico molto utile per verificare eventuali anomalie del collo dell’utero che possano condurre al carcinoma.
Dopo i 30 è utile effettuarlo annualmente.
[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] In un’unica visita si espletano diversi esami che vanno poi ripetuti, in caso non vi fossero problemi, annualmente.
La palpazione del seno però non è sufficiente, soprattutto in caso di tumori al seno riscontrati in famiglia, pertanto è consigliabile dai 35 anni in poi, una mammografia ogni due anni, o eventualmente se consigliato dal medico, un’ecografia al seno. Questi tipi di esami consentiranno di identificare eventuali lesioni e trattarle con rapidità.
Un altro esame molto importante da effettuare dopo i 50 anni è l’esame per il tumore al colon, ogni due anni, tramite un campione delle feci domestico e molto semplice da effettuare, si verificherà la presenza di sangue occulto, primo indicatore di eventuali lesioni del colon.
Un buon consiglio è quello di rispondere attivamente ai reminders che le ASL periodicamente fanno, ricordandoci a quali esami è bene sottoporci.
Oltre a questi esami di routine molto importanti, non dimentichiamoci di recarci dal dentista almeno una volta all’anno per una visita di controllo e la pulizia dei denti, una volta all’anno dal dermatologo per un controllo dei nei ( soprattutto in caso di pelle molto chiara e con una mappa di nei molto estesa) e a degli esami del sangue di routine.
Anche una visita ogni due anni da un oculista è molto importante per verificare il corretto funzionamento dei nostri occhi, stressati da una vita sempre più al computer e di fronte a tablet di ogni tipo!
Ricordiamo inoltre che una buona prevenzione passa anche da uno stile di vita corretto, una sana alimentazione, attività fisica e il relax sono di fondamentale importanza per la prevenzione di ogni tipo di disturbo.
Per aiutarvi nella gestione di questi esami, per voi e la vostra famiglia, vi basterà scandire gli esami su un calendario o grazie a qualche moderna app!
Quindi non avete scuse, una corretta educazione alla prevenzione ci mantiene in salute, non sprechiamola!

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Male all’ utero in gravidanza

Gonfiore, spossatezza, problemi di ritenzione idrica, pressione alta e diabete sono indubbiamente sintomi normali, e spesso ricorrenti, nei periodi di dolce attesa.

male utero in gravidanza

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In realtà oltre a questi disturbi, possono esserne elencati una lunga serie di altri fastidi come ad esempio dei dolori alla zona uterina. Nessun campanellino d’allarme, se i dolori non sono lancinanti, si tratta di una normale e naturale reazione del corpo alla gravidanza.

Soprattutto intorno al raggiungimento del quinto mese (periodo in cui il bimbo è ormai formato), è possibile accusare dei dolori (intesi come fitte) nel basso ventre. L’intensità e la tipologia di male è molto simile a quella mestruale o preciclo. È possibile, talvolta, che il dolore sia così intenso da raggiungere anche la zona della vulva, ma anche in questo caso, nessuna preoccupazione, si tratta di una cosa del tutto normale che tutte le donne in gravidanza passano e soprattutto superano!

L’unica cosa importante è imparare a riconoscerlo e ad approcciarsi a lui in modo corretto. Cercate di ascoltare il vostro corpo monitorando le situazioni in cui questi dolori compaiono prendendo nota della loro frequenza. È normale il loro presentarsi a seguito di un rapporto sessuale, dopo uno sforzo di media/alta intensità o dopo una passeggiata troppo lunga o faticosa. Non suggestionatevi e non perdete la calma. Fermatevi e riposatevi, i dolori così come sono arrivati andranno via da soli! Solo se fermandovi e rilassandovi, il dolore non diminuisce, oppure, se la sua frequenza ed intensità aumenta consultare il medico.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] Nei mesi di gravidanza è fortemente sconsigliato, se non addirittura proibito in alcuni casi, l’uso di farmaci. Dunque niente Moment Rosa o affini per alleviare i dolori. Ci sono però una serie di altri rimedi che possiamo chiamare “naturali” che possono aiutare a rendere il dolore più sopportabile o comunque ridurne l’intensità. Inutile precisare che la percezione del dolore è molto soggettiva e che ciascuno di noi ha una soglia più o meno bassa con cui misurare la propria resistenza al fastidio.

Un nemico del dolore è sicuramente il movimento. Cercate di non “imbruttirvi” e non crogiolarvi nella vostra scusa di donna incinta per recidere i rapporti con la vostra vita reale (quella che riprenderete a pieno ritmo dopo la maternità!). Tenete la mente e soprattutto il corpo in attività. Evitate di stare troppo tempo sedute o stese a letto (questi consigli ovviamente non sono da intendersi validi per una gravidanza a rischio, per la quale solo il vostro medico ginecologo è in grado di suggerirvi la più appropriata terapia da seguire) anche perché stando troppe ore in questa posizione costringerete il vostro coccige e la vostra colonna ad un duro sforzo. Cercate di scaricare il peso che state accumulando usando tutte le ossa ed i muscoli del vostro corpo. Camminate! Anche 20 minuti di passeggiata lenta due volte al giorno, possono darvi sollievo sia per i dolori uterini sia per i problemi di gonfiore. Camminando infatti farete fluire meglio il sangue, permettendo al vostro corpo di non accumulare troppa ritenzione. Anche le vostre mani ed i vostri piedi troveranno giovamento da una circolazione attiva!

Un altro rimedio “naturale” contro i dolori da gravidanza è quello di concedersi una lunga doccia o bagno caldo. Il calore aiuterà i vostri vasi a dilatarsi facendo circolare meglio il sangue, vi sentirete più leggere, più sgonfie e più forti (e sarete più disposte a sopportare qualche dolorino). Inoltre il calore aiuterà i legamenti ed i vostri muscoli del bacino anteriore.

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Le allergie alimentari

Le allergie alimentari sono sempre più diffuse. Il grado di intensità varia da soggetto a soggetto e a volte chi ne soffre passa anni nel tentativo di individuare le cause dei disturbi di cui soffre, senza riuscire a capire da dove provenga il suo malessere.

Allergia alimentare

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Solo di recente, infatti, scienza e medicina stanno dando la giusta importanza a un fenomeno in costante espansione, che spesso interessa anche i bambini. Come tutte le allergie, anche quella alimentare si manifesta con una reazione spropositata dell’organismo all’ingestione di alcuni alimenti: questa reazione coinvolte il sistema immunitario, che mette in circolo l’anticorpo IgE, la cui funzione è quella di contrastare l’ospite indesiderato, in questo caso un alimento. Il confine tra allergia alimentare e intolleranza alimentare è sottile e spesso può non essere chiaro: i sintomi, infatti, sono molto simili, ed entrambe queste patologie possono raggiungere livelli tali da risultare mortali se non curate.

Non tutte le allergie alimentari accompagnano chi ne soffre per tutto il corso della sua esistenza: capita infatti che un soggetto allergico a un determinato alimenti sviluppi progressivamente una sorta di “tolleranza” nei confronti dello stesso, così come capita che dopo anni un soggetto sano sviluppi allergie nei confronti di alimenti che per una vita ha mangiato senza problemi.

Spesso a soffrirne sono i bambini, anche molto piccoli: si calcola infatti che le allergie alimentari colpiscano addirittura il 6% dei piccoli sotto i tre anni; solo in alcuni casi le allergie si risolvono con la crescita.

Non tutti sanno che le allergie alimentari spesso comportano la comparsa di asma e dermatite atopica, entrambe patologie che se non curare possono diventare serie e invalidanti. Sempre secondo le statistiche, sarebbe addirittura il 4% circa della popolazione occidentale a soffrire di allergia alimentare immediata. I sintomi sono i più vari e vanno da quelli respiratori agli sfogli cutanei – molto comuni, per esempio, rush e orticarie –, senza dimenticare i sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale e il rischio di shock anafilattico; in quest’ultimo caso è necessario recarsi senza indugio presso il più vicino pronto soccorso.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]Molto comune è anche l’asma, di cui soffrono soprattutto bambini e giovani adulti. Non bisogna dimenticare, inoltre, che oltre ai sintomi appena citati in alcuni soggetti è possibile che si sviluppino sintomi cardiovascolari anche importanti come ipotensione, collasso vascolare e aritmie cardiache. Si tratta dunque di un problema da non sottovalutare: riconoscere la malattia e intervenire al più presto può rivelarsi fondamentale per una sua risoluzione.

Gli alimenti più spesso incriminati sono il latte e in genere la frutta secca (arachidi, noci e nocciole sarebbero la causa addirittura del 94% di allergie alimentari), responsabili della maggior parte delle allergie alimentari; si tratta di generi alimentari di cui è possibile trovate tracce in molti altri alimenti, dunque occorre fare attenzione a ciò che si ingerisce quando si mangia fuori o si comprano cibi pronti.

La principale cura per le allergie alimentari, infatti, consiste nell’evitare di ingerire l’alimento – o gli alimenti – responsabili dell’allergia.

Per farlo, però, è necessario capire quali siano: sarà il medico a prescrivere esami specifici per una diagnosi immediata che consenta il ripristino di una dieta adatta all’individuo. In caso di attacco acuto, al pronto soccorso viene iniettata una forte dose di cortisonici che bloccano immediatamente la reazione del corpo; in alcuni casi, inoltre, potrebbe rivelarsi utile assumere antistaminici.

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Usa, bimba viva grazie a trachea di staminali

La ricerca medica nel campo delle cellule staminali ha fatto passi da gigante e ogni giorno si legge di storie sorprendenti e ricche di speranza per i malati, proprio come quella che arriva dall’America. Una bambina di due anni di origini sudcoreane è stata sottoposta al primo trapianto al mondo di trachea ricostruita con cellule staminali.

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La piccola di nome Hannah è nata senza trachea, una malformazione che le ha impedito fin dalla nascita di poter respirare autonomamente.

L’equipe internazionale che ha preso in cura il suo caso le ha creato un nuovo organo ex novo.

Durante la prima fase dell’operazione sono state prelevate alla bambina delle cellule staminali dal suo midollo osseo, successivamente questi elementi sono stati coltivati in laboratorio, dove è stato possibile creare un nuovo organo perfettamente compatibile con l’organismo della paziente.
L’operazione è stata eseguita lo scorso nove aprile all’Ospedale Pediatrico dell’Illinois ed ha richiesto circa dieci ore d’intervento.

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I medici, guidati all’italiano Paolo Macchiarini, sono molto ottimisti sulla riuscita dell’intervento, perché confidano nel fatto che le cellule staminali sono state prelevate dalla stessa paziente. In questo modo il rischio di rigetto e complicanze dovute all’utilizzo di farmaci post trapianto è stato ridotto al minimo. Ora per la piccola inizierà un lungo percorso di recupero, che le permetterà anche di parlare, respirare e mangiare autonomamente senza l’aiuto delle macchine.

Lo scorso anno era stato eseguito un intervento simile al Karolinska Institutet di Stoccolma. L’equipe di medici guidata sempre dal dottor Macchiarini, un luminare nel campo dei trapianti di trachea, aveva ricostruito parte della trachea ad un paziente malato di tumore, usando proprio le sue cellule staminali.
Il medico in questi anni ha avuto modo di perfezionare al meglio la sua tecnica operatoria, oltre alle cellule staminali sono stati utilizzati per ricostruire artificialmente la trachea anche delle nanotecnologie, che hanno fatto da supporto alla crescita delle cellule in laboratorio.
Intervistato poco dopo l’intervento, il medico ha parlato anche della sua sperimentazione, tanto da ipotizzare in un futuro non troppo lontano la possibilità di riuscire a ricostruire gli organi danneggiati di un paziente direttamente, grazie alle cellule staminali, senza il passaggio e la coltivazione nei laboratori.

Se ciò dovesse accadere, l’intero campo della chirurgia rivoluzionerebbe la vita di migliaia di persone.

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Omeopatia e Omotossicologia nel trattamento delle allergie

In questi ultimi anni la Medicina ha fatto passi da gigante nella terapia delle allergie: la Medicina tradizionale offre eccellenti strumenti terapeutici da cui, soprattutto nelle forme acute e iper-acute, non si può prescindere.
Pensiamo, in particolare, agli antistaminici e ai cortisonici.

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Si tratta di terapie fondamentalmente sintomatiche che non risolvono però alla base il problema.

L’Omeopatia e l’Omotossicologia si affiancano alla Medicina convenzionale offrendo terapie efficaci anche nella prevenzione delle malattie allergiche oltre che nella gestione dei loro sintomi.

La complessità della patologia allergica richiede infatti un intervento terapeutico che, soprattutto nella prevenzione e nel trattamento della sintomatologia cronica, non può che essere articolato così da intervenire su ognuna delle cause che hanno condotto il soggetto ad essere un “paziente allergico”.

Di seguito vengono suggeriti per ogni fattore che concorre a sviluppare la patologia allergica i medicinali più comunemente prescritti.

1. Per l’alterazione del Sistema Immunitario

Come noto l’Omeopatia cura il malato e non solo la malattia, cioè cerca di correggere quel difetto in parte costituzionale, in parte determinato dall’ambiente, che ha portato il Sistema Immunitario del soggetto allergico ad essere sbilanciato e quindi a rispondere in maniera anomala nei confronti di sostanze normalmente innocue. Oggi per esempio si dispone di un farmaco, Engystol (HEEL) che, nel tempo, svolge questo compito di riequilibrio della bilancia immunitaria. La posologia consigliata è 1 compressa due volte al giorno per 60-90 giorni.

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2. Per la Sensibilizzazione

In Omeopatia per aumentare la tolleranza si utilizzano, tanto quanto nella Medicina tradizionale, dei “vaccini antiallergici”. Di grande efficacia si è dimostrato un medicinale che è una particolare combinazione di pollini e altri allergeni adeguatamente diluiti, Allergy Plex n° 29 (GUNA). La posologia consigliata è 20 gocce due volte al giorno per 60-90 giorni.

3. Per l’esposizione

Spesso i soggetti allergici mostrano un alto grado di intossicazione e questo è il motivo per cui viene consigliato un medicinale che attua un profondo drenaggio, fin nella matrice extracellulare, chiamato Galium Heel (HEEL). La posologia consigliata è 20 gocce due volte al giorno per 60-90 giorni.

Spesso, nei casi meno gravi, basta un primo trattamento di 60-90 giorni per osservare un significativo miglioramento; nei casi più gravi, il trattamento deve essere ripetuto periodicamente ma già dopo i primi cicli di trattamento si osserverà un’evoluzione positiva delle condizioni cliniche del paziente.

L’Omeopatia e l’Omotossicologia offrono terapie efficaci anche nella gestione dei fastidiosi sintomi allergici.

Fermo restando che spetta al Medico curante valutare se intervenire con il farmaco tradizionale o con quello omeopatico, per agire sulla rinocongiuntivite allergica, una delle patologie più diffuse, sono spesso prescritti Luffa comp. Spray nasale (posologia consigliata: 2 spruzzi per narice quattro-cinque volte al giorno) e Euphrasia Heel Collirio (posologia consigliata: 1-2 gocce per occhio al bisogno) grazie ai quali starnuti, naso che gocciola, iperlacrimazione possono essere efficacemente combattuti.

Per risultati duraturi e possibilmente definitivi, è consigliabile quindi intraprendere una terapia che miri a debellare non solo i sintomi ma la patologia allergica nella sua multifattorialità.

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Le allergie, cause e sintomi

Starnuti, rinorrea, ostruzione nasale, iperlacrimazione, prurito, broncospasmo, tosse, diarrea. Se periodicamente soffri di uno o più di questi sintomi probabilmente sei un soggetto allergico.

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La patologia allergica negli ultimi cinquant’anni ha avuto un drammatico aumento di incidenza. Si stima che oggi tra il 20% e 30% della popolazione dei Paesi industrializzati ne soffra. Le forme allergiche più diffuse sono: l’eczema atopico, la rinite allergica, l’asma allergico. In questi ultimi tempi anche le allergie alimentari sono notevolmente cresciute.

E’ lecito chiedersi perché.

Per prima cosa bisogna considerare che l’eziologia della patologia allergica è plurifattoriale.

Si parla infatti di puzzle allergico, dove più tasselli concorrono a disegnare il quadro di allergia. Perché il soggetto sia allergico è favorente la predisposizione genetica (la probabilità di sviluppare una allergia quando nessuno dei genitori è allergico è pari al 15%, la percentuale sale al 50% se uno dei genitori è allergico ed arriva all’80% se entrambi sono allergici), ma questo non è sufficiente per scatenare un fenomeno allergico.

E’ necessario che il soggetto sia esposto agli allergeni ambientali e in questi ultimi anni l’ambiente si è “imbibito” di allergeni: pensiamo alla moquette, all’inquinamento ambientale, a cibi sempre più raffinati, ecc; è necessario che il soggetto sia anche sensibilizzato verso certi allergeni, cioè che abbia “smarrito la tolleranza” verso quelle sostanze.

[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] Infine, la causa oggi ritenuta essere forse la più importante per lo sviluppo di un allergia, il suo vero “peccato originale”: l’alterazione dell’equilibrio del Sistema Immunitario, il cosiddetto switch Th1/Th2. Con questo intendiamo dire che nel soggetto allergico il Sistema Immunitario è come impazzito, ha sviluppato troppo una parte a discapito di un’altra, e purtroppo la parte che ha ipersviluppato è proprio quella che produce gli anticorpi IgE responsabili della sensibilizzazione e della successiva manifestazione allergica.

Solo agendo su tutte e tre le cause (escludendo ovviamente la predisposizione genetica):

1. Alterazione del Sistema Immunitario

2. Sensibilizzazione

3. Esposizione

si potrà intervenire efficacemente nella cura della malattia allergica.

L’Omeopatia e l’Omotossicologia offrono terapie efficaci nella prevenzione e nella cura della patologia allergica e nella gestione dei suoi sintomi. Oggi si dispone di farmaci omeopatici in grado di agire su tutte le differenti cause all’origine della malattia allergica, su ognuno dei tasselli del complesso puzzle che conduce ai tanti e multiformi sintomi dell’allergia.

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