Omeopatia per bambini

L’omeopatia nasce nel XVIII secolo ad opera del medico tedesco Samuel Hahnemann, che mise a punto una serie di principi ancora oggi difficilmente accettati dalla medicina tradizionale. Ciononostante, essa si è in breve tempo imposta come metodo terapeutico alternativo o comunque complementare, grazie ai benefici apportati soprattutto nella cura dei bambini.

omeopatia bambini
Prevenire è meglio che curare…
Il successo dell’omeopatia nei bambini è stato riscontrato soprattutto nella prevenzione delle malattie infettive.
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Essa agisce a livello di difese immunitarie, aumentandone lo schermo a batteri e virus ancora sconosciuti all’organismo infantile. Può essere utile anche nella cura di malattie infettive croniche.
Addio alle infezioni
Da studi condotti sull’efficacia dell’omeopatia nei bambini, si evince una netta riduzione dei tempi di guarigione da malattie infettive quali influenze, otiti e bronchiti, senza ricorrere a terapia antibiotica. Un importante passo in avanti, considerata la diffusione di queste malattie nei più piccoli.

Cos’è il principio di similitudine?
Il punto cardine su cui si basa l’omeopatia risiede nel cosiddetto principio di similitudine. Esso è privo di fondamento scientifico e, secondo quanto affermò il dottor Hahnemann, la dose di farmaco da somministrare ad un paziente malato corrisponde a quella che andrebbe a causare i medesimi sintomi se infusa su un paziente sano.

Diagnosi dell’individuo 
L’efficacia dell’omeopatia risiede nella cura dell’individuo e non della malattia in senso stretto. La sua azione sul sistema immunitario varia seconda della risposta del paziente, per cui il pediatra omeopata dovrà prima individuare ogni piccolo sintomo, per giungere ad una vera e propria diagnosi del bambino e non solo della malattia
Nemiche-amiche
Se l’omeopatia non dovesse bastare, come spesso accade, ecco che arriva in soccorso la medicina tradizionale.

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Ogni pediatra omeopata, pur possedendo il valido strumento aggiuntivo dell’omeopatia, deve conoscere al meglio ogni patologia e la terapia ad essa associabile. I benefici dell’omeopatia sono perciò strettamente connessi alla medicina tradizionale, in base alla quale si dovrà decidere l’entità dei dosaggi della terapia omeopatica.

Rimedi naturali
Se l’omeopatia funge da complemento o da alternativa alla medicina tradizionale, molti altri sono i rimedi naturali che possono dare sollievo ai piccoli disturbi che affliggono i bambini, specialmente in tenera età. Per questo non dimentichiamo l’efficacia della fitoterapia, con farmaci a base di erbe mediche secondo l’antica tradizione speziale; la riflessologia e i massaggi.

Consultare sempre gli specialisti
Nonostante le cure omeopatiche siano note per non essere dannose, non bisogna dimenticare che vanno associate sempre ad una particolare sintomatologia che varia a seconda del paziente. Richiedere il parere di uno specialista è il primo passo che ogni genitore deve compiere prima di affidare il proprio bambino alle cure di uno specialista, anche se si tratta di un pediatra omeopata. In ogni caso, anche se le cure previste dalle terapie omeopatiche sono del tutto naturali, il bambino potrebbe manifestare delle reazioni avverse alle cure. Per questa ragione, ogni pediatra omeopata avrà cura di stilare un’attenta anamnesi per ogni nuovo paziente, per poi mettere a punto la terapia più adeguata ad ogni soggetto. Una prassi davvero fondamentale, seguita anche dalla medicina tradizionale, che aiuta ad escludere effetti indesiderati come reazioni allergiche o ritardo nell’efficacia della terapia tradizionale.

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Conservazione del cordone ombelicale: sfatiamo i falsi miti

Il dibattito su conservazione cellule staminali, donazione pubblica o conservazione privata , si è fatto sempre più acceso negli ultimi anni: capita spesso di leggere sui giornali o seguire in televisione interventi in cui si sostengono le tesi più disparate sull’utilità di una o dell’altra opzione. Quello che sembra mancare è la chiarezza dell’informazione, necessaria affinché le famiglie possano prendere una decisione in piena consapevolezza.

cellule staminali

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Il sangue cordonale, ricco di cellule staminali, rappresenta un patrimonio biologico di importanza straordinaria. Queste cellule, infatti, sono capaci di generare altre cellule e di differenziarsi e proliferare nei tessuti in cui vengono impiantate. Esse possono essere raccolte al momento della nascita e donate al settore pubblico oppure conservate privatamente. La scelta tra queste due possibilità è motivata da convinzioni personali, e per questo insindacabili, ma è bene cercare di sfatare i “falsi miti” che spesso circondano la conservazione privata.

Innanzitutto, si dice che le banche private offrano come unica possibilità la conservazione “autologa”: una convinzione errata in quanto, mentre la conservazione può essere pubblica o privata, è il trapianto a definirsi “autologo” – se effettuato sullo stesso donatore – o “eterologo”- su un soggetto terzo, in particolare un familiare (trapianto “allogenico familiare”).1 Il sangue cordonale conservato nelle banche private può essere messo a disposizione sia dell’individuo da cui è stato prelevato, sia, ad esempio, di un fratello che ne abbia bisogno: in effetti, la maggior parte delle applicazioni cliniche delle staminali cordonali conservate privatamente riguarda un trapianto allogenico familiare.

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Un altro aspetto da sottolineare riguarda l’utilità del trapianto “autologo”: nonostante vi sia chi sostiene che non abbia efficacia, il Ministero della Sanità ha pubblicato un decreto ministeriale2 nel quale favorisce la conservazione per uso autologo delle staminali cordonali in quelle famiglie in cui sono presenti rischi di trasmissione di patologie per via genetica3. Inoltre, il trapianto autologo presenta meno complicazioni a causa dell’assenza di rischi di rigetto4.

Per quanto riguarda il sistema pubblico di donazione non si fa quasi mai cenno ai limiti e ai disservizi che lo caratterizzano. Infatti, a differenza delle banche private che garantiscono la raccolta delle staminali in qualunque momento del giorno e 7 giorni su 7, la raccolta per la donazione avviene solo in alcuni ospedali e non è garantita durante le ventiquattr’ore5.

Un altro punto da evidenziare è l’assenza di certificazioni di qualità per la maggior parte delle banche pubbliche. Molte banche private, invece, possiedono la certificazione GMP (Good Manufacturing Practice), che garantisce il rispetto di elevati standard di qualità. Si dovrebbe pertanto cercare di valutare la serietà delle banche private in base a dei dati fattuali, e non sulla scia di convinzioni errate o di falsi miti.

Dunque, più che concentrare il dibattito su quale sia la scelta migliore tra la conservazione privata e la donazione, bisognerebbe, da un lato, migliorare la qualità dei servizi che vengono proposti affinché si riducano al minimo gli sprechi (in Italia, oltre il 95% dei cordoni ombelicali viene gettato – fonte ADUC), e, dall’altro, informare le famiglie sullo stato attuale delle cose, così che possano prendere una decisione in piena consapevolezza.

Note

1. Si invita a visionare il grafico di riferimento cliccando qui.

2. Decreto Ministeriale 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato”. 3. Si invita a scaricare l’elenco delle 80 malattie per cui le staminali sono in uso corrente cliccando qui.

4. Francese R, Fiorina P. Immunological and regenerative properties of cord blood stem cells. Clin Immunol 136:309–322, (2010).

5. Come riportato dalla Società Italiana Di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) circa il 70% dei campioni raccolti da strutture pubbliche e destinati alla donazione, addirittura il 79% nel 2010, vengono gettati (fonte ADOCES).

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Omeopatia per mal di gola

Quando arriva la primavera si pensa che si è scampati al pericolo di incorrere nel mal di gola, Invece proprio con gli sbalzi di temperatura è più facile che si presenti all’improvviso un arrossamento delle tonsille. I trattamenti sono vari e di diversa natura.

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E’ comunque possibile e facile fare un trattamento di auto medicazione tramite i prodotti omeopatici. Per quanto riguarda i bambini è sempre consigliabile portarli dal proprio medico o pediatra di fiducia prima di iniziare una qualsiasi terapia o cura. per quanto concerne la cura omeopatica è indispensabile che il mal di gola venga preso subito in attacco, ossia già ai primi sintomi. Infatti più tempo passa più difficile sarà curarlo con erbe omeopatiche. Questo sintomo può avere diverse cause. Prima tra tutte un debole sviluppo delle difese immunitarie che è presente soprattutto nei bambini. Poi ci sono i virus o agenti patogeni che si sviluppano nell’aria. Tante sono le erbe e i fiori che si usano nella medicina omeopatica e che sono giornalmente consigliati per curare i diversi stati di mal di gola. Ricordiamo che la medicina omeopatica non ha controindicazioni se non quelle comuni alle allergie individuali.

Aconitum napellus.
Presa in granuli ogni 2-3 ore serve a curare laringiti molto forti e tosse secca che arrivano all’improvviso a seguito di un colpo di aria fredda. Dolore al collo quando si deglutisce e una sensazione di bruciore molto intenso che si irradia anche al petto.

Belladonna.
La Belladonna va assunta ogni 2- 3 ore. Serve soprattutto a curare il mal di gola acuto, la secchezza, la sensazione di costrizione della gola, il bruciore che si irradia fino alle orecchie quando si deglutisce.

Baryta Carbonica. 
Essa va assunta sempre ogni 2-3 ore e aiuta molto a curare il mal di gola periodico con gonfiore delle linfoghiandole del collo. Molto spesso i più colpiti sono i bambini che presentano proprio in concomitanza con il mal di gola queste ghiandole poste sotto le orecchie molto gonfie.

Queste sono tre delle moltissime soluzioni omeopatiche che consigliano gli esperti. Molto utile in caso di tosse e mal di gola è anche la Sambuca che andrà presa sempre in granuli. Il miele è un ottimo alleato anche per disinfettare il cavo orale in caso di irritazione o infiammazione.

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Omeopatia per dimagrire

Uno dei problemi sempre più diffusi nella nostra società è sicuramente quello riguardante un cattivo regime alimentare che spesso può degenerare in squlibri di peso e in gravi disfunzioni come l’obesità.

omeopatia per dimagrire

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Dieta ed esercizio fisico non sono però sempre sufficienti a raggiungere il tanto desiderato peso forma. A giocare un ruolo importante è, spesso, l’aspetto psicologico, sottovalutato in gran parte delle diete: stress, emotività e sbalzi d’umore sono i primi nemici dell’equilibrio fisico. Per garantire il ripristino del proprio equilibrio psicofisico e proseguire nel proprio percorso alla ricerca del peso forma è possibile utilizzare alcuni rimedi naturali: l’omeopatia, infatti, grazie all’uso di principi attivi naturali può aiutare in diversi modi a ristabilire il corretto flusso delle energie vitali che garantiscono un stato di salute ottimale all’organismo.

Affiancando l’uso di prodotti omeopatici a una corretto regime alimentare e una costante attività fisica si possono amplificare i risultati della dieta e raggiungere più in fretta il proprio peso forma. L’omeopatia è una scienza olistica e, per quanto non supportata da tesi scientifiche, il suo effetto placebo è di sicuro un prezioso aiutante in un percorso tanto difficile come quello della ricerca del peso ideale. I prodotti omeopatici sono vari e la scelta dipende molto dalla tipologia di persona e dalle sue esigenze.

  • Il Crudum Antimonium, per esempio, è indicato per i soggetti più giovani e aiuta a ridurre i gonfiori di stomaco e riflussi esofagei.
  • L’Aurum Metallicum è perfetto per i pazienti che soffrono di ipertensione o arteriosclerosi ed è anche un buon ansiolitico e antidepressivo.
  • La Calcarea Carbonica e la phytolacca berry sono i prodotti principali contro l’obesità e sono indicati anche per i bambini.
  • La Calotropis Gigantea aiuta a trasformare la massa grassa in massa muscolare.
  • L’acqua di Carlsbad è molto utile per i disturbi al pancreas, per ridurre l’alitosi e combattere il diabete.
  • L’Esculentine, da alternarsi con la phytoline, può essere utilizzata in forma di tintura per combattere il grasso in eccesso.
  • La Graphites, invece, agisce sul profilo ormonale ed è indicato per chi, oltre alla forma, vuol e ritrovare anche una buona verve erotica.
  • La Thyroidinum, infine, è un ottimo diuretico e può aiutare a depurare il corpo da tossine.

Questi prodotti sono solo alcuni dei tanti agenti naturali che un buon omeopata può consigliarvi. La scelta dei prodotti omeopatici è da effettuare con cura perché dipende anche dalla personalità e dagli aspetti peculiari di ogni paziente. Ovviamente, oltre al consulto di uno specialista di prodotti naturali, è consigliabile affrontare il percorso di ricerca del peso forma anche consultando un nutrizionista.

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Ministro Balduzzi presenta il Piano nazionale amianto

Illustrato dal Ministro della salute Renato Balduzzi il tanto atteso piano nazionale sull’Amianto.

La presentazione ufficiale del piano nazionale sull’amianto illustrato dal Ministro della Salute Balduzzi pochi giorni fa, ha finalmente sancito i presupposti al fine di eseguire una maggior prevenzione, soprattutto nel settore edile dove il materiale era ampiamente utilizzato e ora finalmente messo al bando, facendo presente che l’Italia, sino a circa vent’anni fa, era una delle maggiori produttrici di amianto.
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La piattaforma di studio messa a punto dai Ministeri della salute e del lavoro, approvata circa un mese fa, si prefigge di migliorare notevolmente la comprensione di tutti quei fenomeni patogeni e della loro influenza sia sul territorio nazionale sia su gli altri paesi europei.

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Ottimizzare l’assistenza sanitaria, informare maggiormente sulle varie cause patologiche derivanti dalle polveri di amianto anche grazie alla costituzione di banche dati di campioni organici europei consultabili direttamente in rete, e in fine di creare nuovi percorsi sia riabilitativi sia di supporto psicologico.

Le risorse stanziate dovranno essere utilizzate in ambito nazionale sia aumentandone la prevenzione a livello locale da parte delle ASL con la rimozione dell’amianto, ma soprattutto incentrandosi maggiormente sulle terapie e diagnostica del “mesotelioma maligno”, tumore causato dalle polveri d’amianto, un materiale utilizzato soprattutto nel settore edilizio che è stato bandito da circa trent’anni nel nostro Paese.

In conclusione, con questo nuovo piano si spera di poter smentire almeno in parte le non rosee previsioni concernenti i decessi causati dall’amianto: secondo i dati degli esperti in Italia, fino al 2025, i casi di morte per questo pericoloso materiale saranno oltre 800 l’anno.

L’attenzione, quindi, va spostata soprattutto sulla prevenzione e sulle fasi di diagnosi e trattamento del tumore.

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Sigarette elettroniche, vietata vendita a minori di 18 anni

Le sigarette elettroniche continuano a far discutere, sia in Italia che all’estero.
Mentre le città si riempiono di punti vendita che sbandierano facili rimedi per smettere di fumare, crescono le perplessità della comunità scientifica e non nei confronti di questo prodotto che, appena entrato in commercio, sembrava davvero destinato a rivoluzionare le abitudini dei fumatori.

sigarette elettroniche

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Quello di fumare, infatti, è un gesto che nei fumatori accaniti diventa quasi compulsione: le sigarette elettroniche mantengono intatta la gestualità, riducendo progressivamente l’apporto di nicotina. Tuttavia i dubbi sulla loro reale efficacia – e, soprattutto, sull’assenza di effetti collaterali – non solo restano, ma si fanno sempre più pressanti, al punto che l’attuale Ministro della Salute Renato Balduzzi non ha più potuto ignorarli. Mediante un’ordinanza datata 2 aprile 2013, Balduzzi ha infatti proibito la vendita di sigarette elettroniche contenenti nicotina ai minori sotto i 18 anni. Solo i maggiorenni possono dunque acquistare questo prodotto: prima del decreto, invece, il limite era esteso solo ai minori di 16 anni.
Un provvedimento che fa discutere, ma che dal ministero rivendicano come a tutela della salute pubblica, soprattutto quella dei minori.

Del resto le statistiche sono allarmanti: mentre sempre più adulti cercano di liberarsi si questo fastidioso (e oneroso) vizio, le sigarette sono diffuse soprattutto tra i giovanissimi, per i quali costituiscono una sorta di status symbol, l’entrata simbolica, ma non effettiva, nell’età adulta.
La nuova ordinanza entrerà in vigore a tutti gli effetti a partire dal 23 aprile, e avrà durata minima fino al prossimo 31 ottobre, quando al ministero decideranno il da farsi.

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L’ordinanza in realtà è la naturale conseguenza del Decreto Balduzzi emesso alla fine dello scorso anno, tramite il quale a partire dal primo gennaio 2013 si vieta la vendita dei prodotti a base di tabacco ai minorenni. Contenendo nicotina, anche le sigarette elettroniche rientrano in questa categoria, con un’aggravante in più: il Ministro Balduzzi, infatti, vuole vederci chiaro sulle sigarette elettroniche, soprattutto sugli eventuali rischi per la salute di chi le fuma, e ha chiesto di ricevere aggiornamenti scientifici in merito. In attesa di ulteriori notizie, restano validi i dati piuttosto allarmanti che il Ministero ha ricevuto dall’Istituto superiore di Sanità il 20 dicembre del 2012: secondo questo rapporto, infatti, anche quei prodotti che contengono concentrazioni molto basse di nicotina – come appunto le sigarette elettroniche – possono comunque determinare il superamento della dose di nicotina quotidiana accettabile, che ciò non comporti danno per la salute di chi la consuma.
Ciò avverrebbe soprattutto nei giovani. La soglia massima di nicotina che è possibile assumere in una giornata senza che sia pericolosa per la salute è stata stabilita dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, l’EFSA, che ha provato come tale soglia sia superabile anche con un uso moderato di sigarette elettroniche. In seguito, il Ministro ha chiesto un rapporto del Consiglio Superiore di Sanità, il quale a partire dallo scorso 19 marzo è incaricato di approvare o meno l’utilizzo delle sigarette elettroniche “medicinale per funzione”.

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Male alle gengive

La malattia chiamata gengivite si manifesta inizialmente con l’accumulo di batteri nella bocca (placca) provocando il sanguinamento delle gengive durante lo spazzolamento. Anche se queste ultime possono essere irritate, i denti sono ancora saldamente piantati nell’osso, ma se la malattia non è adeguatamente trattata si può passare alla fase più grave chiamata parodontite con perdita dei denti a causa della distruzione del tessuti che li circonda.
La placca è la causa principale della malattia gengivale.

male alle gengive

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Tuttavia, altri fattori possono contribuire alla sua nascita come cambiamenti ormonali che si verificano durante la gravidanza, la pubertà, la menopausa rendendo le gengive più sensibili; malattie come il cancro, l’HIV ed il diabete che interferiscono con il sistema immunitario per cui, questi pazienti, sono a più alto rischio di infezioni per problemi parodontali e carie.
Anche alcuni tipi di farmaci possono incidere sulla salute orale, perché fanno diminuire la quantità di saliva che ha un effetto protettivo sui denti e sulle gengive come gli anticonvulsivanti e gli anti-angina che possono causare la crescita del tessuto gengivale.
Infine le cattive abitudini come il fumo, l’uso non corretto dello spazzolino e del filo interdentale ed una cattiva igiene orale contribuiscono al sorgere del male alle gengive.
La malattia gengivale può progredire in modo indolore, producendo pochi sintomi ma molto evidenti che comprendono: gengive rosse, gonfie e sanguinanti durante e dopo lo spazzolamento dei denti, persistente alito cattivo o cattivo gusto in bocca, formazione di tasche profonde tra i denti e le gengive, denti allentati o leggermente spostati.
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Quindi è indispensabile nel momento in cui si notano i primi sintomi rivolgersi ad un dentista che durante una visita specifica di denti e gengive, verifica lo stato reale della cavità orale.
Lo scopo della terapia è di far ritornare le gengive ed i denti sani, ridurre il gonfiore, la profondità delle tasche, il rischio di infezione e di arrestare la progressione della malattia. Questi risultati vengono raggiunti con pulizie professionali fatte almeno due volte l’anno (per i fumatori sono consigliate anche tre) e ogni giorno bisogna utilizzare lo spazzolino ed il filo interdentale dopo aver mangiato. Nel caso in cui, dopo aver fatto la pulizia dei denti è ancora presente l’infezione, il medico consiglierà l’uso di antibiotici almeno per una settimana. Un buon spazzolino a setole morbide elimina la placca dalle superfici dei denti che possono essere facilmente raggiunti; il dentifricio al fluoro rafforza lo smalto ed impedisce alla placca di fissarsi sui denti; il filo interdentale rimuove le particelle di cibo e la placca tra i denti; il collutorio è in grado di ridurre i batteri che causano la placca e disturbi gengivali.
Infine alcuni cambiamenti dello stile di vita possono ridurre il rischio e lo sviluppo della gengivite. Bisogna innanzi tutto smettere di fumare perchè l’uso del tabacco è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo della malattia, ed i fumatori hanno sette volte maggiori probabilità di contrarla rispetto ai non fumatori; mantenere una dieta ben bilanciata in quanto una corretta alimentazione aiuta il sistema immunitario a combattere facilmente le infezioni. Quindi è indispensabile mangiare cibi con proprietà antiossidanti per esempio, quelli contenenti vitamina E ( noci, mandorle, albicocche, verdure ) e vitamina C (agrumi, broccoli, patate) che possono aiutare il nostro corpo a riparare velocemente il tessuto danneggiato.
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Tutto sul sesto mese di gravidanza

Tra la 22esima settimana e la 26esima la gravidanza (più due giorni) giunge al sesto mese. In questo periodo la madre porta in grembo un feto già formato del tutto, anche se i suoi organi devono ancora raggiungere il 100% della loro formazione.

sesto mese di gravidanza

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Intorno alla 24esima settimana infatti il piccolo forma le unghie, alla 25esima è già visibile l’insieme delle vene al di sotto dello strato epidermico mentre alla 26esima la pelle diventa più spessa e non è più trasparente, avvicinandosi sempre più allo stato ultimo che tutti conosciamo.

E’ facile riscontrare una maggior attività del feto in questo mese. L’alternanza di sonno e veglia è continua e, soprattutto quando la madre riposa, è possibile sentirlo agitarsi nel grembo. Stando agli studi, intorno alla 24esima settimana il bambino inizia a reagire ai rumori provenienti dall’esterno e alla musica. Sono in tanti i genitori che fanno ascoltare melodie delicate e orchestrali al piccolo, il quale però reagisce molto positivamente soprattutto alla voce di sua madre, che è importante inizi a instaurare un rapporto con lui parlandogli, e magari raccontadogli delle fiabe.

Se di certo il rapporto con la madre è quello più forte e sentito dal bambino, è consigliabile far ascoltare anche la voce del papà e dei fratelli, se ci sono, così da far riconoscere questi suoni al piccolo anche al di fuori della pancia, garantendogli una dolce sensazione di sicurezza, essendo sonorità che ha già imparato a riconoscere. Seguendo questa stessa logica si potrebbe raccontare una fiaba al bambino ad un’ora precisa del giorno, ripetendo lo stesso gesto anche in seguito alla nascita, stando attenti ad osservare le reazioni del neonato, che potrebbe ricavarne un gran conforto.

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In queste settimane il peso tende a crescere in maniera evidente, soprattutto per l’aumento della placenta e la crescita costante del feto. Questo però non deve spaventare le future madri, che di certo non dovranno ricorrere ad eventuali diete, che potrebbero risultare dannose per il corretto prosieguo della gravidanza. Tutto ciò che occorre fare è condurre uno stile di vita sano, contenendo i pasti tra colazione, pranzo e cena, concedendosi degli spuntini a metà mattinata e metà pomeriggio.

Arrivata alla 23esima settimana la madre inizierà a sentire, in maniera sempre più pressante, le contrazioni di Braxton Hicks e, fino alla 25esima, si potrebbero avvertire dei crampi ai polpacci o alle dita dei piedi.

Il sesto mese inoltre è quello in cui si svolgono alcuni importanti esami, come ad esempio quello della curva da carico di glucosio, utile a diagnosticare un possibile diabete gestazionale. Alla madre saranno fatti bere 100 grammi di glucosio ed eseguiti dei prelievi.

Alcune future madri, soprattutto a causa del crescente volume dell’utero, potrebbero riscontrare degli iniziali problemi alla circolazione. I maggiori problemi, qualora dovessero presentarsi, saranno avvertiti alle gambe. In particolare la gestante potrebbe accorgersi di edemi, varici o gonfiori sparsi sulle gambe. In questi casi si consiglia, quando si è sedute, di tenere sempre le gambe alzate. Quando invece si dorme si può posizionare un cuscino sotto i piedi. Di certo non tutte le donne in attesa dovranno affrontare queste eventualità, ma va detto anche che alcune di loro potrebbero riscontrare questo fastidio anche in maniera accentuata. In questo caso si consiglia di dotarsi di speciali calze per donne in gravidanza, che, unite ai consigli descritti in precedenza, possono davvero far miracoli.

Infine si consiglia, prima che la pancia cresca eccessivamente, di dedicarsi ai divertenti acquisti per il bebè.
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Stamina e staminali: Vannoni contro gli esperti

Ultimamente in Italia si parla moltissimo di cellule staminali. A portare alla ribalta questa tematica è stata la trasmissione di Italia 1 “Le Iene”, presentando il caso di Sofia, la bambina per cui l’unica cura possibile – anche se non certa – potrebbe derivare proprio da queste cellule la cui sperimentazione in Italia è vietata per legge.

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Nel clima mediatico e scientifico attuale, però, dove sembra regnare l’opinione che le cellule staminali non possano costituire il futuro della medicina, e non siano dunque quella cura “miracolosa” per mali fino adesso considerati incurabili – per lo meno con la moderna scienza legalmente applicata nel nostro Paese – si levano anche alcune voci dal coro: uno delle più dure ed emblematiche è quella del dottor Vannone, il quale si scaglia senza mezzi termini contro quegli esperti che continuano a snobbare il metodo Stamina, quello che cioè prevede l’uso di cellule staminali. In questo clima fortemente polemico, non si ferma dunque la polemica che vede contrapposto il dottor Vannone – che propone una cura a base di staminali per patologie finora considerate incurabili – e quei medici che invece non si discostano dalle linee terapeutiche ufficiali, ritenendole le uniche in grado di regolamentare la sperimentazione farmacologica, nonché di garantire al malato cure valide e soprattutto sicure.
Ma, verrebbe da chiedersi, se l’alternativa è comunque la morte, che senso ha parlare di sicurezza del paziente? C’è da dire che più volte, nell’ultimo mese, si è cercato un dialogo e un confronto costruttivo tra le parti. Il 4 aprile, in particolare, nella Sala Buzzati del Corriere della sera, le due parti contrapposte si sono incontrate alla presenza di alcuni malati. Erano presenti il dottor Davide Vannoni, fautore della cura Stamina nel nostro Paese, e il dottir Marino Andolina, colui che ha applicato questa terapia negli ospedali di Brescia e Firenze. Contrapposti, in un clima caldo e a tratti tesi, c’erano una rappresentante di Telethon, Francesca Pasinelli, il dottor Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, e il professor Paolo Bianco, dell’Università La Sapienza di Roma, specialista in cellule staminali. A moderare l’incontro tra le due fazioni contrapposet, c’era Luigi Ripamonti del Cprriere Salute.

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Il dottor Vannoni ha sostenuto quello che tutti sanno, avvalendosi di dati incontrovertibili, che sono sotto gli occhi di tutti: la metodica usata da Stamina, infatti, è “in chiaro”, nel senso che chi vuole saperne di più, conoscere modalità d’applicazione, dati clinici e statistiche che ne dimostrano l’efficacia, non deve far altro che andare su internet, dove troverà pubblicato tutto il materiale. Sostenuto dall’applauso dei presenti, Vannoni ha ribadito che la Stamina attualmente, laddove consentito, viene sperimentata in alcuni ospedali italiani.
Nanni Costa ha replicato che è la stessa modalità con cui avviene sperimentazione a essere sbagliata, poiché prima di applicare una nuova cura è necessario rispettare determinati protocolli di ricerc ufficiali, altrimenti la sanità italiana rischierebbe di diventare un territorio franco in un cui chiunque si sentirebbe autorizzato a proporre le proprie cure. Nanni Costa ha inoltre smentito Vannoni, affermando che loro in rete non avrebbero trovato nessun dato riguardante la Stamina. Il nocciolo della questione riguarda quelle che vengono chiamate “cure compassionevoli”, quelle cure cioè che sono già state sperimentate clinicamente e che, in mancanza di alternative, vengono usate per curare patologie diverse da quelle per cui erano state sperimentate.
La Stamina, però, non è tra queste, in quanto non sperimentata in Italia e dunque non in possesso del protocollo di ricerca. Non solo: Paolo Bianco spiega che, non essendo regolata dalla legge, questa cura non è riproducibile, e la scienza nutre forti dubbi circa la capacità delle staminali di trasformarsi in cellule del sistema nervoso centrale. Sia Bianco che Nanni Costa ha dichiarato la disponibilità della medicina ufficiale di visionare i dati derivanti dall’applicazione della Stamina, ma il dottor Andolina ha rimarcato come in realtà finora nessuno si sia fatto avanti per chiedere loro questa documentazione.
A conclusione dell’incontro, la proposta della rappresentante di Telethon, che ha chiesro di inserire i pazienti curati con Stamina in un protocollo ufficiale che permetta di monitorare e verificare i risultati. Del resto le 11mila persone che si sono rivolte alla Stamina Foundation solo nel mese di marzo sono un segnale molto forte per la Sanità.
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Tutto sul terzo mese di gravidanza

L’avventura della gestazione che ti porterà a diventare mamma è ormai iniziata. A partire dal terzo mese i fastidi che ti hanno accompagnato fino ad ora (ansia, irritabilità, nausee) cominciano ad attenuarsi. Il primo trimestre rappresenta un traguardo importante, perchè in questo periodo comincia la c.d. embriogenesi. In tale fase delicata l’embrione è particolarmente esposto ad infezioni e altri tipi di problemi, quindi è necessario seguire scrupolosamente alcuni accorgimenti.

3 settimana di gravidanza

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Alla fine del terzo mese il feto sarà quasi delineato, come pure il sesso del nascituro.

La prima ecografia in genere si esegue nel periodo compreso tra l’undicesima e la tredicesima settimana, e prevede in abbinamento anche il test per la sindrome di Down ed altre eventuali anomalie genetiche. Nel primo trimestre, se non sono stati fatti prima, si eseguono anche gli esami del sangue e delle urine. Questo è un periodo abbastanza delicato: quali regole di comportamento si devono seguire per proseguire la gravidanza in sicurezza?

La stanchezza e la voglia di dormire sono sensazioni assolutamente normali e fisiologiche, da assecondare il più possibile. Quindi, se ti viene sonno dopo pranzo o in altri momenti della giornata non ti privare del riposo necessario per il tuo benessere. Se ancora non lo hai fatto, elimina del tutto dalle tue abitudini di vita il fumo: se continui a fumare sigarette, le conseguenze per il bimbo potrebbero essere letali.

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Evita inoltre si assumere farmaci senza prescrizione medica e di bere alcolici. Non spaventarti se ti senti affaticata e a volte ti senti di mancare: il fisico si sta adattando ai cambiamenti fisici ed ormonali che sta subendo con la gravidanza.

Cura il tuo corpo per evitare la formazione di smagliature: applica quotidianamente sul seno e sulle altre zone critiche un pò di olio di mandorle dolci, oppure un cosmetico specifico anti-smagliature. Prenditi cura di te e non trascurare il look.

Le vitamine e l’acido folico svolgono un ruolo importantissimo per il corretto sviluppo del feto, quindi cerca di alimentarti in maniera corretta, apportando all’organismo il giusto apporto di fibre e bevendo molta acqua durante la giornata per mantenere la pelle sempre ben idratata.

Fare attività fisica nei primi tre mesi di gravidanza è consigliabile, purchè non ci si affatichi troppo. E’ da preferire quindi la ginnastica dolce (yoga, pilates) oppure qualche sana nuotata in piscina.

Succede a molte donne di sentirsi un pò giù di morale, a causa dei cambiamenti cui il corpo è sottoposto: il consiglio è di non tenere tutto dentro, ma parlare con una persona amica o con il proprio compagno può aiutare a stare meglio e a guardare le cose con più ottimismo. La gravidanza è un periodo impegnativo, certo, ma è anche un momento bellissimo nella vita di una donna. Cerca di goderti le sensazioni e le emozioni legate a questo periodo, senza farti prendere dall’ansia o dalla paura del futuro. Il piccolo è dentro di te e puoi cominciare a parlargli e a stabilire un contatto con lui.

Per prepararti nella maniera migliore al parto, può essere utile frequentare fin da ora un corso pre-parto, dove vengono fornite tutte le informazioni necessarie su come gestire il parto sia dal punto di vista fisico che psicologico. Dedicati ad attività rilassanti e pensa positivo: anche il piccolo che porti in grembo se ne gioverà!

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