Dieta mediterranea

La dieta mediterranea è un particolare regime alimentare tipico dei paesi del bacino mediterraneo, caratterizzato da un elevato consumo di: frutta e verdura, carni bianche, pesce, pane e pasta integrali, condimenti di origine vegetale (soprattutto l’olio di oliva extravergine), cereali, legumi e frutta secca.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Tale alimentazione si è rivelata sia moderatamente ipocalorica (e quindi consigliata per perdere chilogrammi oppure per mantenere un peso corporeo ottimale), sia efficace nel prevenire varie patologie a carico dell’apparato cardiovascolare (recenti studi hanno evidenziato una incidenza minore del 50% relativamente al tasso di mortalità causato da incidenti cardiaci per coloro che seguono la dieta mediterranea rispetto a chi non la segue).

CARATTERISTICHE DELLA DIETA MEDITERRANEA

* Consumo di acidi grassi mono insaturi.
Si tratta di acidi grassi di origine vegetale, presenti principalmente nell’olio di oliva o nelle carni di alcuni pesci: queste sostanze hanno la proprietà di diminuire il livello di colesterolo LDL ( dannoso per l’organismo in quanto capace di innescare alcuni processi di ossidazione con i radicali liberi), e parallelamente di far aumentare il livello di colesterolo HDL ( benefico per la sua attività protettiva a livello cardiocircolatorio).
Nella dieta mediterranea sono eliminati tutti i grassi di origine animale, come: burro, strutto, lardo e panna per condire, che vengono sostituiti con grassi di origine vegetale, come olio d’oliva, preferibilmente proveniente da spremitura a freddo.
Molti pesci contengono percentuali variabili di ACG (acidi grassi essenziali) che sono indispensabili per un’omeostasi fisiologica dell’organismo; in particolare si tratta di: acido eicosapentaenoico (EPA) e di acido decosaesaenoico (DHA).

* Presenza di sostanze antiossidanti
Si tratta di sostanze presenti nell’olio d’oliva, che hanno la caratteristica di impedire alcune reazioni di ossidazione innescate dai radicali liberi circolanti e particolarmente dannose per l’organismo perchè potenzialmente cancerogene.
I principali antiossidanti sono l’idrossitirosolo ed oleuropeina (presenti nell’olio d’oliva) unitamente alle vitamine A, C, E.

* Abbondante consumo di fibre
Le fibre sono componenti essenziali di tutti gli alimenti non raffinati (pasta e riso integrale, pane integrale a lievitazione naturale, cerali integrali, ecc) e sono in grado sia di normalizzare la funzione digestiva modulando l’assorbimento dei vari nutrienti, sia di accelerare il transito intestinale.
Recenti studi hanno messo in evidenza come le fibre svolgano anche un’azione protettiva nei confronti di varie neoplasie intestinali.

* Consumo di cerali e legumi integrali
Riso, farro, orzo, avena, segale, miglio, kamut sono componenti fondamentali di questo regime dietetico ed assicurano un apporto equilibrato di proteine vegetali all’organismo, unitamente a tutte le varietà di legumi.

* Consumo di carboidrati complessi
I carboidrati complessi hanno la peculiarità di venire assimilati in maniera differente rispetto a quelli semplici, assicurando una prevenzione contro l’obesità ed il diabete.

* Abbondante consumo di pesce
La carne di molte specie di pesci contiene (oltre agli acidi grassi essenziali sopra citati), anche gli omega 3, sostanze che svolgono un’evidente azione antitrombotica e protettiva sui vasi sanguigni.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]

VANTAGGI DELLA DIETA MEDITERRANEA

I principali vantaggi della dieta mediterranea si riscontrano a livello dell’apparato cardiovascolare, con una spiccata diminuzione nella incidenza di infarti ed ictus, di cardiopatie, di fenomeni ipertensivi ed arteriosclerotici.
Si nota anche una diminuita percentuale nell’insorgenza di neoplasie a carico dell’apparato digerente, di disturbi della motilità intestinale, del deposito di colesterolo a livello arterioso e della glicemia ematica. [author] [sws_related_post]

Cosa fare se morsi da una zecca

Le zecche sono piccoli artropodi ematofagi suddivise in due famiglie principali: le Ixodidae o zecche dure e le Argasidae o zecche molli a loro volta comprendenti diverse centinaia di esemplari diversi. Dopo la zanzara sono i principali vettori di malattie infettive per gli esseri umani a causa delle tossine e dei microorganismi contenuti nella saliva che possono essere trasmessi attraverso il morso.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] La zecca è infatti dotata di un particolare apparato boccale che le consente di restare attaccata alla pelle del proprio ospite per diverso tempo nutrendosi del suo sangue cosa che può rappresentare un pericolo anche grave per la salute se non si corre subito ai ripari. Nel caso in cui si viene punti da una zecca l’unica cosa da fare è cercare di rimuoverla utilizzando precisi accorgimenti. Molte persone pensano di conoscere il metodo migliore per estrarre una zecca ma a volte il risultato è soltanto quello di aumentare le probabilità di infezione. Spesso alcuni metodi tradizionali come quello di avvicinare la zecca a fonti di calore o cospargerla di oli e sostanze infiammabili non fanno altro che stimolare la secrezione patogena dell’animale causando quindi danni aggiuntivi. Tuttavia rimuovere una zecca dal proprio corpo o da quello del proprio animale è un’operazione che all’occorrenza può essere effettuata a casa senza dover necessariamente ricorrere all’intervento del medico. Per operare correttamente occorrono delle piccole pinze possibilmente curve e accuratamente sterilizzate. Avendo cura di posizionare le pinzette in modo tale che la curvatura sia rivolta verso il basso, basta afferrare saldamente la zecca il più vicino possibile alla pelle e sollevare delicatamente fino ad estrarre ogni parte dell’insetto. E’ consigliabile non ruotare le pinze durante l’estrazione in modo da evitare che la testa possa rompersi e restare attaccata alla pelle, nel qual caso sarà necessario consultare il medico. [sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright] Una volta effettuata l’operazione è meglio non schiacciare la zecca onde evitare possibili contatti della pelle con agenti patogeni, gettarla invece nel lavandino, nel water o chiuderla in un contenitore trasparente sigillato per mostrarla al proprio medico nel caso in cui si tema di essere stati infettati. Infine bisogna lavare e disinfettare accuratamente sia la zona del morso che gli strumenti utilizzati per rimuovere l’animale. Meglio controllare per alcuni giorni che intorno alla ferita non ci sia rossore o rigonfiamento ad ogni modo l’applicazione di creme antibiotiche anche se può aiutare a prevenire un’infezione locale non pregiudica la possibilità che possano svilupparsi malattie trasmesse dalla zecca. [author] [sws_related_post]

Cosa mangiare in gravidanza

L’alimentazione è sempre importante nella la vita di un individuo ma durante la gravidanza c’è bisogno di qualche piccola attenzione in più perchè, la futura mamma, ha bisogno di una dieta equilibrata e sana ma, soprattutto, deve evitare gli alimenti che potrebbero essere potenzialmente nocivi allo sviluppo del bambino.
Innanzitutto bisogna dire che non è necessario “mangiare per due” in quanto bisogna aumentare la razione calorica di 150 calorie nel primo trimestre e di 400 calorie nei restanti periodi della gestazione in modo da arrivare al termine della gravidanza in perfetta forma.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] La futura mamma deve avere una dieta varia ed equilibrata ricca di vitamine e nutrienti.

Per i carboidrati bisogna preferire gli zuccheri complessi della pasta e dei legumi agli zuccheri semplici dei dolci e delle bibite zuccherate, preferite gli alimenti integrali che donano maggior sazietà, aiutano l’eliminazione del colesterolo, migliorano la glicemia e aiutano le funzioni intestinali.

Le proteine servono alla crescita del feto quindi, le gestanti, devono mangiare carne (preferite le carni bianche), pesce, uova, latte e formaggio (questi alimenti contengono anche ferro e sali minerali).
Per i condimenti sono da evitare il burro e la margarina mentre è consigliabile utilizzare solo olio extra vergine di oliva.
Frutta e verdura (sia cotta che cruda) sono da assumere in grandi quantità ed in qualsiasi momento della giornata.
E’ consigliabile bere molta acqua, soprattutto lontana dai pasti, ed è da preferire quella oligominerale naturale.
Oltre ai cibi da consumare in gravidanza, la futura mamma, deve evitare di mangiare molti alimenti che potrebbero compromettere la salute del bambino.
Sono da evitare pesce, carne ed uova consumati crudi o poco cotti, evitate anche crostacei, vongole, cozze ed ostriche infatti questi alimenti potrebbero contenere le salmonelle che possono provocare delle gastroenteriti (la gastroenterite comporta un forte dolore addominale accompagnato da nausea, vomito e diarrea).
Tra gli alimenti da evitare ci sono anche gli insaccati che possono contenere il batterio Listeria Monocytogenes ed il protozoo Toxoplasma Gondii.
Il batterio Listeria può provocare delle infezioni intrauterine che, soprattutto nell’ultimo trimestre della gravidanza, potrebbero provocare un aborto spontaneo o un’interruzione della gravidanza dovuta alla morte prematura del feto.[sws_related_postright showpost=”3″] [/sws_related_postright]
Gli alimenti che possono contenere il batterio Listeria sono, oltre agli insaccati, le carni crude ed i formaggi molli (sono considerati sicuri solo i formaggi prodotti con letta pastorizzato).
Il protozoo Toxoplasma può provocare la toxoplasmosi (possono essere infettate solo le donne che non hanno mai contratto questo protozoo e che quindi non hanno sviluppato gli anticorpi adatti).
La toxoplasmosi è pericolosa soprattutto per il feto che può presentare una serie di patologie raggruppate nella cosiddetta tetrade di Sabin e può provocare anche delle convulsioni.
Il protozoo Toxoplasma è contenuto nella carni crude, nelle carni poco cotte e negli insaccati.
Un’altra sostanza molto pericolosa per il bambino è il metilmercurio che potrebbe provocare dei danni al sistema nervoso centrale del feto quindi, le donne in gravidanza, dovrebbero evitare di consumare i pesci che possono contenere questa sostanza (tipo il pesce spada).
La donna in gravidanza dovrebbe anche eliminare il consumo di bevande alcoliche e limitare l’uso di caffè e tè.
Inoltre è da consigliare l’assunzione di acido folico soprattutto durante le prime settimane di gestazione.

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Cosa fare in caso di febbre nel bambino

La febbre si rileva quando si verifica un aumento della temperatura corporea ma, soprattutto nei bambini, questo aumento di temperatura, si può verificare anche solamente dopo aver bevuto delle bevande molto calde oppure dopo aver effettuato uno sforzo fisico quindi è bene controllare varie volte la temperatura prima di procedere con i vari rimedi.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Per misurare la temperatura occorre un termometro prismatico oppure uno digitale (quello frontale non è preciso) e, di norma, la temperatura non va mai misurata appena il bambino si alza dal letto dato che potrebbe risultare più alta, quindi aspettate una mezz’ora e poi provvedete alla misurazione.
Nei bambini molto piccoli (in genere fino ai due anni) la temperatura si misura via rettale quindi, se avete il termometro prismatico, fate scendere la temperatura della colonnina sotto i 35 gradi e poi procedete alla misurazione stendendo il bambino sul fasciatoio a pancia in su, afferrategli le caviglie ed alzategli le gambe, con l’altra mano prendete il termometro ed infilatelo delicatamente nell’ano del bambino (prima di introdurre il termometro bagnate la punta nella vasellina o nell’olio in modo da farlo scivolare più facilmente ed introducete solo il bulbo del termometro), aspettate due minuti stringendo le natiche del bambino e poi controllate la temperatura.
Quando nel bambino piccolo è presente la diarrea e quando il bambino ha più di due anni la temperatura si misura via ascellare quindi spogliate il bambino ed asciugate l’ascella, posizionate il termometro a contatto con la pelle nella parte più alta dell’ascella, avvicinate il braccio del bambino al torace ed aspettate tre minuti (è consigliabile restare con il bambino mentre misura la temperatura per evitare che si muova e che il termometro non riesca a rilevare la temperatura giusta) infine controllate la temperatura segnalata.
La temperatura corporea va controllate almeno tre volte al giorno prima di effettuare una diagnosi precisa.
Se la temperatura del bambino è alta dovete guardare anche altri segni per verificare come si sente dato che la febbre non è una vera e propria malattia ma solo una reazione che ha il corpo quando viene attaccato da virus e batteri quindi controllate il suo aspetto (se è pallido) e controllate il suo comportamento (se mangia, gioca, piange), inoltre ci sono alcuni segni che si verificano dopo il primo giorno come la tosse, la diarrea, la difficoltà a respirare, vomito ed il dolore alle orecchie.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]
Quando il bambino ha la febbre non è necessario portarlo subito dal pediatra ma aspettate prima che siano passate almeno 24/48 ore in modo che la diagnosi sia precisa ma, se il vostro bambino ha meno di tre mesi, se piange di continuo, se ha le convulsioni, se la temperatura è superiore ai 40 gradi e se presenta forti dolori è preferibile consultare subito un dottore.
In caso di febbre del bambino occorre tenerlo in un ambiente fresco e non coprirlo eccessivamente, fategli bere molta acqua o bevande poco zuccherate e non forzatelo a mangiare.
Se la febbre supera i 39 gradi potete effettuare della spugnature, sulla fronte e nell’inguine, con acqua tiepida e potete somministrargli dei farmaci per abbassare la temperatura corporea (tipo il paracentamolo).
I farmaci non vanno mai somministrati se la temperatura corporea non supera i 38 gradi (fanno eccezione solo i bambini che hanno presentato delle convulsioni), in ogni caso consultate il pediatra per le dosi da somministrare. [author] [sws_related_post]

Normativa sul fumo in Italia

Presso in Ministero della Salute si è tenuto lo scorso 18 dicembre l’ultima giornata del progetto dedicato alla definizione di un sistema per il monitoraggio del rispetto della normativa antifumo nel nostro paese.
L’incontro organizzato in concerto con la Regione Veneto aveva l’obiettivo di rilevare i risultati dei monitoraggi fatti presso le Regioni, di illustrare gli strumenti utilizzati e le esperienze fatte sul campo per infine consentire un confronto rispetto a quegli ambienti che ancora non sottostanno alla normativa antifumo.
Lo studio condotto nell’ambito del progetto ha rilevato un atteggiamento sempre più positivo nei confronti della normativa antifumo considerata utile dal 82% dei clienti e dal 94% dei gestori dei locali pubblici sebbene non sempre rispettata come testimonia la presenza di fumatori nell’1,3% dei casi.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] Singolare e meritevole di attenzione la situazione delle strutture sanitarie nelle quali è stata rilevata presenza di fumatori nel 2% dei casi, mentre critiche possono definirsi le statistiche rilevate riguardo a sale giochi (10% circa), discoteche (7,6%), pub e pizzerie (4,8%).
La giornata ha consentito anche di illustrare la positiva esperienza del Comune di S. Michele al Tagliamento in cui, previo il preventivo coinvolgimento di utenza e gestori con una capillare campagna di informazione, è stato introdotto il progetto “spiaggia senza fumo”, capace di riscuotere consenso dopo le perplessità della prima ora.
Ancora diffusa purtroppo la dannosa abitudine del fumo in auto che ha interessato il 7% del campione di automobili analizzato mentre nel 1% dei casi addirittura si fumava alla presenza di un bambino.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]
Lo studio ha confermato lo sport come fondamentale presidio antifumo tra i praticanti, da qui l’idea di affidare agli atleti il compito di testimonial contro il fumo al fine di sensibilizzare i tifosi ad un comportamento rispettoso dei non fumatori anche in luoghi aperti quali, per l’appunto, lo stadio. [author] [sws_related_post]

Dieta Dukan

La dieta Dukan è un regime alimentare iperproteico creato dallo stesso Dukan ed è costituito da quattro fasi (attacco, crociera, consolidamento e stabilizzazione), che sta raggiungendo un notevole successo in questo periodo, però, come la maggior parte di queste diete possiede dei vantaggi ma anche dei potenziali problemi.

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[sws_related_postleft showpost=”3″] [/sws_related_postleft] La prima fase è di attacco e consiste nell’assunzione esclusiva di proteine pure assimilabili da settantadue tipi di alimenti, dura tra i due e i sette giorni e porta a un’elevata perdita di peso. Durante la fase della crociera, il soggetto raggiunge il peso forma alternando proteine alimentari pure e proteine presenti in ventotto tipi di verdure.
La fase di consolidamento dura secondo i chili persi (se abbiamo perso otto chilogrammi, allora questa fase durerà ottanta giorni) e consiste nell’assunzione di formaggio, frutta, legumi, riso, patate e cibi integrali come la pasta, il pane eccetera; una volta a settimana occorre integrare della crusca e svolgere attività fisica. Per due giorni a settimana abbiamo menu libero.
Infine, la fase della stabilizzazione consiste nel tornare a un normale regime alimentare solo che per un giorno la settimana dobbiamo consumare proteine come durante la fase di attacco e, naturalmente, svolgere attività fisica.

I vantaggi riguardano sia il fatto che questa dieta permette un’effettiva perdita di peso; è chiara in quanto tutte le fasi sono esplicite sia nel comportamento da assumere e sia le tipologie di cibi da integrare; mangiamo fino alla sazietà e non dobbiamo pesare nessun cibo perché seguiamo una tabella alimentare ben precisa; assumiamo una ricca lista di cibi; un duraturo mantenimento del peso raggiunto. Inoltre, per avere maggiori informazioni sulle ricette da assumere durante la pratica della dieta Dukan, possiamo acquistare il libro o in alternativa cercare tra la rete tutte le ricette culinarie che fanno al caso nostro.

Tuttavia, la dieta Dukan presenta anche alcuni svantaggi, tra cui: non può essere eseguita da chiunque (sconsigliata per diabetici, chi soffre di problemi renali, cardiaci eccetera); occorre avere ottima salute; è una dieta sbilanciata perché non si assumono i carboidrati che sono degli elementi fondamentali per il nostro organismo, vitamine e Sali minerali. Vengono presi degli integratori che, tuttavia non possono essere paragonati alla qualità stessa delle vitamine assimilate dall’organismo durante i pasti.[sws_related_postright showpost=”2″] [/sws_related_postright]
In altre parole, possiamo andare incontro a seri problemi fisici e, seguendo questa dieta perdiamo si grasso ma anche massa muscolare. Proprio per quest’ultimo motivo, si consiglia un’attività fisica giornaliera con almeno mezz’ora di camminata.
Per avere maggiori informazioni, prima di seguire questa dieta Dukan, possiamo analizzare i vari siti internet che si occupano di questi argomenti; possiamo osservare le varie ricette preposte durante ogni singola fase di questo regime alimentare e, meglio analizzare sia i vantaggi e sia gli svantaggi che potrebbero verificarsi.
Terminando, è utile sapere che prima di intraprendere una dieta, occorre consultare il nostro dietologo in modo tale da scegliere quella più giusta per noi, in modo tale da non andare incontro a seri problemi. [author] [sws_related_post]